Articolo a cura di Maurizio Zanolla.
Referente regionale per il Veneto, il Friuli Venezia-Giulia, l’Umbria e le Marche.
Ampio capitolo della nostra Guida dei vini di Altissimo Ceto dedicata alle eccellenze della regione Marche. Il primo appuntamento riguarda da vicino i risultati delle sessioni dove hanno preso parte gli spumanti, i vini dolci ed i vini bianchi con il Verdicchio che gioca, ovviamente, un ruolo da protagonista. Non ci resta che dare spazio subito al consueto racconto fatto di valutazioni, immagini e note di assaggio.
In questo articolo si parla di: Belisario, Bisci, Bonci, Brunori, Bucci, Clara Marcelli, Colonnara, Conti di Buscareto, Fattoria Coroncino, Fattoria San Lorenzo, Fazi Battaglia, Garofoli, Moncaro, Monteschiavo, Santa Barbara, Sartarelli, Tenuta di Tavignano, Umani Ronchi, Velenosi.
Archivio storico reportage:
Prima di passare al racconto dei vini degustati, per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli:
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni evidenziando i soli punteggi. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto la menzione speciale. Questa menzione, assegnata con la dicitura “Altissimo Ceto”, viene data all’unanimità da tutto il panel di assaggio in presenza di caratteristiche particolari, perlopiù legati alla personalità di un determinato vino indipendentemente dalla valutazione finale. Praticamente una sorta di premio della critica.
In blu sono evidenziati i nomi dei produttori ai quali è “linkata” la propria scheda aziendale. Questa scheda è posizionata nell’indice regionale sulla parte destra dell’home-page. In questa sezione troverete tutti i dati, i recapiti e le recensioni di tutti i vini degustati di quel produttore nel corso degli anni, al fine di mantenere una “memoria storica” di tutti gli assaggi fatti nel corso delle edizioni della nostra Guida dei vini on-line.
Al secondo punto, viene ripresa la medesima graduatoria, integrando la recensione con le relative foto dell’etichetta e le note di degustazione.
Non ci resta dunque che augurarvi buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
Gli spumanti:
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Brut Riserva Ubaldo Rosi Colonnara 2006 (Cat. E)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Brut Luigi Ghislieri Cuvée del Presidente Colonnara s.a. (L. 10/180) (Cat. D)
84/100 – Spumante Metodo Classico Cuvée Madreperla Moncaro s.a. (L. 08059A) (Cat. E)
82/100 – Spumante Metodo Classico Brut The Rosé Velenosi 2007 (Cat. D)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Bonci s.a. (L. 12194) (Cat. B)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Brut Cuvée Tradition Colonnara 2011 (Cat. B)
79/100 – Spumante Brut Conti di Buscareto s.a. (L. 01/12) (Cat. B)
78/100 – Spumante Brut Rosè Conti di Buscareto s.a. (L. 01/12) (Cat. A)
Verdicchio dei Castelli di Jesi:
90/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Gaiospino Fattoria Coroncino 2010 (Cat. C)
90/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Balciana Sartarelli 2009 (Cat. E)
88/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Il Coroncino Fattoria Coroncino 2010 (Cat. A)
88/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Tardivo ma non Tardo Santa Barbara 2009 (Cat. E)
88/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Vecchie Vigne Umani Ronchi 2010 (Cat. B)
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Podium Garofoli 2010 (Cat. B)
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Stefano Antonucci Santa Barbara 2010 (Cat. B)
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Tùfico Colonnara 2009 (Cat. B)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. San Michele Bonci 2010 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup San Nicolò Brunori 2011 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Bucci 2010 (Cat. B)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Cuprese Colonnara 2011 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Ammazzaconte Conti di Buscareto 2008 (Cat. C)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Ca’ Ruptae Moncaro 2011 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Tralivio Sartarelli 2010 (Cat. A)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Manciano Bonci 2011 (Cat. A)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Massaccio Fazi Battaglia 2009 (Cat. B)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Pallio di San Floriano Monteschiavo 2011 (Cat. A)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sartarelli 2011 (Cat. A)
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup Misco Tenuta di Tavignano 2011 (Cat. A)
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Vaglie Santa Barbara 2011 (Cat. A)
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Casal di Serra Umani Ronchi 2011 (Cat. A)
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Vele Moncaro 2011 (Cat. A)
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Gemme Brunori 2011 (Cat. A)
Verdicchio dei Castelli di Jesi – Le Riserve:
91/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Ris. Villa Bucci Bucci 2008 (Cat. F)
89/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. La Selezione Gioacchino Garofoli Garofoli 2006 (Cat. D)
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo 2009 (Cat. B)
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Vigna Novali Moncaro 2010 (Cat. B)
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris Misco Tenuta di Tavignano 2009 (Cat. A)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. San Sisto Fazi Battaglia 2009 (Cat. B)
Verdicchio di Matelica:
87/100 – Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano Belisario 2009 (Cat. B)
86/100 – Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano Bisci 2008 (Cat. B)
86/100 – Verdicchio di Matelica Meridia Belisario 2007 (Cat. B)
84/100 – Verdicchio di Matelica Vigneti Belisario Belisario 2011 (Cat. A)
83/100 – Verdicchio di Matelica Vigneto Bisci 2011 (Cat. A)
81/100 – Verdicchio di Matelica Vigneti del Cerro Belisario 2011 (Cat. A)
Altri vini bianchi:
92/100 – Bianco IGT Il San Lorenzo Fattoria San Lorenzo 2001 (Cat. F)
84/100 – Bianco IGT Sauvignon Animale Celeste Santa Barbara 2011 (Cat. B)
82/100 – Offida Pecorino Ofithe Moncaro 2011 (Cat. A)
82/100 – Offida Pecorino Reve Villa Angela Velenosi 2010 (Cat. B)
80/100 – Offida Passerina Clara Marcelli 2011 (Cat. A)
80/100 – Offida Pecorino Villa Angela Velenosi 2011 (Cat. A)
I vini dolci:
93/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Bambule’ Fattoria Coroncino 2010 (Cat. C la 0,375)
91/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Tordiruta Moncaro 2008 (Cat. E la 0,500)
88/100 – Marche Bianco IGT Maximo Umani Ronchi 2010 (Cat. C la 0,375)
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Rojano Bonci 2007 (Cat. C la 0,500)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Gli spumanti:
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Brut Riserva Ubaldo Rosi Colonnara 2006 (Cat. E)
Che il verdicchio sia un vitigno adattissimo alla spumantizzazione non vi era dubbio, ma molto della sua reputazione, la si deve all’azienda Colonnara che fu tra le prime a scommetterci con convinzione. Ubaldo Rosi, grande appassionato di vinificazione e in particolare dei processi di spumantizzazione, sarebbe stato molto onorato nel vedersi dedicare questa cuvée dal color giallo mediamente intenso, fitto di briose bollicine. Al naso ha una bella complessità con note di agrume candito, anice, fiori d’arancio, mela renetta e boulangerie. Al palato ha già un discreto equilibrio con l’acidità smorzata dalla lunga sosta sui lieviti, ma farà ancora molta strada. Perfetta la corrispondenza aromatica in un finale molto saporito e appagante.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Brut Luigi Ghislieri Cuvée del Presidente Colonnara s.a. (L. 10/180) (Cat. D)
La cuvée Luigi Ghislieri è uno spumante più delicato, con caratteristiche diverse rispetto al fratello maggiore, ma certamente non meno apprezzate da chi l’ha degustata. Ci siamo trovati davanti a un bel perlage fine che risaltava la brillantezza del colore. L’olfatto seppur non esplosivo si fa apprezzare proprio per l’eleganza e la delicatezza dei profumi di pera, pesca, fiori bianchi, mandarino e note minerali più sfumate. Al gusto è fresco e gustoso con una bollicine croccante che stuzzica il palato. Molto piacevole la salinità che emerge sul finale in compagnia di aromi fruttati di mandorla.
