Altissimi standard a partire dalle origini di questo grande ristorante che vanta due stelle Michelin. Uno spazio per la felicità, costituito da un lavoro complesso fatto di tanti elementi: la cura ai dettagli, il rispetto della tradizione ma con la volontà di crescere ogni giorno, un’impeccabile accoglienza, la scelta di materie prime selezionate e una squadra di fidati e professionali collaboratori.
Una cena “al Sando” fa tornare alle origini del genuino vero, associando l’inventiva appassionata a materie prime di altissima qualità si ottiene un’esperienza indimenticabile, in cui è davvero impossibile non divertirsi ed uscirne soddisfatti. San Domenico, capitanata dallo Chef Massimiliano Mascia, presenta una cucina classica ma capace di reinventarsi mantenendo i più alti standard, e una delle cantine più fornite e ricche che conosciamo, gestita alla perfezione dall’head sommelier Francesco Cioria.
San Domenico è uno di quei luoghi dove torniamo sempre con grande gioia ed entusiasmo, questa la nostra ultima esperienza!
Archivio storico reportage:
-> Reportage del 13 gennaio 2011
-> Meeting del 22 settembre 2012
La squadra
Patron: Natale e Valentino Marcattili, Massimiliano Mascia
Lo staff di cucina:
Chef: Massimiliano Mascia
Sous chef: Stefano Ghironi
Pasticciere: Giovanni Mattina
In cucina: Samuele Mazzocchetti, Filippo Berti, Davide Cavina, Antonio Patella, Andrea Serafini, Nicola d’ Andria, Giorgia Broglia
Lo staff di sala:
Maitre: Giacomo Marcattili
Sommelier: Francesco Cioria
Chef de rang: Simone Saviotti, Francesco Zeba, Chiara Paolini, Donato Caggiano
Il benvenuto..
Al tavolo Trento Doc riserva Lunelli 2009 “50 anni San Domenico” – Ferrari
Giallo carico con tenui riflessi dorati, dal perlage finissimo e persistente. Al naso è fruttato, ricco, dai profumi complessi e dalla struttura ampia ed avvolgente. Al palato poi è in perfetto equilibrio con note di lievito tostato e spezie. Armonico e ricco, chiude con un finale di grande intensità e persistenza.
Vediamo nel dettaglio gli entrè: cozza di Oristano con crema di prezzemolo e nocciole tostate.
Carota alla brace con crema di carota al wasabi e polvere di alloro.
Tacos all’italiana.
Mousse di mortadella e biscotto al parmigiano.
Mini toast.
Oliva farcita.
Tortellini fritti.
Crema di asparagi.
Un arcobaleno variegato di sensazioni che conquistano per la loro originalità: insalata di ovuli e porcini ristretto al carpano classico e tartufo nero.
Melanzana grigliata, purea di arachidi e brodo di cipolla di Medicina.
Un vastissimo assortimento di pane. Tipologie: grissini all’ olio di Brisighella, panini integrali, ricciole di Imola, pane al burro, pane casereccio al lievito madre, pane di segale e noci.
Degustiamo Sauternes 1er Cru 1999 – Château La Tour Blanche
Alla vista ha una tonalità dorata ambrata. Il bouquet olfattivo è intenso, caratterizzato da aromi floreali e fruttati, tra cui note di pesca, arancia e albicocca. Al palato risulta corposo e pieno, fresco, con un retrogusto olfattivo da cui emergono note di burro e vaniglia.
E un calice di Beaujolais Villages 2016 – Jules Desjourneys.
Note di pasticceria pralinata, con un finale di limone candito e ananas. Un vino dal corpo denso, pieno e succoso.
Scampo e caviale con punte di asparagi.
Petto e coscia di quaglia glassati alla Saba di sangiovese con salsa al tartufo nero e chips di patata viola.
In abbinamento con la prossima portata un calice di Barrosu Rosato – Giovanni Montisci.
Un vino rosso di medio corpo e di grande espressione ottenuto da uve rosse locali in purezza che affina per circa 8 mesi in barrique.
Astice e fegato d’ oca con spinaci al sesamo.
Veniamo ora ammaliati dalla tecnica di apertura del vino con pinza: viene riscaldata su fiamma viva, una volta impugnata ed apposta con cautela nella sezione del vetro che deve essere tagliata, la particolare forma della pinza permetterà di avvolgere perfettamente l’area bersaglio, fondendo letteralmente il vetro dall’esterno verso l’interno e rendendolo così fragile. A questo punto basta un solo gesto deciso per rimuovere la parte superiore della bottiglia con il tappo.
Arriva lo Chef al tavolo a spiegarci la prossima portata…
Risotto al pomodoro con riduzione di bisque e crudo di mazzancolle al limone bruciato.
Ed ora la fase di decantazione…
Arrivano gli spaghetti di gragnano con crema di piselli e battuto scampi al lime.
Ora un calice di Rouge ‘Métis’ – Domaine Labet.
Si presenta con un colore tipicamente rubino. I profumi sono caratterizzai da un profilo di note rinfrescanti, da cui emergono dapprima sentori di frutta, e poi sensazioni che riportano alle erbe aromatiche e a tocchi lievemente speziati. Il palato è concorde con il naso, di medio corpo, con un sorso raffinato e fine, che circonda il palato con un gusto fresco.
Trancio di rombo al tegame con asparagi e vongole veraci.
Spezziamo con una albicocca Reale di Imola rinfrescante e piccola pasticceria:
- tartelletta al limone con meringa dorata
- cremino al caffè
- sbrisolona con cremoso alla mandorla
Perchè no, un cocktail o un amaro di fine pasto!
- Nocino e Lapsang: cognac nocino, amaretto di Saronno, succo di limone e the nero lapsang souchong;
- Rosolio: Rosolio, Vodka Belvedere, succo di pompelmo, te bianco e idromele.
Il primo dessert: barretta di arachidi e pistacchio con salsa ai frutti di bosco.
A seguire mousse all’ albicocca, idromiele all’anice e cremoso tapioca e aneto.
Infine gelato di crema con salsa di fragole.
Un immenso grazie e…a presto!
Ristorante San Domenico
Via Gaspare Sacchi, 1 – 40026 Imola (BO)
Tel. 0542.29000
Fax 0542 39000
Chiuso domenica sera e lunedì; in Giugno, Luglio e Agosto anche sabato e domenica a mezzogiorno
E-mail: sandomenico@sandomenico.it
Sito internet: www.sandomenico.it