Nella splendida cornice dell’Albereta Relais & Chateaux, il Ristorante Leone Felice Vista Lago, incastonato nel verde del parco secolare del resort, accoglie i suoi clienti in un ambiente elegante e caldo illuminato da ampie vetrate che offrono una impareggiabile vista sulle colline della Franciacorta fino al Lago d’Iseo ed il borgo di Montisola; i tavolini sulla terrazza esterna, dove si può scegliere di pranzare o cenare nella bella stagione, permettono di godere appieno della bellezza e della tranquillità del luogo.
Da alcuni anni la famiglia Moretti, proprietaria della struttura, ha affidato la guida del ristorante allo chef Fabio Abbattista che propone una raffinata cucina di impronta mediterranea, influenzata da elementi di territori vicini e lontani, frutto di grande tecnica e conoscenza delle materie prime nonché di un percorso professionale che si è sviluppato anche attraverso esperienze in ristoranti di prestigio in Italia e all’estero. Stile di cucina espresso pienamente nel percorso degustazione studiato per il pranzo esclusivo dei nostri Amici Gourmet e ottimamente supportata da un servizio di sala di altissimo livello.
Abbinamento vini: Cantina Bellavista.
La squadra
Sala:
Restaurant manager: Nicola Manganaro
Assistant restaurant manager: Giorgio Bortolotto
Junior sommelier: Giovanni Brambilla
Chef de rang: Sara Trovato e Bardha Xhihani
Commis de rang: Massimo Mingotti e Emanuel Jonah
Hostess di sala: Chiara Belletti
Cucina:
Executive chef: Fabio Abbattista
Sous chef: Antonio Parigino
Pastry chef: Stefano Parissenti
Il nostro tavolo
Il menù dedicato alla nostra Tappa Ufficiale Roadshow Viaggiatore Gourmet 2023!
La terrazza con vista mozzafiato sul lago d’Iseo e Monte Isola.
Aperitivo in terrazza accompagnato da una magnum di Bellavista Grand Cuvée Alma Non Dosato, una etichetta recente nel repertorio della cantina, che vuole offrire un’interpretazione contemporanea e raffinata dei vigneti dell’azienda. Realizzato con il 90% di Chardonnay ed il 10% di Pinot Noir, in cantina viene assemblato partendo da diverse selezioni di vendemmia a cui sono aggiunti “vini di riserva” di annate precedenti. Affinato per almeno 30 mesi sui lieviti, esprime un bouquet fresco di fiori e frutti bianchi; dotato di grande freschezza e sapidità è stato il perfetto accompagnamento dei nostri finger food di benvenuto.
Il menù dell’aperitivo prevede:
- Assortimento di coppa e salame di produzione da allevamenti della proprietà Moretti, da un norcino del parmense.
- Bagoss di Bagolino stagionato 24 mesi servito con miele millefiori e confettura di mele e rosmarino. Il Bagoss, è un eccezionale formaggio vaccino a pasta dura prodotto appunto nel comune di Bagolino in provincia di Brescia, dal caratteristico colore dorato conferito dall’aggiunta di zafferano durante la cottura.
- Gnocco fritto con prosciutto crudo S. Ilario.
- Alici ripiene e fritte con salsa al limone.
- Praline al cacio, pepe e lime.
- Il tutto accompagnato da una fragrante focaccia al rosmarino fatta in casa, soffice e ben alveolata, pane bianco al lievito madre e grissini.
Le sfiziosissime praline cacio e pepe e lime.
Acciughe fritte, con salsa di limone.
Il nostro sommelier ci presenta il vino che accompagnerà il primo antipasto del nostro pranzo, il Bellavista Grand Cuvée Alma Rosé, un blend di Chardonnay al 65% e Pinot Noir al 35% che affinano sui lieviti per almeno 18 mesi. Di colore rosa antico, ha profumi di fiori bianchi, agrumi maturi e frutta a pasta gialla; al sorso risulta fresco e avvolgente, di lunga persistenza e grande piacevolezza.
Gazpacho di pomodoro e fragole, con gamberi rossi e burrata.
Uno dei piatti estivi per antonomasia, rivisto in chiave moderna e con un tocco di italianità. La fresca crema di pomodori e fragole e accompagnata da una dadolata di fragole e gamberi rossi crudi, di eccellente qualità, e burrata, nascosti da una cialda ghiacciata di acqua di pomodoro. Un avvio rinfrescante, che apre il palato alle portate successive.