84/100 – Spumante Metodo Classico Cuvée Madreperla Moncaro s.a. (L. 08059A) (Cat. E)
Il duo di enologi Cotarella e d’Ignazi ha fatto del Madreperla la flagship frizzante dell’azienda, combinando Verdicchio e Montepulciano. Moncaro non ha tralasciato nessun dettaglio, vuole battersi sul campo delle bollicine ad armi pari con un packaging veramente accattivante: un’elegante bottiglia nera bombata ne fanno un prodotto “tres chic”. Ma a noi interessa soprattutto il contenuto e dobbiamo dire che non ci ha delusi. Ha un colore giallo paglierino intenso con riflessi ramati, il perlagè è fine e persistente. Al naso è interessante: anche per questo outsider non stentano ad emergere i tipici profumi di crosta di pane, fragranti che fanno spalluccia con note fruttate: è riconoscibile una fresca sfumatura di frutti rossi di sottobosco melangé con note di cedro. La vista e l’olfatto ci appagano più che al gusto infatti l’effervescenza scappa un po’ sul finale ma la freschezza e la nota acida non ci fanno distogliere l’attenzione da questo prodotto tutto marchigiano che ha un potenziale di crescita notevole in futuro.
82/100 – Spumante Metodo Classico Brut The Rosé Velenosi 2007 (Cat. D)
Un colore decisamente affascinante rosa salmone con riflessi ramati buccia di cipolla, per questo metodo classico a base Pinot nero (80%) con una piccola percentuale di Chardonnay (20%) che sosta 36 mesi sui lieviti. Tanta bellezza al colore lasciava presagire qualcosa di più profondo e complesso sia al naso che in bocca. Ma se il ventaglio olfattivo tutto sommato lasciava trapelare una certa delicatezza ed eleganza con richiami di gelée alla ciliegia, fiori bianchi e crosta di pane, al gusto questo vino ha mostrato un po’ di debolezza. Entra tenue, quasi morbido, privo di quei guizzi di freschezza che ci si potrebbe aspettare dalla tipologia e rapidamente sparisce, lasciando semmai dietro di sé un lieve amaricante.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Bonci s.a. (L. 12194) (Cat. B)
L’Azienda Agricola Vallerosa Bonci produce, sulle dolci colline di Cupramontana in provincia di Ancona, questo spumante con uve selezionate e vinificate in anticipo. Si presenta di un giallo paglierino tenue con vivaci riflessi verdolini. Al naso esprime profumi intensi, gradevoli e penetranti che si aprono con sentori di lievito e pera seguite da aromi di biancospino, ginestra, tiglio, timo per chiudere con una delicata ma decisa impronta citrina in cui si riconoscono il pompelmo e il cedro. Al palato risulta un vino piacevole per la briosa freschezza del Verdicchio che risulta potenziata dall’effervescenza e per i lieviti che ritornano insieme a note di pere e pesche. Di media sapidità e persistenza con retrogusto tipicamente di mandorla.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Spumante Brut Cuvée Tradition Colonnara 2011 (Cat. B)
La Cuvée Tradition è la bollicina più “spensierata” di Colonnara, in quanto prodotta con la tipologia Charmat. Il vino gioca tutto sulla piacevolezza e da gustare in ogni occasione. Il suo perlage delicato e le note rinfrescanti di erba falciata e frutta a pasta bianca lo renderanno un perfetto compagno per l’ora dell’aperitivo.
79/100 – Spumante Brut Conti di Buscareto s.a. (L. 01/12) (Cat. B)
Un verdicchio in purezza spumantizzato con metodo charmat dalle caratteristiche contrastanti, ma che ben riflettono la linea aziendale di una qualità ricercata. Il brillante giallo paglierino dagli accesi riflessi verdognoli ed un perlage sufficientemente fine denotano accuratezza ed invitano a propendere ad un assaggio attento, che non viene deluso da un abbraccio di frutta a polpa bianca e sentori di uva fresca con fragranti accenti di lievito degni di una aute patisserie. Il contrasto che ne viene al palato dovuto ad una vivace acidità ed ad una sapidità ben dosata, non ne preclude l’eleganza e la piacevole consapevolezza di avere nel flute un buon spumante nella versione Brut.
78/100 – Spumante Brut Rosè Conti di Buscareto s.a. (L. 01/12) (Cat. A)
Colore rosa pastello antico ben calibrato alle sfumare di questo rosè. Il naso pulito di un brut ottenuto dalla vinificazione di lacrima nera di morro con processo charmat lungo, ed il perlage persistente degno di nota, accentuano la buona freschezza al palato, forse non eccessivamente supportata da note sapide ma che nel contesto, grazie anche ai sentori di ciliegia ed a quasi impercettibili sensazioni aromatiche, permettono di essere soddisfatti nell’aver scelto questo spumante per la sua piacevolezza nella sua semplicità.
Verdicchio dei Castelli di Jesi:
90/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Gaiospino Fattoria Coroncino 2010 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Inchino, giù il cappello, insomma standing ovation davanti alla versione 2010 del Gaiospino della Fattoria Coroncino. Per la cronaca abbiamo il dovere di sottolineare che esce dai canoni del tipico verdicchio, ma non possiamo non esaltarci, farci conquistare ed impressionarci positivamente di fronte a tanta elevata classe e carattere. Lo avevamo premiato nell’annata passata e lo riconfermiamo fermamente in questa sessione. La sua tinta giallo dorata fa da apri pista al naso ad un inebriante frutta gialla matura, fiori gialli ed un chiaro riconoscimento di arancia candita alle quali seguono eleganti sensazioni fumé che gli donano una appeal da cavallo di razza. Anche in bocca è perfettamente coerente con il naso grazie anche ai ritorni affumicati che ci lasciano in eredità un finale lungo ed ammaliante. Grande.
