Azienda visitata il 28 agosto 2007.
“Bello é calar nei bacchici recessi
con gli amici brindando ai dì promessi
bicchiere con bicchier viso con viso
danno alla vita il più bel sorriso”
settembre 1936…
Così recita una poesia di Giovanni Bertacchi, poeta originario di Chiavenna, incisa sulla porta di questa prestigiosa cantina.
La si raggiunge percorrendo la statale che da Lecco porta a Sondrio, si seguono le direzioni prima per Chiuro ed infine per la cantina.
Si arriva di fronte al cancello del bellissimo palazzo Quadrio, sede dell’Azienda.
Ma prima il solito ripasso “guidaiolo”:
A.I.S.: 5 grappoli allo Sfursat di Valtellina ’03, 4 grappoli al Fracia ’03, al Mazer ’03, al Le Tense ’03 ed al Cà Brione ’05.
Espresso: 3 bottiglie allo Sfursat Valtellina Docg 2003 ed al Valtellina Superiore Docg Vigneto Fracia 2003.
Gambero Rosso: 3 bicchieri allo Sfursat Valtellina Docg 2003 ed allo Sfursat 5 Stelle 2003.
La storia inizia nel 1897, quando un commerciante all’ingrosso di nome Nino Negri, nato all’Aprica e figlio di albergatori, fonda l’azienda.
Questo personaggio aveva un innato senso dell’intraprendenza e subito individua nel castello Quadrio, costruito nel 1432 da Filippo Visconti, in onore al condottiero valtellinese Stefano Quadrio, la sede “ideale” per i suoi affari.
Ma l’impulso vero e proprio è stato dato da Carluccio Negri, figlio di Nino, uno dei primi enologi usciti dalla scuola di Conegliano Veneto nel 1920.
Nel corso degli anni, la Nino Negri, ha assorbito due marchi storici: la Pelizzatti e l’Enologica valtellinese raggiungendo così il 30% della produzione totale del vino prodotto in tutta al Valtellina.
Nel 1986 la casa vitivinicola è stata acquisita dal Gruppo Italiano Vini.
Oggi conta al suo attivo 34,50 ettari di proprietà così suddivisi:
4,50 ha nella Sassella.
11 ha nell’Inferno.
12 ha nel Grumello.
7 ha nel “Fracia”.
Quest’ultima non rientra, come da disciplinare, nelle sottozone della Valtellina Superiore, ma è un vigneto di alta vocazione viticola di qualità.
L’arrivo del G.I.V. , oltre all’appoggio commerciale, ha dato nuova “linfa” per poter eseguire importanti lavori in vigna.
Primo fra tutti è stato modificato l’orientamento di alcuni filari che, dall’originario “ritocchino” ovvero da nord a sud, sono stati portati a “giropoggio”, ovvero da est a ovest. Tale trasformazione ha portato delle migliorie, prima di tutto ad una più facile gestione del vigneto che così può essere effettuata con l’ausilio di piccoli mezzi cingolati, ma anche benefici nella qualità delle uve che, con il nuovo sesto d’impianto, ha portato ad aumentare la superficie fogliare nonché alla migliore maturazione delle uve.
Sono stati re-impiantati in tutto 10 ha di vigna, con l’ausilio della selezione clonale partendo da una ricerca delle migliori piante di nebbiolo che in Valtellina viene chiamato Chiavennasca.
Il nebbiolo in Valtellina viene chiamato chiavennasca.
Ogni anno, in cantina, entrano circa 1.100.000 kg di uve, il 30% proveniente dai vigneti di proprietà mentre il restante dalla Vi. V. Ass. (Viticoltori Valtellinesi Associati), associazione fondata nel 1988 e che attualmente conta, al suo attivo, più di 250 soci.
Veniamo accolti “dall’enologo dell’anno”, il Sig. Casimiro Maule, direttore dell’azienda e presidente del consorzio di tutela della Valtellina.
Originario di Aldeno e diplomato all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, per tutti noi è il “Signor Nino Negri”, primo per la sua longeva militanza in questa cantina, ma soprattutto per la passione e le forze che versa ogni giorno per lo sviluppo qualitativo sia dei suoi vini e sia per un consolidamento, attraverso il consorzio di tutela, di tutta la viticoltura valtellinese sul territorio nazionale e non solo.
