Articolo a cura di Ivano Antonini.
I SuperTuscans sono entrati in una nuova era e sembrano respirare aria nuova. Sono ormai sempre più numerose le testimonianze che arrivano dalle diverse aree della Toscana, tese a confermare quelle impressioni che da alcuni anni emergono ormai dai nostri bicchieri. L’impressione generale è che sembrerebbe essersi chiusa definitivamente l’era dei “Body-building wines“, dei vini “tutta ciccia” e anche quella dei “vini solo legno”, mentre pare che si sia intrapresa una strada più ragionata, più consapevole e moderata, fatta finalmente di vini che riescano ad esprimere il/i varietale/i di partenza, parlare del territorio in cui nascono ed avere un profilo stilistico che in qualche modo segue più da vicino una filosofia aziendale e non più quella disegnata “al cellulare”, dal famoso enologo “con la valigia”. Dimostrazione di quanto detto finora, vi sono senza dubbio le ultime annate prodotte da Il Borro, meravigliosa tenuta della Valdarno, la quale vanta una storia millenaria che ha visto protagoniste famiglie illustri e che hanno determinato, in maniere e modi diverse, le sorti della Toscana, come quella dei Pazzi, dei Medici Tornaquinci e quella dei Savoia, fino ad arrivare all’attuale proprietà della famiglia di Ferruccio Ferragamo.
Entriamo al Borro
Colpevole è stata una battuta di caccia, a fare innamorare Ferruccio Ferragamo della Tenuta Il Borro nel 1985, allora appartenente al Duca Amedeo D’Aosta. Per anni, la famiglia Ferragamo decise tuttavia di affittare la Tenuta fino al 1993, quando acquistò definitivamente l’intera proprietà, incluso il Borgo Medievale e la Villa padronale, allora malmessi e che portavano ancora i segni degli attacchi della Seconda Guerra Mondiale.
Il Borgo Medievale
La Villa Padronale ed i suoi giardini
Quella che oggi si presenta ai nostri occhi come la Tenuta Il Borro, nasce in realtà come antica località, centro di ritrovo e fonte di lavoro per gli abitanti della zona. Infatti cuore della Tenuta è proprio il piccolo Borgo Medievale che, risalente al lontano 1039, è arroccato sulle rocce scoscese del “borro”, termine che sta ad indicare un burrone formatosi dal letto di un torrente. Oggi, la Tenuta, grazie alle cure e ai lunghi lavori di restauro da parte dei nuovi proprietari, è tornata a nuovo splendore, facendo rivivere quelle che sono da sempre le antiche tradizioni di questi luoghi. Oltre alla Cantina, si trova anche un rinomato ristorante all’interno del Borgo medievale, una SPA, una Congress room ed il Vin Café per chi sceglie di venire qui per un pasto più frugale.
L’ingresso della SPA e del Vin Café
I vigneti
La cantina
Il cambio di direzione per la Tenuta Il Borro, descritto in apertura di articolo, ha una data ben precisa: la 2009. Anno in cui è stato intrapreso un nuovo percorso, si è deciso di passare dal regime biologico a quello biodinamico in vigna, mentre in cantina si sono operate diversi cambiamenti, tra cui l’uso più oculato dei legni nuovi e la scelta di stoccare le uve, dopo la vendemmia, in ambienti refrigerati per una notte prima della vinificazione, con il vantaggio di avere dei profili olfattivi dei vini più netti e più croccanti. Questi primi passi hanno portato dunque dei vantaggi che si possono già vedere nei bicchieri che andremo a degustare e che abbiamo il piacere di raccontarvi. Occasione nell’occasione, è stata anche quella di assaggiare l’ultimo nato di questa Cantina. Un nuovo vino che porta il nome di Alessandro dal Borro e che lo stesso Ferruccio Ferragamo ci racconta come è nato e ci dice perché ha deciso di dedicarglielo.
“Alessandro dal Borro (Arezzo 1600- Corfù 1656) è stato “uno dei soldati più esperti” un grande leader, attivo in molti teatri di guerra del XVII secolo. Grato dei suoi servizi, nel 1644, il Granduca Ferdinando II di Toscana lo investì del titolo di Marchese, donando anche il castello del Borro, il feudo di Castiglion Fibocchi e la chiesa di San Giustino Valdarno.Noi siamo orgogliosi di celebrarlo con questo vino che nasce in edizione limitata, numerata e in formato speciale. Questo prodotto è frutto della passione della mia famiglia per Il Borro e per una delle varietà più rappresentative del suo terroir: il “Syrah”. Una costante attività in vigna e la cura nella selezione varietale, hanno portato, grazie anche alla guida constante dell’enologo Stefano Chioccioli e del sottoscritto, alla nascita di Alessandro dal Borro Syrah I.G.T. Toscana 2011. Un prodotto che ci ricorda nelle sue caratteristiche organolettiche, la nobiltà e la grandezza del personaggio storico della tenuta da cui prende il nome. Desideriamo quindi presentare questo prodotto della nostra tenuta in anteprima agli amici del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto, prodotto che sarà presentato poi ufficialmente durante il prossimo Vinitaly.”
