Articolo a cura di Ivano Antonini.
Quando nella seconda metà degli anni ’70, Giovanni Allegrini ebbe l’occasione di toccare con mano la terra di quel bellissimo podere chiamato La Grola, capì che in quel posto c’era qualcosa di magico e vi erano tutte le potenzialità di fare grandissimi vini. Nel 1979 poté coronare il proprio sogno, acquistando quella collina che si estende su trenta ettari con condizioni micro-climatiche stupende, situato nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella.
Giovanni fu la persona che diede una svolta importante ad una azienda che faceva a capo ad una famiglia di viticoltori con già alle spalle 400 anni di storia. Era un personaggio dotato di una capacità imprenditoriale senza pari e con una forte attitudine per cogliere le potenzialità che giacevano nei terreni della Valpolicella e fu un pioniere per certi versi per questo territorio. Purtroppo non ebbe modo di vedere i primi risultati enologici di quel “sogno” in quanto morì nel 1983, pochi anni dopo l’acquisto e l’impianto dei nuovi vigneti sui terrazzamenti de La Grola. Ma Giovanni ebbe comunque una grande fortuna, quella di avere tre figli che hanno portato avanti con successo quello che fu “creato” da lui. Franco è l’enologo, Marilisa ne è la responsabile commerciale, mentre Walter si occupò della conduzione enologica. Ho scritto “si occupò” poiché Walter scomparse prematuramente nel 2003.
Siamo capitati in una splendida giornata di inizio inverno ed il titolare Franco Allegrini, ci ha fatto da cicerone portandoci a spasso tra quei filari. Lo scopo della visita deriva dal fatto che i vini che si ricavano da questo podere saranno oggetti poi della mini-verticale raccontata in seguito.
Come dicevamo, il Podere La Grola gode di un microclima eccezionale. Siamo a 280 m. s.l.m. e l’esposizione è orientata a sud-est, usufruisce di una costante ventilazione e dell’influsso mitigante del vicino Lago di Garda, mentre a Nord è “protetto” dalle sommità del monte Pastello. I terreni sono di composizione argilloso-calcarei, ricchi in potassio e calcio, pochissima terra e molto scheletro.
Sulla sommità di questo podere vi è il prestigioso cru di soli 2,5 ha denominato La Poja e coltivato esclusivamente a Corvina Veronese nella sottovarietà chiamata Corvina Gentile. Il terreno e composto, per la quasi totalità, da pietre di calcare dotati di una superficie bianca capace di riflettere la luce solare e garantire la perfetta maturità delle uve. Anche in annate più difficili. Oggi le viti hanno più di 30 anni e la storia dei vini prodotti da questo vigneto, hanno dimostrato al mondo le qualità di questo vitigno e la capacità di produrre grandi vini rossi anche senza la “forzatura” dell’appassimento preventivo delle uve. E contribuendo alla rinascita enologica della Valpolicella, in un passato non poi così lontano.
Si racconta inoltre che la nascita della varietà autoctona Corvina Gentile “a graspo rosso“, sia nata proprio in questo podere. Forma un grappolo spargolo e quindi trova la sua collocazione ideale poiché è favorevole per le caratteristiche ventilate di questo cru. Questa caratteristica gli permette appunto di mantenere sempre le uve asciutte e in perfetto stato sanitario. Infatti la leggenda narra che in passato esistessero solo uve bianche in questa zona, ma presto un corvo (chiamato appunto Grola in dialetto veneto) che fu grato ad un viticoltore per le innumerevoli cure che gli prestò, donò il colore del suo piumaggio a questa varietà che divenne presto la base dei vini prodotti in Valpolicella e prese il nome dunque di Corvina.
Nel 1989, viste le caratteristiche del suolo e della particolarità della zona ad essere sempre ventilata, la famiglia Allegrini decise di impiantare delle viti di Syrah e di usarle dunque insieme alla Corvina nella composizione del taglio del vino La Grola. Le densità di impianto di questi vigneti sono tra i 4.200 ceppi per ettaro di quelli piantati nel 1979 ai 6.500 per quelli piantati successivamente, mentre le rese si aggirano tra i 50 ed i 60 hl a seconda delle annate.
