Articolo a cura di Maurizio Zanolla.
Referente regionale per il Veneto, il Friuli Venezia-Giulia, l’Umbria e le Marche.
Secondo capitolo della nostra Guida dei vini di Altissimo Ceto dedicata alle eccellenze della regione Marche. Dopo aver dato ampio spazio al vitigno Verdicchio ed agli altri vini bianchi, ora tocca alla grande produzione rossista regionale. Dove non mancano le punte di diamante che vengono raccontate con la consueta dovizia di particolari.
In questo articolo si parla di: Bisci, Boccadigabbia, Bucci, Clara Marcelli, Colonnara, Conti di Buscareto, Enzo Mecella, Fattoria Dezi, Fattoria San Lorenzo, Garofoli, Moncaro, Monte Schiavo, Moroder, Oasi degli Angeli, Santa Barbara, Silvano Strologo, Tenuta di Tavignano, Umani Ronchi, Valter Mattoni, Valturio, Velenosi, Veneranda Vite.
Archivio storico reportage:
Prima di passare al racconto dei vini degustati, per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli:
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni evidenziando i soli punteggi. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto la menzione speciale. Questa menzione, assegnata con la dicitura “Altissimo Ceto”, viene data all’unanimità da tutto il panel di assaggio in presenza di caratteristiche particolari, perlopiù legati alla personalità di un determinato vino indipendentemente dalla valutazione finale. Praticamente una sorta di premio della critica.
In blu sono evidenziati i nomi dei produttori ai quali è “linkata” la propria scheda aziendale. Questa scheda è posizionata nell’indice regionale sulla parte destra dell’home-page. In questa sezione troverete tutti i dati, i recapiti e le recensioni di tutti i vini degustati di quel produttore nel corso degli anni, al fine di mantenere una “memoria storica” di tutti gli assaggi fatti nel corso delle edizioni della nostra Guida dei vini on-line.
Al secondo punto, viene ripresa la medesima graduatoria, integrando la recensione con le relative foto dell’etichetta e le note di degustazione.
Non ci resta dunque che augurarvi buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
Dal Conero:
89/100 – Conero Riserva Nerone Moncaro 2007 (Cat. E)
88/100 – Conero Riserva Cùmaro Umani Ronchi 2009 (Cat. D)
87/100 – Conero Riserva La Selezione Gioacchino Garofoli Garofoli 2007 (Cat. F)
87/100 – Conero Riserva Dorico Moroder 2008 (Cat. D)
87/100 – Conero Riserva Decebalo Silvano Strologo 2008 (Cat. D)
85/100 – Conero Riserva Grosso Agontano Garofoli 2008 (Cat. C)
85/100 – Conero Riserva Vigneti del Parco Moncaro 2008 (Cat. B)
84/100 – Rosso Conero Moroder 2009 (Cat. B)
82/100 – Rosso Conero I Lavi Enzo Mecella 2009 (Cat. A)
81/100 – Rosso Conero Julius Silvano Strologo 2010 (Cat. A)
I Rosso Piceno ed altri vini a D.O.C.:
89/100 – Esino Rosso Pieralisi For Friends Monte Schiavo 2007 (Cat. D)
88/100 – Rosso Piceno Villa Bucci Bucci 2008 (Cat. D)
88/100 – Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare Velenosi 2009 (Cat. E)
87/100 – Lacrima di Morro d’Alba Conti di Buscareto 2011 (Cat. A)
86/100 – Lacrima di Morro d’Alba Marzaiola Monte Schiavo 2011 (Cat. D)
86/100 – Rosso Piceno Il Maschio da Monte Santa Barbara 2010 (Cat. D)
86/100 – Offida Rosso Ludi Velenosi 2009 (Cat. D)
85/100 – Rosso Piceno Sup. Campo alle Mura Moncaro 2007 (Cat. B)
85/100 – Rosso Piceno Sup. Brecciarolo Gold Velenosi 2009 (Cat. B)
84/100 – Rosso Piceno Tenuta Pongelli Bucci 2010 (Cat. B)
83/100 – Lacrima di Morro d’Alba Sup. Compagnia della Rosa Conti di Buscareto 2006 (Cat. B)
82/100 – Rosso Piceno Sup. Clara Marcelli 2009 (Cat. B)
78/100 – Rosso Piceno Libenter Tenuta di Tavignano 2009 (Cat. A)
La produzione a I.G.T.:
92/100 – Kurni Oasi degli Angeli 2010 (Cat. H)
91/100 – Arshura Valter Mattoni 2010 (Cat. C)
90/100 – Il San Lorenzo Rosso Fattoria San Lorenzo 2001 (Cat. F)
90/100 – Pelago Umani Ronchi 2009 (Cat. E)
89/100 – Akronte Boccadigabbia 2007 (Cat. F)
89/100 – Phatos Santa Barbara 2010 (Cat. F)
88/100 – Pix Boccadigabbia 2008 (Cat. F)
88/100 – Chiù Valturio 2009 (Cat. E)
87/100 – Tornamagno Colonnara 2004 (Cat. F)
86/100 – K’un Clara Marcelli 2009 (Cat. B)
86/100 – Regina del Bosco Fattoria Dezi 2009 (Cat. E)
86/100 – Vigneto Solleone Fattoria San Lorenzo 2006 (Cat. C)
86/100 – I2 Veneranda Vite 2011 (Cat. B)
86/100 – Solco Valturio 2009 (Cat. D)
85/100 – Saltapicchio Boccadigabbia 2007 (Cat. C)
84/100 – Bisaccione Conti di Buscareto 2008 (Cat. C)
84/100 – Stefano Antonucci Santa Barbara 2010 (Cat. C)
84/100 – Rosso Valturio Valturio 2009 (Cat. C)
83/100 – Villa Castiglioni Bisci 2007 (Cat. A)
83/100 – Amirkal Riflesso Veneranda Vite 2011 (Cat. A)
82/100 – Casanostra Bonci 2010 (Cat. A)
80/100 – Corbù Clara Marcelli 2006 (Cat. B)
78/100 – Rosso Fogliano Bisci 2010 (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Dal Conero:
89/100 – Conero Riserva Nerone Moncaro 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Moncaro non è solo sinonimo di Verdicchio. Il Nerone, Montepulciano in purezza, è un fuoriclasse del Conero, da sempre area storica per la produzione vitivinicola rossista delle Marche e proprio dal Parco Naturale del Conero, Località Montacuto, arrivano le uve destinate al Nerone. Un vino quasi da limited edition considerando le piccole dimensioni del vigneto da cui proviene. Rubino fitto fitto – il nome di battesimo non è casuale – quasi impenetrabile. Questo splendido colore è dovuto ad una macerazione sulle bucce piuttosto lunga, circa 30 giorni. Seppure ancora un po’ giovane, con un legno non ancora ben “miscelato”, al naso incanta per le note di confettura di frutti di bosco, seguite dalla marasca sotto spirito che lentamente cedono il passo a toni speziati di pepe e vaniglia. E poi ecco altri terziari uscire: delicati sentori di tabacco, cioccolato e humus non stentano a farsi riconoscere.
