Articolo a cura di Luca Martini.
Referente regionale per l’Abruzzo e la Sicilia.
Esordiamo con il primo capitolo riguardante quella magnifica terra chiamata Abruzzo, con una degustazione importante delle eccellenze prodotte a livello di vini bianchi. Trebbiano, Pecorino e Passerina sono i protagonisti di oggi e fanno da preludio a quanto andremo poi a raccontarvi, nei prossimi giorni, quando invece il protagonista a scendere in campo, sarà il Montepulciano. Ma ora godiamoci questi vini…
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Gli asterischi si rifersicono a dei “virus”, ovvero vini che non rientrano ufficialmente nella denominazione di una sessione specifica, ma che hanno molte caratteristiche in comune. Oppure vini che provengono da altre regioni, ma che sono state volutamente inserite in uno specifico contesto, per essere confrontati con altri prodotti.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato.
Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel al termine di ogni sessione.
Buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
Dal vitigno Trebbiano:
93/100 – Trebbiano d’Abruzzo Valentini 2008 (Cat. E)
90/100 – Trebbiano d’Abruzzo Barba 2006 (Cat. C)
90/100 – Trebbiano d’Abruzzo Marina Cvetic Masciarelli 2007 (Cat. E)
87/100 – Trebbiano d’Abruzzo Emidio Pepe 2006 (Cat. E)
84/100 – Trebbiano d’Abruzzo San Clemente Zaccagnini 2008 (Cat.D)
83/100 – Trebbiano d’Abruzzo Nestore Bosco 2008 (Cat. A)
82/100 – Trebbiano d’Abruzzo Uno Collefrisio 2009 (Cat. A)
82/100 – Trebbiano d’Abruzzo Fattoria La Valentina 2008 (Cat. A)
*81/100 – Colli Aprutini IGT Vignafranca Barba 2008 (Cat. A)
81/100 – Trebbiano d’Abruzzo Fonte Cupa Montori 2009 (Cat. A)
78/100 – Trebbiano d’Abruzzo Alba Lepore 2009 (Cat. A)
Dal vitigno Pecorino:
88/100 – Alto Tirino IGT Pecorino Cataldi Madonna 2008 (Cat. C)
84/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino Nubile Strappelli 2007 (Cat. A)
82/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Yamada Zaccagnini 2009 (Cat. A)
81/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino “Trend” Montori 2009 (Cat. A)
80/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Fattoria La Valentina 2008 (Cat. A)
80/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino Soprano Strappelli 2009 (Cat. A)
79/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino Anfra 2009 (Cat. A)
79/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Colle Civetta Pasetti 2008 (Cat. A)
78/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Nestore Bosco 2008 (Cat. A)
Dal vitigno Passerina:
83/100 – Controguerra Passerina “Sol” Lepore 2002 (Cat. A)
81/100 – Controguerra Passerina ” Do” Lepore 2005 (Cat. A)
80/100 – Controguerra Passerina Passera delle vigne Lepore 2008 (Cat. A)
79/100 – Colli Aprutini IGT Passerina Anfra 2009 (Cat. A)
Fuori dal coro:
84/100 – Colline Pescaresi IGT Chardonnay San Clemente Zaccagnini 2008 (Cat. D)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
Dal vitigno Trebbiano:
93/100 – Trebbiano d’Abruzzo Valentini 2008 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Il Trebbiano di Vlaentini è il vino che ogni persona deve provare almeno una volta nella vita. Ci si deve avvicinare in segno di devozione, concentrazione e rispetto, non tanto per chi lo ha fatto, il grande Edoardo prima ed il figlio Francesco Paolo poi, ma per un’uva che è talmente bistrattata in altre parti e che invece a Loreto Aprutino, ha assunto dei connotati ed una forma invidiabile. L’assaggio del vino, rivela che il grande operato dei Valentini è di fondamentale importanza per la buona riuscita del risultato finale, ma passa quasi in secondo piano, poichè non vi sono segnali evidenti di una personalità ricercata o di una sorta di interpretazione personale, ma nel Trebbiano si sente solo il carattere dell’uva e della