Il Sig. Maule, per chi non lo conoscesse, è una persona di grande spessore, innamorato del suo lavoro e che nonostante l’esperienza acquisita, frutto delle sue numerose vendemmie, è sempre alla ricerca del suo vino “ideale”, come da un famoso motto “il mio vino vino migliore? Quello che devo ancora fare!”.
Iniziamo la nostra giornata parlando dei vigneti.
Enocentrico: “Prima di tutto, Sig. Maule è soddisfatto di come procede l’annata ’07?”
Casimiro Maule: “Se questa domanda me l’avesse fatta settimana scorsa, le avrei risposto sicuramente di sì.
Però in questi giorni ci sono state delle piogge violente che ora iniziano a darmi dei problemi di marciume su alcuni grappoli di uva bianca ed all’interno di alcune uve nebbiolo, specie quelli provenienti da cloni che danno un grappolo compatto a differenza di quello spargolo classico.”
EC: “quindi come vi comporterete di conseguenza?”
CM: “Per le uve bianche dovremmo fare un grande lavoro di cernita prima nel vigneto e poi in cantina e comunque avremo delle uve con minor carica aromatica rispetto lo scorso anno. Mentre per le uve rosse speriamo in un buon mese di settembre.”
EC: “Veniamo ora alla gestione del vigneto. Vuole raccontare ai nostri lettori, qual’è la vostra filosofia?”
CM: “Per quanto riguarda i concimi, usiamo solo quelli organici, anche laddove presenta (indicandoci alcune viti) dei deficit di magnesio e potassio come questo.
Il vigneto della Valtellina è nel suo genere molto particolare, per le difficoltà di lavorazione, preparazione e gestione del vigneto, dove in alcune annate, arriviamo anche a 1200 ore di lavoro annue per ettaro (il doppio rispetto all’azienda Conterno Fantino recensita di recente sulle nostre pagine).
Operiamo la potatura verde per favorire lo sviluppo della maturazione delle uve restanti sulla pianta. Mentre le vendemmie vengono fatte manualmente e le uve portate a valle con l’ausilio degli elicotteri.”
Proseguiamo la visita nel vigneto Fracia, il sottoscritto insieme al Viaggiatore Gourmet, vi possono testimoniare fotograficamente quando si parla di difficoltà e di viticoltura “eroica”, tanto che, il nome dato alla sottozona Inferno, deriva proprio dalle condizioni impervie per lavorare queste terre.
Alcune foto del vigneto Fracia.
EC: “A questo punto le uve arrivano in cantina, e adesso? Cosa succede?”
CM: “Parliamo soprattutto della chiavennasca, visto che rappresenta la quasi totalità della nostra produzione. Le uve vengono controllate sul tavolo di cernita. Quelle provenienti dalle sottozone, le prime ad essere vendemmiate e destinati ai vini cosiddetti tradizionali vanno nelle vasche in acciaio classiche a temperature controllate, abbiamo anche delle vasche in cemento vetrificate.
Le uve destinati ai cru, vanno nei roto-maceratori, sia quelli a sviluppo orizzontale che quelli di tipo verticale.
Ci restano al massimo per 6 giorni di macerazione, tranne le uve destinate alla produzione dei Sfursat che, visto che sono già ricche per via dell’appassimento, le macerazioni durano anche 15 giorni.”
EC: “Domanda classica…che tipo di lieviti usate per innescare le fermentazioni?”
CM: “Fino ad oggi abbiamo utilizzato dei lieviti selezionati classici. Per contro, da quest’anno, inizieremo ad utilizzare, per alcuni vini, dei lieviti selezionati provenienti dai nostri ceppi autoctoni fatti dalla Fondazione Fojanini.”
EC: “Avete mai fatto delle prove con fermentazioni spontanee?”
CM: “Sì, ma i risultati sono stati più che deludenti, i vini ottenuti erano anonimi, magri e qualcuno presentava anche problemi di acetica.”
I rotomaceratori…
EC: “Parliamo adesso di legni? Quali tipi? Di che origine? Di quali grandezze?”
CM: “Inizio col dirle che abbiamo alcune botti, ancora in utilizzo, originarie dell’anno di fondazione!”
EC: “Come scusi???”
CM: “Sono delle botti che sono state costruite qui dentro e che ormai non cedono più nulla. Noi le usiamo più che altro come contenitori per i vini classici.”
CM: “Poi utilizziamo delle botti da 57 hl di Rovere di Slavonia della Ditta Garbellotto di Conegliano Veneto e barriques di rovere francese. Abbiamo provato anche quelle di origine americano, ma quest’ultime cedono troppo per un vitigno così delicato come il nebbiolo.”
