Articolo a cura di Annalisa Linguerri e Rudy Travagli.
Referenti regionali per la regione Emilia-Romagna.
L’Emilia è una terra ricca in senso enologico. Un patrimonio divenuto solido, compatto e fortemente trainante per l’insieme della produzione vinicola nazionale, grazie al vasto bagaglio di denominazioni e di varietà che offre. Non solo in fatto di vitigni, ma anche di tipicità e diversità produttive. Per la prima volta, da quando abbiamo iniziato questa nostra avventura per la Guida dei Vini on-line dedicata alle eccellenze, abbiamo voluto quindi dividere la recensione dedicata all’enologia emiliana, da quella romagnola. Possiamo tranquillamente asserire che, una volta terminate le nostre sessioni, ci siamo divertiti molto a degustare e recensire questi vini, soprattutto per quanto riguarda i Lambruschi, dove ci si doveva districare tra frizzanti, spumanti, ancestrali, vini fermi ecc. Speriamo che lo stesso entusiasmo ci sia da parte vostra nel volerci leggere, sperando che le nostre valutazioni facciano scattare in voi quella scintilla che vi spinga a cercare, curiosare e degustare questi vini.
Una piccola premessa prima di passare al racconto dei vini, solo per dirvi che per quest’anno le aziende La Stoppa e Lusenti non ci hanno voluto inviare i campioni. La cosa non può che farci dispiacere vista la stima che abbiamo verso queste realtà, ma rispettiamo le loro decisioni e cogliamo l’occasione per dirgli che tale stima rimane comunque immutata e saremmo pronti a ospitarle nuovamente, qualora dovessero cambiare idea in futuro.
In questo articolo si parla di: Albinea Canali, Cantine della Volta, Cavicchioli e Figli, Ceci, Cleto Chiarli, Fattoria Moretto, (*) I Dolomitici, La Tosa, Le Barbaterre, Lini 910, Medici Ermete, Monte delle Vigne, Paltrinieri, Rinaldini-Moro, Tenuta Pederzana, Torre Fornello, Villa di Corlo.
Prima di passare al racconto dei vini degustati, per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli:
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Contrariamente a quanto avviene per le altre recensioni, in questa abbiamo preferito procedere con la suddivisione per aziende seguendo le valutazioni dei campioni che ci sono stati inviati, indicandoli dal voto più alto a quello più basso, questo perché abbiamo voluto piuttosto mettere in luce i diversi stili aziendali. Stili che, nella maggior parte dei casi, vanno molto al di là delle peculiarità delle denominazioni riportate in etichetta.
In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto la menzione speciale. Questa menzione, assegnata con la dicitura “Altissimo Ceto”, viene data all’unanimità da tutto il panel di assaggio in presenza di caratteristiche particolari, perlopiù legati alla personalità di un determinato vino, indipendentemente dalla valutazione finale. Una sorta di premio della critica.
In blu sono evidenziati i nomi dei produttori ai quali è “linkata” la propria scheda aziendale. Questa scheda è posizionata nell’indice regionale sulla parte destra dell’home-page. In questa sezione troverete tutti i dati, i recapiti e le recensioni di tutti i vini degustati di quel produttore nel corso degli anni, al fine di mantenere una “memoria storica” di tutti gli assaggi fatti nel corso delle edizioni della nostra Guida dei vini on-line.
In questa recensione abbiamo voluto mettere in evidenza il tipo di vinificazione usato per quel vino (frizzante, metodo classico, metodo charmat, ancestrale o vino ferno) mentre per quei vini che riportano la sigla s.a. (senza annata), viene fatto riferimento all’annata “base” utilizzata per quel vino. Infine viene indicata la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca, mentre l’asterisco viene usato in presenza di quei vini che hanno delle caratteristiche molto simili al resto dei vini inseriti all’interno della medesima sessione, ma che non fanno parte della denominazione in oggetto, oppure appartengono ad un’altra categoria o regione.