terra. E’ stato scritto tanto su questa prestigiosa cantina, senza che il team di Altissimo Ceto si aggiunga a tessere ulteriori lodi allo splendido lavoro e di un sogno che continua ad esistere ogni volta che viene stappata una loro bottiglia ed ogni volta che qualcuno mette il proprio naso in uno di questi bicchieri. Resta solo di raccontare questa splendida versione 2008, molto vicina per certi versi, come sostanza e come immediatezza, alla notevole 2003. Un vino di polpa e spessore, più di altre versioni del passato, ma sempre con la straordinaria capacità di esprimere un profilo olfattivo di carattere, con un ventaglio che passa dalla frutta delicata a polpa bianca, fino a quella più calda ed avvolgente, a polpa gialla. Aromi agrumati ed esotici, precedono un taglio floreale di grande pregio. Al palato è di profonda coerenza ed occorre aggiungere anche l’udito per poter sentire meglio ogni più piccola sfumatura. Avvolgente e di grande sensazione pseudo-calorica, con un’articolazione che assume dei caratteri di grande importanza, grazie ad una freschezza che impone ritmo, allungo e grande pulizia in chiusura. Da standing ovation…
90/100 – Trebbiano d’Abruzzo Barba 2006 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Avvicinarsi ai vini della cantina dei fratelli Barba, significa entrare in un mondo tutto da scoprire, fatto da minuziosi dettagli originali che, probabilmente, non riscontrano i pareri del grande pubblico, ma nessuno potrà mai obiettare la grande personalità che mostrano questi prodotti. E da loro sicuramente ci si poteva aspettare di vederli uscire con la versione 2006 del loro Trebbiano d’Abruzzo che già dal colore, è tutto un programma. Oro, luminoso, di grande compattezza. Le sue movenze quasi oleose nel bicchiere, lasciano presagire un vino di grande corpo. L’impianto olfattivo è ritmato e dettato da percettori molto diversi tra loro: fiori bianchi passiti, la pesca bianca succosa e carnosa, speziatura ed un tocco di anice stellato a chiudere l’orchestra. Il tutto con sonate in perfetto equilibrio con il legno. La bocca è secca, piena ed avvolgente. Mostra perfetta interazione tra corpo e vena acida che lasciano spazio ad una bella persistenza. Nel finale di bocca ancora una volta spunta il taglio minerale che fa da filo conduttore di questo vino. Alla famiglia Barba vanno i nostri più grandi complimenti per un vino che saprà dare molte soddisfazioni. Crediamo (ed auspichiamo…) anche nelle versioni future.
90/100 – Trebbiano d’Abruzzo Marina Cvetic Masciarelli 2007 (Cat. E)
La versione 2007 del Trebbiano d’Abruzzo Marina Cvetic, rappresenta una delle versioni più ricche e sostanziose mai prodotte prima d’ora. Perde magari un filino in eleganza se paragonato ad altri fratellini del passato, ma dal punto di vista della forza, dell’autorevolezza e della prestanza, non ha eguali. Il colore lascia presagire l’autorità che assumerà di lì a poco. Pieno nella sua veste giallo oro, con lampi giallognoli e verdolini a dare vivacità, risalto e per non lasciare pensare al suo interlocutore, di dare l’impressione di possibili cedimenti. Ventaglio olfattivo dove il legno tende ancora a dire la sua, ma che lascia intendere che sta percorrendo dritta la strada verso una prossima integrazione. Bisogna concedergli anche il tempo di prendere una buona boccata di ossigeno, prima di mettere in rilievo quella venatura balsamica e minerale tipiche di questa etichetta e che non fanno stancare l’olfatto. Si passa con nonchalanche dal frutto a polpa gialla a quello esotico, dal floreale bianco e minuto, alla camomilla passita, speziatura e anice in chiusura. Bocca larga, ampia e voluminosa. Di grande lunghezza. Gli mancherebbe solo un poco di acidità in più, per dare maggiore valore all’ampiezza generale. Ma da una 2007… non si potrebbe chiedere di più!