Terzo vino della degustazione, il Bellavista Franciacorta Brut Teatro alla Scala 2018, un brut millesimato dedicato al leggendario tempio milanese dell’opera, cui l’azienda si sente vicina e ispirata. Le uve che compongono questa cuvée, Chardonnay in prevalenza e Pinot Nero, sono le migliori possibili della stessa annata, frutto di una selezione radicale dei singoli vigneti. Una parte del mosto fermenta in piccole botti di rovere bianco per circa 7 mesi, mentre la restante in acciaio. La seconda fermentazione è svolta in bottiglia secondo il Metodo Classico, con una permanenza sui lieviti di 60 mesi. Giallo paglierino con un perlage fine e persistente, profuma di frutta bianca e lievito, agrumi canditi e sentori di vaniglia, mandorla ed erbe aromatiche. Al palato risulta morbido e pieno, sapido e con una acidità bilanciata.
Lumache, royale di topinambur e salsa teriyaki.
Il secondo antipasto proposto dallo chef è una dimostrazione della sua abilità di reinterpretare con sapiente equilibrio piatti della tradizione mediterranea ed europea. In questo caso le lumache insaporite di aglio e prezzemolo, come nella versione alla Bourguignonne vanto della cucina francese, vedono influssi provenienti da tradizioni lontane nella salsa teryiaki, tipico condimento giapponese a base di salsa di soia. Il topinambur, in royale ed in chips, non ha solo funzione decorativa del piatto ma contribuisce, con la sua nota dolce, al bilanciamento complessivo dei sapori.
Bellavista Curtefranca Uccellanda 2009
In accompagnamento ai primi il nostro sommelier ci propone un Curtefranca Vigna Uccellanda del 2009, un’annata favorevole in Franciacorta che ha prodotto uve di qualità, caratteristica di fondamentale importanza per uno Chardonnay in purezza non destinato alla produzione spumantistica. Questo vino viene infatti realizzato da uve di una vigna di 4,14 ettari, denominata appunto Uccellanda, posta a circa 300 mt di altezza su uno dei versanti più luminosi e assolati della Franciacorta. Il mosto fermenta e poi matura per 12 mesi in piccole botti di rovere bianco da 228 litri e viene imbottigliato nella seconda primavera successiva alla vendemmia. Riposa poi per altri sei mesi prima di essere messo in commercio. Nel bicchiere si presenta giallo con riflessi dorati; i profumi sono intensi di frutta matura con sentori di vaniglia. Al palato risulta ricco e corposo con note tostate e speziate bilanciate da una buona acidità.
Linguine al pesto di pistacchi e ricci di mare
Un nido di linguine, al perfetto grado di cottura, rese cremose da un pesto leggero di pistacchi accoglie della freschissima polpa di ricci di mare. Un piatto di grande equilibrio in cui il gusto sapido e iodato del riccio è bilanciato da un lato dalla componente grassa del pesto e della sapiente mantecatura, dall’altro dalla rinfrescante nota dello zest di lime.
Gnocchi di patate e borragine, vongole e salsa al Franciacorta e thé jasmine.
Bellavista Curtefranca Uccellanda 2007
Terra e mare negli gnocchetti di patate e borragine, vongole e salsa al Franciacorta e thé jasmine.. Il verde intenso delle foglie di borragine conferisce agli gnocchi un bellissimo colore oltre che una leggera nota amara. La sapidità della salsa di vongole viene compensata da una fresca spuma di thé profumata al gelsomino.
Ad accompagnare il piatto un’altra annata del Curtefranca Uccellanda, il 2007.
Bellavista Zuanne Rosso del Sebino IGT 2019
In attesa dei secondi piatti, il nostro sommelier presenta e stappa una delle sole 154 magnum che sono state prodotte di questo vino nell’annata 2019. Un vino per pochi, se si guarda alle sue origini. Si narra infatti che nell’inverno del 1990, in occasione della presentazione del primo Franciacorta Bellavista Riserva Vittorio Moretti, Gianni Brera, il famoso giornalista sportivo amante del vino e del buon cibo, volle passeggiare nelle terrazze circostanti il vigneto del Convento della Ss. Annunciata, dove si trovavano diversi vitigni di Merlot. Padre Sebastiano disse che aveva piantato circa 480 barbatelle nel maggio 1964. Fu allora che, come racconta la famiglia Moretti “decidemmo di fare un vino che doveva essere il ‘nostro’. Nostro e di pochi amici. Così, in una terra di bollicine e di grandi bianchi, abbiamo fatto per il Giuàn un ‘négar’ e lo abbiamo chiamato ‘Zuanne’, Giovanni, nel nostro dialetto locale del ‘600.” Ancora oggi questo vino, da uve Merlot in purezza, viene prodotto “come lo voleva lui: bello, vigoroso e di garbo. Continuerò a fare questo vino, ma solo in quelle annate nelle quali il prodotto sarà all’altezza del grande nome che porta.” L’azienda ha scelto di ridurre drasticamente la produzione in pianta, raccogliendo le uve solamente a piena maturazione, fermentando tradizionalmente in rosso e protraendo l’evoluzione in piccole botti per oltre 16 mesi. Dopo l’imbottigliamento, il vino Zuanne si eleva in cantina per circa 12 mesi. Il risultato è un vino complesso, fruttato al naso e al palato, con sentori speziati, ricco ma vellutato ed elegante.