90/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Balciana Sartarelli 2009 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Ottenuto dalla lavorazione delle uve raccolte a novembre, Il Balciana è un vino di alta qualità, longevo e che ha dimostrato negli anni passati di evolvere perfettamente nel tempo. Il suo nome deriva dalle contrade poste sulle ripide colline, dove sono situati gli omonimi vigneti. Il Balciana si ottiene con una bassa produzione per ettaro e si presenta già molto ricco nel colore dorato con delle tipiche tonalità verdi. Così come all’olfatto esprime una grande concentrazione di profumi che si susseguono con una certa eleganza. Un sentore di lievito anticipa i fiori d’acacia e il tiglio. Delle note burrose accompagnano invece la frutta matura che, dalla pesca al mango, vira su sentori di agrume candito, mentre il sottofondo balsamico e minerale, risulta sempre presente e piacevolissimo. In bocca è un’esplosione di frutto, sia le morbidezze che le durezze sono ben presenti e si controbilanciano in un finale gustativo equilibratissimo. La lunga persistenza chiude con una scia agrumata di limone. La classe, come si dice, non è acqua!
88/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Il Coroncino Fattoria Coroncino 2010 (Cat. A)
Personaggio curioso e singolare Lucio Canestrari lui che, come scrive sulle etichette, “dove arriva mette ‘n segno”, ovvero prende ciò che la natura gli offre e la mette in bottiglia, con una personalità fuori dagli schemi. E questo lo possiamo notare anche nei suoi vini, apparentemente sono così, più semplici. Lucente abito oro per questo verdicchio “ il Coroncino”, mostra la sua ricchezza sia al naso con toni fruttati maturi ma mai stancanti, che in bocca con morbidezza e sapidità che creano un contrasto avvolgente e vellutato. Si congeda poi con una piacevolissima e saporita mineralità, stile inconfondibile e riscontrabile in tutta la gamma prodotta dell’azienda.
88/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Tardivo ma non Tardo Santa Barbara 2009 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Già solo l’etichetta coloratissima vale una menzione speciale per questo Verdicchio dal nome curioso, frutto di una scommessa iniziata nel 2001 quando il proprietario Stefano Antonucci provò a lasciar surmaturare in pianta le uve verdicchio del vigneto in contrada Nidastore. Il risultato è un vino dal colore giallo dorato intenso e caldo, ricco di profumi di frutta esotica come papaia, ananas, ma anche albicocca disidratata, cotognata, ravvivata da una punta di ginger e ricordi di macchia mediterranea. Caldo e intenso anche al palato, elegante e rotondo, è sorretto da una buone dose di acidità che lo rende godibile, mai eccessivamente dolce, soprattutto sul finale lascia presagire un futuro davanti a se, molto lungo.
88/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Vecchie Vigne Umani Ronchi 2010 (Cat. B)
Il cru di Verdicchio ottenuto dalle vigne più vecchie del vigneto Montecarotto è allo stesso tempo profondamente tipico che molto ricco. A partire dal colore, dorato brillante ma sempre con dei riflessi verdognoli. Al naso è opulento, ricorda la primavera inoltrata, con il suo bouquet carico di fiori gialli maturi come la ginestra, la mimosa e la camomilla. Interessanti note di salvia fanno capolino in un ampio fruttato maturo, tra cui si riconosce la frutta esotica, come l’ananas, oltre all’albicocca e alla pesca. È al gusto che rivela la sua vera stoffa, un sorso pieno, caldo e morbido che dimostra un’intensità notevole e conclude l’assaggio con una sferzante acidità e una lunga sapidità. Dopo il sorso, il palato rimane fresco ed elegante ed invita al riassaggio.
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Podium Garofoli 2010 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Podium è senza dubbio uno dei migliori esempi delle potenzialità delle colline di Jesi, la patria del Verdicchio. Le uve provengono da un vigneto con piante di circa 15 anni, sito a Montecarotto: un magnifico anfiteatro vitato su suoli sabbiosi con evidenti zone calcaree. Questo vino, vinificato e maturato esclusivamente in acciaio, è l’interprete più fedele e costante di questo terroir, esprimendo equilibrio, ampiezza, finezza aromatica e soprattutto grande capacità di evoluzione in bottiglia. Il profumo è inebriante, un bel naso estivo di frutta gialla matura, pesca ed albicocca in primis ed a seguire sentori di buccia di mandarino uniti a note di miele danno grande complessità e persistenza. Non stenta poi a farsi sentire una nota minerale di pietrafocaia che dona tanta fascino a questo potente verdicchio. Bocca di autentica energia territoriale, succosa, calda e ritmata nello sviluppo. La spinta acida, minerale è vibrante ed accompagna tutto il viaggio sensoriale: il Podium raggiunge un equilibrio perfetto, nulla sovrasta e perdura nel tempo quasi non volesse farsi dimenticare, lasciando nel finale una sapidità che richiama subito un altro sorso.
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Stefano Antonucci Santa Barbara 2010 (Cat. B)
Quando si parla di Marche, l’azienda Santa Barbara è sicuramente una realtà ed un punto di riferimento per i vini. Cardine della regione, come in questo caso, per il verdicchio dei Castelli di Jesi. Dalla linea Stefano Antonucci estrapoliamo questo “Classico” di nome e di fatto che si presenta nella sua veste luminosa non troppo carica di colore. La prima olfazione ci regala subito tanta frutta fresca e nella fattispecie ananas e frutto della passione non estremamente maturi, per poi aprirsi a ventaglio ad un leggero sentore mentolato arricchito da sfumature di timo. L’assaggio è caratterizzato da una freschezza imponente che sostiene bene lunghe note sapide nel finale e una rimarchevole persistenza del tutto piacevole in bocca.