87/100 (?) – Trebbiano d’Abruzzo Emidio Pepe 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Quando ci si imbatte per la prima volta nei vini di Emidio Pepe, ci si accorge che nulla sarà più come prima. Il carattere di estrema naturalità di questi prodotti, hanno la proverbiale capacità di sconvolgere le abitudini enologiche, in fatto di consumi, di qualsiasi amante del nettare di Bacco. Nel bene o nel male. Potrete magari avvertire un senso di avversione totale, oppure innamorarvene alla follia, tanto da orientare le vostre scelte future e cambiare la vostra filosofia di vita. Almeno sul bere. E quando avrete avuto la fortuna come noi, di degustare dei campioni degli anni ’60 e ’70, capirete le difficoltà che si possono incontrare, quando nel bicchiere, vi verrà versato un Trebbiano con neanche 4 anni di vita. Compito più difficile ancora, se il vostro mestiere di degustatori vi impone di attribuirgli un punteggio. Ci sono più elementi che ci suggeriscono di celarci dietro ad un punto interrogativo, in quanto l’annata 2006 in particolare, si è rilevata con una profonda interazione, tra il carattere territoriale ed il vitigno. Nella specifica filosofia dei vini proposti da Daniela Pepe, interagisce con un’indole molto riservata e timida nell’approccio. Si consiglia vivamente di abbandonarlo in cantina, in previsione di un suo futuro equilibrio, solo dopo il lungo periodo. Il bicchiere raccontava di un naso complesso e molto minuto: mela golden, fiori appassiti al sole, camomilla, miele di acacia, eucalipto e chi più ne ha, più ne metta. Un vino di Pepe al gusto, lo si riconosce per il suo impatto ruvido, di grande freschezza ed una sapidità che rasenta il salato. Ma anche per il suo forte sentore di terra, quella dell’Abruzzo, capace di regalare vini che il Mondo intero ci invidia e che nulla hanno da invidiare con le migliori interpretazioni di oltre confine.
84/100 – Trebbiano d’Abruzzo San Clemente Zaccagnini 2008 (Cat.D)
Impegno, costanza e la grande esperienza, sono il grande segreto della famiglia Zaccagnini. Vini che sono una garanzia, affidabili su tutte le linee, anche se i prezzi proposti, potrebbero apparire un po’ altini. Un vino che si presenta subito elegantemente con uno smoking classico color oro, ma fresco nella vitalità con degli accenni verdolini sul bordo. Lo spettro olfattivo si apre con sentori di oliva ascolana, floreale bianco, erbe aromatiche con in chiusura una lieve speziatura dolce. Il gusto è secco ed avvolge con ampiezza la cavità orale, la quale è sorretta da una freschezza che alleggerisce la sua articolazione. Finale di bocca su lievi ricordi di mandorla bianca.
83/100 – Trebbiano d’Abruzzo Nestore Bosco 2008 (Cat. A)
Nestore Bosco rappresenta un secolo di storia e di tradizione, passati a proporre vini più che corretti ed abbastanza espressivi del territorio di origine. Colore paglierino vivo con riflessi verdolini. Il naso denota fiori bianchi macerati in alcol, frutti a polpa gialla, pesca e albicocca, in perfetta sinergia tra loro e con un accenno di linfa minerale in chiusura. Al gusto entra largo per poi farsi più sottile, forza incisiva e nerboruta. Di un piano inferiore invece è l’acidità che non imprime la giusta tensione a sorreggere il tutto. Di media lunghezza.
82/100 – Trebbiano d’Abruzzo Uno Collefrisio 2009 (Cat. A)
Azienda che ha visto il suo esordio enologico, solo nel 2004. La Collefrisio è azienda capitanata da persone attive, giovani e con tanta voglia di fare. Tanto quanto lo sono i loro vini. Certo, magari peccano in sostanza e struttura, ma sono vini lineari, diretti e con profonda espressività del territorio di origine. Da vigneti condotti in natura biologica, il Trebbiano d’Abruzzo Uno è, nella sua breve vita, la migliore versione di sempre. Giovanile nell’approccio, verde, croccante e di estrema pulizia. Al naso comunica frutti tropicali, ananas, banana ed una grande vena floreale. Bocca calda e suadente, un vino già equilibrato per la sua tipologia. Gioca su una semplicità gustativa con schiettezza e sincerità. Un vino di facile lettura, ma tutto sommato, ben fatto.
