Articolo a cura di Ivano Antonini.
Curatore della Guida dei vini on-line by Altissimo Ceto.
La degustazione di oggi, pone l’accento su una terra che a livello mondiale, è unica nel suo genere. Stiamo ovviamente parlando della Valpolicella, dove è vero che, in percentuale ancora maggiore, vengono prodotti vini dozzinali e per lo più anonimi, ma le eccellenze, quelle, non mancano. E possono vantarsi di portare alto il blasone del vino italiano che si pone su altissimi livelli.
In questo articolo si parla di: Aldegheri, Allegrini, Bertani, Brigaldara, Ca’ Rugate, Coffele, David Sterza, Fabiano, Le Ragose, Michele Castellani, Roccolo Grassi, Romano Dal Forno, Speri, Stefano Accordini, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Zenato, Zymé.
Prima di passare al racconto dei vini degustati, per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Con l’asterisco vengono indicati quei vini che non appartengono alla denominazione presa in considerazione, ma sono stati inseriti in questa sessione, poiché presentano alcune caratteristiche simili ai vini in esame.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato.
Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel al termine di ogni sessione.
Buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
I Valpolicella…:
92/100 – Valpolicella Superiore Vigneto di Monte Lodoletta Romano Dal Forno 2005 (Cat. H)
88/100 – Valpolicella Superiore Roccolo Grassi 2006 (Cat. E)
88/100 – Valpolicella Superiore La Bandina Tenuta Sant’Antonio 2006 (Cat. D)
87/100 – Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant’Urbano Speri 2006 (Cat. B)
86/100 – Valpolicella Classico Superiore Vigneto Ognisanti Bertani 2006 (Cat. B)
85/100 – Valpolicella Classico Superiore La Fabriseria Tedeschi 2006 (Cat. B)
85/100 – Valpolicella Classico Superiore Zenato 2007 (Cat. A)
83/100 – Valpolicella Superiore Campo Lavei Ca’ Rugate 2007 (Cat. D)
83/100 – Valpolicella Classico Superiore Le Ragose Le Ragose 2006 (Cat. B)
80/100 – Valpolicella Classico Speri 2008 (Cat. A)
79/100 – Valpolicella Coffele 2008 (Cat. A)
I Valpolicella Ripasso…:
*87+/100 – Veronese IGT Palazzo della Torre Allegrini 2007 (Cat. D)
87/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso Acinatico Stefano Accordini 2007 (Cat. A)
87/100 – Valpolicella Superiore Ripassa Zenato 2007 (Cat. B)
86/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso Speri 2007 (Cat. B)
85/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso David Sterza 2008 (Cat. n.d.)
85/100 – Valpolicella Superiore Ripasso Capitel San Rocco Tedeschi 2007 (Cat. B)
84/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso Le Sassine Le Ragose 2005 (Cat. C)
Gli Amarone…:
98/100 – Amarone della Valpolicella Vigneto di Monte Lodoletta Romano Dal Forno 2004 (Cat. H)
94/100 – Amarone della Valpolicella Classico Acinatico Stefano Accordini 2006 (Cat. F)
93/100 – Amarone della Valpolicella Aldegheri 1995 (Cat. H)
93/100 – Amarone della Valpolicella Classico David Sterza 2005 (Cat. n.d.)
92/100 – Amarone della Valpolicella Classico Allegrini 2006 (Cat. G)
92/100 – Amarone della Valpolicella Classico Bertani 2001 (Cat. F)
92/100 – Amarone della Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant’Urbano Speri 2005 (Cat. F)
91/100 – Amarone della Valpolicella Classico Zymé 2003 (Cat. F)
90/100 – Amarone della Valpolicella Case Vecie Brigaldara 2005 (Cat. F)
90/100 – Amarone della Valpolicella Classico I Fondatori Fabiano 2003 (Cat. F)
89/100 – Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli Tenuta Sant’Antonio 2005 (Cat. G)
89/100 – Amarone della Valpolicella Classico Zenato 2005 (Cat. F)
88/100 – Amarone della Valpolicella Classico Cinque Stelle Collezione Ca’ del Pipa Michele Castellani 2005 (Cat. F)
88/100 – Amarone della Valpolicella Capitel Monte Olmi Tedeschi 2005 (Cat. G)
87/100 – Amarone della Valpolicella Classico Marta Galli Le Ragose 2003 (Cat. F)
87/100 – Amarone della Valpolicella Classico Tedeschi 2006 (Cat. F)
86/100 – Amarone della Valpolicella Classico Le Ragose 2003 (Cat. F)
85/100 – Amarone della Valpolicella Classico Brigaldara 2006 (Cat. E)
I Recioto della Valpolicella…:
97/100 – Recioto della Valpolicella Classico Acinatico Stefano Accordini 2006 (Cat. D la 0,500)
*95/100 – Veneto IGT Passito Rosso Vigna Seré Romano Dal Forno 2004 (Cat. H la 0,375)
94/100 – Recioto della Valpolicella Roccolo Grassi 2006 (Cat. E la 0,375)
91/100 – Recioto della Valpolicella Classico Monte Fasenara Michele Castellani 2004 (Cat. E la 0,500)
90/100 – Recioto della Valpolicella Classico La Roggia Speri 2006 (Cat. E la 0,500)
89/100 – Recioto della Valpolicella Classico Brigaldara 2007 (Cat. E)
88/100 – Recioto della Valpolicella Classico Aldegheri 2007 (Cat. F la 0,500)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
I Valpolicella…:
92/100 – Valpolicella Superiore Vigneto Lodoletta Romano Dal Forno 2005 (Cat. H)
Conoscendo la maniacale ricerca della perfezione e la smisurata passione che ci mette Romano Dal Forno nel suo lavoro, a nostro parere, crediamo che sarebbe disposto a cancellare l’annata 2005 dal “suo” calendario se potesse. Gli aspetti sfavorevoli di questa annata, si sono visti ancor più accentuati nella valle d’Illasi, proprio dove ha sede il “regno” di uno dei più grandi vigneron italiani che il mondo ci invidia. Non ci sarà infatti l’Amarone di questo millesimo e ci dobbiamo “accontentare” per quanto riguarda la 2005 appunto, di questo Valpolicella che sembra re-inventarsi e nobilitarsi, tutte le volte che il suo fratello non viene prodotto. “Non si può sempre pretendere di produrre l’Amarone tutti gli anni” asserisce Dal Forno e quando vedi che questo produttore produce già il miglior Valpolicella della denominazione, ecco che in annate come queste, questo vino sembra avere una marcia in più. Da subito. E basterebbe metterlo a confronto con l’ottima 2004 per capire. Da una parte (la 2004) abbiamo la grinta e l’energia delle grandi annate, mentre in questo millesimo si percepisce come sempre spessore, concentrazione e lunghezza, meno energico per certi versi, ma con una maggiore rotondità al palato. Il naso è la consueta opera d’arte di sfumature, immenso e che non sembrerebbe trovare i suoi confini. L’articolazione aromatica e gusto-olfattiva sono di una stupenda coesione e con il pensiero ci porta lontano, tale da aspettare con trepidazione sempre la nuova annata, per capire cosa può aver nuovamente escogitato quel “diavolo d’un Dal Forno”!