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Tùfico Colonnara 2009 (Cat. B)
Anche quest’anno abbiamo trovato il Tùfico in ottima forma, particolarmente luminoso nel suo canonico limbo tra paglierino e verdolino. L’olfatto si apre col vegetale di salvia, seguito da agrumi e floreale dielicato. Con un po’ di pazienza il bouquet si allarga ulteriormente su note più dolci di caramella al limone, propoli e leggera sfumatura di idrocarburi. Al palato fa sfoggio dell’importante tenore alcolico che viene in parte mitigato dalla vena acida. Persistente e molto appagante grazie alla salinità che gli conferisce il terreno di origine marina da cui proviene.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. San Michele Bonci 2010 (Cat. A)
Giuseppe Bonci ha certamente il merito di aver contribuito alla notorietà e al fascino del Verdicchio, e in particolare di quello proveniente dalla contrada San Michele di Cupramontana. Una vigna felicemente esposta a sud e posizionata a 400 metri di altezza dove la notevole escursione termica che si crea fra il giorno e la notte garantisce alle uve una presa di profumi e una complessità di aromi, in grado di conferire al vino caratteristiche organolettiche speciali. Di un colore giallo paglierino brillante screziato d’oro, possiede un corredo olfattivo elegante e fine, con iniziali note floreali seguite da tenui sensazioni aromatiche di anice e acacia, per concludere con riconoscimenti di pesca, nocciola e agrumi. Al palato è sapido, delicato e di grande equilibrio risulta il rapporto tra freschezza e componente alcolica. Questo cru, dal finale caldo e quasi impercettibilmente mielato, ha la capacità di invecchiare mantenendo inalterate le sue caratteristiche nel tempo.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup San Nicolò Brunori 2011 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Il San Nicolò lo si può definire uno dei vini di punta della bella azienda Brunori a Jesi, condotta sapientemente da Carlo e Cristina, sommelier di passione, i quali hanno ereditato dal nonno l’esperienza di condurre le vigne. Questo vino si presenta ancora giovane alla vista e all’olfatto con un bel colore giallo paglierino chiaro tendente al verde. Al naso è una buona espressione di verdicchio con i suoi delicati sentori di fiori bianchi, ginestra, pera, pesca appena matura e mandorla dolce. I sentori elegantemente agrumati fanno da sfondo al tutto. In bocca si ha la conferma dell’ottima struttura del vino, la buona persistenza ci ricorda la scorza di cedro, lo zenzero e la salsedine marina. A chiusura la buona freschezza e l’elegante sapidità ci proiettano piacevolmente nei primi tepori della primavera.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Bucci 2010 (Cat. B)
A due anni di distanza il Verdicchio Classico mantiene la stessa qualità. Frutto di una qualità raggiunta con la oramai proverbiale qualità di questa cantina. Lo stile dell’azienda è quello di fare vini molto tradizionali, mantenendo le caratteristiche tipiche dei vitigni. L’obiettivo è perfettamente riuscito. Attraverso il bicchiere si nota un colore paglierino vivace con riflessi oro. Al naso il profumo è intenso, si riscontra subito una nota vegetale di erba, poi la pesca, la mandorla fresca e una vena minerale che fa da contorno a tutto il bouquet. In bocca entra morbido e caldo ma dimostra una buona struttura che si conclude nella sapidità. Molto buona, come al solito, anche la persistenza.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Cuprese Colonnara 2011 (Cat. A)
Il Cuprese si conferma come sempre una delle più tipiche espressioni di Verdicchio col suo color paglierino tenue pennellato di verde che rende perfettamente onore al suo nome. E’ giovane e lo si capisce dalla timidezza dei profumi che diventeranno più intensi e col tempo. Percepiamo comunque la ricchezza delle erbe aromatiche unite a note di scorza di limone poi ancora pesca, anice e leggero tocco fumè. Al gusto è fresco ed elegante, appena troppo introverso, ma sappiamo che è solo questione di tempo per dare il meglio di sè. Buona la persistenza perfettamente corrispondente al naso.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Ammazzaconte Conti di Buscareto 2008 (Cat. C)
Ottima espressione di Verdicchio caratteriale ottenuta da uve selezionate prelevate da vigneti che si estendono ad una altitudine di 400 metri che ne conferiscono peculiarità e riconoscibilità. Si distingue oltremodo per l’assemblaggio inserendo anche uve passate in legno di rovere francese in piccola parte e che aiutano il giallo paglierino ad avere una intensità particolarmente attraente. I profumi che si alternano sono piacevoli, l’intervallo tra fruttato e floreale è ben riempito da una mela golden persistente e preannuncia sensazioni intense con sapidità e freschezza ben dosate nel persistente finale.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Ca’ Ruptae Moncaro 2011 (Cat. A)
Ecco qui un altro grande esempio di territorialità. La Moncaro si è sempre caratterizzata per il suo forte radicamento al territorio, tanto che l’azienda può essere definita un portabandiera della cultura marchigiana. C’è il forte desidero e la voglia di svelare finalmente le bellezze e la bontà dei prodotti locali. Moncaro ci crede: qualità e professionalità diventano sinonimi di personalità e stile. Giallo paglierino con riflessi verdolini brillante, il naso è composto, caratterizzato da una intensa nota di frutta croccante, gialla ananas e pesca in primis, mentre a ruota seguono un sentore di biancospino che va a braccetto con una sfumatura di erba fresca, erbe fini, congedandosi con la tipica nota minerale sul finale. In bocca è piacevole ed ampio, si fanno subito strada l’evidente freschezza e la sapidità, seguite dall’alcool che contrassegnava una struttura di tutto rispetto. Ad amalgamare l’insieme, arriva una morbidezza piacevole e una leggera nota “dolce”, “vivace” e che rende la bevuta “facile” e leggera, non è un vino assai persistente. Un sorso tira l’altro, adatto ai lunghi aperitivi estivi, un vino fresco che rigenera dal caldo.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Tralivio Sartarelli 2010 (Cat. A)
Da una rigorosa selezione delle uve in vigna raccolte nei vigneti più vecchi, nasce il Tralivio. Il bel colore paglierino luminoso con riflessi oro concorda perfettamente con il bouquet evoluto e pieno che si sente al naso. La frutta a pasta gialla matura è sferzata da note agrumate su un sottofondo di fiori d’acacia ed erbe di campo ben presenti. In bocca il gusto è pieno, dimostrando un bell’equilibrio tra le note gliceriche e quelle sapide che sono espressione di una mineralità di roccia. È molto articolato sul finale e chiude lasciando una scia tipica di mandorla amara.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Manciano Bonci 2011 (Cat. A)
Questo cru dell’azienda Bonci si presenta con un colore giallo paglierino intenso con sfumature dorate. Al naso esprime un intrigante ed ampio ventaglio olfattivo di profumi intensi, freschi e gradevoli che si aprono con note di pera, mela golden, agrumi e venature minerali, seguite da aromi di biancospino, ginestra, anice e salvia. La mineralità si rintraccia anche in bocca, dove il vino è morbido, di buon corpo e presenta un attacco fresco equilibrato dall’alcol, trovando un brioso contrappunto nella sapidità. Il finale è persistente con ricordi di mela, susina e mandorla.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Massaccio Fazi Battaglia 2009 (Cat. B)
Che bel colore solare che ha il Massaccio, risplende attraverso una veste giallo paglia intensa e luminosa. Ma anche il bouquet non è da meno. La vendemmia tardiva delle uve dona al vino profumi particolarmente polposi e gradevoli di pesca bianca, caramella al limone, mandorla, anice e floreale di gelsomino. Un vino ricco e gustoso, già molto equilibrato che prevediamo non possa avere grandi possibilità di miglioramenti in futuro, ma che possiamo godercelo fin da subito.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Pallio di San Floriano Monteschiavo 2011 (Cat. A)
Nel panorama vitivinicolo marchigiano l’azienda vitivinicola Monte Schiavo ha voluto distinguersi negli ultimi anni per la costante ricerca nella produzione di vini di qualità supportata dall’utilizzo di processi di lavorazione innovativi. Il Pallio di San Floriano rappresenta un valido esempio di questa vocazione al rispetto di standard qualitativi elevati. Sotto l’aspetto olfattivo, l’espressione aromatica è intensa, gradevole e mediamente complessa, andando dalla frutta tropicale agli agrumi e chiudendo con un sentore di erbe aromatiche. Per ciò che attiene l’esame gustativo risulta dotato di una buona sapidità, spalleggiata da una vivace freschezza, che rendono questo vino di godibile beva.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sartarelli 2011 (Cat. A)
Anche quest’anno il classico della famiglia Sartarelli può essere premiato per la grande bevibilità. La lavorazione in acciaio di questo vino continua ad eccellere su tutti i fronti. Il paglierino luminoso e vivace con riflessi verdi, un profumo fresco di erbe aromatiche e la grande mineralità, dovuta alla zona vulcanica, si intrecciano a delle timide note di frutta bianca, come la pesca, che rendono questo verdicchio molto piacevole nella sua semplicità. Il gusto mantiene la freschezza di sempre e dimostra anche una grande sapidità. Vino di buon equilibrio che si adatta bene a tutto pasto.