82/100 – Trebbiano d’Abruzzo Fattoria La Valentina 2008 (Cat. A)
L’azienda condotta da Sabatino Di Properzio è sicuramente una dei punti di riferimento per l’Abruzzo vinicolo. Coadiuvato dall’aiuto enologico di Luca D’Attoma, sanno interpretare con eccellenza, innovazione e rispetto per la tradizione. Il Trebbiano d’Abruzzo è un vino più che corretto. Saremmo più felici se riscontrassimo in futuro, più sostanza e maggiore polpa, ma sicuramente è un vino affidabile e compatto. L’olfatto schiude con sentori di fiori freschi di tiglio, frutta a polpa bianca, un tocco vegetale e polvere da sparo sul finale. Semplice, ma di grande pulizia. Il gusto si caratterizza per una morbidezza, sorretta da una piacevole e rinfrescante acidità. Corre un po’ troppo in chiusura.
*81/100 – Colli Aprutini IGT Vignafranca Barba 2008 (Cat. A)
Tra tutti i vini assaggiati, il Vignafranca bianco dei fratelli Barba, è quello che meno ci ha convinto. Non tanto sul piano dell’equilibrio e del carattere, ma quanto sul piano della sostanza e della forma. Il tutto ruota su caratteristiche low-profile. Molto moderato nella comunicazione aromatica, di media intensità, molto citrino nel quadro generale. Anche in bocca si rispecchia con coerenza, lineare sottile e dal congedo un po’ troppo frettoloso.
81/100 – Trebbiano d’Abruzzo Fonte Cupa Montori 2009 (Cat. A)
Anche in questo caso siamo di fronte ad una colonna portante dell’enologia abruzzese. Anno di fondazione? Il 1870. Quelli di Camillo Montori sono vini passionali e molto comunicativi. Peccano un po’ sul piano del disegno e della definizione, ma sono terribilmente (nel senso buono del termine) sostanziosi. Vino giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso si recepiscono aromi molto delicati e sottili di fieno, fiori bianchi, timo ed origano. La bocca è calda, ben bilanciata e dal finale un po’ amaricante.
78/100 – Trebbiano d’Abruzzo Alba Lepore 2009 (Cat. A)
L’azienda Lepore ha dato l’impressione di puntare molto di più sul vitigno Passerina, che non invece il Trebbiano. Vengono evidenziate due marce diverse. L’Alba è un vino concepito per la sua prontezza gustativa ed olfattiva. Giallo paglierino di media intensità, naso pulito e compatto, con richiami di fiori bianchi e spunti fruttati sul finale. In bocca viene caratterizzato per il medio corpo ed alla persistenza un pò blanda, con una personalità meno espressa, se paragonata ad altri vini aziendali.
Dal vitigno Pecorino:
89/100 – Alto Tirino IGT Pecorino Cataldi Madonna 2008 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Un’azienda. Una garanzia. Un Territorio. La Cataldi Madonna è sempre entusiasmo, ed è capace di tante sorprese quando si stappa una loro bottiglia. Ma fa anche divertire, soprattutto quando si ha l’occasione di interagire con il suo Pecorino, il quale dimostra un’ampiezza aromatica, caratterizzata da un forte timbro balsamico e vegetale che lo fa assomigliare ad un grande Sauvignon. Giallo paglierino scarico dai lampi verdolini, vivace nelle rifrazioni. Sembra disegnato con il compasso, perchè tutto è circolare, senza spigolature, se non quello ritmicamente segnato dall’acidità, ma che si mostra perfettamente integrato. Grande bocca, ampio, voluminoso e poggiato su un finale sapido di grande fascino.
86/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino Nubile Strappelli 2007 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Quello dell’azienda Strappelli, è uno dei Pecorino più interessanti mai assaggiati prima d’ora. Ricco di personalità, è un vino che si presenta di uina veste giallo dorato e che sfuma verso riflessi ambra. Consistente e dalla lacrimazione lenta, denotano che siamo di fronte ad un vino solido e compatto. Un frutto che si deve ancora esprimere, ma comunque molto intrigante. Principalmente gioca si toni di fiori appassiti, di miele di acacia, una lieve speziatura dolce. Tutte finemente amalgamate. Il gusto prende quota con calore ed una bella morbidezza, in piena sinergia con la freschezza ed un palato centrato su un filo conduttore che si chiama mineralità. Chiusura di bocca ammandorlata, ma non amaricante.