88/100 – Valpolicella Superiore Roccolo Grassi 2006 (Cat. E)
Dalle tinte color granato, si dispiega in un’espressione olfattiva complessa di frutta matura con sentori boisé perfettamente integrati, terra e humus. Necessita di parecchia ossigenazione prima di dare il meglio di sé. In bocca si rivela un vino deciso, con volume, ma schietto nell’approccio con tannini rotondi e minuti. Questo è un vino che si distingue per la sua decisa persistenza e la sua suadenza. È un prodotto che, come logico, rispecchia le caratteristiche del suo creatore, quel Marco Sartori che imprime il suo carattere di persona ferma e con piglio da grande vigneron, il quale decide di fare il vino mettendo in evidenza la sua caparbietà sana e la sua dedizione alla terra. Giovane azienda in costante crescita qualitativa, consolidata su alti livelli qualitativi, ora, e capace di chissà quali pianeti futuri. L’Amarone non è stato prodotto nel 2005, quindi appuntamento rimandato alle prossime puntate…
88/100 – Valpolicella Superiore La Bandina Tenuta Sant’Antonio 2006 (Cat. D)
Altissimo Ceto.
Lo stile Sant’Antonio si riconosce a distanza. Masse coloranti, potenze già annunciate all’olafattiva, ma senza snaturarsi troppo o senza perdere l’equilibrio della finezza. Bella massa colorante rubino vivo con riflessi violacei. Il profilo olfattivo è incentrato su di un frutto maturo, note di spezie dolci e vanigliate, come cannella, chiodi di garofano. Ci piace questo Valpolicella. Molto. All’esame gusto-olfattivo si mostra in maniera espansiva ed equilibrata, morbido, magari non di grandissima lunghezza, anche se questa risulta tra le migliori in circolazione oggi. Di buon volume al palato, che parte lento e sottile per poi ampliarsi con la bevuta. Un tannino di grande vivacità e la nota di fresco-sapida a chiudere. Bravi.
87/100 – Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant’Urbano Speri 2006 (Cat. B)
Da sempre visto come punto di riferimento per la denominazione, il Monte Sant’Urbano della famiglia Speri non poteva deludere in questo millesimo. Ottenuto da uve provenienti dal cru di Fumane, si presenta con una vitalità nel bicchiere, che imprime luminosità ad una massa rubino profonda e compatta. Il naso ha (e avrà…) bisogno di tempo, sia per fondersi, che per trovare quel giusto equilibrio con il legno, comunque ben dosato, che dona versioni cioccolatose e balsamiche ad un ventaglio aromatico centrate su un cesto di piccoli frutti rossi. In bocca, il vino risulta solido e potente, sostenuto da una freschezza che tende ad incidere sulle prime, salvo poi dare larghezza al retro-gusto. Tannino incisivo e vitale.
86/100 – Valpolicella Classico Superiore Vigneto Ognisanti Bertani 2006 (Cat. B)
E’ cresciuto molto questo vino nelle ultime versioni. La 2006 si basa su un sottile e lungo equilibrio, con l’olfattiva che articola su fasi alterne e ben distribuite dando una sottile complessità alla massa, senza che vi sia un elemento che spinga più di altri. Il termine “rotondo” che spesso viene usato a sproposito, in questo caso è invece centrato e significativo. In chiusura non abbiamo una lunghezza da campioni, ma l’eleganza, quella sì, è sicuramente di rilievo.
85/100 – Valpolicella Classico Superiore La Fabriseria Tedeschi 2006 (Cat. B)
Dotato di un colore violaceo intenso con sfumature sul granato. Il profilo olfattivo si propone con sentori di marmellata di fico. Il sorso rivela una buona corrispondenza con il naso e ci fa apprezzare un tannino di nobile fattura, che viene però frenato da una giovinezza di fondo che può limitare la sua godibilità nell’immediato, ma che rappresenta, ad ogni modo, una caratteristica fiduciosa nel prossimo periodo.