EC: “Attualmente di quante bottiglie è composta la vostra produzione annua?”
CM: “Di circa 750.000 bottiglie.”
Bene ed ora all’assaggio!
In foto alcuni momenti della chiacchierata-degustazione.
Ma prima ancora un botta-risposta di tipo “personale”…
EC: “Anche qui in Valtellina sono arrivati quelli che oggi si chiamano Wine-maker o Wine-consultant (vedi il caso dell’ingresso di Barbara Tamburini e Vittorio Fiore alla Sertoli Salis). Lei, sig. Maule, si avvale di un enologo consulente esterno?”
CM: “Noi non ci avvaliamo di nessun enologo consulente. Con me lavora da vent’anni Dino Lauro entrato alla Negri giovanissimo.
Credo comunque che non ci sia vitigno come la Chiavennasca che vada seguito costantemente, in fase di vinificazione, in quanto è soggetto più di altri a cure che, se venissero a mancare, darebbero origine a problemi seri di fermentazioni indesiderate e problemi di nitidezza aromatica.”
EC: “Sig. Maule, oltre al nebbiolo, quali sono i suoi vitigni preferiti?”
CM: “Amo fortemente il Sauvignon ed il Pinot Nero. Vitigni difficili, che danno origine spesso a vini grezzi e impersonali, ma quando sono grandi, danno origine a vini che lasciano il segno!”
EC: “Quali sono per lei, i suoi vini ideali?”
CM: “Mi piacciono vini come il Dolcetto di Sandrone per la sua delicatezza, il Sangiovese delle Pergole Torte per il suo stile oppure quello del Cepparello per la sua “filosofia” piemontese (Paolo De Marchi, il produttore è originario del nord Piemonte, ndr).”
EC: “Ed il sopracitato Pinot Nero?”
CM: “In Alto-Adige mi piace il Krafuss di Alois Lageder.”
EC: “Più del St. Urbano?”
CM: “Diciamo che lo preferisco…”
EC: “Esiste un vino tra quelli che ha avuto l’occasione di assaggiare, che le sarebbe piaciuto fosse prodotto da lei?”
CM: “Sì. Gli ’83 di Soldera!”
EC: “Lei è alla guida di una delle realtà più importanti della Valtellina. Se non fosse arrivato alla Nino Negri?”
CM: “Mi sarebbe piaciuto approdare alla AR.PE.PE.”
EC: “Cosa le piace e cosa migliorerebbe di questa azienda?”
CM: “Mi piace molto il suo stile così tradizionale e così difficile da capire. I miglioramenti sarebbero soltanto nei tempi di affinamento.”
EC: “Cioè?”
CM: “Troppo lunghi.”
EC: “Un’ultima domanda, che valore hanno per lei, i termini territorio, tradizione, tipicità?”
CM: “In futuro avranno un peso decisivo importante. Con questo non intendo quelli derivanti dalle sottozone classiche, in quanto producono vini, le cui differenze non sono così marcate, ma da vigneti, tipo il nostro Fracia, che possono fare la differenza!”
Si parte!
Una doverosa precisazione.
La Batteria presentata da Casimiro Maule, in quel giorno hanno presentato delle difficoltà di “chiusura” aromatica (confermate da lui stesso).
Quindi il mio giudizio può essere per alcuni di essi restrittivo. Tutto sommato questo non incide in alcun modo, sul livello qualitativo dei vini di questa prestigiosa cantina, i quali, posso tranquillamente affermare, essere (nell’insieme) il più alto in Valtellina.
Livello che trova nelle annate la vera caratteristica differenziale sulle qualità organolettiche dei vini presentati, tolte le preventive differenze date dalle selezioni qualitative e dalle tecniche di lavorazione, appassimento compreso.
Quindi mi limiterò nella descrizione organolettica dei vini, sia per un numero elevato dei vini degustati sia per non appesantire la lettura del post.
Terrazze Retiche di Sondrio Cà Brione 2006
-Tipologia vino: Bianco Igt.
-Vitigni utilizzati: Sauvignon, Chardonnay, Incrocio Manzoni e Chiavennasca (vinificata in bianco).
-Provenienza uve: comuni di Teglio e Tresivio.
-Gradazione alcolica: 13,4%.
-vinificazione: barriques con batonage.
-affinamento: barriques per 7 mesi.
-contenuto solfiti: 21 mg./lt di libera, 106 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 17,00 Euro.