In bocca non si smentisce e dona un bell’ingresso avvolgente e caldo. Un corpo vigoroso, giocato sull’apporto fresco e sapido. Persistente nel finale e dal tannino vellutato. Un vino che ha ancora molto da dire in futuro.
88/100 – Conero Riserva Cùmaro Umani Ronchi 2009 (Cat. D)
Vino storico della prestigiosa azienda di Osimo, prodotto da uve Montepulciano in purezza, risulta abbastanza costante la sua qualità nel tempo. Veste luminosa, con un colore rubino intenso tendente al granato, all’olfatto si distingue per una piacevolissima ciliegia matura, spaziando su note speziate e vanigliate. Facendo arieggiare il vino arrivano dei profumi terziari di cuoio e tabacco. Un vino pieno di struttura con un tannino ben presente, nervoso ma dal finale più soft. Chiusura cioccolatosa ma mai stancante.
87/100 – Conero Riserva La Selezione Gioacchino Garofoli Garofoli 2007 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Garofoli è, indiscutibilmente, la casa vinicola più antica delle Marche: i suoi Verdicchi e Rosso Conero hanno fatto la storia dell’enologia marchigiana, eccheggiando già negli anni ’80, la riscossa della qualità con etichette di livello ben note ai più appassionati winelover. Il Conero Riserva La Selezione Gioacchino Garofoli è 100% Montepulciano, un vitigno su cui l’azienda ha sempre puntato molto, dedicandogli infatti più della metà dei vigneti di proprietà, perché le Marche sono fatte anche di grandi vini rossi e non di solo pregiato Verdicchio. Questo vino si presenta con un colore rosso rubino cupo con sfumature rubino, poco trasparente. Al naso rivela aromi intensi, puliti, gradevoli, che si aprono con note di amarena, mora e prugna seguite da sentori di violetta, con sfumature più evolute di vaniglia, cannella tabacco, con una coda balsamica di eucalipto. In bocca ha un’ottima corrispondenza con il naso: un forte attacco tannico accompagna lo spiccato tenore alcolico, raggiundendo un buon equlibrio con le altre componenti. Il finale è molto persistente con lunghi ricordi di mora, amarena e prugna. Il Rosso Conero Riserva Selezione Gioacchino Garofoli, l’ennesimo grande vino di questa prestigiosa azienda.
87/100 – Conero Riserva Dorico Moroder 2008 (Cat. D)
Altissimo Ceto
La punta di diamante di casa Moroder non delude mai. Sempre energico e concentrato già dal colore rubino, senza dare mai sensazioni che possono essere stancanti alla lunga. Al naso fa sfoggio di una variegata tavolozza di profumi che vanno dal fruttato di piccoli frutti neri in evoluzione, come mora e cassis, floreale di gelsomino per poi allargarsi su note tostate di caffè e boero. Altrettanto ricco e sontuoso al palato grazie al tannino vellutato perfettamente inserito nella materia. Lungo e coninvolgente il finale, indimenticabile il suo ricordo. Sempre ai vertici della categoria.
87/100 – Conero Riserva Decebalo Silvano Strologo 2008 (Cat. D)
Il Decebalo è il piccolo grande gioiello di Silvano. Dove “piccolo” rappresenta solo per il numero esiguo delle bottiglie (circa 3000), mentre “grande” è ovviamente riferito alla qualità che ci ha abituati nel corso della sua storia. Da uve Montepulciano, il Decebalo affina in barrique nuove di rovere francese. Dal color rubino compatto emergono una moltitudine di frutti neri come mora, mirtillo e prugna al quale fanno compagnia le speziature dolci di cannella e chiodi di garofano, il floreale appassito e tocchi tostati di cioccolato fondente. Caldo e avvolgente in bocca, con tannini esemplari nella fattura. Anche la persistenza è proprio quella che ci aspettiamo da un vino di tale importanza. Complimenti!
85/100 – Conero Riserva Grosso Agontano Garofoli 2008 (Cat. C)
E’ sempre un vino dalle spalle forti il Grosso Agontano, pronto anche a lunghi invecchiamenti. Ha un colore rosso rubino acceso con riflessi granato. Il naso è ricco ed intenso: si è subito travolti da sentori di frutta rossa matura, come lampone e ciliegia, seguiti da quelli più floreali di viola essiccata. Il sottofondo non tradisce e lascia permeare note più complesse di terra bagnata, liquirizia, spezie dolci con un finale tutto tabacco. In bocca è avvolgente, caldo e di vigorosa freschezza, di grande struttura, scandita su tannini eleganti e lavorati; dimostra un ottimo equilibrio e chiude con lunghe note vibranti, dal gusto fruttato e minerale.