Ogni zona che si rispetti ha la propria “croce”…
…ed i propri cipressi. 🙂
Nella foto successiva si vede benissimo sullo sfondo il podere La Grola con i suoi bellissimi terrazzamenti, vista da un piazzale sulla collina che si trova proprio di fronte.
Seconda tappa del nostro Vineyard Tour è il podere Villa Cavarena.
E’ una delle più recenti acquisizioni della famiglia Allegrini, almeno per quanto riguarda la Valpolicella. Acquistata nel 1998 in completo stato di abbandono, in breve tempo è divenuto uno dei vigneti più importanti della Valpolicella per estensione e per le caratteristiche della sua ubicazione dove, in giornate nitide, si vede tutto lo splendore della denominazione nelle sue tre vallate. Situato nella frazione Mazzurega del comune di Fumane, la sua posizione è tra le più alte della zona trovandosi a 500 m. s.l.m.. Si estende su bellissimi terrazzamenti per una superficie complessiva di 20 ha, di cui 13 vitati. La composizione del suolo è di origine calcarea, ricco di scheletro. La densità di impianto è di 4.545 ceppi per ettaro e le uve coltivate godono di un microclima ideale per ventilazione ed esposizione e sono di Corvina Veronese, Corvinone, Rondinella e Oseleta.
Facciamo ritorno nella sede dove si svolgerà la degustazione: Villa della Torre.
Acquistata nel 2008 dalla famiglia Allegrini, Villa della Torre è una residenza rinascimentale terminata nel 1560. Nata dalla volontà di Giulio Della Torre, intellettuale di grande cultura di quell’epoca. L’originalità di questa struttura è da ricercare nella sua concezione, poiché è nata come residenza legata alle attività agricole, ma pensata anche come luogo per la pace del corpo e dell’anima secondo i canoni fissati dagli scrittori della latinità.
Al centro della Villa troviamo quello che viene chiamato “Peristilio“, il cuore della residenza, secondo uno schema chiuso che ricorda la domus romana.
Un giro nei vigneti adiacenti la villa
La sala che ha accolto gli ospiti per la degustazione
Marilisa Allegrini
La “fotografa” ufficiale Silvia Allegrini, nipote di Franco e Marilisa.
Si comincia…
87/100 – Veronese IGT La Grola 2001
Annata da ritenersi favorevole dato il buona andamento climatico della vite. Il deficit idrico del mese di Agosto è stato compensato con le piogge che sono cadute nella prima settimana di settembre e la maturazione delle uve è arrivata anticipatamente rispetto alla media e con concentrazioni zuccherine piuttosto elevate.
Il profilo aromatico in questo millesimo esalta in grande stile il carattere e la prestanza della Corvina. Un frutto solare, caloroso, dal grande appeal e molto immediato fin dalle prime battute, esaltato da note balsamiche e mentolate che danno ricchezza e freschezza in fase olfattivo, mentre le sfumature date dalla Syrah (l’altro vitigno che complementa la Corvina nel blend di questo vino) allargano il dettaglio verso note speziate piccanti e pepate. Legno ancora in bella mostra. Al palato segue con estrema coerenza quanto è stato dettato al naso, una trama tannica fitta e minuta, intrecciano con finezza la bella struttura di questo vino che sul finale non risulta mai cedevole in quanto sostenuto con vigoria dall’acidità.
84/100 – Veronese IGT La Grola 1998
Annata decisamente meno importante di quella raccontata in precedenza, caratterizzata anche da piogge inferiori alla media nel periodo estivo, mentre ha recuperato l’equilibrio con quelle cadute a metà settembre, per poi rallentare le operazioni di vendemmia per le abbondanti precipitazioni cadute nella prima decade di ottobre.