Giudizio EC: 15/20(Degustato a pranzo)
Prodotto per la prima volta nel 1986, il Ca’ Brione è il nome di un vigneto inserito nel Fracia.
Questo Cà Brione è un vino decisamente interessante. Se andiamo oltre le note aromatiche date da un legno, in questo momento, troppo pronunciate, troviamo un naso ricco e caratterizzato da un equilibrio di note “dure”, quasi acerbe come agrumi e mela verde, bilanciate con note molto più dolci come la banana e la frutta esotica, evidenziato anche da un’evidente mineralità.
In bocca non aspettatevi volume e grassezza ma un vino lineare e sottile con una spiccata acidità ed un finale di media lunghezza.
Abbinamento
Trancio di Pescatrice arrosto con polvere di prosciutto crudo essiccato, arancia candita, cipollotto, patate croccanti , salsa al caffè.
Ristorante Trussardi Alla Scala-Milano(MI)
Un piatto che presenta una sinfonia di sensazioni, dove la natura dell’equilibrio di esse trova come giusto compagno di viaggio, un vino delicato e deciso al tempo stesso, ma che trova nel suo equilibrio, la giusta contrapposizione a questa preparazione.
VALTELLINA SUPERIORE SASSELLA 2004
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 95% Chiavennasca, 5% Pignola e Pinot Nero.
-Provenienza uve: sottozona Sassella.
-Gradazione alcolica: 12,5%.
-vinificazione: acciaio.
-affinamento: botti grandi.
-contenuto solfiti: 19 mg./lt di libera, 100 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 11,00 Euro
GIUDIZIO EC: 14/20
Il Sassella tradizionale è stato prodotto per la prima volta nel 1945 e oggi la produzione si aggira intorno alle 100.000 bottiglie.
Rispetto all’annata precedente troviamo un naso più fresco ed in bocca un tannino più grossolano e asciutto ed un’acidità più spiccata.
VALTELLINA SUPERIORE GRUMELLO 2003
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 95% Chiavennasca, 5% Brugnola e Fortana.
-Provenienza uve: sottozona Grumello.
-Gradazione alcolica: 12,5%.
-vinificazione: acciaio.
-affinamento: botti grandi.
-contenuto solfiti: 26 mg./lt di libera, 90 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 11,00 Euro.
GIUDIZIO EC: 14(-)/20
Il Grumello tradizionale è stato prodotto per la prima volta nel 1945 e oggi la produzione si aggira intorno alle 80.000 bottiglie.
Il segno meno tra parentesi identifica una versione simile al campione precedente, ma con una maggior difficoltà di beva per un limite nel sostegno dell’acidità rispetto alla sensazione pseudo-calorica.
VALTELLINA SUPERIORE SASSELLA LE TENSE 2004
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 100% Chiavennasca.
-Provenienza uve: sottozona Sassella, vigneti Minè, Longoni e Chiesa Sassella.
-Gradazione alcolica: 13,6%.
-vinificazione: roto-fermentini.
-affinamento: 50% in barriques di secondo e terzo passaggio, 50% in botti da 80 hl.
-contenuto solfiti: 15 mg./lt di libera, 89 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 16,00 Euro.
GIUDIZIO EC: 14,5/20
Oggi la produzione si aggira intorno alle 80.000 bottiglie. Le vigne migliori, durante il dominio delle Tre Leghe Grigie svizzere, tra il 1512 ed il 1797, venivano chiamate “Tense” ed erano protette dagli “arbostrari”, ovvero i guardiani delle viti.
Con questo vino saliamo al gradino superiore.
Rispetto ai “tradizionali”, le “selezioni” trovano una differenza qualitativa data dalla minor produzione per ettaro, alla vendemmia posticipata, ad un colore più accentuato e meno “aranciato” anche per l’utilizzo dei roto-maceratori ed un impiego di legni di minor capacità.
Il 2004 è stata un’annata in Valtellina caratterizzata da un inverno-primavera con un buon clima e precipitazioni equilibrate, difficoltà in primavera dovute a precipitazioni notturne delle temperature, estate con caldo moderato ed un bellissimo mese di settembre che hanno portato l’inizio delle vendemmie il 16 ottobre.
VALTELLINA SUPERIORE GRUMELLO SASSO ROSSO 2004
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 95% Chiavennasca, 5% Rossola.
-Provenienza uve: sottozona Grumello, vigneti sassorosso.