84/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup Misco Tenuta di Tavignano 2011 (Cat. A)
Il giallo paglierino brillante di questo verdicchio in purezza, riflette bene la qualità gusto-olfattiva che si riscontra nella degustazione. Grazie alla buona esposizione ed ad un terroir generoso, le vecchie vigne riescono a trasmettere alle uve tutti i profumi che ci si aspetta di ritrovare in un buon Verdicchio. Notiamo così l’alternanza di sentori di frutta matura e mandorla dolce, note delicate di anice stellato e fiori di acacia. Al palato persistono note agrumate lunghe di sapidità e di ricercata freschezza. Nel complesso un vino elegante e sobrio, conferme coerenti già preannunciate dalla grafica classica e di livello dell’etichetta.
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Vaglie Santa Barbara 2011 (Cat. A)
Non certo studiato per essere un prodotto per stupire questo Verdicchio “Le Vaglie” ma allo stesso tempo annotiamo un vino di tutto rispetto adatto forse ad una fascia non particolarmente esigente. Paglierino scarico, si apre in prima battuta a richiami floreali di acacia e sambuco per poi distendersi in freschi e chiari riconoscimenti di pesca gialla e mela golden. Nel contesto olfattivo anche rifiniture di erbe aromatiche. Palato coerente e asciutto, il finale ricorda molto un agrume non maturato a pieno che lascia una scia lievemente amaricante.
83/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Casal di Serra Umani Ronchi 2011 (Cat. A)
Da una selezione di uve provenienti dal vigneto Montecarotto e con l’aggiunta successiva di quelle di altri 3 appezzamenti nelle aree più vocate alla coltivazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi, nasce questo vino semplice nella sua complessità aromatica, ma ben fatto ed elegante. Alla vista il colore è un tipico paglierino con riflessi verdolini, mentre all’olfatto mantiene una propria personalità. C’è una ricchezza di profumi di frutta gialla matura e di fiori, dove anche la mineralità fa la sua parte, dovuta al contatto con i propri lieviti durante la fermentazione e la fase di affinamento. Al gusto mantiene la linea di un Verdicchio tradizionale ma espressivo, mai banale. La freschezza la fa da padrona e il finale è sapido e agrumato.
82/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Vele Moncaro 2011 (Cat. A)
Anche questo Verdicchio di Moncaro ha incontrato il parere favorevole del nostro panel. Le Vele è di colore giallo paglierino tenue, con riflessi verdi. Al naso i profumi primari si manifestano subito in sentori di frutta fresca croccante: pesca bianca, agrumi, mele, con delicate percezioni amarognole, tipiche del vitigno. E’ un verdicchio fine, piacevole e di buona intensità. L’ingresso in bocca è delicato, morbido, con picchi di acidità che donano freschezza alle Vele. Il suo giusto tenore alcolico, con un’ottima intensità e persistenza, si affianca egregiamente all’acidità e alla sua sapidità. L’equilibrio quindi è ben dosato per questo vino nato per godersi in estate, ma che si lascia apprezzare durante tutto l’anno.
81/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Le Gemme Brunori 2011 (Cat. A)
Nell’azienda Brunori il Verdicchio assume molte forme e sfumature diverse, pur rimanendo coerente a se stesso. Questa è la forza dell’azienda Brunori che presenta quest’altro Verdicchio in un abito verdolino molto vivace, che qui esprime tutti i suoi “varietalism” che ci ricordano la pesca bianca la pera giugnolina e delicate erbe aromatiche. Al palato ritroviamo il tutto unito al calore e alla morbidezza del vino che chiude con un’ottima freschezza bilanciata da sentori marini. Le punte amaricanti di questo vino danno vivacità e piacevolezza che gli donano brio e energia. Di grande bevibilità.
Verdicchio dei Castelli di Jesi – Le Riserve:
91/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Sup. Ris. Villa Bucci Bucci 2008 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Prodotto solo in annate particolarmente favorevoli, ottenute da uve di vigne vecchie di 40 anni, è il vino di punta dell’azienda nonché uno dei portabandiera della denominazione. Un colore oro brillante con sfumature verdoline ci colpisce subito, presagendo una struttura tanto ricca e dalle ottime prospettive future. L’affinamento di 18 mesi in botti grandi di rovere contribuisce a creare sentori evoluti di fiori gialli tra cui riconosciamo la camomilla e la ginestra, si susseguono note minerali di pietra focaia e di iodio, erbe aromatiche fresche ma anche dei profumi terziari come miele e nocciola. Non mancano profumi di agrumi e frutta esotica a rendere tutto ancor più intrigante. All’assaggio il vino appare di grande corpo senza perdere eleganza e si concretizza in una sintesi armonica di morbidezza e freschezza. Lunghissimo e con una sapidità che gli permette di resistere a lungo nel tempo, regalandoci nuove emozioni. Ancora un altro grande vino firmato Bucci.
89/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. La Selezione Gioacchino Garofoli Garofoli 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto
Questa azienda è una vera pietra miliare nelle Marche del vino, in particolare della DOCG Castelli di Jesi. A Castelfidardo, roccaforte di famiglia, è ora in azione la quinta generazione di Garofoli che porta avanti sempre gli stessi valori: grande attenzione per l’innovazione tecnologica ma allo stesso tempo anche grande rispetto per i metodi tradizionali di vinificazione e per il terroir. La Riserva Selezione Gioacchino Garofoli viene prodotto solo in annate eccezionali, in seguito ad un’accurata selezione delle migliori uve. Matura poi per ben 18 mesi in acciaio e sta dai 6 ai 12 mesi in bottiglia. Questa è la ricetta vincente per produrre un verdicchio di grande struttura, elegante, ricco di profumi e d’incredibile longevità. La 2006 si rivela già al colore con un bel giallo paglierino con riflessi dorati, è il preludio di una grande storia ricca di emozioni. Al naso il profumo è intenso, la parte del leone spetta sicuramente alla frutta gialla matura, alle note di nespola, pesca e a ruota un accenno di agrume e minerale. La nota di miele d’acacia anticipa un po’ la morbidezza e la suadenza che riscontreremo in bocca. L’attacco al palato è caldo, morbido ben bilanciato dall’acidità e dalla sapidità. Una grande prova di equilibrio per questo verdicchio assai persistente, non molla un secondo, anzi stupisce anche nel finale con una lieve nota ammandorlata e di erbe aromatiche, molto piacevole. Insomma questo sì che è un bel omaggio al fondatore Gioacchino, “ideato” in occasione dei 110 anni dell’azienda. Complimenti!
