Azienda visitata il 25 settembre 2007.
La visita di oggi ci porta in una delle più piccole-grandi aziende di Barolo.
La si raggiunge percorrendo la Torino-Piacenza e uscendo dall’autostrada ad Asti-Est. Con la nuova autostrada raggiungere le Langhe è facile e rapido. Si continua sulla Alba-Barolo e, prima della famosa rotonda di La Morra, sulla sinistra trovate la “Maison” Azelia.
Ma prima il solito ripasso “guidaiolo” riferito già alle Guide edizione 2008:
A.I.S. : 5 grappoli al Barolo Margheria 2003.
Espresso : Eccellenza al Barolo Margheria 2003.
Gambero Rosso : 3 bicchieri Barolo Riserva Voghera Brea 2001
Veronelli : 3 stelle al Barolo San Rocco 2003.
A riceverci ci sono i “Patrons”, i coniugi Luigi e Lorella Scavino.
Luigi è anche l’enologo dell’azienda di famiglia, fondata nel 1920, e arrivata alla terza generazione. Una persona che caratterialmente rappresenta i suoi Barolo cioè molto chiusi all’inizio. Ma così come la persona che li produce, ci metterete poco ad entrare in sintonia con essi e ben presto vi accorgerete che dietro alla bottiglia che state bevendo, c’è molta serietà, passione e competenza. “Il tutto condito anche da un «pizzico» di ironia” ci confida il patron.
La moglie Lorella invece è la perfetta padrona di Casa. Persona di grande classe e cortesia, ci impiega pochissimo tempo per farci sentire come a casa nostra, e prima ancora che Luigi si presenti con le bottiglie per la degustazione, Lorella lo anticipa con un tagliere con sopra un bellissimo salame. Che purtroppo il sottoscritto, per una questione di etica professionale, non potrà che accedervi una volta terminata la la fase di lavoro/degustazione.
Ummm…la faccia è proprio invitante peccato che prima però ci aspetti il lavoro!!!
L’azienda oggi produce circa 70.000 bottiglie. Vengono prodotti solo vini rossi e tutti i vitigni impiegati sono solo quelli tradizionali piemontesi ovvero Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. Le bottiglie invecchiano lentamente in questa cantina sotto il lento battito dell’imponente orologio (foto in apertura) che Luigi ci mostra, con grande orgoglio, per essere stato costruito da suo nonno nel 1930.
In foto Luigi Scavino, con uno sguardo preoccupato per l’imminente “interrogatorio”…
Enocentrico: “Luigi tu sei anche l’enologo dell’azienda. Hai fatto degli studi particolari?”
Luigi Scavino: “Per niente, metto al servizio dell’azienda Azelia, gli insegnamenti che mi sono stati dati, prima da mio papà Lorenzo e prima ancora da mio nonno.”
EC: “Luigi vuoi spiegare al consumatore che stappa un vino di Azelia che filosofia di produzione trova dietro alla bottiglia?”
LS: “Cerco di portare in ogni mia bottiglia l’identità del vitigno e del territorio.”
EC: “ Il termine territorio è speso usato/abusato, ti vuoi spiegare meglio? Incominciamo dal vigneto.”
LS: “Il vigneto viene lasciato inerbito, non vengono utilizzati concimi chimici e gli unici trattamenti che vengono effettuati sono quelli per legge, come ad esempio il rame e lo zolfo. L’uva viene raccolta solo al giusto momento di maturazione fenolica, solitamente il Nebbiolo da Barolo di Castiglione Falletto viene raccolto prima di quello di Serralunga, mentre per ultimo viene vendemmiato il nebbiolo della Riserva Voghera Brea.”
EC: “Quindi a questo punto l’uva arriva in cantina e ora cosa succede?”
LS: “Viene messa sul tavolo di cernita, viene pigio-diraspata e viene messa nei rotomaceratori.”
EC: “Fai uso dei lieviti selezionati per indurre le fermentazioni alcoliche?”
LS: “No, i miei vini sono prodotti da fermentazioni spontanee. Sono convinto che se si raccoglie l’uva alla giusta maturazione i lieviti selezionati non servono per far partire le fermentazioni alcoliche.”
EC: “Quindi non sei mai ricorso all’uso di tali lieviti.”
LS: “Tranne in annate meno buone quando l’uva non raggiunge il giusto punto di maturazione.”
EC: “Per la malo-lattica invece?”
LS: “Non vengono utilizzati i batteri, il vino viene trasferito dai rotomaceratori al reparto riscaldato dove ci sono delle vasche di acciaio.”
