Il vino si tinge di luna. Ogni giorno che passa. Così recita lo “slogan” di questa micro-azienda che risponde al nome di Nada Fiorenzo Viticoltore, frazione Rombone, in quel di Treiso e abilmente condotta dal bravo Bruno Nada.
Un veloce ripasso “guidaiolo”:
A.I.S.: assegna i 4 grappoli al Dolcetto 2006, Barbera d’Alba 2005, Barbaresco Rombone 2004 e Langhe Rosso Seifile 2004.
Espresso: assegna le 5 bottiglie al Barbaresco Rombone 2004, 4 bottiglie al Langhe Rosso Seifile 2004.
Gambero Rosso: 3 bicchieri al Barbaresco Rombone 2004, 2 bicchieri rossi al Langhe Rosso Seifile ’04.
Raggiungerla non è semplice, anche se avete impostato il navigatore…Percorrete la Torino-Piacenza, prendete l’uscita ad Asti est, imboccate la A33 Asti-Cuneo, uscite ad Alba centro e seguite seguite le indicazioni per Treiso. Fin quì tutto semplice, il difficile comincia ora… rizzate le antenne ed attenzione a quando trovate l’insegna aziendale, perchè se la “mancate”, vi ritroverete fuori zona in un attimo, (esperienza personale!) e da qui percorrete la strada tortuosa che vi porterà davanti all’ingresso dell’azienda. Anzi della casa…perchè di questo si tratta.
Il mondo del vino non è fatto solo da Aziende e grandi numeri ma è fatto anche di persone e aziende che sono più delle grandi case dove la produzione potrebbe fare impallidire anche il più piccolo vin de garage francese. E oggi parliamo in particolare di quella di Bruno Nada.
Bruno Nada ex insegnante di professione e viticoltore di vocazione. All’età di 31 anni scopre che, nonostante stava coltivando quello che da sempre era la sua forte passione, ovvero quella di insegnare tra i banchi dell’Istituto Alberghiero di Barolo, la sua vocazione ad un certo punto si faceva più forte e lo rimandava così verso la sua terra. Così nel 1982 aiutato dal padre Fiorenzo, che fino a quell’anno vendeva sfuso il vino prodotto dalle uve dei suoi vigneti, trasformò ed attrezzò la sua cantina per incominciare ad imbottigliare. Si scelse la strada della viticoltura di qualità e per perfezionare questo capì che non si doveva fermare tra le mura amiche langarole, ma che invece bisognava metter “fuori il muso” di casa e quindi cominciò a girare l’Europa, toccando le principali zone viticole, per cogliere le migliori sfumature dell’enologia mondiale. A tutto questo in più si aggiunse la frequentazione di corsi di degustazione dove si fece amico di molti personaggi che non erano dei tecnici, ma che amavano profondamente il vino.
“Adesso”-ci confida Bruno Nada-“queste persone sono diventate i miei migliori amici e durante la vinificazione e prima di ciascun imbottigliamento, li raduno per una sessione di assaggi. Questo perchè cerco di cogliere da essi il loro parere attraverso i loro gesti e le loro parole, per poter dare ai miei vini, prima di tutto un carattere di grande bevibilità. Suggestioni ottimali che posso avere da persone che io reputo comuni e non da pareri tecnici da persone del settore.”
Bruno ha ereditato dal padre Fiorenzo la cascina creata nel 1921 dal nonno Carlo. Quest’ultimo era il capostitite della “casta” dei Nada che negli anni ’60 dovette dividere la sua proprietà fra i suoi quattro figli maschi e a Fiorenzo, che era il più piccolo dei quattro, toccò la cascina originaria.
EnoCentrico: “Per un’azienda vitivinicola a conduzione familiare, il cambio generazionale è fondamentale. Lei in quale situazione si ritrova?”