84/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Yamada Zaccagnini 2009 (Cat. A)
Il nome Yamada, così come il packaging, ha tutto per lasciare pensare ad un’interpretazione del vitigno Pecorino, in chiave moderna. Si presenta con una veste giallo paglierina, accesa e luminosa. Il naso ci regala una pulizia estrema e molto giovanile nell’approccio, di buona complessità, a tratti spensierata, con sentori che ricordano la frutta tropicale, banana, ananas e fiori di arancio. La gustativa si apre con una buona sensazione pseudo-calorica, data dall’alcol, una morbidezza estrema ben sostenuta dalla freschezza, in perfetta sintonia con la sapidità e la mineralità. Un vino di estrema correttezza, ma di buona personalità.
83/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino “Trend” Montori 2009 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Ci sono voluti più assaggi, ma alla fine abbiamo deciso di affidare la menzione speciale al Trend di Montori. Nella degustazione generale ha dimostrato di possedere qualcosina in più, dei classici elementi che hanno poi definito il punteggio di un vino più che corretto. Il naso è pulito e fragrante, note di frutta a polpa gialla e lievi accenni di anice stellato. Un profilo ben definito, ma che possiede delle minute caratteristiche, molto intriganti. Il gusto è tutto ben bilanciato e si lascia bere in tutta velocità. Senza rimpianti.
82/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Fattoria La Valentina 2008 (Cat. A)
In questa sessione ci siamo trovati di fronte a delle interpretazioni di questo vitigno tra le più disparate, senza mai riuscire a dare una precisa identità al Pecorino. Quello del team Di Properzio-D’Attoma è una rivisitazione in chiave più agile e dinamica, con alcuni tratti rugosi che ti riconciliano con la terra abruzzese. Giallo paglierino, con lieve nota dorata al colore e di media consistenza. Bouquet intenso, dove spicca una nota floreale fresca che ricorda la ginestra in fiore, più marcata se paragonata ad altri campioni. Frutto centrato sulla pesca bianca con una lieve sfumatura minerale. Bocca semplice, diretta, lineare, disegna una linea gustativa senza curve e di media freschezza acida. Finale con un timbro leggermente amaricante.
82/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino Soprano Strappelli 2009 (Cat. A)
Un taglio più semplice ed immediato per il Pecorino Soprano di Strappelli. Veste giallo paglierino con riflessi verdolini, con un naso netto, diretto, pulito e pronunciato di erbe aromatiche e fiori bianchi. La bocca si rivela asciutta, calda e di buona sinergia con l’acidità, con una nota minerale in chiusura. Discreta la persistenza in chiusura.
81/100 – Colli Aprutini IGT Pecorino Anfra 2009 (Cat. A)
Un’azienda dalle grandi potenzialità, quella condotta da Francesco e Antonello Savini, giovane ma con tutte le carte in regola per produrre grandi vini in un prossimo futuro. Nel caso del vitigno Pecorino, la veste è di colore giallo paglierino. L’apertura aromatica è intensa, di moderata complessità, pulito ed immediato nella chiave di lettura. Alternanza molto piacevole tra sentori floreali e fruttati ed un timbro citrino come leit-motiv. Molto coerente tra quanto espresso all’olfattiva e quanto proposto poi al palato. Molto centrato sul piano della freschezza.
80/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Colle Civetta Pasetti 2008 (Cat. A)
La veste di questo Pecorino Colle Civetta di Pasetti, sembrerebbe valorizzare, attraverso il suo colore dai toni caldi e maturi, un naso che segue con coerenza sui medesimi livelli. Tuttavia l’olfatto è molto più giocato su delle nuances più citrine e più crude. Sentori di fiori di sambuco, seguito da frutta a polpa bianca, con ortica ed anice che chiudono lo spettro olfattivo. Un gusto pieno ed equilibrato per la sua tipologia. Buona la sapidità, ma che si va a perdere in un finale abbastanza blando e di media persistenza.