Al secondo punto, viene ripresa la medesima graduatoria, integrando la recensione con le relative foto dell’etichetta e le note di degustazione.
Non ci resta dunque che augurarvi buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
84/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT Ottocentonero (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
82/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT FB (Metodo Ancestrale) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
81/100 – Colli di Scandiano e di Canossa Lambrusco Grasparossa DOC Codarossa (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
80/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT Chiaro de la Falconaia (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
90/100 – Lambrusco di Modena DOC brut Rosé (Metodo Classico) 2010 – (Cat. C)
88/100 – Spumante VSQ Brut Il Mattaglio (Metodo Classico) s.a. (rif. 2009) – (Cat. C)
84/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Rimosso (Metodo Ancestrale) 2010 – (Cat. B)
82/100 – Lambrusco di Modena DOC Spumante (Metodo Classico) 2009 – (Cat. B)
86/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Vigna del Cristo (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
82/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Rose’ del Cristo brut (Metodo Classico) 2007 – (Cat. D)
79/100 – Lambrusco di Modena DOP 1928 (Frizzante) s.a. (rifer. 2011) – (Cat. A)
86/100 – Emilia IGT Otello NerodiLambrusco (Frizzante) s.a. (rifer. 2011) – (Cat. A)
85/100 – Emilia IGT Lambrusco Secco Terre Verdiane (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
80/100 – Emilia IGT Otello (Frizzante) s.a. (rifer. 2011) – (Cat. A)
86/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Vecchia Modena Premium Mention Honorable (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
85/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Vigneto Enrico Cialdini (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
82/100 – Brut de Noir VSQ Rose’ (Spumante Metodo Charmat) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
79/100 – Colli Bolognesi Pignoletto doc Tenuta Santa Croce s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
87/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP Canova (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
83/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP Monovitigno (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
I DOLOMITICI
*87/100 – Vigneti delle Dolomiti IGT Ciso Lambrusco a foglia frastagliata (Vino rosso fermo) 2010 – (Cat. C)
86/100 – Colli Piacentini DOC Cabernet Sauvignon Luna Selvatica 2009 – (Cat. D)
85/100 – Colli Piacentini DOC Gutturnio Superiore Vignamorello 2010 – (Cat. C)
85/100 – Colli Piacentini DOC Malvasia Sorriso di Cielo 2010 – (Cat. B)
84/100 – Colli Piacentini DOC Sauvignon 2010 – (Cat. A)
84/100 – Brut Nature VSQ Lambruscante (Spumante Metodo Classico) 2008 – (Cat. A)
80/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT (Frizzante con rifermentazione in bottiglia) 2010 – (Cat. A)
78/100 – Emilia IGT Marzemino Rose’ Besmein Capolegh (Frizzante con rifermentazione in bottiglia) 2010 – (Cat. A)
86/100 – Spumante VSQ Metodo Classico In Correggio (Spumante Metodo Classico) 2004 – (Cat. F)
84/100 – Spumante VSQ Metodo Classico Rosso In Correggio (Spumante Metodo Classico) 2004 – (Cat. F)
83/100 – Emilia IGP Lambrusco Scuro In Correggio (Spumante Metodo Charmat) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
82/100 – Emilia IGP Lambrusco Rose’ Emilia In Correggio (Spumante Metodo Charmat) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
86/100 – Lambrusco Reggiano DOP Concerto (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
85/100 – Emilia IGT Rosso Nabucco (Vino rosso fermo) 2008 – (Cat. C)
79/100 – Emilia IGT Lambrusco (Frizzante) 2010 – (Cat. A)
88/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Leclisse (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
86/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Radice (Frizzante con rifermentazione in bottiglia) 2011 – (Cat. A)