La degustazione prevede prima l’assaggio delle annate 2010 e 2009 de Il Borro, composto da 50% di Merlot, 35% di Cabernet Sauvignon, 10% Syrah e da 5% di Petit Verdot.
95/100 – Toscana IGT Il Borro Il Borro 2010
Vino che abbiamo il piacere di assaggiare in anteprima. L’annata 2010 sta seguendo coerentemente un discorso già iniziato, come già detto, con la 2009, ovvero quello di cercare di andare sempre più in profondità, valorizzando ciò che la natura è capace di donare ed ergersi il più possibile sul lavoro compiuto dall’uomo. Rubino brillante e profondo. Si intuisce già al primo impatto il cambio di passo descritto in precedenza, pulizia estrema, una proprietà verticale che esalta il frutto, interagendo con un legno in maniera decisamente più equilibrata rispetto al passato. Un profilo olfattivo che con l’ossigenazione dona articolazione ad una complessità davvero intrigante, sensazioni di prugne mature e mirtilli, balsamico di eucalipto e mentuccia fresca, speziatura di chiodi di garofano e liquirizia. Incisivo e dinamico, con chiusura che profuma di legno di cedro. Al gusto è maestoso ed avvolgente, quello che ti aspetti da un grande vino, sinergia tra potenza e freschezza, con il plus che ti porta a richiederne un altro sorso. Una trama tannica fitta e minuta che dona consistenza, in convivenza con spessore e avvolgenza. Il finale all’insegna del bilanciamento acidità-sapidità, è cresciuto grazie all’età delle vigne e alla conversione al biologico incominciata nel 2006. Un vino che a breve uscirà sul mercato, ma che già adesso merita una lode.
93/100 – Toscana IGT Il Borro Il Borro 2009
Un vino che è ulteriormente cresciuto dopo un anno della sua commercializzazione. Quello che ha guadagnato è sicuramente l’articolazione che si è fatta più completa ed al palato mostra maggiore equilibrio. La sua veste è sempre brillante e luminosa, un po’ meno profonda della 2010 degustata in precedenza. Il profilo olfattivo sa essere a tratti maturo attraverso un frutto ricco e variegato, dove si mettono in evidenza le sensazioni dei piccoli frutti rossi, ma anche incisivo e giovanile, con delle sferzate aromatiche date da toni balsamici e di speziatura piccante. Il tutto comunque con modi più distesi e moderati sempre rispetto alla 2010. Palato di grande freschezza, sapido e salmastro con note di macchia mediterranea, sembra respirare il vento che accarezza le colline dove è adagiata la tenuta dei Ferragamo. Tannino e spessore giocano in sintonia, creando sinergia e complicità come due ballerini di tango. Pulito e sensuale fino in fondo, dove la pasta di olive nere, l’eucalipto e le spezie orientali vanno in profondità ed esaltano la sua chiusura.
95/100 – Toscana Syrah IGT Alessandro dal Borro Il Borro 2011
Alessandro dal Borro era un guerriero, ma anche una sorta di eroe. E quale modo migliore se non quello di dedicare le sue gesta, le sue mosse, i suoi pensieri, all’ultimo nato in casa Ferragamo? Le sue intenzioni si mostrano già subito decise ed ha tutta la voglia di diventare, già dalla prima annata, il vino di punta aziendale. Tiratura limitata, prodotta solo in magnum e già tutte, ci dicono, destinate a chi lo ha prenotato in precedenza. Violaceo e quasi impenetrabile al colore. Al naso spicca tutto il varietale speziato e terroso che riesce ad esprimere il Syrah ad alti livelli. Un vino imponente, impressionante per la sua capacità di mostrare sfumature sempre nuove ad ogni battito di ciglia. Pulito, fitto, esprime note di macchia mediterranea, pepe verde, tapenade di olive, per poi virare su sfumature più “grintose” quali il tamarindo, curcuma, chiodi di garofano, liquirizia e grafite. Perfetto l’equilibrio frutto-legno. Al palato si capisce subito perché il vino è stato intitolato ad un guerriero: determinazione, tenacia, slancio ed energia a supporto di una trama avvolgente e ricca. Tannini nobili, minuti e ben integrati. Articolazione finale a caratteri cubitali per un vino che avrà molto da dire in futuro (con possibilità di crescita anche nel punteggio), ma che già da oggi offre numerose garanzie.
Recapiti:
Il Borro
Località Borro, 1
52024 San Giustino Valdarno (AR)
tel: 055 977053
fax: 055 977864
Sito Web: www.ilborro.it
Indirizzo posta elettronica: vino@ilborro.it