-Gradazione alcolica: 13,4%.
-vinificazione: roto-fermentini.
-affinamento: 50% in barriques di secondo e terzo passaggio, 50% in botti da 80 hl.
-contenuto solfiti: 20 mg./lt di libera, 105 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 15,00 Euro
GIUDIZIO EC: 14,5(+)/20
Oggi la produzione si aggira intorno alle 30.000 bottiglie. Proviene dai vigneti sotto il Castel Grumello distrutto dai Grigioni nel 1526.
In questo caso, il segno positivo è dato da un frutto più fresco ed un tannino più minuto e meno asciutto che ne facilita l’allungo in chiusura, rispetto al “Le Tense”.
VALTELLINA SUPERIORE INFERNO MAZER 2004
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 100% Chiavennasca.
-Provenienza uve: sottozona Inferno, vigneti Calvario, Sottogironi, Sopragironi e Cà Rossa.
-Gradazione alcolica: 13,85%.
-vinificazione: roto-fermentini.
-affinamento: 60% in barriques di secondo passaggio, 40% in botti da 80 hl..
-contenuto solfiti: 18 mg./lt di libera, 114 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 16,00 Euro
GIUDIZIO EC: 15-15,5/20
Il nome deriva dal dialetto valtellinese che significa “buono, bello, generoso”. Oggi è l’Inferno più prestigioso di Casa Negri.
Ecco un esempio di come le difficoltà, scritte in prefazione alla degustazione, incidano in maniera rilevante sul giudizio finale.
Il giudizio finale sarebbe stato di 15 se non fosse che il Mazer ’04 ho avuto occasione di degustarlo in altre due occasioni riportando il voto sul mezzo punto in più.
VALTELLINA SUPERIORE “FRACIA” 2003
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 100% Chiavennasca.
-Provenienza uve: vigneto Fracia.
-Gradazione alcolica: 14%.
-vinificazione: roto-fermentini.
-affinamento: barriques per 15 mesi.
-contenuto solfiti: 16 mg./lt di libera, 95 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 25,00 Euro
GIUDIZIO EC: 16,5/20
Il Fracia viene ottenuto con uve Chiavennasca raccolte in vendemmia tardiva.
Il 2003 è stata un’annata caratterizzata da un inverno ed inizio primavera nella norma seguito da un caldo (ce lo ricorderemo per tutta la vita!) iniziato a maggio e finito a fine agosto che ha portato una raccolta anticipata di circa tre settimane rispetto alla norma.
Nel caso del Fracia, la pioggia e le temperature più miti del mese di settembre hanno “frenato” la maturazione fenolica delle uve, ottenendo così un vino con un naso caratterizzato da un frutto maturo ma non “cotto” ed in bocca con un’acidità presente a supportare i 14% di alcol ed un tannino minuto e non amaro.
Abbinamento
Tonno scottato, foie gras e fichi caramellati
Ristorante Nicola Cavallaro-Milano (MI)
Per la serie “il difficile è il mio mestiere” abbiamo un piatto dove, la tendenza dolce e il saporito del tonno, la “dolcezza” data dai fichi caramellati che bilanciano l’amarognolo dato dal foie gras, ci regalano al palato sensazioni che possiamo trasgredire con un rosso di questa caratura, con caratteristiche di buona freschezza e discreta morbidezza.
VALTELLINA SFURSAT TRADIZIONALE 2004
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 100% Chiavennasca.
-Provenienza uve: Inferno, Grumello e Fracia.
-Gradazione alcolica: 15,4%.
-Periodo di appassimento: 3 mesi e mezzo circa.
-vinificazione: roto-fermentini ma con macerazioni di 14 giorni.
-affinamento: 50% barriques, 50% in botti da 20 e 50 hl.
-contenuto solfiti: 12 mg./lt di libera, 98 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 32,00 Euro
GIUDIZIO EC: 15,5 (?)/20
Lo Sforzato viene prodotto solamente nelle annate più favorevoli.
La vendemmia del nebbiolo per lo sfursat tradizionale è iniziata a fine settembre ed inizio ottobre, mentre l’appassimento è durato fino al 12 gennaio 2005.
Anche in questo caso abbiamo un vino da utilizzare il punto interrogativo nel giudizio, in quanto troviamo stoffa e carattere ma in questo momento è limitato in fase olfattiva e nell’allungo finale.
Da rivedere più avanti.
A seguire una mini-verticale di 5 Stelle.