85/100 – Valpolicella Classico Superiore Zenato 2007 (Cat. A)
Considerando l’ambizione del vino, il punteggio, a prima vista, potrebbe risultare un filo eccessivo. Ma la nostra chiave di lettura è andata molto più sul profondo, tendendo ad analizzare ogni singola sfumatura che potesse offrire nel momento dell’assaggio. Non è dotato di un’acustica potente ed impressionante, la sua complessità è molto più minuziosa e quasi bisogna “tendere l’orecchio” per ascoltarla nel profondo. Anche al palato corre sulla stessa lunghezza d’onda e con una beva esaltata al massimo.
83/100 – Valpolicella Superiore Campo Lavei Ca’ Rugate 2007 (Cat. D)
Semplice, diretto ed immediato è il Campo Lavei di Ca’ Rugate. Capace di esprimere con finezza, un quadro aromatico di buona incisività e con una chiave di lettura, facile per tutti. Al palato è tutto giocato sull’equilibrio, salvo avere un taglio più spostato sulla nota pseudo-calorica di un alcol che tende a primaggiare.
83/100 – Valpolicella Classico Superiore Le Ragose Le Ragose 2006 (Cat. B)
Dotato di un bel colore viola profondo, al naso regala dei bei sentori di frutta matura come ciliegie, prugne e marmellata di uva. Vanigliato, con un bel corredo di spezie dolci a chiudere. Al sorso ci accarezza la sua morbidezza, seppur non dotato di particolari articolazioni o profondità. Secco, di buon attacco alcolico bilanciato dalla freschezza. La mancanza però di un tannino vigoroso, può perderlo in vivacità, anche se comunque risulta di facile beva.
80/100 – Valpolicella Classico Speri 2008 (Cat. A)
Colore violaceo di buona profondità. In fase olfattiva tende ad essere un po’ troppo monocorde, anche a livello espressivo risulta abbastanza comune, seppur risulti essere un vino tecnicamente ben fatto. Palato di sicura e facile beva, con una freschezza che emerge su uno spessore di modesta entità.
79/100 – Valpolicella Coffele 2008 (Cat. A)
Un vino, quello della famiglia Coffele, che mostra due facce. Quella olfattiva, retta da un quadro semplice e lineare, capace di essere intrigante nella sua semplicità, ma con un palato che si rivela “squadrato” nell’insieme, dove acidità e tannino coprono la scena da protagonisti, con un corpo che non riesce a tenere testa.
I Valpolicella Ripasso…:
*87+/100 – Veronese IGT Palazzo della Torre Allegrini 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto
Non è un vero e proprio “ripasso”, ma sta molto bene in questa categoria. Una parte delle uve è stata vendemmiata in anticipo, diciamo intorno alla seconda metà di settembre, per poi essere lasciata ad appassire. Solo a gennaio, quest’ultima viene pigiata e fatta fermentare insieme al vino preventivamente ottenuto dalle uve raccolte a maturazione fenolica completata, il risultato è un vino ricco, pieno ma non particolarmente potente, senza possedere quella “stucchevolezza” che spesso accompagnano i vini ottenuti da questo tipo di vinificazione, con il plus di incontrare a pieno titolo lo stile Allegrini, fatto di vini di grande riconducibilità tipologica, senza essere troppo orientati sul taglio “reciotato” a livello aromatico. Bocca lineare, avvolgente e di grande scorrevolezza. La sensazione pseudocalorica avvertita al palato è più collegato a certi elementi legati all’annata, che non quello del tipo di vinificazione utilizato. A sostegno, troviamo comunque una freschezza davvero notevole. Vuoi non dare la menzione speciale ad un vino così?
87/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso Acinatico Stefano Accordini 2007 (Cat. A)
Il bicchiere si tinge in questo caso di color rosso violaceo con riflessi granati. Un naso improntato sulla freschezza di frutto che riuscirà a trovare quel pizzico di integrazione maggiore con il legno, per favorire l’acuto del frutto, anche se si fonde temporaneamente ad una discreta chiusura. Al palato è avvolgente, ben bilanciato, ma bisognoso ancora di tempo, prima di arrivare ad ottenere dei risultati di maggiore integrazione per quanto riguarda l’articolazione. Al momento le tre componenti principali come alcol, acidità e tannini se la giocano a braccio di ferro, pur senza cedimenti. Il tempo potrà essere un buon consigliere per tutti, incluso i grandi vini che hanno solo bisogno di tempo per crescere.
87/100 – Valpolicella Superiore Ripassa Zenato 2007 (Cat. B)
Una carica intensa cromatica rosso rubino con riflessi violacei accesi. Un naso che inizialmente si presenta timido ma che si lascia avvicinare piacevolmente, mentre al secondo naso si mostra pulito, generoso e ben vinificato, rivelandosi poi di grande equilibrio olfattivo. Al palato si avverte rapidamente il tocco aziendale fatto sempre di notevoli equilibri. Lampo acido- sapido che esalta la beva, i tannini egregiamente integrati e di grande qualità, solo l’influenza del legno tende ad essere messa in maggiore evidenza. Equilibrio e discrezione fino in chiusura.
86/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso Speri 2007 (Cat. B)
Granato con riflessi granata, sulla linea colorante è carico e vivo. Il livello visivo rimane di bell’aspetto preannunciando la prontezza di beva. Naso intenso e complesso mette in evidenza sensazioni di grande integrità e polposità del frutto con il legno a bilanciare. Spezie, frutta e vaniglia leggera nel profilo olfattivo. In bocca è di grande freschezza con tannino non ancora perfettamente integrato ed un attacco medio lungo dal finale deciso. E’ un prodotto che con ferma certezza non ci abbandonerà presto. Pronto a regalare ancora emozioni.