79/100 – Colli Pescaresi IGT Pecorino Nestore Bosco 2008 (Cat. A)
Vino essenziale e lineare all’olfattiva, un naso che gioca subito su toni di erbe aromatiche e frutti tropicali e toni speziati nel finale. Al palato entra con forza, forse un pò troppo esuberante, quasi palestrato. L’acidità non riesce ad imprimere la giusta determinazione e tensione, per imprimere maggiore articolazione gustativa.
Dal vitigno Passerina:
83/100 – Controguerra Passerina “Sol” Lepore 2002 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Come abbiamo avuto modo di scrivere in occasione della degustazione del Trebbiano, le soddisfazioni per l’azienda Lepore arrivano dal vitigno Passerina. Ne è la conferma questa 2002 del Sol, grande esempio di longevità per un vino che all’apparenza sembrerebbe semplice, ma che il tempo ha saputo portargli la giusta maturità. Figlio oltre tutto di un’annata non felice, il giallo dorato compatto sfuma leggermente sui bordi dalle tonalità ocra. Spettro che si apre con una moltitudine di sentori di fiori passiti, dalla ginestra alla camomilla, lieve sfumatura di idrocarburi, frutta a polpa gialla ed olive verdi in chiusura. La beva è asciutta e di medio spessore, con una vena acida ancora in piena forma e che tende a mettersi in risalto. Un Altissimo Ceto pieno e meritato più per il credo di questa azienda verso questo vitigno.
81/100 – Controguerra Passerina ” Do” Lepore 2005 (Cat. A)
Anche per quanto riguarda questo vino, l’azienda Lepore aspetta 5 anni prima di poter suonare il suo “do”! Una nota che potrebbe essere il debutto di una vita ancora nel segno della longevità e fatta di interessanti melodie. Giallo dorato pieno e consistente. Un profilo olfattivo che è di grande complessità ma che pecca un po’ su una nota surmatura del frutto, frutti tropicali e note di pietra bagnata, rendono intrigante il quadro aromatico. In bocca è caldo e morbido, il gusto è rivitalizzato da una vena acida importante che lascia la scia ad un’articolazione di media lunghezza, ma ricca di humus.
80/100 – Controguerra Passerina Passera delle vigne Lepore 2008 (Cat. A)
Questo campione si colloca su un piano inferiore, rispetto ai suoi “colleghi”. Giallo paglierino intenso, di media consistenza, l’olfatto si apre con note di fiori bianchi e macchia mediterranea. Note di timo e rosmarino, rendono alquanto originale il suo profilo. Al palato entra in punta di piedi nel segno della freschezza. Un vino di più facile lettura, rispetto ai campioni descritti sopra, di grande serbevolezza.
79/100 – Colli Aprutini IGT Passerina Anfra 2009 (Cat. A)
Anche per il vitigno Passerina, il timbro aziendale è lo stesso descritto in precedenza. Vini che si fanno apprezzare soprattutto in occasione di giornate estive molto calde, per il timbro citrino e per la grande freschezza. Naso agrumato e di erbe aromatiche, mentre un sentore di mandorla bianca, chiude l’olfattiva. In bocca si rivela asciutto e di medio corpo, con l’articolazione che corre su una piacevole linea sottile, tagliente come la lama di un rasoio.
Fuori dal coro:
84/100 – Colline Pescaresi IGT Chardonnay San Clemente Zaccagnini 2008 (Cat. D)
L’azienda Zaccagnini tenta di dare una versione dalla grande territorialità abruzzese, ad un vitigno che non trova grandi spazi, quando si parla di bianchi di questa regione. Un vino che si presenta con una grande consistenza, un impianto olfattivo non di grande intensità, ma con sfumature molto sottili di ginestra, tiglio, frutta tropicale, pesca bianca e erbe aromatiche. Il gusto è morbido, esce una grande sensazione pseudo-calorica, data da un’acidità non perfettamente integrata. Bocca matura e finale ammandorlato. Con un po’ più di vitalità, avrebbe sicuramente ambito a ben altro punteggio.
3) LE CONCLUSIONI FINALI
Cari lettori, anche se colpevolmente in ritardo, vi abbiamo dato il primo contributo per quanto riguarda l’Abruzzo. Regione che offre una moltitudine di prodotti gastronomici, meritevoli di una visita per ricercare quanto ancora è poco conosciuto, e per i vini, profondi, ricchi e territoriali. In questa terra è difficile sentire parlare di Chardonnay, di Sauvignon o di Cabernet, ma di Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e Passerina.