86/100 – Emilia IGT Rosso Moro del Moro (Vino rosso fermo) 2006 – (Cat. C)
83/100 – Emilia IGT Lambrusco Vecchio Moro (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
83/100 – Emilia IGT Rosso Vigna del Picchio (Vino rosso fermo) 2007 – (Cat. A)
80/100 – Spumante brut VSQ Picol Ross (Spumante Metodo Classico) s.a. – (Cat. A)
90/100 – Vino Rosso da tavola Ubimaior (vino dolce) 2004 – (Cat. F)
87/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Cantolibero (Frizzante senza aggiunta di solfiti) 2011 – (Cat. A)
86/100 – Emilia IGT Rosso Olmo Scuro (Vino Rosso fermo) 2007 – (Cat. C)
84/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Gibe (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
82/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Il Grasparossa della Tradizione (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
86/100 – Colli Piacentini DOC Gutturnio Riserva Diacono Gerardo 1028 2006 – (Cat. B)
85/100 – Brut Metodo Classico Enrico Primo 2007 – (Cat. A)
84/100 – Colli Piacentini DOC Gutturnio Sup. Sinsäl 2009 – (Cat. A)
83/100 – Colli Piacentini DOC Bonarda Latitudo 2006 – (Cat. B)
82/100 – Extra Dry Metodo Classico Olubra 2009 – (Cat. A)
82/100 – Colli Piacentini DOC Malvasia Donna Luigia 2010 – (Cat. A)
86/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Corleto (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
84/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT Ottocentonero (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
L’Ottocentonero è la proposta di Albinea Canali che più ci è piaciuta. Un vino schietto, non particolarmente articolato nelle varie fasi dell’assaggio, ma capace di farsi (e fare) piacere. Vino tuttavia alquanto inconsueto in quanto troviamo l’unione di due Lambruschi diametralmente diversi tra loro, ovvero il Salamino ed il Grasparossa, ai quali si aggiunge un pizzico di Ancelotta. Rosso porpora acceso, che da vita ad un naso ricco di polpa matura e succosa, fragoline mature, lamponi, more ed una ventata di erbe aromatiche sul finale. La bocca è avvolgente, la carbonica aiuta a dare pienezza, mentre la freschezza e la sapidità, in aggiunta ad un tannino particolarmente morbido, ci regalano un palato che si dimostra piacevole dall’inizio alla fine.
82/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT FB (Metodo Ancestrale) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
La luce che si riflette attraverso il colore rosso ciliegia di questo Ancestrale è davvero ammiccante e invogliante alla beva. Il naso propone note tipiche come lamponi e fragoline di bosco, le quali si alternano con una certa fragranza a quelle di buccia di mandarino caramellata sul chiudure. A stupire ci pensa la bocca, il vino entra con personalità e si impossessa del palato con una freschezza perpetua e con un ritorno di agrume sul finale di bocca. Di grande piacevolezza.
81/100 – Colli di Scandiano e di Canossa Lambrusco Grasparossa DOC Codarossa (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
La ricca spuma purpurea che si forma copiosa durante la mescita, nasconde un rosso che si divide tra il porpora ed il rubino, dalla trama fitta e impenetrabile. Il naso semplice e di facile lettura, ricorda la frutta matura ed i piccoli frutti rossi di bosco. Al palato troviamo il leggero residuo zuccherino che lo rende estremamente piacevole ed un pizzico ruffiano, con una verve di freschezza che lo slancia sul finale con ricordi di infanzia legate alle caramelle gommose. Vi ricordate le morositas?
80/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT Chiaro de la Falconaia (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
Colora il calice di un rosso opale intenso, regalando ad ogni virtuosismo del vino un delicato bouquet di frutti rossi piccoli e succosi, come i lamponi, le fragoline e delle note più pungenti come il melograno. Al palato abbiamo una spiccata freschezza che innalza la piacevolezza di beva, seguita da una gradevole sapidità ed un tannino che risulta integrato e non particolarmente invadente. Finale di media gittata.