85/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso David Sterza 2008 (Cat. n.d.)
Carico e ricco nella tonalità rosso rubino con riflessi violacei. Bel naso molto fruttato, dove emergono ciliegie, prugne, more e marmellata di mirtilli con sentori di spezie dolci. La sua sfumatura data dalla tostatura, denota una buona qualità olfattiva, un tocco di vegetale per poi chiudersi nell’inebriante profumo di biscotti cotti al forno. Ma è al palato che evidenzia la sua dote migliore con la sua scorrevolezza intensa e persistente, con tannini rotondi, di bella freschezza, scorrendo in perfetto equilibrio.
85/100 – Valpolicella Superiore Ripasso Capitel San Rocco Tedeschi 2007 (Cat. B)
Alla vista si offre con un colore rosso rubino violaceo con l’unghia dai tocchi granati. Al naso si propone con ottima apertura invitando chi si troverà di fronte, ad apprezzarlo già dalle prime battute. Proposta olfattiva già espressiva e pronta, dal carattere fruttato con successivi accenni di vaniglia e spezie dolci molto apprezzabili, intenso e di buona complessità. All’ esame gustativo offre meno opulenza e volume rispetto all’esame olfattivo, ma esce con una buona vitalità anche per il tannino particolarmente vivace.
84/100 – Valpolicella Classico Superiore Ripasso Le Sassine Le Ragose 2005 (Cat. C)
Abito rosso rubino con sfumature granate. Al tempo stesso il naso viene inebriato da note di prugna matura e tamarindo. La vinificazione risulta corretta, con una gustativa di discreta pienezza e presenza, succoso e di media compattezza. Rivela un tannino non perfettamente integrato e che non sappiamo se riuscirà a distendersi con maggiore scioltezza.
Gli Amarone…:
98/100 – Amarone della Valpolicella Vigneto di Monte Lodoletta Romano Dal Forno 2004 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Maestoso, monumentale, imponente, magnifico, straordinario… e potremmo continuare all’infinito. Da quando abbiamo la fortuna di assaggiare i vini targati Dal Forno, abbiamo quasi la sensazione che ogni annata sia la migliore. Ma questa effettivamente è la… Migliore! Una 2004 capace ancora una volta di stupirti, anche se Romano sembra non avere più segreti. Di meravigliarti, perché Romano ha sempre il cilindro in mano e non saprai mai cosa potrà uscire da quel cappello sotto i colpi della sua bacchetta magica. Di innamorarti, perché se Romano fosse anche una bella donna, (detto dalla parte maschile del panel ndc) allora avrebbe tutto. Ma i suoi vini sono già sufficienti per noi. Sufficienti per sognare e di pensare a quale potrebbe essere quella parte del mondo, in grado di produrre dei capolavori che sono più, di semplici opere d’arte. Come questa. Salvo poi “risvegliarti” e diventare tremendamente realista e accorgerti che quell’angolo non c’è. In nessuno dei cinque continenti. Come? Oltralpe? Diremmo, meno che meno… E dunque ti senti fiero. Fiero di essere italiano e poter mostrare al mondo un nostro made in Italy, capace di suscitare ammirazione. Ammirazione, non invidia. Quella la lasciamo volentieri ad altri. L’invidia di quelli che l’Amarone Dal Forno è “pesante”… di quelli che l’Amarone Dal Forno è un vino artefatto… di quelli che l’Amarone Dal Forno è caro… quella, signori, non è invidia. Quella è la voce di coloro che l’Amarone Dal Forno non l’ha mai assaggiato. Costoro non hanno mai passato una giornata in compagnia di Romano, non sanno i sacrifici che vengono compiuti ogni anno in vigna ed in cantina, non sanno che questo vino può essere prodotto solo quando l’annata lo consente e non sanno quante bottiglie di Amarone si riescono a produrre da un quintale d’uva “fresca” di partenza. A tutto questo ci aggiungiamo la passione di un uomo, di sua moglie e dei suoi figli tutti impiegati per la stessa causa e nel segno della continuità, votati a soddisfare la nostra voglia di voler continuare a degustare questi vini in eterno. Terminato di elogiare tutto quello che è il “corollario” di quanto ci sta intorno a questa bottiglia, parliamo del suo contenuto. Ormai si è scritto e riscritto tutto su questi vini, indipendentemente all’annata, che sono vini magnifici ecc… ma ci vorremmo soffermare sul punteggio. Si proprio quel numerino scritto in cima che siamo in qualche modo “costretti” a darlo. E’ il mestiere del degustatore che ci obbliga. Ma sono proprio vini come questi che ti mettono in difficoltà. Sono vini perfetti. Anzi, più che perfetti. Ma oltre ad essere perfetti hanno pure un’anima, un carattere ed una personalità espressiva. Un vino che, tra l’altro, nella 2004 titola solo 16,5% e che mostra una bevibilità straordinaria, senza perdere nulla della sua proverbiale concentrazione e dove la sua profonda freschezza acido-sapido-minerale viene maggiormente esaltata. Un vino che gli daresti centoventicentesimi, ma che poi ti senti di ridimensionare ad un “misero” 98. Primo perché la 2004 è destinata ancora a crescere in bottiglia e quindi manteniamo quei due punticini di margine. Secondo perché toccando con mano la realtà produttiva di Dal Forno, con la sua nuova cantina a disposizione, siamo pronti a scommettere che nel prossimo futuro saranno ancora moltissime le annate che potranno superarla e pronte ad essere considerate: “semplicemente le migliori”. Per nostra fortuna.