Bruno Nada: “Ho due figli. Un maschio ed una femmina. Mio figlio ha 21 anni ed è quello che più mi segue in cantina, ma sarà lui a decidere se succedermi nella conduzione della cantina. Mia figlia invece ha 25 anni e quando può mi aiuta a sbrigare le pratiche di amministrazione.”
Bruno è una persona langarola abbastanza atipica. Solo al primo aspetto può incutere timore, ma basta già il primo approccio per capire che dietro a quell’uomo barbuto si nasconde una persona di grande classe, di grande simpatia e innamorato della propria terra e dei vitigni tradizionali. In più il suo (poco..) tempo libero lo dedica anche ricoprendo anche il ruolo di assessore al turismo del comune di Treiso.
La storia di questa azienda ed in primis del suo titolare è molto bella e poniamo un’altra domanda:
EC: “Come mai questa marcia indietro verso un richiamo della terra?
BN: “E’ stata come una forte vocazione in quanto, come molti miei coetanei ho vissuto nei primi anni della nostra vita, la soglia della povertà e nei primi anni ’60 molti di essi sono fuggiti dalle campagne per andare verso quello che era considerata la migliore delle soluzioni per uscire da questo problema, ovvero l’industria. Io ho incominciato ad insegnare ma poi alla fine se sono rimasto qui, forse voleva dire che era scritto nel mio destino!”
Iniziamo la nostra visita dai vigneti che da come si può notare dalle fotografie abbiamo trovato in forte stato di avanzamento, rispetto al normale periodo (ricordiamo che era il 27 giugno…), per quanto riguarda la maturazione.
Ci troviamo a Treiso che è uno dei tre comuni, insieme a Barbaresco e Neive che aggiunti alla piccola frazione di San Rocco Seno D’Elvio, fanno parte della denominazione del Barbaresco D.O.C.G.. Bruno Nada coltivando queste terre e cercando di svolgere al meglio il suo ruolo di contadino, non ci impiegò tanto per capire che i vigneti Rombone e Manzola, che erano in suo possesso, potevano dare origine a grandi vini dove riportare in etichetta il prestigioso nome del Barbaresco.
Proprietari di 6,5 ettari di vigna per una produzione totale che raggiunge le 40.000 bottiglie circa. Coltivati solamente a Dolcetto, Barbera e Nebbiolo.
EC: “Quali sono le caratteristiche dei vostri vigneti principali?”
BN: “Il vigneto Rombone dimora su un terreno prevalentemente ricco di calcare e argilla, quindi stilisticamente da’ origine a vini di grande potenza, molto longevi e dalla possente trama tannica. Il Vigneto Manzola invece contiene anche dei rilevamenti sabbiosi e quindi produce dei vini di grande eleganza. Il primo Barbaresco vinificato da questo cru è stato il 2004 e vedrà la sua commercializzazione solamente a fine anno.”
Vorrà dire che abbiamo trovato il motivo per tornare presto a fargli visita… 😀
I vecchi impianti creati per una produzione “produttiva” vengono pian piano rimpiazzati dai nuovi creati invece aumentando la loro densità per ettaro, tutto in funzione ed in vista di una sempre maggiore produzione qualitativa.
La Langa in quel periodo aveva appena fatto i conti con una forte grandinata e qui possiamo vederne il triste spettacolo, con foglie perforate e grappoli “toccati”.
EC: “Come vi comporterete adesso?”
BN: “Dovremo passare con le forbici e tagliare quelle parti di grappolo danneggiati per evitare di togliere la linfa alle parti rimaste sane. Un lavoro da certosino!”
(poco tempo dopo la nostra visita, hanno di nuovo fatto i conti con il disastro di un’altra grandinata. Questo ha comportato un notevole ribasso soprattutto della produzione dei Nebbioli da Barbaresco, di questa zona, dell’annata 2007.)
Parliamo ora del “team” di questa azienda:
EC: “Quali sono le persone più vicine a lei, nel lavoro in azienda?”