85/100 – Conero Riserva Vigneti del Parco Moncaro 2008 (Cat. B)
Questo vino nasce dai vigneti in località Montacuto e Varano, all’interno del parco naturale alle falde del promontorio del Conero; si trovano ad un’altezza che va dai 130 ai 250 metri sul livello del mare ed il Monte Conero li ripara dalle correnti fredde. La buona posizione delle vigne, la mano esperta dell’enologo e del suo staff, sono le basi da cui ha spiccato il volo questo grande montepulciano. Il colore è un rosso rubino intenso con un unghia leggermente purpurea. Al naso si distinguono netti i sentori di frutta rossa matura, di piccoli frutti in primis, quali ribes e mora, seguono poi a ruota la ciliegia e la confettura di lamponi. Il tutto piacevolmente supportato da una nota evoluta, di tabacco e di spezie dolci. In bocca è rotondo e pieno, con tannini morbidi, ben amalgamati, che lo rendono armonico e vellutato. La sua forte struttura sarà anche la spalla che lo supporterà in un bellissimo viaggio nel tempo, continuando a stupire.
84/100 – Rosso Conero Moroder 2009 (Cat. B)
Che gioia quando negli anni i vini non si accontentano della qualità raggiunta, ma si spingono oltre! Ed è il caso di questo rosso conero 2009 di Moroder. Un vino dal bouquet non certamente ampissimo ma preciso e accattivante, composto da mora, amarena, rosa ed erba tagliata. Caldo e dotato di una buona struttura che va a braccetto con la trama tannica. Già perfettamente godibile.
82/100 – Rosso Conero I Lavi Enzo Mecella 2009 (Cat. A)
Enzo Macella è stato uno dei pionieri della viticoltura di qualità marchigiana ed è stato tre i primi ad introdurre l’uso della barrique in regione. Ci è stato tuttavia inviato un solo vino da parte dell’azienda. Stiamo parlando de I Lavi, un’espressione pulita, lineare e genuina del Rosso Conero, attraverso una veste rubino luminosa ed un naso che si mostra piacevole nella sua esuberanza fruttata e floreale, chiudendo con un tocco di speziatura. Al palato, l’abbiamo però trovato un tantino troppo maturo, dove la spinta acida non trovava un perfetto equilibrio. Sottile anche in chiusura con un bel ritorno fruttato.
81/100 – Rosso Conero Julius Silvano Strologo 2010 (Cat. A)
Il Julius è la versione di Montepulciano più semplice e diretta di casa Strologo. Un vino fruttato, genuino nell’espressività, mentre al palato si mostra fresco e lineare, con una beva più diluita ma di grande franchezza. Ne consigliamo il suo consumo ad una temperatura di servizio più fresca.
I Rosso Piceno ed altri vini a D.O.C.:
89/100 – Esino Rosso Pieralisi For Friends Monte Schiavo 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto
Il Pieralisi for friends rappresenta una delle espressioni più elevate del talento di questa famiglia di viticoltori, proprietaria dell’azienda Monte Schiavo, che decise di commercializzarlo in conseguenza della incalzante richiesta degli amici che lo ricevevano come omaggio natalizio dalla famiglia. Un vino realizzato con le migliori selezioni di uve Sangiovese e Merlot. L’aspetto visivo si caratterizza per un rosso rubino concentrato con nuances violacee. Al naso esordisce con sensazioni fruttate di cassis, frutti di bosco, marasca e prugna, per seguire con una nota floreale di rosa selvatica e violetta, accompagnata da una speziatura dolce di vaniglia. Il gusto è pieno, avvolgente, dotato di vivace freschezza e tannini di squisita fattura, ben integrati che ne fanno un vino ottimo già da adesso, che mostra spalla per tenere nel tempo e farsi ancora più interessante negli anni a venire. Buona la corrispondenza naso-bocca, dove si ritrovano i frutti scuri apprezzati all’olfatto, con una finale gustativo lungo che sfuma molto lentamente su note di cioccolato amaro.
88/100 – Rosso Piceno Villa Bucci Bucci 2008 (Cat. D)
70% Montepulciano e 30% Sangiovese messi insieme sapientemente dalle mani esperte di Ampelio Bucci, solo in annate favorevoli e da uve provenienti da vigne vecchie, per il Villa Bucci rosso. Rubino dai riflessi di gioventù, sprigiona un profumo piacevolissimo di ciliegia marasca, piccoli frutti scuri in succo, tra cui riconosciamo la mora e poi esce una nota speziata di chiodi di garofano. Il vino continua ad aprirsi su sentori balsamici che ricordano la macchia mediterranea. In bocca il tannino è ben presente ma il vino risulta equilibrato tra le componenti morbide e dure. Di grande persistenza con una chiusura di erbe aromatiche. Elegante e dalla beva entusiasmante.
88/100 – Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare Velenosi 2009 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Le note positive e convincenti del Brecciarolo, in questo vino vengono amplificate e innalzate su un livello ancor più alto per il Roggio del Filare. Il “fuoriclasse” come gli stessi Velenosi lo amano definire. Un vino in cui le caratteristiche del Montepulciano e del Sangiovese si integrano mirabilmente dando un prodotto dalle grandi potenzialità, a maggior ragione da dimenticare in cantina per qualche anno. Già fin da ora, oltre al rubino intenso e impenetrabile si potrà godere di una lunga passerella di profumi che vanno dall’amarena ai frutti neri come prugna e mora, a fiori rossi essiccati, erbe medicinali, cuoio, sensazioni più dolci di cacao e liquirizia alternati a note più balsamiche. In bocca entra dirompente e potente, avanza e si allarga dinamico e fresco, lasciando dietro di sé una buona persistenza e un gradevolissimo retrogusto balsamico. Da attendere con fiducia.