94/100 – Amarone della Valpolicella Classico Acinatico Stefano Accordini 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Nella versione 2006, l’azienda Stefano Accordini, sfodera una delle più belle prove dell’Amarone Acinatico. Vino pronto a durare per moltissimi anni, con il plus di sciorinare un’eleganza ed una finezza già nell’immediato. Il bagaglio aromatico è tra i più ricchi mai visti. Il lato “reciotato” non prevale sulla massa e dona verticalità e personalità al frutto mai stucchevole. La bocca è piena, densa, compatta e ricca. Una trama tannica profonda ed importante che dona volume ad una struttura che non cede mai in facili pesantezze. L’acidità forma una spina dorsale lunga e preziosa, capace di illuminare e non schiacciarsi sotto il peso dell’alcol. Applausi ed un Altissimo Ceto guadagnato e meritato.
93/100 – Amarone della Valpolicella Aldegheri 1995 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Sì, avete capito bene! 1-9-9-5! Un vino che impressiona già a bottiglie coperte, con una personalità ed un’energia da vero campione. Un progetto nato da un’idea che è partita da lontano, fin dalla sua nascita, con lo scopo di farlo maturare a lungo e con finalità tese ad aiutare, a livello economico, l’Associazione Arcobaleno di S. Pietro in Cariano. Il vino parla con un linguaggio aperto, facilmente comprensibile, con una proprietà che interessa ogni piccola sfumatura aromatica. Un frutto articolato, aiutato dalla maturazione, che dona complessità alla forma tra le più interessanti in questa sessione. Il palato è di “elementare” coerenza. Lungo, articolato, deciso, saldo e compatto. In una parola, buono! Anzi, meglio due in questo caso: molto buono!
93/100 – Amarone della Valpolicella Classico David Sterza 2005 (Cat. n.d.)
Quelli targati David Sterza, sono vini che hanno piacevolmente colpito il panel di assaggio della guida. Vini di grinta e carattere, mancano di essere registrati nell’amalgama generale, ma sono esuberanti di personalità. Anche vero che nei nostri bicchieri, avevamo l’annata 2005 e quindi con tutti i limiti del caso, ma il profilo delle sensazioni presentava un ottimo equilibrio tra il frutto ed il taglio aromatico derivato dall’appassimento. Frutto polposo e croccante, non cedevole. Al palato prima si allarga con avvolgenza e poi si allunga con perfetta precisione, scorrendo fino alla chiusura senza intoppi e senza ostacoli.
92/100 – Amarone della Valpolicella Classico Allegrini 2006 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Il segno che la Valpolicella è viva e gode di un presente splendido, capace di guardare al futuro in maniera fruttuosa, su basi che poggiano su un passato concreto è rappresentato dall’Amarone della famiglia Allegrini. Una zona, una famiglia, un vino. Capace di splendere come non mai nel millesimo 2006. Un ventaglio aromatico che è capace di sciorinare sensazioni intriganti, concrete, ricche e pregne di personalità; dalla semplice ciliegia al timo, dalla confettura di more alla menta, dalla vaniglia al Kirsch e via verso nuove mille avventure. Il palato imprime una forza ed un’energia che asseconda un vino sorprendentemente in forma da bere oggi, ma che non dubitiamo, possa sfidare decenni ed ogni teoria dei Maya o di qualsiasi Nostradamus de ‘noantri. Per quanto riguarda l’allungo… beh per quello mettetevi comodi e gustatelo fino in fondo. Standing ovation per una famiglia che è capace ancora di sorprendere. E noi che pensavamo di aver già visto tutto…
92/100 – Amarone della Valpolicella Classico Bertani 2001 (Cat. F)
Classicismo, tradizione, storia, tipicità è quello che comunica il bicchiere che racchiude il nostro Amarone di Bertani nella vivace versione 2001. Al naso addirittura, comunica un messaggio molto più giovanile di quanto abbia mai fatto in passato. Segni dei tempi che cambiano? Non crediamo. Siamo più propensi ad una chiave di lettura che parte da un’uva che è stata raccolta a piena maturazione e che sia stata manipolata, sempre dalle sapienti mani di Cristian Ridolfi, ma capace di assecondare ciò che natura ha regalato in quel determinato millesimo. Ed il 2001 dice frutto, frutto e ancora frutto. Fragrante e fresco ed articolato con una serie di sensazioni legate alla lunga permanenza in legno, vaniglia, mentolato e spezie. Bocca viva, capace di muoversi in maniera leggiadra come un eufemismo su una struttura imponente e ricca. Chiusura tipica con quel tannino un po’ duro che guai non ci fosse. Non si chiamerebbe Bertani.
92/100 – Amarone della Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant’Urbano Speri 2005 (Cat. F)
Di gran lunga una delle migliori versioni in questo millesimo. Segno che per fare un grande vino sempre, ci vuole una grande uva ed un vigneto tra i più belli della Valpolicella. Ma cosa sarebbe un grande vigneto in mano a mani sbagliate. Ecco che i Speri riescono ad imprimere quel vigore e quella prestanza degno dei campioni. Tutta materia prima che trova corrispondenza al palato, vitalità segnata da una freschezza minerale, quasi iodata. Allungo che termina un po’ più corto di quanto abbiamo riscontrato al naso, ma non tale da segnarlo in maniera negativa.