VALTELLINA SFURSAT 5 STELLE 2003
-Tipologia vino: Rosso Docg
-Vitigni utilizzati: 100% Chiavennasca.
-Provenienza uve: Inferno, Grumello e Fracia.
-Gradazione alcolica: 15,5%.
-Periodo di appassimento: 2 mesi e mezzo circa.
-vinificazione: roto-fermentini ma con macerazioni di 14 giorni.
-affinamento: barriques per 16 mesi.
-contenuto solfiti: 14 mg./lt di libera, 114 mg./lt di totale.
-prezzo in enoteca: 45,00 Euro
GIUDIZIO EC: 17/20
La Negri è stata, nel 1956, la prima casa valtellinese ad utilizzare un appassimento naturale delle uve e oggi il 5 stelle è il vino di punta di questa casa, prodotto solo con le migliori, in quantità limitata e solo nelle grandi annate.
Anche questo ’03 è frutto di una grande annata, ma la raccolta anticipata delle uve e il minor tempo di appassimento hanno modificato il DNA tradizionale del 5 Stelle e così abbiamo un vino di sostanza, di stoffa, di carattere, se vediamo bene presenta anche un naso fresco, con note di finissima eleganza, ma in bocca è limitata nell’agilità di beva ed il tannino presenta una lieve nota amarognola in chiusura.
VALTELLINA SFURSAT 5 STELLE 2002
Giudizio EC 18/20 ALTISSIMO CETO.
5 stelle come le stelle dell’Altissimo Ceto per questo vino che, ha differenza di molte zone in Italia, trova nel 2002 un’annata favorevole e ci regala un vinodi grande equilibrio, eleganza e finezza. Tannino minuto e ben fuso con chiusura che favorisce un buon allungo finale.
Abbinamento
Maialino da latte con salsa gremolata e patate rosolate
Ristorante Ai Quattro Mori-Calcinate del Pesce (VA)
L’equilibrio del 5 stelle 2002, il buon tenore alcolico sostenuto da una buona freschezza ci regala sensazioni che si sposano con la delicatezza del maialino da latte e le note di tendenza dolce date dalla presenza della salsa e delle patate.
VALTELLINA SFURSAT 5 STELLE 2001
GIUDIZIO EC: 16/20
Le difficoltà incontrate nell’assaggio anche di quest’ultimo vino ci fa’ capire che oggi è proprio una “giornata” difficile, in quanto registriamo ancora problemi di chiusura olfattiva che, anche con la sosta nel bicchiere, il quadro aromatico fatica ad esprimersi e la stoffa a far valere i propri muscoli.
Ciò nonostante può cambiare qualcosa sulla finezza espressiva, ma non sulla sostanza qualitativa dei vini presentati in batteria, che comunque presentano tutte le carte in regola per ottenere l’AC.
In foto la casa dove per circa tre mesi sostano i grappoli per l’appassimento.
Note positive
-Un azienda di sicuro interesse, con qualità produttive alte anche per i numeri di produzione.
-La costante ricerca annuale dei miglioramenti.
-Il Pack rappresenta per la Nino Negri un’ulteriore nota positiva che differenzia, anche a livello di etichetta, le diversità delle linee qualitative prodotte.
Note negative
-Il difficile raggiungimento dei mezzi di trasporto, le tante ore impiegate nella lavorazione del vigneto, la viticoltura eroica, le vendemmie fatte con l’elicottero alzano notevolmente i costi di produzione (questo vale per ciascuna cantina di questa zona) con conseguenze che troviamo sul prezzo finale dei vini.
Conclusioni
-Restiamo in attesa di valutare i primi “esperimenti” fatti con i lieviti della Fojanini.
-La lunga militanza e il lavoro svolto con grande professionalità e serietà dell’enologo Casimiro Maule, il notevole aiuto economico dato dal GIV, hanno portato la Nino Negri a spiccare in un territorio difficile come quello Valtellinese ed avere un nome che conta nel Mondo ed essere presente sulle carte dei vini di alcuni dei migliori ristoranti non solo italiani.
Altissimo Ceto! per Casimiro Maule e tutto lo staff della Nino Negri.
Cin! Cin!
Ivano Antonini alias EnoCentrico
ivano.antonini@altissimoceto.it
Casa Vinicola Nino Negri
Via Ghibellini,3
23030 Chiuro (SO)
Tel: 0342/485211
Fax: 0342/482235
e-mail: negri@giv.it
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http://www.giv.it/