90/100 – Lambrusco di Modena DOC brut Rosé (Metodo Classico) 2010 – (Cat. C)
Altissimo Ceto
Applausi a scena aperta per questo vino di Christian Bellei. Azienda nuova per il Modenese, ma che è balzata subito agli onori della cronaca portando risultati incredibili sul piano della proposta qualitativa per il Lambrusco nel giro di pochissimi mesi. Il primo a credere in questo progetto è stato babbo Giuseppe, il quale si è dedicato allo studio del vitigno Lambrusco, a partire dai primi anni ’80. Egli credeva che il terreno collinare e calcareo, il microclima e l’acidità elevata di questo vitigno, avessero delle doti riconducibili in qualche modo alla Champagne e fossero quindi dei prìncipi ottimali per arrivare a produrre un grande metodo classico con queste uve. Dopo diversi anni di prove e di scambi con la stazione enologica di Epernay, arriviamo così nel marzo 2010 quando il figlio Christian ristruttura l’antica azienda di famiglia e riprende in mano il grande sogno del padre, cercando pure di migliorarlo. Il risultato è sotto ai nostri occhi e nei nostri bicchieri. Lo scenario di questo bellissimo vino appaga già alla vista, intrigante nei suoi toni colorati di un rosa ramato appena accennato, illuminato da una scia carbonica elegante e fine. All’olfatto il ventaglio si apre con percezioni di note di finissima frutta matura, fragola e ribes in primis, un pizzico di humus, fragranti sentori di frutta secca, prima di congedarsi con leggere sensazioni che ricordano il melograno appena spaccato. Fedele al palato nei ritorni di sapidità, freschezza in perfetta sintonia e controbilanciando la delicata morbidezza. Sorprende per carattere e personalità, il tutto sciorinando uno stile davvero unico per questa tipologia. Da sottolineare con l’evidenziatore il nome di questa azienda e auguriamo mille di questi vini a Christian Bellei.
88/100 – Spumante VSQ Brut Il Mattaglio (Metodo Classico) s.a. (rif. 2009) – (Cat. C)
Solo chi ha una determinata sensibilità verso questa terra può regalare soddisfazioni così accentuate nei vini. Il Mattaglio è la proposta enologica di Christian Bellei, ottenuta dalla vinificazione delle uve di Pinot Nero e Chardonnay. Si tinge di un giallo paglierino acceso luminosamente abbagliante e propone delle virate dorate nella veste. La corsa verso l’alto delle sue bollicine fini è frenetica, mentre il naso si fa corteggiare, anche se si dimostra un po’ timido in principio di accoglienza. Ci regala note fruttate, sensazioni di pesca gialla succosa e matura, note di agrumi, per poi lasciare il passo a miele, tostatura dolce, nocciole, donandoci un quadro piacevole e mai sfacciato. La melodia esplode al palato dove si dimostra ricco e carnoso, avvolgente, caratteristiche degne di un metodo classico di tutto rispetto, fresco ma soprattutto sapido. Un vino che avrà modo di evolversi e di migliorare col tempo, in quanto noi lo abbiamo degustato a poche settimane dalla sua recente sboccatura. Da aspettare.
84/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Rimosso (Metodo Ancestrale) 2010 – (Cat. B)
Un’altra versione del vitigno Sorbara interpretata nelle mani di Christian Bellei. Le nuances di questo vino virano tra il corallo ed il pompelmo rosa, l’impatto olfattivo è variegato ed in continua variazione. Ci vuole qualche secondo prima che il vino si auto-pulisca da quelle sfumature riconducibili ovviamente al metodo ancestrale, ma poi la strada è spianata verso il corredo che offre croccanti e polpose note di frutta rossa matura. Abbiamo come la netta sensazione di bere un vero e proprio succo fine ed elegante. Note di peonia e geranio si susseguono invogliandoci alla beva. La carta vincente giocata da Christian anche in questo caso, è la bocca piena ed avvolgente, dal principio si avverte una leggera nota pepata che si trasforma ben presto in velluto quella frutta succosa trovata precedentemente al naso, prendendo forma in una tonalità che richiama l’amarena, lasciando una lunga scia indelebile.