91/100 – Amarone della Valpolicella Classico Zymé 2003 (Cat. F)
Ce ne fossero di 2003 così. Soprattutto in questa denominazione. Cedimenti non se ne vedono all’orizzonte. Eppure poteva esser facilmente intuibile, quando poi si parla di vini ottenuti da uve che, oltre alle concentrazioni derivate dall’annata calda, gli hanno “forzato” anche l’appassimento. Certo, il vino non è facile da “leggere”, ne tantomeno risulta agevole arrivare in fondo alla bottiglia; ci vuole una bella compagnia di amici per dargli fondo, ma la piacevolezza è assicurata. Un frutto “dolce”, polposo e ricco di contenuti. Aromi carichi di mora e ribes in confettura ed un taglio energico dato dal cassis e dal balsamico. Bocca piena e calda. L’acidità si sforza parecchio a dare la sua presenza, ma è aiutata da una forza sapido-minerale da non sottovalutare.
90/100 – Amarone della Valpolicella Case Vecie Brigaldara 2005 (Cat. F)
L’Amarone di Stefano Cesari, non ha mai impresso per il suo volume o per la sua potenza. La posizione dei suoi vigneti danno origine ad uve che danno dei risultati più visibili dal punto di vista aromatico. Con versioni meno concentrate, ma più giocate sull’eleganza e sulla variabilità delle sensazioni. Anche al palato viene “riconosciuto” per il suo correre sul filo dell’equilibrio. E dare allungo ed eleganza. Anche in questa annata.
90/100 – Amarone della Valpolicella Classico I Fondatori Fabiano 2003 (Cat. F)
Trend qualitativo in crescita, dettato anche dai risultati dal prodotto di punta di casa Fabiano in un’annata decisamente non facile. Il quadro speziato deciso, il quale veste un ruolo da primo attore, fa da contorno al frutto in confettura e da una visciola sotto spirito. Capace di essere apprezzato da un pubblico ampio per il suo facile approccio. Anche al gusto è avvolgente, anche se irruvidito da un carattere segnato da un tannino che tende ad asciugare in chiusura.
89/100 – Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli Tenuta Sant’Antonio 2005 (Cat. G)
Uno stile ricco e riconoscibile quello della Tenuta Sant’Antonio, con il legno che tendeva a primeggiare in versioni appartenenti al passato, è stato “alleggerito”. Così si riesce a scorgere tutto il suo carattere che sul piano del potenziale rimane tra i più rilevanti per la denominazione. Un po’ “squadrato” al palato con un tannino che si mostra rigido e appuntito e tende ad accorciare il tragitto, di quanto ha da offrire al retro-gusto e che non gli permette di fare quel salto oltre alla soglia della super-eccellenza.
89/100 – Amarone della Valpolicella Classico Zenato 2005 (Cat. F)
Un vino appoggiato su solide basi costruite dalle sapienti mani della famiglia Zenato. Tutto improntato sull’equilibrio e sulla coerenza gusto-olfattiva che non ha lampi dotati di grande carattere, ma offrono garanzie e sicurezze e capaci di essere piacevolmente apprezzate. Da tutti.
88/100 – Amarone della Valpolicella Classico Cinque Stelle Collezione Ca’ del Pipa Michele Castellani 2005 (Cat. F)
I vini targati Michele Castellani sono prodotti che trasmettono un carattere, fatti da una passione che sono alla base del lavoro quotidiano. Lavoro portato avanti da papà Sergio e dai suoi figli e che si ritrovano attraverso le piccole sfumature del baglio aromatico che riescono ad imporsi con finezza ed eleganza anche nella versione 2005 del Cà del Pipa. L’unico neo è dato da un legno che tende a farsi un po’ troppo vedere e che difficilmente crediamo possa integrarsi in futuro. La stessa percezione la troviamo al palato, dove questa avvolgenza e la sensazione pseudocalorica data dall’alcol incidono su una struttura piena e ricca, ma che non ha trovato ancora la sua complicità con la freschezza acido-sapida, al fine di imprimergli maggiore vitalità. Un vino che comunque offre spunti interessanti, per chi è alla ricerca di qualcosa di particolare e non scontato.
88/100 – Amarone della Valpolicella Capitel Monte Olmi Tedeschi 2005 (Cat. G)
Ci aspettavamo sinceramente di trovare il Monte Olmi posizionato ben più in alto in graduatoria. Le potenzialità alla base c’erano tutte. Un vigneto tra i più belli di tutta la Valpolicella, il savoir-faire di una famiglia che non è di certo l’ultima arrivata e la storia di un’azienda fondata nel 1630. Forse, proprio per questo ci aspettavano di più, pur ragionando su un punteggio di tutto rispetto. Ma vedendo che l’Amarone base gli è dietro di un’incollatura, questi ragionamenti sono stati ancor più ponderati. E non c’entra nulla la differenza d’annata tra i due vini. Il bagaglio aromatico avrà bisogno di tempo per trovare lo sprint necessario. Nessun problema per questo, stiamo parlando del Monte Olmi, mica un vinello da bere entro dopo domani. Ma quello che ha frenato lo sviluppo e l’allungo al palato, è la chiusura amarognola del tannino, che abbiamo riscontrato nell’apertura di tutte e tre le bottiglie a nostra disposizione. Proprio perché volevamo essere sicuri dei nostri presupposti.
87/100 – Amarone della Valpolicella Classico Marta Galli Le Ragose 2003 (Cat. F)
Un vino ed un’azienda che dimostrano di essere una solida realtà per la Valpolicella, ma che siamo pronti a scommettere e puntare su un incremento qualitativo che porterà presto i suoi frutti e che porterà ben presto i suoi prodotti a traghettarli verso i piani alti della denominazione. Di fronte abbiamo un vino che ha risentito di alcuni cedimenti aromatici evolutivi dovuti all’annata, ma sotto abbiamo polpa, spessore e grinta, che gli permettono di trovare un discreto equilibrio gustativo e salvare così la piacevolezza di beva. Occhi puntati per il futuro quindi.