EC: “Ho notato nel corso degli anni un cambiamento nei tuoi vini riguardante l’equilibrio frutto-legno. Mi sbaglio?”
LS: “E’ vero, in passato usavo più legno nuovo, questo dovuto anche ad una certa inesperienza sull’uso del legno piccolo. Adesso la percentuale di legno nuovo è in funzione degli indici dell’uva in funzione dell’annata. Comunque mai superiore al 20%. Utilizzo anche un passaggio in botti grandi prima dell’imbottigliamento.”
Qualche anticipazione sulle annate in prospettiva, questo perché abbiamo fatto degli assaggi dalle barriques. Giudizi di cui il condizionale è d’obbligo, in quanto si trattano di vini non finiti e quindi passibili di modifiche. I 2005 assaggiati si esprimono con un quadro aromatico, intenso, non particolarmente ricco, e molto delicato, con un frutto ben in evidenza e senza sbavature. In bocca sono di media ampiezza e con uno sviluppo molto sottile. Un’annata in tono inferiore rispetto al 2004 ma ci regaleranno comunque nelle emozioni con la carattarestica che risulteranno molto piacevoli nell’immediato. I 2006 invece ci raccontano già da subito che sono figli di una grandissima annata, nel bicchiere si esprimono con ricchezza ed intensità ed uno sviluppo, al gusto, di maggiore ampiezza.La gita in quanto la cantina è piccola, finisce subito ed ora ci attendono i vini e…il salame!
Durante la degustazione ci permettiamo di rivolgere ancora qualche domanda a Luigi Scavino:
EC: “A quale dei tuoi vini sei più legato?”
LS: “Al Bricco Fiasco, perché è ottenuto dal cru di famiglia.”
EC: “Cosa bevono di solito i coniugi Scavino a tavola?”
LS: “Noi siamo appassionati di bollicine, prediligiamo sia quelle italiane che quelle francesi.”
EC: “Al di fuori di quelli piemontesi, quali sono i tuoi vitigni preferiti?”
LS: “La mia passione è il Pinot Nero.
EC: “Comunque non ti sei mai cimentato in vitigni internazionali! Esiste un tuo vino ideale?”
LS: “Il fatto che io creda fin troppo nei vitigni piemontesi, ti può far pensare che il mio vino ideale non può non nascere dal nebbiolo.”
EC: “Tra i vini che hai degustato qual’è quello che, con un pizzico di invidia, avresti voluto fare tu?”
LS: “Eccola…(nel frattempo Scavino si alza e prende la bottiglia da un armadio) ne conservo ancora la bottiglia. Mi trovavo in Giappone con dei colleghi produttori quando una sera abbiamo bevuto questo Bonnes Mares del D.ne Dujac 1993, magari non sarà il più grande Pinot Nero prodotto in Borgogna, ma di quel vino in quella sera, ci siamo bevuti quattro bottiglie. Come si dice??? Andava giù che era un piacere!!!”
ES: “E invece tra i Barolo?”
LS: “Ti confiderò un segreto…ho un debole per il Barolo di Elio Altare del ’98!”
EC: “Se non esistesse Azelia, quale azienda oggi Luigi Scavino vorrebbe condurre?”
LS: “Ce ne sarebbero diverse ma a me piacerebbe ripartire da zero, comprare delle vigne a Serralunga e fare un solo Barolo.”
Si parte!
DOLCETTO D’ALBA BRICCO DELL’ORIOLO 2006
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.
-Vitigno utilizzato: 100% Dolcetto
-Provenienza uve: Montelupo Albese
-Gradazione alcolica: 13,5%
-vinificazione: rotomaceratori
-affinamento: acciaio
-vinificazione: rotomaceratori
-contenuto solfiti: 15 mg/lt di libera e 58 mg/lt di totale.
-prezzo in enoteca: 10,00 Euro
Il Bricco dell’Oriolo è stato prodotto per la prima volta nel 1980, oggi la sua produzione annuale si aggira sulle 18.000 bottiglie circa.
Proviene da una vigna di 2,5 ettari, situato a 550 mt slm. La densità d’impianto è di 4400 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 30 anni. Le rese sono di 65/70 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con la macerazione sulle bucce di 5 giorni.
Giudizio EC: 14,5/20
Nel bicchiere troviamo un bel dolcetto, non di grande concentrazione, ma frutto di una grande annata. Al naso si apre con un frutto pieno e caratterizzato da un buon sviluppo aromatico, questo dovuto anche al fatto della vigna che si trova a 550 mt di altitudine, al gusto incide con grinta per la sua acidità in rilievo.
La piacevolezza del bicchiere in questo momento risulta un po’ frenata da un ritardo di forma, ci vorrà ancora alcuni mesi prima di poterlo apprezzare al momento giusto.