87/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo 2009 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Oggi Fattoria San Lorenzo è un’anima sola con quella di Natalino Crognaletti. La storia recente di questa azienda di Montecarotto prende il via nel 1995, anche se le sue radici affondano più in là nel tempo: Enrico Crognaletti – un mastro bottaio – già vinificava e poi come lui Gino, rispettivamente il nonno ed il padre di Natalino, esperto potatore e selezionatore di cloni di verdicchio. Forse proprio quest’ultimo ha lasciato un’impronta indelebile in quello che oggi è San Lorenzo. Natalino ha infatti una interpretazione personalissima del verdicchio, lontana da qualsiasi stereotipo e diktat commerciale. Cloni selezionatissimi, vinificazione in acciaio e produzione biodinamica sono i pilastri della sua filosofia. Grazie alla sua creatività ed alla sua grinta Crognaletti ha “ideato” vini di gran carattere, cercando l’ estrazione nei rossi e lasciando i bianchi sui lieviti per molti mesi, anni talvolta, così regalando ai winelover prodotti veraci, forti, coinvolgenti. Questa Riserva ha fascino anche se un po’ lontana dalla mitica 2006 che ancora abbiamo stampato nella memoria. Il suo giallo paglierino brillante è accattivante. Al naso poi è un campione di complessità sui toni morbidi, incanta subito la nota fruttata, frutti maturi albicocca e pesca in primis, a ruota travolge il miele e la frutta secca. Tutto è rinvigorito da una punta di agrume e di erbe fini per poi scodare in una pungenza minerale di pietra e gesso. In bocca è straordinaria la corrispondenza gusto/olfattiva. Dilaga con un esplosione di aromi ma non è ruffiano, anzi, è un vino che ha molta struttura anche se quest’anno non troppo bilanciata da una spalla acida e fresca; è infatti piacevolmente sbilanciato sulle sensazioni morbide ed alcoliche. Il finale è lungo e incredibilmente persistente con una coda di arancia candita e miele di corbezzolo. Si conferma comunque un campione di classe ed eleganza.
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Vigna Novali Moncaro 2010 (Cat. B)
Tanti sono già i riconoscimenti ottenuti da questo gigante del Verdicchio dei vigneti di Castelpanio. Il Vigna Novali viene prodotto da uve Verdicchio provenienti dall’area classica di produzione, nel comune di Castelplanio, in contrada Piagge Novali, che dopo una pressatura soffice subiscono una breve macerazione a freddo delle bucce. Quindi, terminata la fermentazione, questo verdicchio viene affinato per dieci mesi in cantina e per altri sedici in bottiglia. Nel bicchiere fa subito percepire di che stoffa è fatto: un bel giallo paglierino, brillante con riflessi verdolini ed una consistenza importante. Al naso, poi, non lascia nulla di intentato elargendo un ampio ventaglio di sfumature che emoziona. Si va dalla frutta matura, come pesca e susina, a note mielate che anticipano una sfumatura ammandorlata che si confonde in profumi vegetali di tè verde e di macchia mediterranea. È subito avvolgente ed intrigante l’ingresso in bocca, non delude, vi è una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva, anzi insistono le note verdi. La sua forza alcolica non sopprime la freschezza e si intreccia naturalmente con i delicati sentori terziari frutto di un uso magistrale della barrique. Siamo sicuri che potrà regalare delle grandi sorprese in futuro, soprattutto tra tre o quattro anni, data la potenza genetica del Vigna Novali e il grande lavoro di Moncaro che sono alle basi di questo vino.
86/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. Misco Tenuta di Tavignano 2009 (Cat. A)
Un’ottima riserva di verdicchio che acquista energia e vigore attraverso il suo affinamento in cantina, dando intensità e persistenza. L’impronta del savoir faire aziendale viene esplicitata da una sapiente resa in termini qualitativi delle uve provenienti da vigne non più giovanissime e da un terroir molto favorevole nel regalare essenze e sentori non comuni. Piacevolissimo all’assaggio, cattura l’attenzione una spiccata nota di cedro verde che si alterna come in un armonico spartito alle fragranze di un kumquat maturo. Si congeda al palato dopo aver regalato una lunga ed efficace nota sapida ben dosata.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Class. Ris. San Sisto Fazi Battaglia 2009 (Cat. B)
La punta di diamante dell’azienda è sempre una sicurezza. Come di consueto ha un colore più carico rispetto ad altri campioni della medesima tipologia. Il ventaglio odoroso è dominato dal fruttato maturo e pennellate minerali: fiori d’arancio, mandarino, pesca noce, ananas, vaniglia e silicio. In bocca evidenzia un corpo importante grazie a un contributo glicerico interessante. Molto espressivo, equilibrato e non difetta certo in persistenza. Con un pizzico di vigore in più, data dalla spinta acido-sapida, lo vedremo sicuramente ancora più in alto.
Verdicchio di Matelica:
87/100 – Verdicchio di Matelica Riserva Cambrugiano Belisario 2009 (Cat. B)
Non si fatica ad affermare che Belisario è tra le aziende di riferimento del Verdicchio di Metelica: una grande azienda con ben 30 ha vitati nell’Alta Valle Esina. Il produttore ha voluto fare della Riserva Cambrugiano un vino di nicchia che è divenuto in breve, grazie alla sua complessità e struttura, uno dei punti di forza della sua cantina. La vinificazione di questo verdicchio in purezza prevede la criomacerazione delle bucce con il mosto a temperature molto basse, così ottenendo un’estrazione “mirata” degli aromi più interessanti. Poi tanto acciaio e solo il 20% di questa fase avviene in barrique di Allier di media tostatura. Belisario usa il contagocce per dosare il legno estraendo solo la parte nobile, le speziature in primis, senza però cadere nel “dolciastro” attraverso una sovraestrazione della vaniglia. Il Cambrugiano che Belisario definisce “il rosso vestito di bianco” è giallo paglierino, intenso ed energico, con interessanti e variegate note olfattive che si esprimono più in ampiezza che in verticalità. Si è subito travolti dalla frutta esotica, il fico d’india fa la parte del leone accompagnato da sentori di frutta secca, come gherigli di noce e pinoli. Non stenta poi ad emergere una bella mineralità salmastra. Il mare non lontano vuole uscirne protagonista, lasciando un’impronta in questo vino. Grande coerenza gustolfattiva, anzi al palato emergono anche note più marcate di buccia d’agrume, di mandarino. La bella maturità raggiunta e la freschezza ancora vivida vanno a braccetto, trovando un punto d’equilibrio ideale. La tipica componente sapida, come di salsedine marina, da’ sviluppo in ampiezza, consistenza e volume all’intera degustazione. Insomma un vino che potrebbe avere la forza di crescere ancora un po’ e di riservarci tante sorprese interessanti.