87/100 – Amarone della Valpolicella Classico Tedeschi 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Ne abbiamo introdotto l’argomento nel caso della descrizione del Monte Olmi e non ci resta che elargire applausi al “Classico” 2006 della famiglia Tedeschi. Un vino, non solo tecnicamente ben fatto, ma capace anche di osare qualcosa in più sul piano della personalità, che per un vino “base” che ogni anno supera nettamente i centomila esemplari, non è cosa da poco. Bagaglio aromatico incisivo e variegato, con un legno piacevolmente integrato. Mentre al palato riesce ad imporre forza e spessore, scorrendo via in maniera liscia ed equilibrata, senza cedimenti e senza pause. Menzione speciale meritata.
86/100 – Amarone della Valpolicella Classico Le Ragose 2003 (Cat. F)
Rispecchia in sintesi quanto trasmesso e comunicato con il Marta Galli, descritto qualche riga sopra, con una proprietà di linguaggio più sottile e più attenuata. Al gusto abbiamo però il plus che chiude senza particolari asciugature del tannino e questo gli ha permesso di restare posizionato su un gradino più in basso rispetto all’altro campione.
85/100 – Amarone della Valpolicella Classico Brigaldara 2006 (Cat. E)
Anche se chiude la graduatoria degli Amarone della Valpolicella di questa sessione, gli va dato il merito di essersi guadagnato un punteggio di tutto rispetto che non lo penalizza. In virtù sì, di un corpo più snello e meno preponderante rispetto al Case Vecie, ma capace di destrezze ed agilità non comuni per un vino di questa tipologia. I quali ricalcano in tutti i passaggi, circostanze fatte da equibrio, energia e bevibilità.
I Recioto della Valpolicella…:
97/100 – Recioto della Valpolicella Classico Acinatico Stefano Accordini 2006 (Cat. D la 0,500)
Altissimo Ceto
Il Recioto Acinatico 2006 di Stefano Accordini, si iscrive di diritto (e con largo merito) nel novero dei più grandi vini che questo territorio abbia mai prodotto, entrando di diritto anche nella storia dei vini dolci italiani più straordinari. Un naso che impressiona per potenza, forza e complessità, riuscendo a garantire finezza ed eleganza, non facili e non così scontati quando si parla di Recioto. Il profilo olfattivo è un libro aperto. Anche se si arriva solo a metà del suo potenziale, in quanto se volete arrivare al lieto fine di questa bellissima storia, gli dovrete concedere ancora del tempo. Armonia di sensazioni che vanno dal frutto “succoso”, passando per le note cioccolatose, le spezie e terminando con il balsamico. Ma è proprio quest’ultimo a dare vitalità, vigore ed energia all’insieme, soprattutto al palato che riesce a trovare complicità con la freschezza e supportare con classe e leggiadrìa uno spessore non indifferente sul piano della struttura. Trama tannica forte ed incisiva, bisognosa di un soggiorno in bottiglia che lo farà sicuramente crescere. Ancora.
*95/100 – Veneto IGT Passito Rosso Vigna Seré Romano Dal Forno 2004 (Cat. H la 0,375)
Altissimo Ceto
La Vigna Seré si trova fuori dalla zona della Valpolicella e quindi non può essere messo in bottiglia come Recioto, anche se le caratteristiche rimangono identiche. Immaginatevi la ricchezza aromatica delle ciliegie nel vasetto della Fabbri, con la medesima intensità espressiva e la medesima dolcezza. Intorno a questo ricamateci le caratteristiche, la ricchezza, lo spessore e la personalità dell’Amarone di pari annata e metteteci un po’ di zucchero residuo e il risultato è fatto. Romano, valutando la straordinaria concentrazione di questo vino, dichiara che è un vino “che basta bere un biccierin a fine pasto”. Sarà, ma basta chiedere ad ogni componente del panel, cosa ne pensa di questo vini, vi risponderà che vorrebbe egoisticamente tenerlo tutto per sé e terminare la bottiglia. Da solo. Applausi e un Altissimo Ceto dato “in automatico”. Perché se lo merita.
94/100 – Recioto della Valpolicella Roccolo Grassi 2006 (Cat. E la 0,375)
Altissimo Ceto
Marco Sartori e la sua famiglia ci ha regalato una magnifica espressione di questa tipologia, imprimendo una schiettezza ed una riconoscibilità che vanno dritto al nostro cuore e lo mettono in comunicazione con il bicchiere sul filo delle emozioni. La telefonata, è una di quelle che ti allungano la vita e che ringraziano se abbiamo scelto di fare questo mestiere, per riuscire quindi a godere appieno di un nettare che è un regalo della natura, ma dove l’uomo ha lavorato tanto al fine di portarlo in bottiglia. Integro, territoriale e profondo. Quasi intimo. Profilo aromatico cesellato e nitido. Prezioso come un anello di Swarowski, ricco come il forziere di Zio Paperone e dolce come una carezza. Al palato sembra interminabile. Diciamo sembra, perché quando si pone la parola fine all’allungo gustativo, vorresti continuare a gustarlo. Peccato che la fine della bottiglia arrivi presto. Troppo presto.
91/100 – Recioto della Valpolicella Classico Monte Fasenara Michele Castellani 2004 (Cat. E la 0,500)
Un chiaro esempio tipologico di vino di grande caratura e di fattura immensa. Tecnicamente ben fatto, con tutti gli elementi a proprio posto, solo con un tannino che si mostra un filo grossolano. Per il resto riesce ad esprimere la passione, comune a tutti i vini di questa azienda, dando risultati che si mostrano coerenti sul filo degli anni, senza mai apparire troppo banali. E questo è un elemento da non sottovalutare.