In fase olfattiva, questa versione risulta essere più sfumata e meno gagliarda della 2001, con un frutto che mostra accenni evolutivi più accentuati anche se più equilibrato tra il quadro aromatico del vino e quello del legno. Bagaglio olfattivo meno incisivo sulle note di piccoli frutti rossi, accenni floreali fragranti e lievi gradazioni speziate. Bocca meno nervosa sul piano dell’acidità ed è dotato di una trama tannica un po’ più grossolana nell’approccio e più asciutta in chiusura. Buona la struttura con un finale sicuramente meno evoluto e più articolato di quanto espresso al naso.
86/100 – Veronese IGT La Grola 1997
Annata dal timbro “caldo” per via delle scarse precipitazioni che hanno interessato l’estate di quell’anno e che si è protratto fino alla vendemmia. Tuttavia, a favore della maturità delle uve hanno giocato le escursioni termiche avvenute tra la notte e il giorno e la scarsità produttiva. Vini ricchi, di struttura e con alcolicità più elevate della media.
La versione 1997 è esplosiva nell’intensità, con un tocco leggermente selvatico sulle prime che necessità di ossigenazione prima di sparire e lasciare spazio ad un frutto pieno con note di frutta rosso sotto spirito, floreale di violetta e note speziate dolci. Il frutto torna anche all’ingresso al palato con la complicità di una spinta alcolica rilevante ma ben sorretto da un’acidità che non lo fa cedere nell’apprezzamento. Il tannino è fitto e setoso anche se un po’ asciutto sul finale. Solido, pieno e ancora con qualche anno davanti a sé. Buona l’articolazione in chiusura.
93/100 – Veronese IGT La Poja 2001
Caratteristiche dell’annata che hanno già raccontato in occasione del racconto de La Grola 2001. Il vino è splendido nell’appeal e imponente nella struttura. Deborda complessità, vitalità e piacevolezza da tutti i pori che vanno ad esaltare una delle migliori versioni di La Poja mai fatte. Un vino che tuttavia non è fatto solo di muscoli e concentrazione, possiede un carattere terroso e ha la personalità del grande vino. La componente fruttata trova riscontro in una ciliegia succosa, nelle more mature e nella prugna sotto spirito, carattere floreale che è dettato da sentori di violette che si fanno più delicate ma che non soccombono sotto l’imponenza del frutto, le tonalità speziate hanno la piccantezza del pepe nero in grani e quelle più dolci della cannella. A chiudere un ventaglio ampio e articolato troviamo anche sfumature di tabacco ed eucalipto, oltre a tocchi di cioccolato fondente e mandorla tostata. Al palato continuano le emozioni con la stessa vitalità, grazie ad una freschezza acido-sapida che si interseca nella struttura, mettendo in risalto una trama tannica di grande fattura ed un’articolazione al limite dell’infinito. “Sei grande, grande, grande” cantava Mina.
89/100 – Veronese IGT La Poja 2000
Un inverno poco piovoso ed una primavera calda e soleggiata, hanno fatto da preludio ad un’estate che oggi facciamo più fatica a ricordarci, in quanto la 2003 ha preso il monopolio nelle nostre menti. Temperature sopra la media e piogge scarse hanno ulteriormente contribuito alla maturazione anticipata delle uve. I tratti caratteriali sono dunque quelli dell’annata calda, con un frutto decisamente più in fase evolutiva, con un carattere speziato più “dolce” e marcato rispetto al campione degustato in precedenza. Bisognoso di ossigenazione per offrire un carattere più ampio e completo, dove emergono sfumature di mirtilli e more in confettura, visciole sotto spirito, rosa appassita, sfumature mentolate e tabacco biondo. Al palato possiede spalla e tenacia con un bellissimo grado di morbidezza aiutato da una spinta alcolica che riempie e allarga lo spessore, mettendo in bella evidenza la vivacità del tannino e quella della scia acido-sapida. Buona articolazione in chiusura con un finale più sfumato ma comunque di bellissima finezza.