82/100 – Lambrusco di Modena DOC Spumante (Metodo Classico) 2009 – (Cat. B)
Questo Lambrusco metodo classico parte dalla base dell’annata 2009, la quale ha dato al vino un certo spessore ed un giusto grado di verticalità. Si vede dalla luminosità del color rosso carminio e dalla lucentezza della spuma, tutta la sua esuberanza espressiva. Al naso esce tutta la sua tipicità che si concede solo dopo un lento corteggiamento come solo il Lambrusco di Sorbara sa fare, sprigionando vinosità, aromi di fragoline di bosco, mirtilli, peonia ed un tocco di liquirizia. Anche al palato entra con molto garbo, con note morbide e piacevoli sostenuto da quella verve di freschezza necessaria per dare piacevolezza d’insieme.
86/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Vigna del Cristo (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Una storia di uomini, di passione e di tradizione, questa è in sintesi la Cavicchioli e Figli, da sempre impegnata nel rispetto del territorio, del vitigno ma dedita anche alla ricerca di innovazione per migliore continuamente i propri prodotti. Correva il lontano 1928 quando Umberto Cavicchioli, che gia’ commercializzava uve, decise di trasformare il laboratorio dietro casa in cantina. E da allora nessuno più a smesso, di generazione in generazione si è passati fino ad arrivare a quella responsabile di ciò che raggiunge le nostre tavole. Il colore ricorda il frutto della ciliegia luminoso e trasparente. Un vero trionfo al naso di frutta rossa, tripudio di amarene, frutti di bosco e fragoline. La sua struttura al palato è sorretta da una verace morbidezza lasciando una percezione continuativa al palato. Buona la lunghezza.
82/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Rose’ del Cristo brut (Metodo Classico) 2007 – (Cat. D)
Delicatezza e garbo si ritrovano nelle tonalità color buccia di cipolla che viene rinvenuto in questo calice, impreziosito da un perlage è fine minuto ed elegante. Al naso ricordi di tostatura, plum cake, noccioline, vengono presto spezzate nel ritmo da note più incisive acide ed agrumate e da ricordi di melograno. Lo slancio e la linearità vengono frenate un po’ al palato, dovuto probabilmente al timbro dell’annata calda di origine, offrendo una persistenza che non è quella delle grandi occasioni, anche se il binomio acido–sapido è in pieno equilibrio e non lo fa cedere sul piano della bevibilità.
79/100 – Lambrusco di Modena DOP 1928 (Frizzante) s.a. (rifer. 2011) – (Cat. A)
Rosso rubino intenso, spuma densa e compatta. Questo vino è nitido, pulito ma un po’ monotematico nel suo sviluppo, con sentori che rimandano ai frutti rossi croccanti, more di gelso, note di viole mammole e rose appassite. Al palato è scorrevole, fluido, con sapidità e freschezza ben equilibrate in un finale asciutto e gustoso che invoglia nuovamente la beva. Manca però di spessore e maggiore profondità.
86/100 – Emilia IGT Otello NerodiLambrusco (Frizzante) s.a. (rifer. 2011) – (Cat. A)
Altissimo Ceto
Il nome Ceci non ha bisogno di presentazioni e chiunque abbia avuto modo di affrontare il discorso del Lambrusco di qualità, ha sicuramente messo a disposizione vista, naso e bocca per una delle loro bottiglie. Non solo, Ceci è anche tra le aziende portabandiera nel Mondo del nome Lambrusco nel mondo fin dal lontano 1938, quando Otello Ceci, all’epoca oste, sulle tavole della sua osteria offriva sempre il suo vino in abbinamento a spettacolari (Ahinoi… lo possiamo solo immaginare…) e gustosi culatelli. Questa versione di Lambrusco Maestri si presenta in una veste rossa purpurea densa e intensa nelle tonalità, il naso è succoso di frutti rossi maturi, fragoline di bosco, more e ribes il tutto amalgamato da leggere note di peonia. L’assaggio denota ottima corrispondenza con il pout pourri di sensazioni riscontrate al naso, ove la fa da padrone la frutta gustosa e succosa, croccantemente fresca, e con la bevibilità a mille. Non vi fa venire l’acquolina in bocca il solo pensiero di immaginare un piatto di culatello accompagnato ad una bottiglia di questo Lambrusco?