BN: “In vigneto posso avvalermi dei preziosi consigli dell’agronomo Gian Piero Romana. Mentre in cantina ho l’aiuto di Beppe Caviola. Che più che un consulente lo reputo un amico di gioventù, visto che lo conosco da tantissimi anni.”
EC: “Qual’è il vino che più è affezionato?”
BN: “E’ il Seifile ottenuto da un blend di Barbera e Nebbiolo. E’ il vino bandiera aziendale in quanto è nato più di vent’anni fa, nel 1986, quando si iniziava a lavorare qualitativamente in maniera positiva sul vitigno Barbera. Questo vino non è nato per caso o per volontà di seguire una moda ma dettato da uno scopo ben preciso. La storia ci insegna come si è sempre usato in Langa mettere una percentuale di Barbera nel Nebbiolo perchè questa gli dava colore e maggiore morbidezza. Io invece mi ritrovavo questi sei filari di Barbera (da quì il nome Seifile) di vigne molto vecchie e che davano un risultato sorprendendente, ma però gli mancava quel vigore dato dal tannino che il nebbiolo gli poteva dare. Il taglio del 20-30% del Nebbiolo, avviene secondo l’annata e nella prima parte di affinamento in legno. Il resto dell’affinamento in barriques invece avviene a taglio già effettuato.”
EC: “Perché il consumatore dovrebbe comprare i suoi vini?”
BN: “Perchè comprare i vini etichettati Nada Fiorenzo? Perchè i nostri vini, come tanti altri di piccoli produttori, rappresentano comunque nel loro piccolo un pezzo di territorio di Langa e quindi dobbiamo dare attraverso i nostri vini il nostro messaggio chiaro e preciso e che deve rappresentare l’originalità del territorio di origine e della storia di ognuno.”
EC: “Qual’è il vostro mercato?”
BN: “La percentuale di vino venduto in Italia è molto basso rispetto a quello che è venduto all’estero.Vendiamo in Svizzera, Germania, Francia, ma la grande percentuale del nostro mercato è rappresentato da quello statunitense.”
La vinificazione è tradizionalissima e qui non abbiamo visto i roto-maceratori, visti invece in tante altre aziende…
Per quanto riguarda l’affinamento invece della Barbera d’Alba, del Nebbiolo d’Alba e parte del Barbaresco avviene nelle botti grandi…
Il resto del Barbaresco, il Barbaresco Rombone ed il Seifile avviene invece nelle barriques…
Possiamo dedicarci finalmente all’assaggio ma prima una preghierina veloce a Dio Bacco… 😀
…e visto che si trattava di una delle prime cantine visitate, bisognava spiegare in cosa consisteva il nostro lavoro. Cos’è l’Altissimo Ceto… Chi è il Vuggì Team… Internet e le guide cartacee… 🙄 E chi meglio di VG?
Si parte!
Dolcetto d’Alba 2006
-Tipologia vino: rosso D.O.C.
-Vitigno utilizzato: 100% Dolcetto.
-Provenienza uve: vigneto Rombone in Treiso.
-Gradazione alcolica: 13,5%
-Vinificazione: in acciaio con fermentazioni di 6-8 giorni.
-Affinamento: 8 mesi in acciaio e 3 mesi in bottiglia.
-Contenuto solfiti: 12 mg/lt di libera e 45 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 8,00 Euro.
Giudizio EC: 15/20
Ottenuto da uve provenienti da vigne di 15 anni di età e di una densità di 5.000 piante per ettaro.
Nel corso dell’anno mi è capitato di assaggiare molti vini a base Dolcetto nella versione 2006 e trovarli con caratteristiche molto simili, traducibili in frutto più polposo, arricchito da note speziate e floreali nitide e marcate, ed un tannino più “nervosetto” rispetto a quelli della versione precedente. Quello provato in cantina da Nada si presentava con un profilo olfattivo in egual misura, seppur con un corredo speziato meno accentuato e con un tannino più docile e più morbido ripetto agli altri. Questo nonostante il solo “passaggio” in acciaio e il campione provato fosse appena messo in bottiglia.