Comunque l’Oriolo versione 2006 è una delle più belle prove uscite da questa cantina.
Abbinamento
Agnolotti farciti al salame di turgia serviti con crema di patate.
Ristorante LA CREDENZA – S.Maurizio Canavese (TO)
Decisamente interessante, in questa preparazione, unire e trovare l’equilibrio gustativo tra la succulenza ed il saporito del salame di turgia, con la tendenza dolce data dagli agnolotti e dalla crema di patate. Una volta trovato questo equilibrio diventa particolare l’abbinamento con la delicatezza ed il frutto originario, data dal solo affinamento in acciaio, di questo Dolcetto arricchite dalle sue caratteristiche di grande “aromaticità” e di buona freschezza.
BARBERA D’ALBA VIGNETO PUNTA 2004
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.
-Vitigno utilizzato: 100% Barbera
-Provenienza uve: Vigneto Punta in Castiglione Falletto.
-Gradazione alcolica: 14%
-vinificazione: rotomaceratori
-affinamento: 14 mesi in botti di diverse capacità.
-contenuto solfiti : 18 mg./lt di libera e 65 mg/lt di totale
-prezzo in enoteca: 16,00 Euro
Il Vigneto Punta è stato prodotto per la prima volta nel 1985, oggi la sua produzione annuale si aggira sulle .6.600 bottiglie circa.
Proviene da una vigna di 1,2 ettari, situato a 250 mt slm. La densità d’impianto è di 4600 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 45 anni. Le rese sono di 65 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con la macerazione sulle bucce di 10 giorni.
Giudizio EC: 15/20
A malincuore devo dire che il Vigneto Punta non rientra nella mia lista di preferenze alla voce Barbera.
Anche se, probabilmente, avrò presto il piacevole sospetto che tra qualche mese mi dovrò ricredere su quanto appena asserito, questo per lo sviluppo che ha avuto questo 2004 nel bicchiere durante la nostra chiaccherata. Chiuso, scontroso e con una nota di cacao amaro appena versato, dopo qualche minuto si è aperto mostrando grinta e carattere ed un frutto in equilibrio con le note vanigliate, unico neo rappresentato da un lieve cedimento in finezza che, difficile da giudicare in questo momento, se questo si possa risolvere tra qualche mese.
In bocca è di buon impatto e con uno sviluppo maggiore rispetto al naso, il tannino è fine, di buona trama ma con una chiusura amarognola.
BAROLO 2003
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.g.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo
-Provenienza uve: Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-vinificazione: rotomaceratori
-affinamento: 24 mesi in botti di diverse capacità.
-contenuto solfiti: 21 mg/lt di libera e 75 mg/lt di totale
-prezzo in enoteca: 30,00 Euro
Il Barolo senza indicazione di vigna di Azelia è stato prodotto per la prima volta nel 1967. Già 50 anni fa si produceva un solo Barolo con il nebbiolo proveniente da più vigne, oggi la sua produzione annuale si aggira sulle 7.200 bottiglie circa.
Proviene dalle vigne più “giovani”, situate nei comuni di Castiglione F. e Serralunga d’A.. La superficie totale è di 1,5 ettari, i vigneti sono situati tra i 250 ed i 350 mt slm. La densità d’impianto è di 4.400 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 20 anni. Le rese sono di 55 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con una macerazione sulle bucce di 10-12 giorni.
Giudizio EC: 17,5/20
Per contro, se parliamo invece della categoria dei Barolo “base”, quindi nato da un’assemblaggio di uve nebbiolo di più comuni, quello di Azelia occupa le prime posizioni nella mia personalissima scala delle preferenze. Forse perché lo sviluppo naso-bocca che hanno nell’immediato, in quello di Luigi Scavino è tra i più apprezzabili. Dovuto credo anche dal fatto che in questo assemblaggio “magico” abbiamo la delicatezza e la dolcezza del nebbiolo di Castiglione Falletto che si unisce alla grinta del nebbiolo di Serralunga.
Certo, questo 2003 non è tra le migliori versioni sfornate da questa cantina ( provate a stapparlo e confrontarlo con un 2001!!!), ma nonostante l’annata calda e la siccità, Luigi Scavino ha mantenuto in questo vino un’esemplare integrità di frutto e la sua freschezza in bocca serve per sostenere una sensazione pseudo-calorica particolarmente marcata che, senza questa acidità, ne limiterebbe la piacevolezza di beva.
(Poiché non amo le ripetizioni, vi suggerisco per quest’ultima frase, di fare un copia-incolla anche per gli altri Barolo 2003!)