85/100 – Emilia IGT Lambrusco Secco Terre Verdiane (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Un Lambrusco in versione particolare poiché questo vino è ottenuto da Lambrusco Maestri e Lambrusco Marani in egual misura. Rosso purpureo e intenso, compatto nella profondità e sormontato da una mousse cremosa anch’essa violacea. La mano stilistica di questa cantina la si riconosce nella suadenza e nella dolcezza dei suoi sentori di frutta polposa, abbracciati a sensazioni di fiori violetta e petali di rosa. Il tutto amalgamato in maniera armonica e resa vivace da una pungenza di liquirizia che rende piacevole e rinfrescante la fase olfattiva. L’assaggio è brioso, forte e deciso, prima di lasciarsi coccolare da una morbidezza gustativa ed ad un senso di pienezza. Lasciandoci la bocca piacevolmente fresca e sobria sul finale.
80/100 – Emilia IGT Otello (Frizzante) s.a. (rifer. 2011) – (Cat. A)
Rubino con rilevate sfumature violacee. Spuma ricca con sfumature porpora. Si apre su note essenzialmente fruttate di susina, more, lampone ed amarene. L’effervescenza al palato gli accentua la freschezza, anche se la bolla è fine e risoluta. Sottile, lineare e privo di difetti. Piacevolmente sgrassata risulta la bocca sul finale, mentre è stimolante la beva.
86/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Vecchia Modena Premium Mention Honorable (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Parlare di Chiarli non significa parlare solo di Lambrusco, ma di una famiglia che come poche altre ha fatto la storia qualitativa di questo vitigno nel Modenese. Azienda che porta il nome del suo fondatore Cleto, oste che fondò la sua locanda nel 1850, salvo poi abbandonare l’attività dopo soli dieci anni per dedicarsi totalmente alla produzione del vino. Egli fu anche tra i primi a capire che il successo di un vino di pregio deve essere strettamente legato anche alla bellezza della sua “veste”. Nel 1900 fu così tanto coraggioso da portare il suo vino a Parigi all’Exposition Universelle, dove fu conferito alla Cleto Chiarli e Figli la “Mention Honorable”. Ci furono tempi bui come quelli passati nel 1944 quando, a causa di un bombardamento, venne completamente rasa al suolo la cantina. Oggi possiamo solo rendere merito alla tenacia delle generazioni che lo hanno succeduto, avuta in seguito a questo avvenimento e per lo spirito che ha accolto la voglia di rinascita. Grazie a loro, il nome di Cleto Chiarli è ormai famoso nel mondo. Il Vecchia Modena è il loro Lambrusco più rappresentativo che alla vista si fa compiacere nella sua veste rosa corallo. Inebrianti sono i suoi sentori di rose selvatiche, lamponi, fragoline di bosco, profumi tenui e decisi al tempo stesso. Al palato spicca per ampiezza e gratitudine del sorso con tanta freschezza e buona profondità.