Abbinamento.
Tortelli al tuorlo d’uovo di seirass della Valle Pellice e Roccaverano d.o.p. al burro fuso.
Ristorante Antica Corona Reale da Renzo-Cervere (CN)
Un piatto proveniente da una grande cucina di tradizione come quella dell’Antica Corona Reale. La delicatezza e la tendenza dolce del raviolo, unite alla grinta ed al saporito dei formaggi Seirass e Roccaverano si uniscono ad un matrimonio perfetto con l’armonia e la morbidezza del Dolcetto di Bruno Nada.
Barbera d’Alba 2005
-Tipologia vino: rosso D.O.C.
-Vitigno utilizzato: 100% Barbera.
-Provenienza uve: vigneto Rombone in Treiso.
-Gradazione alcolica: 14,80%
-Vinificazione: in acciaio con fermentazioni di 10-12 giorni.
-Affinamento: 8-10 mesi di affinamento in barriques di secondo passaggio.
-Contenuto solfiti: 15 mg/lt di libera e 50 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 13,50 Euro.
Giudizio EC: 15,5+/20
Ottenuto da uve provenienti da vigne di 10 anni di età e di una densità di 5.000 piante per ettaro.
Non aspettatevi una Barbera particolarmente concentrata, ricca e profonda, ma bensì un vino, come del resto è nello stile aziendale, dove potete trovare un profilo olfattivo docile, con un frutto croccante, ma non esuberante, elegante e di grande pulizia. In bocca con la caratteristica di grande bevibilità. Una trama tannica discreta, con un tannino minuto e ben integrato. Buona la chiusura con un discreto allungo finale.
Barbaresco 2003
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: vigneti Rombone e Manzola.
-Gradazione alcolica: 14%.
-Vinificazione: in acciaio con fermentazioni di 10-12 giorni.
-Affinamento: in botti da 25 hl per 18/24 mesi.
-Contenuto solfiti: 15 mg/lt di libera e 60 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 30,00 Euro.
Giudizio EC: 16/20
Ottenuto da uve provenienti da vigne che hanno tra 7 e 40 anni di età e di una densità di 5.000 piante per ettaro.
Iniziamo l’analisi dei “pesi massimi” aziendali dal Barbaresco “base”. Io sono sempre stato iscritto al partito di quelli che “il Grande produttore lo si vede soprattutto nelle annate difficili”, ma in tutta sincerità, in un’annata torrida come lo è stata la 2003, anche un grande produttore si è dovuto, per così dire “arrangiare” e portare a casa le uve in anticipo su quello che poteva essere la sua maturità ottimale e poter salvare quel minimo di acidità che gli possa consentire di non produrre un vino “seduto”. Bruno Nada è un ottimo viticoltore che conosce bene le proprie vigne e le proprie uve e ciò gli ha permesso di produrre dei vini, che non rientreranno nel suo ideale di grande vino, ma ciò nonostante riuscire a mettere in bottiglia dei vini, come questo Barbaresco, che siano più vicini alla sua espressione di eleganza, armonia e bevibilità. Chi invece è alla ricerca di grandi complessità e grandi profondità gli converrà aspettare le prossime annate.
Barbaresco Rombone 2003
-Tipologia vino: rosso D.O.C.G.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: vigneto Rombone in Treiso.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-Vinificazione: in acciaio con fermentazioni di 10-12 giorni.
-Affinamento: 18 mesi in barriques di cui 70% nuove.
-Contenuto solfiti: 15 mg/lt di libera e 60 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 40,00 Euro.
Giudizio EC: 16,5/20
Ottenuto da uve provenienti dalla vigna Rombone di 40 anni di età e di una densità di 4.500 piante per ettaro.