87/100 – Lacrima di Morro d’Alba Sup. Compagnia della Rosa Conti di Buscareto 2006 (Cat. B)
Nella località di Sant’Amico, il monovitigno Lacrima Nera ottiene, grazie alla maestria degli operatori, un grande risultato. Dalla selezione delle uve ed un’attenta e meticolosa vinificazione con più passaggi in tini di rovere, la compagnia della rosa si presenta all’esigenze del bevitore a testa alta, fiera e consapevole del proprio valore e forte del suo carattere deciso. Il rosso rubino intenso non delude le aspettative di chi, guardandolo, ricerca nel calice accuratezza e sostanza. Gli accattivanti ed ampi profumi di rosa passita e sottobosco sono cinti da una ghirlanda di sentori floreali e tostati. Una volta sorseggiato, il delicato tannino ammalia con morbidezza e coinvolge alternandosi in una persistenza dalle delicate sinopie di un retrogusto fruttato.
86/100 – Lacrima di Morro d’Alba Marzaiola Monte Schiavo 2011 (Cat. D)
L’azienda Monte Schiavo, attraverso il Marzaiola, opera il recupero e la valorizzazione di un vitigno antico, autoctono delle Marche, ovvero il Lacrima. Colpisce l’aspetto visivo di questo vino in rapporto al vitigno con cui è prodotto, si presenta infatti di colore rosso rubino intenso con riflessi purpurei. Anche l’olfatto è coerente e si caratterizza per l’aromaticità, ricca di un sorprendente ventaglio di profumi in cui si riconosce un esordio fruttato di lampone, seguito da note floreali di rosa canina e viola e caratteristiche note vinose. Al gusto tende a confermare la sua anima fruttata, la sua morbidezza e la leggera tannicità completano un disegno di grande piacevolezza gustativa.
86/100 – Rosso Piceno Il Maschio da Monte Santa Barbara 2010 (Cat. D)
Come dice appunto il nome “Maschio da Monte”, già si può intuire a che cosa andiamo incontro. Infatti sembra che rispecchi proprio l’appellativo questo Montepulciano in purezza che fa della sua “virilità” la sua caratteristica emergente. Veste rubino-scura, quasi impenetrabile, esce al naso su frutti di bosco piccoli in confettura e a seguire tocchi balsamici di eucalipto che completano il corredo odoroso. In bocca la spalla acida fa da colonna portante e la mascolinità di cui sopra, data da un tannino verace anche se un po’ ruvido, lo colloca in una fascia di tutto rispetto. Finale piacevole su toni di torrefazione.
86/100 – Offida Rosso Ludi Velenosi 2009 (Cat. D)
Nella radice latina del nome, Ludi sta all’essenza più intima di questo vino. Un prodotto nato come un gioco, ma vuole essere anche un inno alla piacevolezza e giocosità, questo Ludi ci piace per il suo approccio così scanzonato, facile ma non banale, la seriosità e profondità introspettiva del Montepulciano e del Cabernet, alleggerita dalla fresca vivacità del Merlot e di una piccolissima percentuale di Syrah. Vino di un rubino intenso e profondo, ma di grande luminosità; un ventaglio olfattivo di piccoli frutti neri, rosa appassita, freschi spunti balsamici, un bouquet che ammalia per la grazia più che per la potenza. Ma è il sorso che ti conquista per il grande equilibrio che si percepisce. Avvolgenza e al tempo stesso freschezza, dinamismo e una grande capacità di beva.
85/100 – Rosso Piceno Sup. Campo alle Mura Moncaro 2007 (Cat. B)
Le uve provengono dai vigneti posti in località Campo delle Mura, nei pressi della cantina di Acquaviva Picena. Si presenta con una bella veste rosso rubino intenso ed al naso è convincente per la sua freschezza del frutto, invogliante e piacevole. Predomina la nota rossa di petali di rose, frutti rossi croccanti: ciliegie, lamponi e more vanno a braccetto con qualche nota di prugna e di china sul finale. Un naso fine, elegante. In bocca ha una fibra tannica ancora evidente che comunque non infastidisce più di tanto, smorzando l’imponenza alcolica e dimostrandosi nel corso della degustazione piacevole, lungo e discretamente persistente. Il finale è avvolgente e vellutato, con un buon equilibrio tra parti morbide e dure. Il Campo delle Mura riserva sicuramente ottime sorprese ad un assaggio più maturo.
85/100 – Rosso Piceno Sup. Brecciarolo Gold Velenosi 2009 (Cat. B)
Conferme positive e convincenti dai rossi dell’azienda Velenosi che al momento conferma la sua vocazione “rossista”. Lo dimostra anche quest’anno uno dei prodotti di punta questo Rosso Piceno superiore Brecciarolo Gold che si attesta più o meno sulle valutazioni dello scorso anno, confermandosi un vino di grande potenzialità ed espressività. Importante bagaglio olfattivo dove svettano frutti rossi e neri pienamente maturi, pout pourri di fiori rossi essiccati, sensazioni scure di liquirizia e grafite. L’assaggio conferma carattere e una trama tannica molto definita e elegante che ha bisogno di un po’ di tempo per limare le asperità. Come raccomandato per il 2008, anche in questo caso occorre avere pazienza e se si vogliono avere delle belle soddisfazioni.