Coda di rospo alla griglia, salsa alla mugnaia e zucchine alla scapece
Ancora contaminazione di tradizioni gastronomiche nella coda di rospo in salsa alla mugnaia con zucchine alla scapece, piatto caratterizzato dalla leggerezza e dalla apparentemente semplicità. La cottura alla mugnaia è molto usata nella cucina francese per preparare piatti a base di pesce e talvolta carne bianca. Nella versione più tradizionale il pesce viene leggermente infarinato, cotto nel burro e successivamente irrorato in una salsa fatta di burro fuso, succo dì limone e prezzemolo tritato. Lo chef alleggerisce la preparazione attraverso una cottura del filetto di rana pescatrice alla griglia, che mantiene tutta la succulenza della polpa; la salsa viene versata direttamente al tavolo. Ad accompagnare il tutto delle zucchine preparate rivisitando in questo caso una ricetta tipica della cucina campana, le zucchine alla scapece, a loro volta ispirate alla tecnica di marinatura di origine spagnola dell’escabeche, in cui fettine dell’ortaggio sono fritte e quindi insaporite in un emulsione di olio, aceto di vino bianco, aglio e menta. Un piatto estivo, che fa da perfetto trait- d’union tra i primi piatti ed o secondi di carne.
Pluma di mora romagnola alla brace, ketchup di albicocche e patata al cartoccio
C’è un chiaro omaggio a Gualtiero Marchesi nella presentazione di questa pluma romagnola alla brace con ketchup di albicocca. La foglia d’argento che copre la patata dolce di accompagnamento ricorda infatti quella d’oro che il Maestro usò per primo a decorazione del suo iconico risotto allo zafferano. Il piatto valorizza questo pregiato taglio di maiale, e nello specifico quello di una razza autoctona salvata dal rischio di estinzione qualche decennio fa ed oggi presidio Slow Food. La carne viene scottata alla brace mantenendola rosata all’interno. Ad accompagnare una patata dolce al cartoccio ed un ketchup di albicocche la cui delicata acidità contrasta alla perfezione la dolcezza degli altri elementi del piatto.
Animella di vitello glassata al miso di nocciola e funghi cardoncelli
A chiudere la carrellata di secondi un piatto eccezionale, che rende le animelle, una parte del cosiddetto quinto quarto, un tempo tipica della cucina povera, una vera e propria leccornia. La dolcezza delle animelle, rese morbide e succulente da una perfetta rosolatura, è infatti armoniosamente bilanciata dalla sapidità del miso di nocciole della glassatura e dallo spiccato umami del miso stesso e dei funghi cardoncelli che fanno da contorno.
Bellavista Franciacorta Demi-Sec DOCG “Nectar”
Giovanni, il nostro sommelier ci presenta il vino che accompagnerà i dessert, il Bellavista Franciacorta Demi – Sec “Nectar”, un spumante molto raro prodotto secondo una metodologia risalente al ‘700 realizzata con le più moderne tecnologie per ottenere una tipologia Demi-sec pura, pensata per accompagnare il dolce, dal profilo sensoriale unico, artigianale e totalmente naturale. E’ realizzato con uve Chardonnay provenienti da almeno 30 vigne differenti collocate nella fascia collinare più alta ed esposte secondo un orientamento rivolto a Sud. La fermentazione delle uve che danno il vino base si svolge per il 30% all’interno di piccole botti di rovere bianco. Una volta completata la vinificazione, il vino viene imbottigliato ed addizionato di un mosto zuccherino proveniente da un appassimento in pianta di uve dei vigneti Bellavista. Reso pronto per la rifermentazione in bottiglia, “Nectar” svolge il suo percorso di spumantizzazione che lo vede uscire dalla cantina dopo ben 4 anni dalla vendemmia. Di colore giallo paglierino, con un perlage fine e persistente, ha profumo di fiori, agrumi canditi, miele, vaniglia e pasticceria. Al palato è avvolgente, con una leggera nota acida a bilanciare la dolcezza.