85/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Vigneto Enrico Cialdini (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Altissimo Ceto
La tenuta Enrico Cialdini di proprietà da circa 130 anni è dedicata al Generale Cialdini vissuto nell’800. Infatti, rappresenta l’immagine migliore per rappresentare questo Lambrusco Grasparossa schietto, vero, sincero. La veste è di un rosso rubino concentrato, con spuma vermiglio, il naso è deciso e senza fronzoli, ricordi di frutta rossa succosa, fragoline in confettura, fiori di sottobosco, in chiusura una leggera scia agrumata. La bocca è austera, piena ed avvolgente con finale di ottima corrispondenza con le note riscontrate al naso. Un filo inferiore al Vecchia Modena se consideriamo lo spessore, ma con quel tocco di personalità in più che gli fa meritare la menzione speciale.
82/100 – Brut de Noir VSQ Rose’ (Spumante Metodo Charmat) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
Se pensiamo alla calda estate appena trascorsa, possiamo tornare con il pensiero ad immaginare un fresco aperitivo, magari con i piedi in sabbia, fragrante, piacevole e succoso. Immaginare le suadenze rosate di questo Grasparossa spumante. L’abito è rosa salmone, con perlage fine ed evanescente, mentre la spuma è bianchissima. Il naso è lieve, non particolarmente ricco, ma piacevolmente amalgamato nelle note di frutti rossi fragoline e lamponi in primis, seguite da note di pane tostato. La beva è appagante, dove freschezza e sapidità si accoppiano in una piacevole danza a favore di una bocca piacevolmente pulita.
79/100 – Colli Bolognesi Pignoletto doc Tenuta Santa Croce s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
Il Pignoletto della Tenuta Santa Croce veste un giallo paglierino scarico, con un ventaglio olfattivo abbastanza esile nella forma ma schietto nella proposta. Tipico nei ricordi agrumati, pera williams, mela. La bocca è fresca e pulita, lineare e scorrevole. In chiusura ritornano piacevoli sfumature legate al cedro ed alle erbe aromatiche.
87/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP Canova (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Altissimo Ceto
L’azienda è nota nel territorio di Castelvetro per il grande impegno atto alla valorizzazione del Grasparossa. Insieme ad alcuni amici/produttori (alcuni dei quali sono presenti in queste pagine) ha dato vita alla Associazione Simposio dei Lambruschi, una firma ad otto mani che assicura qualità e coltura del territorio, con l’obiettivo di cercare e migliorare la qualità di questo vitigno così assolutamente versatile. Il Canova ne è l’esempio lampante di questa ricerca. Risultato di un’agricoltura biologica e legata a quanto può regalare la vigna omonima. Il calice è ridondante di energia attraverso le sfumature dai toni purpurei. Al naso sembra di fare una vera passeggiata nei sottoboschi ed immergersi negli aromi lievemente vegetali ed un frutto che richiama note di more e mirtilli in primis. Elegante, armonico ed estremamente variabile con il passare dei secondi. Al palato sorprende per pienezza ed armonia, vitalità data soprattutto dalla trama tannica, presente ma mai invadente, ed una scia acido/sapida che contribuisce a rendere onore e carattere al vino. Un lambrusco a cui non manca di certo la personalità. Bravi.
83/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP Monovitigno (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Fausto Altariva ci presenta questa sua altra versione del Grasparossa, sempre da coltura biologica, con uve che provengono da impianti autoctoni di oltre quarant’anni. Un naso che rispecchia i tratti austeri di questo vitigno, ma con movenze e gesta di bellissima eleganza, sprigionati una volta raggiunti il bicchiere attraverso le sfumature dal colore cardinalizio. Frutto che richiama more, mirtilli e fragoline di bosco, sensazioni di vegetale fresco da sottobosco e con finale di petali di geranio e peonia in essicamento. Al palato, l’ingresso è un po’ rude e virile, più distaccato da quanto esprimeva in fase olfattiva, ma dal forte carattere. Dinamismo sorretto da una buona freschezza e sapidità con un finale di bocca non particolarmente lungo ma appagante.