84/100 – Rosso Piceno Tenuta Pongelli Bucci 2010 (Cat. B)
È un vino da cogliere per la sua semplicità e freschezza, il Pongelli di Bucci. Una veste color rubino vivace e intenso, con riflessi porpora. Al naso si mostra con immediatezza, con un piacevole profumo di frutta e fiori freschi, tra cui il lampone, la ciliegia, la mora e la rosa rossa. Una fine speziatura di pepe e qualche accenno balsamico completano il bouquet. All’assaggio lo stile della famiglia Bucci ritorna inesorabilmente. Solo 1 anno di botte grande per valorizzare al meglio le uve utilizzate (50% Montepulciano e 50% Sangiovese). È ricco, succoso, fresco, con tannini ben integrati. Lascia la bocca con una piacevole sensazione fruttata.
83/100 – Lacrima di Morro d’Alba Conti di Buscareto 2011 (Cat. A)
La vivacità dell’intenso rosso rubino dai riflessi violacei, preannuncia il carattere deciso e intenso di questo vino. E’ facile nel sorseggiarlo chiudere gli occhi e venir catapultati nell’immaginario sulle dolci colline marchigiane respirando le tiepide brezze adriatiche di un assolato pomeriggio primaverile. Ci accompagnano la delicatezza di petali di rosa appassita che si alternano ad intesi profumi di frutti di bosco, boisé e accenti di pepe rosa. La vinificazione in tini di rovere permette di rendere al meglio la struttura elegante di un vino caldo e morbido dalla persistenza, un po’ limitata, ma coinvolgente.
82/100 – Rosso Piceno Sup. Clara Marcelli 2009 (Cat. B)
Inizialmente chiuso al naso, questo Rosso Piceno ha bisogno di qualche minuto per svelare il suo intenso e fruttuoso bouquet di ciliegia matura, piccoli frutti neri, fiori rossi appassiti. Profumi caldi, intensi eppur mai stanchi ma che, anzi, ben dispongono all’assaggio. In bocca infatti il nostro campione sfodera il suo lato migliore: attacco soave e avvolgente, per poi progredire con buona freschezza e tannini pienamente addomesticati. Si lascia bere con tanta piacevolezza, che semmai ci lascia un po’ impreparati di fronte ad una chiusura un tantino repentina. Un vino tuttavia molto godibile.
78/100 – Rosso Piceno Libenter Tenuta di Tavignano 2009 (Cat. A)
Uve Montepulciano in blend con Sangiovese e un 5% di Cabernet Sauvignon. Schiettezza è la parola d’ordine per degustare questo vino che si fa alla portata di tutti, mostra un bel frutto mediamente maturo e un piacevole floreale di glicine e viola. La bocca è coerente, la nota alcolica si fa via via più importante e riconoscibile. Si congeda un po più frettolosamente del dovuto.
La produzione a I.G.T.:
92/100 – Kurni Oasi degli Angeli 2010 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Un vino che si ama o si odia, il Kurni divide e fa discutere; accusato da molti di essere troppo artificiale e “addomesticato” rappresenta, a nostro modo di vedere, un’interpretazione particolarissima e quasi estrema di un vino 100% Montepulciano. Nel bicchiere sembra inchiostro con sfumature violacee, un concentrato di colore, ma soprattutto di profumi che spaziano da una vasta gamma di frutti di neri maturi, quasi confetture, a spezie di ogni tipo, ma soprattutto spezie dolci come vaniglia, cannella, cardamomo, chiodi di garofano e altre ancora, nell’evolversi dei profumi si accentuano poi note di liquirizia, cuoio ed erbe aromatiche. È un costante susseguirsi di aromi che, uno dopo l’altro, si fondono in un bouquet intenso e in continuo mutamento che induce ad assaporarli più e più volte prima di ogni sorso. In bocca non delude, anzi, rivela nuovamente questa sua fantastica complessità mostrandosi estremamente coerente con quanto percepito al naso. Un vino decisamente potente, quasi “masticabile”, che riempie il palato col suo calore e la sua avvolgenza, mostrando una perfetta integrazione tra tutte le sue componenti. I tannini sono ricchi, ben integrati e morbidi, il finale elegantissimo e la persistenza quasi inteminabile.
91/100 – Arshura Valter Mattoni 2010 (Cat. C)
Altissimo Ceto
L’Arshura si dimostra un gran bel vino e Valter Mattoni viene proiettato tra i vigneron più promettenti del panorama vitivinicolo marchigiano. Ricco, potente, di grande personalità, per certi versi si mostra anche eccessivo ma è tremendamente travolgente. Molto concentrato nel suo color rubino pieno, sprigiona un’ampiezza di profumi notevole: prugna, mora, liquirizia, cioccolato fondente, ma anche note animali di pellame, oliva nera e menta. Se era ricco al naso, in bocca non lo è certo da meno. Caldo e avvolgente, ma anche dinamico. Ottima la trama tannica e finale da mezzo fondista vincente. Un vino che farà parlare molto di sé in futuro e che riesce a dosare la forza senza esagerare in opulenza. Ne avremmo fatto volentieri un bis.