Pesca fondente con cremoso di ricotta e cioccolato Dulcey
Un dolce fresco e leggero che prepara il palato a ciò che deve ancora venire. Sotto un croccante disco di sesamo bianco e nero caramellato cubetti di pesca fondente, profumati e piacevolmente aciduli, si alternano a ciuffetti di cremosa spuma di ricotta e di ganache Dulcey, il cioccolato “biondo” firmato dalla celebre azienda francese Valrhona. Un prodotto nato per errore, come racconta la stessa maison, per la precisione “frutto della dimenticanza di Frédéric Bau, chef de l’École du Grand Chocolat di Tain l’Hermitage, che durante una dimostrazione lasciò del cioccolato bianco un po’ troppo a lungo a bagnomaria. Assaggiando il giorno dopo il risultato, Frédéric ne fu piacevolmente sorpreso. Il cioccolato aveva assunto un colore biondo ed emanava un delicato profumo di sablé tostato e di latte caramellato.” Valrhona ha poi messo a punto un processo particolare, che permette la produzione di questo tipo di cioccolato, oggi particolarmente apprezzato dai pasticceri per la sua consistenza cremosa e avvolgente, una dolcezza poco zuccherata, le note biscottate che si evolvono in sentori più generosi di caramello con una spiccata sapidità, tutti elementi che valorizzano pienamente gli altri elementi del nostro dessert.
Torta delle rose con zabaione a l’Anghelu Ruju
Sella & Mosca “Anghelu Ruju” 2006
La torta di rose (o delle rose) è un lievitato dolce molto diffuso nelle provincie di Mantova e Brescia, che come accade spesso per le ricette tradizionali se ne contendono l’origine. Secondo vari scritti, venne servita per la prima volta nel 1490 alla corte dei Gonzaga, in occasione delle nozze tra il marchese Francesco II e la giovanissima Isabella d’Este. Il cuoco di corte, il ferrarese Cristoforo di Messiburgo, famoso all’epoca e autore di ricettari incredibili, per omaggiare la fanciulla pensò a una forma simile a un mazzo di corolle di rose realizzate con la pasta e disposte in cerchio fino a riempire lo stampo. Ovviamente piacque moltissimo ed entrò di diritto nella lista dei dolci ‘ufficiali’ della corte gonzaghesca, la migliore in quel periodo storico per la sua cucina «di principi e di popolo». Dolce da sempre molto apprezzato nella zona, negli ultimi anni la sua fama si è diffusa anche fuori dall’area di origine grazie all’interpretazione che ne hanno dato diversi celebri pasticceri e chef, compreso il talentuoso Fabio Abbattista, che ne propone una versione decisamente allettante, morbida e adeguatamente burrosa, guarnita dì zest di limone a dare freschezza. A rendere il tutto ancora più ricco una colata dorata di spumoso zabaione preparato al momento, di cui viene lasciato un pentolino ad ogni ospite per un dosaggio personalizzato di golosità. Insieme ad un assaggio del vino utilizzato nella preparazione della sublime crema, l’Anghelu Ruju di Sella e Mosca, una delle principali aziende vinicole sarde parte del gruppo Bellavista dal 2016. Trattasi di un vino liquoroso di grande pregio, ottenuto da uve Cannonau appassite al sole, vinificato in rosso con successiva fortificazione e affinato in botti di rovere secolari per 10 anni. Ha un colore granato aranciato e un bouquet complesso e articolato di frutta appassita e confettura, canditi,spezie con sentori di tabacco. Molto ricco anche al palato, può definirsi un perfetto esempio di vino da meditazione.
Bellavista Pas Operé 2019
La classica merenda dei Viaggiatori Gourmet in preparazione!
Risotto con asparagi verdi, brodo di prosciutto, Robila di Roccaverano e pompelmo con polvere di thè nero affumicato, mandorle e ciliegie
Momento imprescindibile dei Meeting Viaggiatore Gourmet è la merenda defaticante realizzata nella pentola d’oro Agnelli. Per questa occasione lo chef serve personalmente un risotto con asparagi verdi, brodo di prosciutto, robiola di Roccaverano e pompelmo guarnito con polvere di thè nero affumicato, mandorle e ciliegie, un piatto che unisce una eccellente tecnica esecutiva e un perfetto bilanciamento di sapori e consistenze.