Idem con patate anche per quanto riguarda il Rombone di Nada, seppur evidenziando una maggior grinta data dalla profondità che ti può dare una vigna di 40 anni di età e quindi poterti salvare, grazie alle sue radici profonde, il vino sul piano della freschezza e del vigore del tannino. Peccato per una chiusura amarognola sul finale.
Abbinamento.
Piccione in salsa di foie gras e tartufo nero.
Ristorante Flipot-Torre Pellice (TO)
Questo piatto presenta delle grandi ed evidenti caratteristiche di succulenza, di saporito, corredate dalle note selvatiche del piccione e dalla lieve aromaticità data dal tartufo nero. Tutto questo richiede non un vino grande, ma un grande vino, come questo Rombone che può mettere in campo la sua taglia, il suo vigore, la sua profondità per combattere tutte queste sensazioni che questo piatto può aver creato sul vostro palato, (lo sento che in questo momento mi state dicendo “magari…”) tutto questo rinnovandolo, rinfrescandolo e renderlo pronto per concedersi di nuovo al piatto.
Langhe Rosso Sei File 2003
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigno utilizzato: 70-80% di Barbera e 20-30% di Nebbiolo.
-Provenienza uve: vigneto Rombone in Treiso.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-Vinificazione: in acciaio con fermentazioni di 10-12 giorni.
-Affinamento: 18 mesi in Barriques di cui 70% nuove.
-Contenuto solfiti: 15 mg/lt di libera e 60 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 40,00 Euro.
Giudizio EC: 17/20
Ottenuto da uve provenienti da vigne di oltre 60 anni di età e di una densità di 5.500 piante per ettaro.
Discorso lievemente diverso per il Seifile, perchè se da un lato troviamo le medesime difficoltà sulla complessità e sulla profondità, dall’altro non si può dire lo stesso per quanto riguarda la freschezza ed l’integrità. Il vigneto del Seifile ha dato delle uve, anche in questa annata, con una buona acidità e una concentrazione zuccherina abbastanza contenuta. Ciò ha permesso di realizzare un vino con un frutto polposo, con una buona spina dorsale, di buona integrità e pulizia e, anche se non avrà la tenuta del ’99 e del ’01 (veramente grandi!) può essere apprezzato già nel breve periodo.
Note positive.
-Il packaging è molto curato. Tutte le bottiglie sono del tipo Albeisa, con etichette per tutti i vini: luminose, (anche se è una luna quella raffigurata in etichetta…) chiare, leggibili e non “stucchevoli” alla vista.
-Entrare nella cantina condotta da Bruno Nada non sembra di essere in un’azienda vitivinicola ma è un po’ come sentirsi a casa. L’ospitalità e le “coccole” sono da “Amici Gourmet”! 😀
Note negative.
-Chiederei a Bruno Nada di azzardare e osare un po’ di più sul piano della personalità e della grinta. I suoi vini sono buoni e anche la tenuta di annate indietro degustate ora sono lì a dimostrarlo, ma maggiore “verve” li renderebbero ancora più vicini ai vini di molti “colleghi” considerati Grandi!
Conclusioni.
-Quelli di Bruno Nada, sono vini buoni, intriganti, con loro potete andare quasi sempre a colpo sicuro e diffilmente troverete qualcuno che vi possa rimproverare qualcosa sulla vostra scelta. Le annate dei vini della categoria “pesi massimi” non sono più in commercio perciò ritorneremo presto per darvi un quadro più aggiornato sulle nuove annate e portare a casa anche delle impressioni video dirette di questo viticoltore, del suo lavoro e del suo ideale di vino.
In foto il “Gruppo Vacanze Piemonte” con Bruno Nada in T-shirt rossa.
Per ora al bravissimo Bruno Nada diamo l’Altissimo Ceto promising in attesa di ripassare per assaggiare le nuove annate.
Az. Agr. Nada Fiorenzo Viticoltore
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Ivano Antonini alias Enocentrico
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