88/100 – Veronese IGT La Poja 1997
Caratteristiche dell’annata che hanno già raccontato in occasione del racconto de La Grola 1997. La veste è di un bellissimo colore tra il rubino ed il granato, un po’ più cupo nelle sfumature se paragonato ai due campioni degustati precedentemente. Il profilo olfattivo è di grande calorosità nel frutto ed è molto pronunciata nella fase vanigliata-speziata. Si apre con sensazioni che ricordano la marasca sotto spirito, il tabacco mentolato, il cacao amaro, l’anice, la cannella ed i chiodi di garofano. Di grande appeal nella sua voluttuosità, di buona struttura, salda e decisa, forte di un tannino vivace nella proposta ma dalla chiusura più asciutta. La freschezza è ben pronunciata, mentre sul finale rimane più sfumata nella riproposta del corredo aromatico, meno di quanto si era percepita al naso per intensità. Nel complesso un bel vino, anche se in alcuni tratti ha un po’ subìto la prestanza dei due millesimi degustati prima.
Al termine di questa degustazione, Franco Allegrini ci ha voluto deliziare con un gradevolissimo fuori programma…
94/100 – Recioto della Valpolicella Classico Giovanni Allegrini 2000
Un fantastico esempio di Recioto che porta il nome autoritario del fondatore aziendale Giovanni Allegrini. Viene ottenuto solo con le uve migliori, raccolte con estrema cura e poi fatte appassire. Vengono portate poi in vinificazione quando gli Allegrini decidono che abbia raggiunto il suo apice, il suo stile racconta di un vino che non vuole mai apparire con un forte carattere “reciotato”, ma dove si vuole prediligere il frutto e soprattutto l’equilibrio gustativo tra struttura, zuccheri, acidità e trama tannica. Colore granato di grande profondità cromatica, luminoso e splendente nelle rifrazioni. Note di amarene in confettura, la croccantezza di un Boero con la ricchezza della ciliegia sotto spirito e le note di cioccolato, prugne disidratate, fichi secchi, liquirizia e fresche note balsamiche. Al palato colpisce subito per l’avvolgenza e per quell’equilibrio menzionato prima, dove nessun elemento tende emergere e con la spinta alcolica che trova la giusta complicità con la scia acido-sapida. Senza mai apparire stucchevole. Finale lungo e bello, immaginabile come quello di uno dei propri film preferiti.
I vini che hanno accompagnato il pranzo
I piatti sono stati preparati sotto la supervisione della fantastica padrona di casa Marilisa Allegrini
Un giro per la cucina della Villa della Torre
In serata è giunto il momento dei festeggiamenti de La Galzéga. Questo è il termine che veniva usato quando il proprietario di un edificio offriva il pranzo ai lavoratori che hanno contribuito alla realizzazione di una costruzione abitativa. Questo termine è stato preso in “prestito” dalla famiglia Allegrini e oggi testimonia la festa che viene fatta al termine delle vendemmie, ospitando amici, conoscenti e tutti i dipendenti delle varie tenute.
I festeggiamenti della Galzéga di Allegrini si svolgono all’interno delle sale della Villa della Torre e ospitano annualmente rassegne teatrali, recite, balli e canti per celebrare le uve della nuova annata.
Alcuni momenti della festa…
Marilisa Allegrini fa gli onori di casa presentando i protagonisti della recita
Alessandro, Raffaella e Tommaso hanno deliziato gli ospiti presenti con la novella che narrava di un incontro tra Lessinia ed il Monte Baldo e del loro corteggiamento. Storia che si è conclusa con il loro matrimonio e la nascita della Valpolicella
Cena
Brindisi finale
Arrivederci all’edizione 2013.
Credits:
Az. Agr. Allegrini
Via Giare, 9/11
37022 Fumane di Valpolicella (VR)
Tel: +39 045 6832011
Fax: +39 045 7701774
Sito Web: www.allegrini.it
Indirizzo posta elettronica: info@allegrini.it
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