90/100 – Il San Lorenzo Rosso Fattoria San Lorenzo 2001 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Natalino Crognaletti, per chi non lo conoscesse ancora, è un fottuto genio. E noi che pensavamo di conoscere tutto su di lui e dei suoi vini ed invece ci sbagliavamo di grosso. Per ben 12 anni ci ha tenuto nascosto il coniglio dentro il cilindro ed oggi, con un abile mossa da incantatore, lo estrae lasciando il pubblico con il fiato sospeso. Questa ennesima magia del fattucchiere di Montecarotto si chiama Il San Lorenzo Rosso e porta dentro di se una bellissima storia. Natalino ci racconta come, quasi casualmente, ha ritrovato nei boschi adiacenti la sua azienda, delle marze imparentate con il Syrah e ne ha subito intuito un grande potenziale. Così ha deciso di lanciarsi in questo “nuovo” progetto. Un vino dalla carta d’identità un po’ complessa, frutto di una casualità “ammaestrata” dall’estro del nostro enologo: le marze sono state innestate su vecchi ceppi di Trebbiano con una radice di circa quarant’anni, con una resa per pianta di 500 grammi. La vinificazione avviene in tinozze con follature manuali per circa 50 giorni, a queste seguono 18 mesi di affinamento in tonneaux. Il vino viene messo per ben 9 anni in vasche di cemento. Il risultato è assai intrigante e già lo si intuisce dal colore, un rosso cupo, ematico nelle sfumature, quasi come le tende di un sipario che si stanno per aprire regalandoci un po’ di suspance prima dell’assaggio. Il naso inizialmente sfodera dei lampi caldi ed avvolgenti derivanti dal suo alto tenore alcolico, pronti poi a dileguarsi e lasciare spazio a sensazioni riconducibili ai fiori rossi appassiti, seguito a ruota da sentori di mora, ciliegia matura e prugna. A chiudere un piacevole mix di note speziate piccanti e dolci. In bocca si riscontra una bella corrispondenza gusto-olfattiva, con una grinta che deriva più dal timbro acido-sapido che non per quello dato dal tannino. Il vino è opulento, ricco e di grande fascino. La persistenza avrà bisogno ancora (!!!) di tempo prima di trovare l’apice dell’articolazione, ma è ben compensata dalla succosità del frutto che marca il finale e che ribadisce la sua personalità gustativa. Quindi non resta che dare il benvenuto alla versione in rosso del grande fuoriclasse San Lorenzo ed aspettare le sue evoluzioni future. La gara è aperta. Chi vincerà? il rosso o il bianco? A voi l’ardua sentenza!
90/100 – Pelago Umani Ronchi 2009 (Cat. E)
Prodotto solo nelle migliori annate, assemblando il Montepulciano con il Cabernet Sauvignon e una piccola percentuale di Merlot, il Pelago anche in questo millesimo mantiene un’elevata qualità. Si presenta in una veste color rubino impenetrabile, con riflessi porpora, il naso è caratterizzato da un ricco profumo di piccoli frutti scuri, in particolare la mora, si apre su sentori balsamici di eucalipto, continua con sfumature di liquirizia e legno di cedro. Un fondo di mineralità di ferro si alterna a note speziate molto intense, tra cui riconosciamo il pepe nero. È in bocca che il vino si esprime al massimo, con una trama tannica fittissima avvolta da un ingresso morbido. L’eleganza sorge a protagonista in questo vino dalla grande struttura, bilanciata da un fresco equilibrio. Note vanigliate si confondono con aromi balsamici per creare un contorno armonico. Buona come sempre l’articolazione.
89/100 – Akronte Boccadigabbia 2007 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Nel podere Boccadigabbia, vi è l’abitudine che i proprietari si scherniscono un po’ dicendo che un buon vino viene creato grazie a “casuali circostanze produttive”, come disse una volta Ingmar Bergman a proposito dei suoi film. In realtà crediamo che questo vino sia molto più di una felice coincidenza tra terroir e uve franche. L’Akronte è un cabernet sauvignon in purezza che prende il nome longobardo del fiume che scorre a Sud, il Caronte. Un bellissimo rubino senza possibilità di trasparenze ci porta al naso le note elegantissime di questo vino. I profumi sono molti dinamici, i fiori e la frutta matura travolgono per lasciar posto alla speziatura potente ed elegante, per poi ricominciare daccapo. Si sentono note decise e dolci di ortensie e viole appassite che virano dolcemente ai frutti del sottobosco maturi, i mirtilli, le more, il tutto corredato da una bellissima balsamicità, facendoci immaginare la macchia mediterranea, la corteccia secca ma anche le foglie bagnate. La setosità di questo vino aumenta l’eleganza del suo gusto, i tannini, procedono eleganti e forti come un’antica locomotiva, ci accompagnano durante il lungo finale.
89/100 – Phatos Santa Barbara 2010 (Cat. F)
Su una cosa siamo sicuri, Stefano Antonucci, come diceva un vecchio slogan ,”fa le cose per bene”. Lo si deduce soprattutto dallo stile con cui propone i suoi vini che ci fanno capire la passione con la quale li elabora. Il Pathos 2010 è un blend bordolese che mostra subito la sua veste rubino cupa con lacrime decise sul bicchiere. Il bagaglio olfattivo è complesso e articolato, in prima battuta si concede con note di frutta sotto spirito e mora in confettura, poi un passaggio leggero di un floreale delicato di rosa, per poi concludere su note speziate dolci di vaniglia e cannella. Anche l’assaggio si fa notare per un tannino avvolgente e ben integrato. Finale persistente che ricorda un vegetale di tutto rispetto.
88/100 – Pix Boccadigabbia 2008 (Cat. F)
Un Merlot atipico, ammantato di un cupo rubino, ma che al naso ci sorprende con una varietà interessante e sfaccettata di profumi e sensazioni. Siamo trascinati dall’amarena matura sciroppata, dal cassis, dai fiori intensi della gardenia, ma su tutti regna la macchia mediterranea, forte e persistente. I sentori di tostatura di caffè di legno e di cioccolata si sentono ma non sono ingombranti. In bocca il vino è vellutato sebbene possente, l’alcool è percettibile ma ottimamente bilanciato dalla freschezza finale. Il nome Pix (pix picis in latino pece) è assolutamente adatto. Le note di goudron e di tostatura non mancano e rendono questo vino quasi masticabile sempre nella oscurità accattivante del colore.