90/100 – Recioto della Valpolicella Classico La Roggia Speri 2006 (Cat. E la 0,500)
Un vino che è stato capace di esprimersi in maniera originale, ponendo l’accento sulla riconoscibilità di un’identità che è proprio della famiglia Speri. La complessità impreziosita da note di eucalipto e spezie dolci. il cioccolato fondente tagliato a scaglie su una coppa ricca di piccoli frutti rossi, maturi e succosi. Ed un profilo gustativo che non mostra le imponenze dei campioni degustati sopra, ma riesce ad articolarsi con equilibrio e scioltezza. Senza mai stancare.
89/100 – Recioto della Valpolicella Classico Brigaldara 2007 (Cat. E)
Il Recioto di Stefano Cesari chiude una prova di assoluto rilievo per i vini presentati quest’anno. Consapevoli dei risultati che avrebbero ottenuto ci hanno peraltro colpito per l’originalità dell’approccio. Sia olfattivo che gustativo. Questo vino in particolare mostra spessore e ricchezza, degna di questa tipologia, esprimendosi con equilibrio dal primo naso, dritto e scorrevole fino all’ultimo sorso. Non stucchevole e chiusura di buona finezza.
88/100 – Recioto della Valpolicella Classico Aldegheri 2007 (Cat. F la 0,500)
Un campione che è stato capace di esprimersi su dei livelli molto alti ed una correttezza nel temperamento, davvero eloquente. Non perde nulla per strada inteso come carattere, peso e spessore. In più con una freschezza che tende a porsi in maniera rilevante e dare agilità di beva. Con equilibrio e molta delicatezza.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
In chiusura alla prima edizione della nostra Guida dei vini on-line, abbiamo notato come il Veneto si sia poi rivelata la regione che più ci ha dato difficoltà nella raccolta dei campioni. Il raduno di tutti i vini si è protratto su più mesi e quindi ci ha costretti a non poche complicazioni in fase di assaggio, quando si è trattato di valutarli poi nelle sessioni di assaggio. Soprattutto per la tipologia riguardante gli Amarone della Valpolicella. E quando ti trovi a degustare campioni della 2001, 2003, 2004, 2005 e 2006, annate che, a nostra memoria, non crediamo vi siano altrettante capaci di mettere in mostra altrettante differenziazioni tra le più disparate, ecco che a complicare ulteriormente ancor di più questo cammino, vanno anche calcolati i “ritardi” di quei produttori che decidono, giustamente, a posticipare l’uscita in commercio dei loro vini di punta, se paragonate alle classiche uscite “da disciplinare”. Ma in sintesi sono fondamentalmente tre le annate più importanti di queste sessioni. Incominciando con la 2005, notiamo come abbia espresso tutti suoi limiti, nonostante sia stata salutata in partenza come un’annata favorevole. Vini tutto sommato buoni, ma che non hanno la grinta delle grandi annate, con squilibri che scemano in tannini spesso grossolani e con una chiusura amarognola. Di tutt’altro spessore invece è la 2006, vini decisamente più netti, distinti e complessi dal punto di vista aromatico, mentre al palato mostrano uno spessore indiscutibilmente più saldo e compatto, mentre la trama tannica si mostra grintosa per il suo carattere adolescenziale, ma che permettono di percepire un’articolazione retro-olfattiva di tutt’altra stoffa. Infine, qualche spunto sulla 2007. In questo caso ci riferiamo più ai Valpolicella Superiore ed ai “ripasso”. Lungi da noi voler già trarre delle conclusioni, in quanto dovremmo aspettare di assaggiare gli Amarone prima. Ma notiamo come nella prima categoria, si trovino vini più polposi e più leggibili anche dal punto di vista dell’eleganza, mentre la maggiore trasformazione positiva le hanno compiute secondo noi, proprio le versioni Ripasso. Una volta era considerato l’Amarone “dei poveri”, che profumava tanto di “vorrei ma non posso”. Le scelte su questa categoria venivano sostanzialmente compiute da quelle persone che non potevano permettersi, a livello economico, i loro fratelli maggiori. Ora invece, troviamo che si possa parlare di acquisizione di una vera e propria identità. Quei profumi e quei gusti un po’ “rancio“, per dirla alla francese, erano più accentuati in passato, in quanto si trovavano a vestire dei corpi più snelli e capaci di metterli maggiormente in evidenza. Oggi invece si notano di meno. Non tanto perché sono state modificate alcune pratiche di cantina, per arrivare a questo tipo di risultato, ma perché questi vini hanno messo su chili e sono diventati più energici, soprattutto al palato con una più positiva integrazione tra corpo-dolcezza-acidità che li ha resi meno stucchevoli. Con buona pace di tanti. Dove siamo contenti di posizionarci pure noi in questa grande famiglia, come amanti della buona Valpolicella. Terra fatta di uomini e vini unici. Al Mondo.
Articolo redatto da:
Ivano Antonini.
Curatore della Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto e Referente regionale per il Piemonte.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S.
Sommelier operante presso il Ristorante Relais & Chateaux “Il Sole di Ranco”.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia AIS 2008, Miglior Sommelier della Lombardia 2001 e Sommelier dell’anno per la Guida de L’espresso 2006.
Si Ringrazia i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
EDIZIONE 2010/2011:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo ed i Nebbiolo d’Alba
MARCHE
EDIZIONE 2009/2010:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
-Le eccellenze di Cortona e di Montepulciano.
-Le eccellenze della “Costa” (prima parte): I vini bianchi, Bolgheri e Montecucco
-Le eccellenze della “Costa” (seconda parte): Scansano, Val di Cornia e le produzioni ad I.G.T.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
ABRUZZO
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
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