Il nostro panel di assaggio, in questo caso, ha avuto modo di svolgere il suo lavoro con molta attenzione, concentrazione, ma soprattutto con grande interesse. Degustazioni che hanno creato occasioni di discussioni per cercare di centrare delle linee comuni, all’interno della batteria di ciascun vitigno e sono nate delle conclusioni che identificano una terra forte e potente, generosa e molto attenta alla sostanza. Tuttavia, quello che abbiamo potuto maggiormente evidenziare, sono tratti caratteriali che seguono delle vere e proprie filosofie aziendali, ciascuna con la propria interpretazione. Basti pensare a quelle che hanno spuntato i punteggi più elevati con i Trebbiano d’Abruzzo, come Valentini, Masciarelli e Barba. Tre diversi modi di decifrare, comprendere e concepire quest’uva, ma anche tre modi di vivere un territorio. Basti pensare a quanto di buono è stato tracciato dai due personaggi più compianti dell’Abruzzo, quelle persone che rispondevano al nome di Edoardo Valentini e Gianni Masciarelli. Persone che tutto il mondo ci invidiava e che tutto il mondo aveva avuto modo di tendere l’orecchio più di una volta, per ascoltare quanto queste persone erano capaci di comunicare un linguaggio, attraverso i loro vini: quello dell’Abruzzo. Un rapporto tra territorio e persone che ha dato lustro ad un vitigno, che i nostri cugini di Oltralpe sono capaci soltanto di portarlo in distillazione. Oggi Francesco Paolo, figlio di Edoardo, e Marina Cvetic, moglie di Gianni, non sono soli a lottare, ma possono contare su una schiera di validi “colleghi”, capaci di rimboccarsi le maniche per lavorare bene nel prossimo futuro, in un periodo sicuramente non facile, non solo per la crisi, ma anche per la ricostruzione di un’immagine del dopo terremoto.
Non solo Trebbiano, ma anche Pecorino e Passerina, nomi che provocano piu di un sorriso di ilarità, ma che stanno assumendo forma ed importanza, nello scacchiere enologico regionale. Pecorino, uva che sembrerebbe essere originaria delle vicine Marche, ha maturazione precoce e se non viene controllato e vinificato da sapienti mani enologiche, il suo bouquet può assumere delle devianze aromatiche e generare aromi non proprio apprezzabili. La Passerina è invece molto simile al Trebbiano toscano, ha invece una maturazione più tardiva. Anche in questo caso, raccoglierla prima significherebbe dare origine a vini per lo più anonimi, scarni, troppo citrini al naso e molto acidi al palato.
Ma come dicevamo, il risultato finale ha portato a diverse scuole di pensiero e di interpretazione, ognuno con il suo modo di pensare, vedere ed eseguire il lavoro di ogni singola uve. Non vogliamo essere integralisti a tutti i costi, ma notiamo come nel caso di questi vitigni, aiuta molto la volontà di molti produttori adottare un regime di coltura del vigneto, che sia più naturale possibile. Lo si riscontra nel bicchiere con vini che sono meno anonimi, più dinamici e più vibranti, di altri invece che seguono invece un discorso di tipo convenzionale.
Seguiremo con grande interesse il lavoro dei viticoltori nei prossimi anni, poiché sono degni di tutte gli interessi nostri e dei consumatori, affinchè l’Abruzzo sia sempre di più, non sia solo la terra del Montepulciano, dello zafferano e del tartufo, ma anche il territorio che da origine a grandi vini bianchi.
Articolo redatto da:
Luca Martini.
Referente regionale per la Sicilia e l’Abruzzo.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S. Sommelier presso il Ristorante di famiglia “Osteria da Giovanna” di Arezzo. Miglior Sommelier di Toscana 2007 e Vice-Campione Italiano 2008. Miglior Sommelier Professionista d’Italia 2009.
Si ringraziano i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
-Le eccellenze di Cortona e di Montepulciano.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
Le sessioni di degustazione si sono svolte presso il Ristorante di Cristiano Cini:
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
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