88/100 – Chiù Valturio 2009 (Cat. E)
L’intenzione dei fondatori dell’azienda agricola Valturio, Adriano Galli e Isabella Santarelli, è quella di riportare il Montefeltro ai fasti di un tempo con produzione di altissimo ed elevato livello qualitativo. Chiù coplisce il bersaglio. Vino dal colore rubino cupo; il classico uvaggio bordolese che stuzzica il naso per l’intenso bouquet di piccoli frutti scuri, un susseguirsi di ciliegia e ribes, un frutto ricco, corposo che non si congeda mai dal bicchiere, ma si alterna con aromi cioccolata e spezie. L’eleganza è sicuramente il leitmotiv di questo vino, caratteristica pienamente riscontrabile in bocca, dove si rende unico e pregiato. Al palato si apre con un tannino che crea volume e si tornano a percepire i frutti neri accompagnati da leggere note speziate di pepe. L’equilibrio e la persistenza regalano piacevoli sensazioni nel finale con piccoli cenni sapidi nel finale di bocca.
87/100 – Tornamagno Colonnara 2004 (Cat. F)
Ottima prova per questo blend di Sangiovese e Montepulciano che si presenta con un intenso rosso rubino dal bordo granato. L’intensità del ventaglio odoroso si apre con una moltitudine di frutti scuri come la mora, l’amarena e la prugna per poi continuare con la rosa appassita, la vaniglia ed il cioccolato fondente. Al gusto è altrettanto generoso. Avvolgente ed equilibrato nelle componenti grazie ad un tannino morbido di ottima fattura. La lunghezza della persistenza ci permette di assaporare un finale fruttato più maturo di confettura di lamponi e tocchi di anice.
86/100 – K’un Clara Marcelli 2009 (Cat. B)
Ti colpisce il colore rubino fitto impenetrabile di questo Montepulciano in purezza che rappresenta tutta la summa enologica dell’azienda ascolana. Colore importante che lascia presagire un vino dall’altrettanto importante bagaglio olfattivo senza deludere: una progressione di frutti rossi polposi ma croccanti, cui tiene dietro una punta di liquirizia e una nota più rinfrescante di anice stellato. L’ingresso è intenso e maestoso, eppur sorretto da tanta freschezza e da un tannino vibrante e pulito che invogliano sempre più al sorso. Corretto, pulito ed equilibrato conferma la buona impressione già espressa l’anno scorso nella guida con la vendemmia 2009. Da tenere d’occhio.
86/100 – Regina del Bosco Fattoria Dezi 2009 (Cat. E)
Non avendo parametri per giudicare i vini delle annate precedenti definiamolo esordio per il Regina del Bosco dell’azienda Dezi nella nostra guida. I due fratelli Davide e Stefano cercano di esaltare le caratteristiche spontanee dei vitigni che coltivano con passione. A tal proposito annotiamo di questo Montepulciano in purezza che si esprime subito nel bicchiere in un rubino vivace e luminoso, dalla bella compattezza. Naso soprattutto improntato su toni varietali quali ciliegia e visciole in macerazione per poi donarci note di humus, cuoio e pelliccia. Questi sentori cosiddetti “foxy” li ritroviamo poi anche all’assaggio che risulta non del tutto equilibrato, ma pronto a regalarci un finale saporito.
86/100 – Vigneto Solleone Fattoria San Lorenzo 2006 (Cat. C)
Siamo in provincia di Ancona, in quell’enclave vinicola di grande spessore che è il territorio di Montecarotto. Seppur la sua prima vendemmia risalga al recente passato, l’agronomo ed enologo Natalino Crognaletti, col piglio di un autentico “vigneron”, ha provato da subito a realizzare vini che riflettessero consuetudini familiari e rispettassero i dettami della biodinamica, sicuro che da un simile mix non tardassero ad arrivare grandi risultati. In vigna le operazioni vengono ancora fatte a mano e la tradizione contraddistingue ogni gesto e ispira ogni disciplina, in accordo con i ritmi della natura. Il Solleone è un Montepulciano in purezza – con uve proveniente dall’omonimo vigneto con viti di quaranta anni – di rosso rubino impenetrabile, preludio di un vino di carattere. Al naso colpisce la nota balsamica e di china unitamente a sentori di terra bagnata, muschio e resina: ecco la carta d’identità di un vino “maschio”. Non tarda poi a farsi sentire il frutto maturo, non marmellatoso, di prugna e ciliegia rincorso da una velata coda speziata. In bocca è avvolgente e fresco, con una struttura agile nonostante la massa ed il tannino non ancora ben integrato. Scoda un po’ sul finale lasciandoci comunque ben sperare per il futuro, in previsione di una bella crescita evolutiva.
86/100 – I2 Veneranda Vite 2011 (Cat. B)
Essendo questo vino contraddistinto sia sotto il profilo olfattivo che sotto quello gustativo, da una nota minerale iodata, è stato così denominato in quanto l’I2 rappresenta il simbolo chimico dello iodio. Si connota per una media intensità olfattiva, costituta in prevalenza dalla mineralità e da sentori di frutta a bacca nera, quali la prugna e la mora, seguiti da lievi sensazioni vegetali. Al palato manifesta la sua gioventù in quanto il tannino è in evoluzione, in attesa di smussare la sua tenacia, mentre il finale sapido con ritorni fruttati ci lascia ben predisposti per il futuro.
86/100 – Solco Valturio 2009 (Cat. D)
Il vino colpisce alla vista per la tonalità di rosso rubino particolarmente intensa, impenetrabile, quasi inchiostrata. Al naso i profumi sono variegati, si avvertono fini note speziate come il pepe nero ed i chiodi di garofano, la vaniglia e sentori di cacao e di tabacco, ma anche frutti di bosco maturi, bacche nere, corteccia e felce. In bocca risulta meno complesso pur mantenendo una certa coerenza, vigore e una bella freschezza.
85/100 – Saltapicchio Boccadigabbia 2007 (Cat. C)
Simpatico nome per un vino fresco elegante e ricco. Il Sangiovese dona luminosità al colore e vivacità di naso, mentre la piccola percentuale di Merlot gli conferisce un’intensità elegante. I sentori al naso di frutta matura corredano il fresco apporto di rose e glicine. Il tannino è ancora esuberante ma dona persistenza e brio. Ogni tanto fa capolino le note dolci del rovere e correda il gusto di questo vino con una bella complessità di profumi.