Abbinamento
Piccione, Semi di Zucca e Zucca
Ristorante Piazza Duomo – Alba (CN)
Un piatto già appagante alla vista. Al gusto si offre con sensazioni primarie di succulenza e di saporito legate all’ingrediente di base e che fa’ da contrapposizione alla tendenza dolce della zucca, i suoi semi invece ne accentuano al palato, le note di aromaticità. Il Barolo di buona morbidezza e di una particolare sensazione pseudo-calorica di Azelia, con le sue caratteristiche di impatto immediato, lo rendono al cospetto di questo piatto, molto piacevole nell’abbinamento, il tutto”condito” da un tannino non particolarmente asciutto e da una chiusura dolce ma non stucchevole.
BAROLO BRICCO FIASCO 2003
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.g.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo
-Provenienza uve: Vigneto Bricco Fiasco in Castiglione Falletto.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-vinificazione: rotomaceratori
-affinamento: 18 mesi in barriques e 6 mesi in botti grandi.
-contenuto solfiti: 20 mg./lt di libera e 74 mg/lt di totale.
-prezzo in enoteca: 45,00 Euro.
Il Bricco Fiasco è stato prodotto per la prima volta nel 1982, oggi la sua produzione annuale si aggira sulle 11.300 bottiglie circa.
Proviene da una vigna di 2,5 ettari, situato a 250 mt slm. La densità d’impianto è di 4.400 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 40 anni. Le rese sono di 55 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con una macerazione sulle bucce di 10-12 giorni.
Giudizio EC: 18(-)/20
Premessa che risulta valida anche per l’annata 2003! Da quando assaggio regolarmente, a partire dall’annata ’95, i due cru storici di Barolo di questa cantina, ho come una sensazione che, assaggiati parallelamente, il Bricco Fiasco soffra sempre di un ritardo di condizione rispetto al San Rocco e, come ripetutamente mi succede, mi tocca affidare un punteggio leggermente inferiore rispetto al “fratello”.
Mi conforta però che, stappando adesso per esempio un 1996, mi debba subito ricredere su quanto detto al momento della loro commercializzazione.
BAROLO SAN ROCCO 2003
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.g.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo
-Provenienza uve: Vigneto San Rocco in Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-vinificazione: rotomaceratori
-affinamento: 18 mesi in barriques e 6 mesi in botti grandi.
-contenuto solfiti: 21 mg/lt di libera e 71 mg/lt di totale.
-prezzo in enoteca: 45,00 Euro.
Il San Rocco è stato prodotto per la prima volta nel 1995, oggi la sua produzione annuale si aggira sulle 7.300 bottiglie circa.
Proviene da una vigna di 1,8 ettari, situato a 350 mt slm. La densità d’impianto è di 4.500 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 35 anni. Le rese sono di 55 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con una macerazione sulle bucce di 10-12 giorni.
Giudizio EC: 18/20
Spero che quanto stia per dire in questo momento possa essere presto smentito.
E’ vero che il San Rocco, anche quest’anno, sia più espressivo del Bricco Fiasco, ma personalmente trovo che i due cru storici, assaggiati in questo momento, non abbiano poi questo divario così marcato con il Barolo di base. Se questo sia un limite dei “cru” oppure un’importante materia nel base sarebbe troppo presto per asserirlo adesso, resta il fatto che adesso mi trovo in seria difficoltà ad esprimermi su dei “consigli per gli acquisti”.
BAROLO MARGHERIA 2003
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.g.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo
-Provenienza uve: Vigneto Margheria in Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-vinificazione: rotomaceratori.
-affinamento: 24 mesi in barriques.
-contenuto solfiti: 19 mg/lt di libera e 72 mg/lt di totale.
-prezzo in enoteca: 45,00 EuroIl Margheria 2003 è la prima annata prodotta e la sua produzione è di 8.300 bottiglie.
Proviene da una vigna di 2,5 ettari, situato a 370 mt slm. La densità d’impianto è di 4.500 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 30 anni. Le rese sono di 55 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con una macerazione sulle bucce di 10-12 giorni.
Giudizio EC: 18(++)/20
Battesimo anche per me per quanto riguarda il Margheria di Azelia. Anche se è la prima volta che lo assaggio, nel bicchiere ci sento già subito uno stacco dagli altri dovuto da una grinta del nebbiolo di Serralunga, la sua tipica nota balsamica è quasi immediata e lo stesso dicasi per lo sviluppo aromatico al retro-olfatto e con dei tannini minuti e dolci in chiusura.
BAROLO RISERVA VOGHERA BREA 2001
-Tipologia vino: Rosso d.o.c.g.