86/100 – Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano Bisci 2008 (Cat. B)
Una delle migliori performance per questo verdicchio prodotto solo con le migliori uve nelle annate più favorevoli. Generoso e preciso al naso con le note di agrumi, nespola e mandorla dolce che si rincorrono insieme alle erbe aromatiche e la tipica mineralità. Al palato è altrettanto generoso, ha freschezza da vendere ma ci risulta bilanciato grazie ad una struttura ambiziosa. Molto piacevole l’aroma di mandorla che rimane al palato.
86/100 – Verdicchio di Matelica Meridia Belisario 2007 (Cat. B)
È facilmente riconoscibile anche nel Meridia, l’impronta stilistica familiare e la passione profonda per il vitigno che ha questa azienda. Giallo paglierino con riflessi dorati ed una grande finezza olfattiva sono la carta d’identità del Meridia. Si riconosce subito un bel bouquet fruttato che concentra note di nespola e pesca bianca ben mature, sentori di acacia spalleggiati da una interessante mineralità. Al palato ecco emergere la solarità evoluta di questo verdicchio, l’attacco è grintoso, pieno di succo, vi è una perfetta integrazione tra alcol e acidità che ci fa ben sperare. Tra qualche anno si potrebbe avere una bella conferma di questo preludio potente.
84/100 – Verdicchio di Matelica Vigneti Belisario Belisario 2011 (Cat. A)
Vino ottenuto da uve di due vigneti certificati biologici, la nuova frontiera dell’azienda Belisario. Mostra un bel colore giallo paglierino, brillante che è già preludio di un vino che bagnerà e rinfrescherà gli aperitivi e le cene delle calde serate estive. Tutto acciaio per questo Verdicchio dalla tempra sottile che svela subito una scia fiorita di sambuco e glicine, seguita da una confettura di pere. Sullo sfondo si riconoscono delle erbe aromatiche ed anche un leggero pepe bianco. Al palato risulta equilibrato e decisamente rispondente al naso. Una bella tonicità ed acidità lo rendono un vino piacevole, di media persistenza che termina in una deliziosa chiusa amaricante.
83/100 – Verdicchio di Matelica Vigneto Bisci 2011 (Cat. A)
Si conferma un ottimo vino che non appesantisce certo il portafoglio. Semplice ma per niente banale grazie al susseguirsi di frutti e fiori fragranti sia al naso che in bocca. La vena acido sapida contribuiscono a creare vino dal profilo delicato e leggiadro, molto piacevoli in chiusura e dalla beva rinfrescante.
81/100 – Verdicchio di Matelica Vigneti del Cerro Belisario 2011 (Cat. A)
Giallo paglierino pulito, nitido. Il naso è intenso con declinazioni fruttate, un melange di mela e di agrumi predomina, anche se non perfettamente amalgamato. A ruota si scorge un sentore di fiori bianchi spruzzato di una sfumatura minerale. Vi è una bella corrispondenza gusto-olfattiva ed in bocca si evidenzia subito una buona sapidità, freschezza ed acidità anche se nel finale predomina troppo la nota agrumata che, spingendo sull’acidità e freschezza, va lievemente ad intaccare l’iniziale armonia. E’ una interpretazione di grande personalità di questo eclettico vitigno, che vorremmo vedere ad un riassaggio più maturo.
Altri vini bianchi:
92/100 – Bianco IGT Il San Lorenzo Fattoria San Lorenzo 2001 (Cat. F)
Altissimo Ceto
È un vero fuoriclasse questo “Il San Lorenzo” nella versione 2001. Un’espressione territoriale, caratteriale ed estrema del vitigno Verdicchio, reinterpretato dal genio indiscusso di Natalino Crognaletti. Trascorre ben 110 mesi di affinamento sui lieviti tra acciaio e cemento, più altri 10 mesi in bottiglia. Un vino raro che viene prodotto solo in annate di grande equilibrio, dove il tempo eleva tutte le particolarità del territorio. Il patron di Fattoria San Lorenzo si conferma ancora una volta tra i vigneron di maggiore personalità nel panorama della viticoltura marchigiana. Lo testimoniano i suoi vini che sono lo specchio del terroir, sempre sopra la media e capaci di garantire un sorprendente potenziale. Ogni anno è diverso, ogni anno si crea tanta suspance dietro a questo capolavoro enologico. Sappiamo che quelli di Natalino non sono vini immediati, vini anche difficili da capire per certi aspetti, ma sono assolutamente vini che fanno emozionare. Le “creature” di Natalino hanno uno stile inconfondibile che nascono da una base che va oltre al concetto della viticoltura biodinamica e che interessa l’animo più profondo e puro del vitigno Verdicchio. Il San Lorenzo 2001 è l’espressione di tutta questa passione. Il suo colore giallo dorato importante e brillante, è già preludio di un vino che ha stoffa da vendere. Il naso regala tante emozioni con note di frutta bianca ben evoluta ma non cotta, poi ricordi lontani di frutta secca e candita, inseguiti da sentori di canfora, eucalipto ed erbe fini. La nota minerale, inoltre, è traducibile attraverso il DNA di questo vitigno, quando viene esaltato e non abusato in fase di creazione. In bocca è austero, ancora integro, con l’attacco avvolgente della fase fruttata, seguita da una grande spinta data dall’acidità matura, capace di imprimere una forte accelerazione sino alla chiusura regale, lunghissima, memorabile, con una coda sapida e minerale. Un vino dal grande fascino.
84/100 – Bianco IGT Sauvignon Animale Celeste Santa Barbara 2011 (Cat. B)
Ed eccoci alla proposta di vitigno internazionale della linea Stefano Antonucci che ci proietta ad analizzare questo campione in degustazione, un Sauvignon Blanc dal colore giallo paglierino leggermente scarico con riflessi verdognoli che però al naso rivela subito la sua tipicità varietale. Dopo le sfumature, appunto, vegetali fanno capolino dei freschissimi soffi di menta bianca che completano un naso veramente accattivante. Una leggera spinta sapida sarebbe servita per impreziosire questo vino e avrebbe creato in bocca un equilibrio di livello superiore.