Nel calice un Bellavista Franciacorta Pas Operé 2019, uno spumante Metodo Classico non dosato, blend di Chardonnay e Pinot Noir provenienti solo da appezzamenti storici dell’azienda con età superiore ai 30 anni e scelti da ben 40 selezioni vendemmiali differenti con l’obiettivo di creare una cuvée raffinata ed elegante in grado di evolvere nel tempo. Il perlate è fine e persistente, il bouquet fresco ed elegante con note di agrumi, frutta gialla e crosta di pane. Al sorso risulta complesso e intenso, pur nella grande freschezza, con un piacevole nota minerale e una lunga persistenza.
Il bis direttamente dalla preziosa (e pesante) pentola d’oro!
Al momento del caffè viene servito un Illy miscela 100% arabica original blend e una selezione di petit four:
- Bignè alla crema
- Tartellette di frolla con crema pasticciera e frutti di bosco
E per terminare un altro rituale dei nostri incontri, un rinfrescante Gin and Tonic finale: Malfy Gin con Limone di Amalfi e Fever Tonic Water. Il Gin Malfy, marchio creato nel 2006 da una distilleria familiare piemontese è attualmente tra i più interessanti Gin prodotto in Italia. Questa versione è la più iconica della famiglia perché, grazie all’infusione dei limoni di Amalfi maturati al sole sapientemente miscelati con pregiate botaniche e con il ginepro raccolto a mano, rappresenta un vero e proprio viaggio sensoriale nei profumi classici e nelle calde atmosfere mediterranee amate in tutto il mondo. Ad accompagnarlo nel cocktail, oltre ad una generosa dose di ghiaccio, la Premium Indian Tonic Water del brand Fever Tree, una tonica pluripremiata e considerata perfetta per la preparazione del Gin and Tonic e di altri miscelati grazie al suo gusto rotondo e rinfrescante derivante dall’uso di differenti botaniche, incluso il caratteristico chinino e l’olio di arance amare del Messico. Il modo ideale di chiudere un pranzo da ricordare.
CUCINA
Nel Ristorante Leone Felice la tradizione italiana più schietta e originale viene rielaborata in modo raffinato e coerente con l’eleganza naturale che è connaturata a questo angolo di Franciacorta. Nei piatti, quanto di meglio proviene dal territorio per portare in tavola prodotti buoni, accessibili e di qualità. Le materie prime arrivano in gran parte dalla Franciacorta, dove sono acquistate in piccole quantità e con frequenza, per garantire sempre freschezza e stagionalità. A guidare la cucina Fabio Abbattista, chef di origine pugliese che dopo svariate esperienze in cucine prestigiose in Italia e all’estero è approdato all’Albereta nel 2014. Alla base del suo stile si trovano una profonda conoscenza e rispetto delle materie prime, una spiccata padronanza della tecnica per una cucina che parte dalla tradizione, in primis quella della sua famiglia e della sua regione di origine, e si innova ed evolve con progressive contaminazioni di ingredienti e territori più o meno lontani.
ACCOGLIENZA E SERVIZIO
Un luogo magico quello in cui è inserito il ristorante Leone Felice, l’Albereta Relais & Chateaux, una perla incastonata in un contesto naturale di pacifica bellezza, circondata dai vigneti della Franciacorta con una splendida vista sul lago d’Iseo. Ad accogliere gli ospiti, sia interni all’hotel che esterni, una squadra dinamica, ben coordinata e sempre pronta a fornire le giuste spiegazioni sui piatti e i prodotti serviti, dosando i tempi e le attenzioni in modo da permettere ai clienti di godere appieno sia dei cibi che dell’ambiente circostante.
CONCLUSIONI
Fare stare bene l’ospite appare come la chiave di lettura del Leone Felice in Albereta. La filosofia di tutta la struttura è imperniata sul benessere che parte dall’ambiente, quello naturale in primis, per passare alla calda eleganza con cui è stato disegnato e arredato il locale. Ricordiamo poi la perfetta accoglienza di un staff preparato ed in perfetto equilibrio tra attenzione al cliente e discrezione. Per finire con una cucina solida in grado di combinare tecniche e tradizioni differenti, sia nel tempo che nella geografia do origine, valorizzando ricette ed ingredienti.
Sicuramente un posto in cui è un piacere ritornare per farsi coccolare.
Informazioni – Ristorante Leone Felice Vista Lago c/o Albereta Relais & Chateaux
via Vittorio Emanuele, 23, 25030 Erbusco (BS)
Tel. (+39) 030 7760550
E-mail. info@albereta.it
Sito Web. www.www.albereta.it/franciacorta/ristorante-lago-iseo/
Orari. tutti i giorni – pranzo: dalle ore 12.30 alle ore 14.30; cena: dalle ore 19.30 alle ore 22.30
Giorno di chiusura: mai