-Vitigno utilizzato: 100% Nebbiolo
-Provenienza uve: Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-vinificazione: rotomaceratori
-affinamento: 30 mesi in botti di diversa grandezza.
-contenuto solfiti: 14 mg/lt di libera e 76 mg/lt di totale.
-prezzo in enoteca: 65,00 Euro.
Il Riserva Voghera Brea è stato prodotto per la prima volta con l’annata 2000. Il 2001 è stato prodotto in 3.800 “esemplari”.
Proviene da una vigna di 1 ettaro, situato a 400 mt slm. La densità d’impianto è di 4.500 piante per ettaro con un’età media delle vigne di 60 anni. Le rese sono di 55 q.li per ettaro, la vinificazione avviene nei roto-maceratori con una macerazione sulle bucce di 10-12 giorni.
Giudizio EC: 19/20-Altissimo Ceto.
“Chapeau” per questo peso massimo che entra di diritto nell’élite della produzione langarola.
Sicuramente un vino da non stappare prima di una decina d’anni, attualmente impiega diversi minuti di sosta nel bicchiere prima di entrare in sintonia.
Ma quando lo fa’ ragazzi sono…emozioni!
Frutto, ricchezza, complessità, la nota balsamica fresca e non vegetale tipica delle grandi annate del Barolo di Serralunga. In bocca si sviluppa con grande ampiezza ed un finale di grande eleganza.
Un difetto? Un tannino non ancora ben fuso. Ma mi meraviglierei negativamente se fosse stato il contrario.
Filetto di fassona, patate bouchon e salsa madeira
Ristorante Delle Antiche Contrade – Cuneo (CN)
L’abbinamento paradisiaco ci viene già offerto dagli ingredienti principali, da una parte troviamo la grande carne nobile piemontese con la sua succulenza e dall’altra parte invece, il re dei vini, frutto di una grandissima annata e che si contrappone con le sue caratteristiche di struttura, alcolicità e tannino importante. L’esaltazione palatale la si ha con la tendenza dolce della salsa di base in contrasto con la grande freschezza del Voghera Brea 2001. Cosa volete in più dalla vita???
Note positive
– Coerenza con la tradizione piemontese anche nel Packaging. Classica bottiglia bordolese per tutti i vini, con etichette semplici e con lo sfondo a fare da contrasto, ed il colore che cambia a seconda della tipologia.
-I vini di Luigi Scavino non peccano di staticismo nel bicchiere. Anzi essi sono dinamici, si evolvono e le loro qualità migliori sono date dall’equilibrio e dalla loro bevibilità.
-In commercio potete trovare ancora delle bottiglie di Barolo versione ’02. In questa annata non particolarmente felice, Luigi ha prodotto un solo vino con una selezione molto rigorosa dalle migliori uve di nebbiolo provenienti dai singoli cru.
Adesso il suo ’02, insieme a pochi altri (tra i quali ora mi vengono in mente alcuni tra Clerico, Conterno Fantino e Vajra) è risultato tra i migliori. Fate una prova, se riuscite. Cercate di mettere insieme, in una degustazione alla cieca, questi ’02 con altri Barolo ’03, ottenuti anche da cru blasonati, ed assaggiateli! Credetemi…se ne vedrebbero delle belle!!!
Note negative
-Noi diamo sicuramente più importanza ai vini prodotti però, un bel restyling al Sito, non sarebbe una cattiva idea…
Conclusioni
Le difficoltà riscontrate sull’uso un po’ impropriato dei legni piccoli sembra ormai, appartenere ad un recente passato. I Barolo di oggi sono più che mai degli esempi di tracciabilità nebbiolo-comune di appartenenza, anche se questi sono frutto di annate particolarmente difficili come la ’02 o la ’03.
Da questa cantina, nei prossimi anni, usciranno vini di annate qualitativamente molto valide come la ’04, ’05 e ’06 e che potranno entrare comodamente nelle vostre cantine pronte e decise a restarci per molti anni (anche se non possedete un orologio del 1930). E anche a vedere la bellezza delle uve di questa ’07 sembrano promettere bene!
(Cheeeese!)
Da sinistra: VG, Lorella&Luigi Scavino ed EnoCentrico.
Altissimo Ceto! per Luigi e Lorella Scavino.
Cin! Cin!
Ivano Antonini alias EnoCentrico
ivano.antonini@altissimoceto.it
Azienda Agricola AZELIA
Via Alba-Barolo, 53
12060 Castiglione Falletto (CN)
Tel: 0173/62859
Fax: 0173/462070
e-mail: l.scavino@azelia.it
sito: http://www.azelia.it/