82/100 – Offida Pecorino Ofithe Moncaro 2011 (Cat. A)
Ottenuto dal vitigno Pecorino in purezza, l’Ofhite 2011 è un vino dal bel giallo paglierino tenue, con vividi riflessi verdolini, di buona intensità e finezza, richiama al naso le tipologie mediterranee del vitigno. Al naso travolge la nota fruttata: la pesca gialla e la mela sono fresche, quasi croccanti, supportate da una spinta agrumata. Al gusto si riscontra una vivace freschezza e mineralità, un po’ salmastra. Ha un palato fine, anche se forse l’acidità fa un po’ troppo la parte del protagonista. Il gusto è ancora leggermente evanescente, ma le sue caratteristiche di acidità ed alcolicità lasciano un po’ di suspance.
82/100 – Offida Pecorino Reve Villa Angela Velenosi 2010 (Cat. B)
Fin dall’etichetta si capisce che questo vino vuole rappresentare per Angela ed Ercole il vino bianco importante, quello dotato di personalità e complessità e, visto che di vitigno Pecorino si tratta, quello possibilmente destinato a durare. Infatti la metà del mosto, dopo essere stato sottoposto a criomacerazione, viene fatto fermentare in barriques dove poi riposa altri sei mesi a contatto con le fecce, periodicamente sottoposto a continui batonnages. Dopo circa 15 mesi viene unito all’altra metà del vino che invece ha fatto solo acciaio. Naso importante, profumi netti e opulenti di frutta gialla matura, anche esotica, sfumature di banana, ma anche pompelmo, albicocca e dolci note vanigliate. Opulento e grasso all’ingresso al palato, distendendosi nel palato il vino ritrova vigore, freschezza e una vena di sapidità che se non ne allungano di molto la persistenza, almeno ne accrescono la bevibilità. Da tenere d’occhio in futuro.
80/100 – Offida Passerina Clara Marcelli 2011 (Cat. A)
Pulizia e verticalità caratterizzano questo vino, come del resto anche gli altri, prodotti dall’azienda di Castorano, tutti provenienti da viticoltura biologica certificata. Misurato e didattico, questo esempio di Passerina in purezza, si propone attraverso un colore giallo paglierino vivido, dai profumi fruttati e delicatamente floreali di pesca bianca, glicine e agrumi. Esile e facile al sorso, appare forse un tantino sbilanciato sulla sapidità e il finale risulta un po’ salato.
80/100 – Offida Pecorino Villa Angela Velenosi 2011 (Cat. A)
La versione più easy del vitigno Pecorino prodotta dall’azienda ascolana, senza utilizzo di barriques, mostra un vivace colore paglierino scarico con evidenti sfumature verdoline. I riconoscimenti olfattivi sono esigui, ma nitidi: frutta a polpa gialla e bianca croccante come susina e pesca, biancospino ed erbe aromatiche. All’assaggio il vino si manifesta per quello che è, semplice, diretto, senza fronzoli, immediato e fresco.
I vini dolci:
93/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Bambule’ Fattoria Coroncino 2010 (Cat. C la 0,375)
Altissimo Ceto
Prodotto in quantità veramente limitate per pochissimi fortunati, questo vino denota assolutamente l’estrema versatilità del vitigno Verdicchio nell’impiego delle diverse tipologie, che vanno dagli Spumanti ai Passiti. Il calice ridonda dell’imprinting di personalità data da Lucio Canestrari, la veste è di un preziosissimo e scintillante manto dorato con luccicanti bagliori ambra, si svela al naso con un forte e persistente riconoscimento di sorba per regalarci poi note di frutta esotica, scorza di agrume candita, croccantino al miele e sbuffi salmastri. L’assaggio è accattivante, un incedere equilibratissimo nonostante la ricchezza zuccherina tutto viene ben supportato da una ottima freschezza di solito difficile da trovare in vini di questa tipologia, tutto torna in un finale opulento che richiama un caramello leggermente amaro che lo rende unico nel suo genere. Anche da solo per una meditazione da intenditori.
91/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Tordiruta Moncaro 2008 (Cat. E la 0,500)
Altissimo Ceto
Meraviglioso exploit per l’azienda Moncaro, dove lavorare seriamente e puntare sempre e solo alla qualità, gioca un ruolo determinate e che fa la differenza. Siamo di fronte ad un campione….e si vede! Nel bicchiere scende un lento e corposo giallo dorato, senza cedimenti, bello compatto con vividi riflessi e tipici bagliori dell’oro. Al naso è un susseguirsi di emozioni e profumi talvolta intensi ed inebrianti, come agrumi canditi e frutta esotica, altre volte appena accennati un po’ timidi e più delicati aromi speziati. L’assaggio non smentisce e promuove il carattere e la riconoscibilità di questo passito. Dolce ed avvolgente nelle sue parti morbide, ma ben accompagnato da una ricca trama acida che si intreccia bene con una mineralità esplosiva. È sempre bello ed emozionante trovarsi di fronte a vini così, che riscontrano il plauso e l’approvazione di tutti.
88/100 – Marche Bianco IGT Maximo Umani Ronchi 2010 (Cat. C la 0,375)
Un bellissimo color oro luminoso per questo vino dolce, prodotto da uve Sauvignon Blanc attaccate dalla Botrytis Cinerea. Spiccate le sensazioni di zafferano date dalla muffa nobile che si fondono con note di frutta sciroppata, come la pera e la pesca bianca. Il profumo si rinfresca con sentori di limone candito, sbuffi minerali di iodio e balsamici di menta. Al gusto è morbido e vellutato, ma lascia una bocca freschissima e sapida. Di grande persistenza ed equilibrio, chiude con un aroma di miele, mai stucchevole.
85/100 – Verdicchio dei C. di J. Passito Rojano Bonci 2007 (Cat. C la 0,500)
La dimostrazione che l’azienda Bonci lavora bene su ampia gamma l’abbiamo con questa ottima versione di Verdicchio Passito. Affascinante nella sua veste, cattura lo sguardo rivestendo il bicchiere di un colore oro intenso con vivaci bagliori, il ventaglio olfattivo si apre con un naso molto intenso e nitido. Avvolge con note di albicocca appassita, frutta secca, miele e fieno. L’affinamento di un anno in barrique regala un maggior spessore e corpo al vino. L’ingresso al palato è vellutato e morbido, subito subentra una bella spalla acida a supportare tanta dolcezza. Lungo e abbastanza persistente nel finale di bocca.
Articolo redatto da:
Maurizio Zanolla
Referente regionale del Veneto, del Friuli Venezia-Giulia, dell’Umbria e delle Marche.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi Sommelier e titolare dell’Accademia dei Palati di Firenze.
Miglior Sommelier di Toscana 2005. Vice-campione Master del Sagrantino 2009.
Ringrazio i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio. Un particolare ringraziamento va anche agli amici che hanno contribuito alla degustazione e alla realizzazione di questo articolo: Paola Aiello, Costanza Androsoni, Beatrice Artusi, Silvia Benini, Barbara Bonaccini, Ivan De Chiara, Silvia De’Lutti, Dario Fabbri, Chiara Freschi, Iacopo Tonelli e Giacomo Vannicelli.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
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