84/100 – Bisaccione Conti di Buscareto 2008 (Cat. C)
Ambizioso e provocante questo vino prodotto dall’assemblaggio di uve di Montepulciano con quelle del Cabernet Sauvignon. Si differenzia dagli altri vini dell’azienda poiché viene un po’ a mancare la tipicità territoriale, ma al contempo sorprende in originalità e struttura. Il tenebroso color rubino sembra voler prender la parola grazie ai suoi efficaci riflessi aranciati. Si svela appieno nei suoi intensi profumi di confettura dalle decise note balsamiche, di menta e liquirizia, in uno sposalizio ben riuscito in cui cacao e pepe verde fanno da testimoni, presenze degne come in un dipinto del Barocci. L’eleganza e la morbidezza che si riscontrano al palato inebriano in un lungo finale.
84/100 – Stefano Antonucci Santa Barbara 2010 (Cat. C)
Sicuramente non avrà la stoffa per diventare un vino da grandi riconoscimenti questo Stefano Antonucci dell’ azienda Santa Barbara che tuttavia si contraddistingue per la sua pronta beva da prodotto fresco e pulito. Manto rubino dai riflessi porpora si fa notare per il suo bagaglio olfattivo semplice di mirtilli freschi e croccanti e frutta rossa in genere. In bocca è netto il richiamo appunto alla frutta e certamente un tannino meno erbaceo lo avrebbe reso nel complesso più ordinato. Finale non estremamente lungo ma del resto da aspettativa.
84/100 – Rosso Valturio Valturio 2009 (Cat. C)
Il vino colpisce per i colori vividi, un rubino profondo che all’olfatto svela un intenso profumo di frutti neri che spazia dal mirtillo alla marasca; si percepiscono inoltre eleganti note speziate con cenni balsamici e di tostatura. In bocca il tannino risulta poco invasivo e molto morbido, mentre la freschezza di questo vino spicca vivacemente e gli regala una buona persistenza.
83/100 – Villa Castiglioni Bisci 2007 (Cat. A)
Altra buona prova per il Villa Castiglioni, blend a maggioranza Sangiovese con un 20% di Cabernet Sauvignon. Al bel colore rubino si accompagna un cesto di ciliegie e lamponi, arricchito da note dolci di cannella e cacao. Al gusto ha un tannino un po’ irruento ma rimane un vino di personalità, discretamente lungo e con buona freschezza. Un buon vino, collocato in una fascia di prezzo estremamente vantaggiosa per chi deve comprarlo.
83/100 – Amirkal Riflesso Veneranda Vite 2011 (Cat. A)
I coniugi Barbieri, titolari dell’azienda Veneranda Vite, sono degli artigiani del vino e perseguono la produzione di alta qualità attraverso metodi antichi, ormai inutilizzati, quali una rigorosa viticoltura manuale. Esempio di questa filosofia, che affonda le sue radici nel rispetto delle tradizioni locali, è l’Amirkal riflesso, ottenuto dal vitigno Lacrima di Morro in uvaggio con altre uve a bacca rossa. All’aspetto è limpido, di colore rubino carico con orlo violaceo. Al naso evoca immediatamente profumi di visciole, more succose e amarene, in seconda battuta emergono aromi floreali di boccioli di rosa e un sottofondo speziato di pepe rosa, cannella e vaniglia. Registro gustativo morbido, dal taglio bilanciato nella veste tannica, sorretta da una briosa freschezza e da un permanente retrogusto di frutta rossa.
82/100 – Casanostra Bonci 2010 (Cat. A)
Casanostra è vino che la famiglia Bonci produceva piu di trentanni fa. L’idea alla base di questo vino, è quella di riprendere un classico uvaggio in prevalenza di Montepulciano per ottenere un prodotto degno di nota seppur alla portata di tutti. Il più easy della produzione gioca nell’immediatezza la sua carta vincente. Dal calice rosso rubino vivace si sprigionano con grande chiarezza sentori di menta piperita e tabacco. L’assaggio un po’ ruvido presenta un tannino e una corposità importante. Si congeda nei giusti tempi con ritorni speziati al palato.
80/100 – Corbù Clara Marcelli 2006 (Cat. B)
Un vino giocato tutto sull’immediatezza e la linearità dei toni fruttati e floreali, richiamati all’assaggio da una beva scorrevole e dinamica che deve dare una sensazione di piacere e serbevolezza immediata, senza pretendere chissà quali profondità e intensità. Se questo è l’intento, allora la missione è compiuta.
78/100 – Rosso Fogliano Bisci 2010 (Cat. A)
Siamo qui di fronte a un vino semplice ma comunque da non sottovalutare. Il Rosso Fogliano ha un color rubino sfumato e un naso diviso tra il fruttato di amarena e gelso e note silvestri di resina e pepe verde. In bocca ha un buon impatto, con un tannino sopra le righe ma non fastidioso. Si fa voler bene.
Articolo redatto da:
Maurizio Zanolla
Referente regionale del Veneto, del Friuli Venezia-Giulia, dell’Umbria e delle Marche.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi Sommelier e titolare dell’Accademia dei Palati di Firenze.
Miglior Sommelier di Toscana 2005. Vice-campione Master del Sagrantino 2009.
Ringrazio i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio. Un particolare ringraziamento va anche agli amici che hanno contribuito alla degustazione e alla realizzazione di questo articolo: Paola Aiello, Costanza Androsoni, Beatrice Artusi, Silvia Benini, Barbara Bonaccini, Ivan De Chiara, Silvia De’Lutti, Dario Fabbri, Chiara Freschi, Iacopo Tonelli e Giacomo Vannicelli.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
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