I DOLOMITICI
*87/100 – Vigneti delle Dolomiti IGT Ciso Lambrusco a foglia frastagliata (Vino rosso fermo) 2010 – (Cat. C)
Altissimo Ceto
I Dolomitici è il nome che si è dato un gruppo di viticoltori trentini, legati da una profonda amicizia tra di loro e che hanno una forte passione verso la loro terre, tesa a ottenere i migliori frutti ottenuti in maniera più naturale possibile. Inserito nella sessione dei lambruschi emiliani, il Ciso è però ottenuto da una varietà chiamata “a foglia frastagliata” che è stata piantata nei primi del ‘900 in Trentino nel comune di Avio. Oggi questa splendida vigna centenaria con ceppi ancora franchi di piede è uno spettacolo solo per la vista, mentre il nome che è stato dato al vino deriva da Narciso, ovvero quel contadino che ha consegnato questo gioiello in mano alle sapienti mani di coloro che firmano il meglio dell’enologia trentina. La 2010 è la prima annata prodotta ed il numero di bottiglie ottenute potrà raggiungere le cantine di pochi fortunati soltanto. Noi abbiamo la fortuna di descriverlo partendo da quel colore rubino acceso con richiami appena accennati sul granato. Il naso è come un vecchio motore a gasolio che fatica a carburare all’inizio, solo con qualche minuto di ossigenazione il meccanismo prende il pieno giro e ci regala un vino che è fascinoso soltanto per la personalità e l’eleganza che emana. Si vede che dietro non c’è solo tecnica, ma anche cuore per il proprio savoir faire. Frutto di buona maturità e con l’indice di piacevolezza ad alti livelli, esso emana gradevoli ricordi di ribes nero, bacche, foglie di eucalipto, violetta e radice di ginseng. Il tocco vegetale è perfettamente in armonia con il resto e predispone il vino all’assaggio con molta suggestione. Bocca piena, vibrante ed energica. Non aspettatevi grandi morbidezze o particolari concentrazioni, qui il vino è giocato tutto sul filo della tensione. Le pennellate di azzurro date dalla freschezza e della sapidità vengono date con molto stile sulle pareti dei nostri palati, prima di predisporre la chiusura con quella dolce melodia dettata dall’articolazione.
86/100 – Colli Piacentini DOC Cabernet Sauvignon Luna Selvatica 2009 – (Cat. D)
Altissimo Ceto
Quella dei fratelli Pizzimiglio è ormai un’azienda conclamata per il piacentino e questo Cabernet Sauvignon si è guadagnata la giusta notorietà con la costanza qualitativa nel corso degli anni. La versione 2009 è bella, vitale ed energica nei tratti, anche se leggermente inferiore alla 2007 degustata in precedenza. Rubino impenetrabile, intenso e vivo nella tonalità. Appagante il naso di una complessità fiera ed orgogliosa che vira dai sentori di frutti rossi di sottobosco, more, cassis, visciole in confettura, amalgamati a sensazioni minerali e balsamiche, prima di dare l’ultimo sussulto aromatico in un finale di spezie, di cioccolato fondente, chiodi di garofano e carrube. La bocca divampa all’assaggio davanti a pienezza ed avvolgenza, i tannini di trama fine e slanciati perpetuano un finale ricco e persistente con ricordi di tostatura e fondo di caffè. Un vino dal carattere pronunciato, ricco di dinamismo e pronto per un futuro più che roseo.
85/100 – Colli Piacentini DOC Gutturnio Superiore Vignamorello 2010 – (Cat. C)
Il vigneto Morello, dove vengono coltivati la Barbera e la Bonarda sin dal 1988 e che danno origine a questa meravigliosa espressione di Gutturnio piacentino, è sito a 200 mt s.l.m.. La scelta vendemmiale è quella di raccogliere le uve a maturazione avanzata per ottenere il massimo dell’espressione aromatica e strutturale. Esso si presenta nel bicchiere, di un carismatico ed impenetrabile rosso rubino con trama fitta. Il calice esplode nelle sue esternazioni legate ad una macedonia di frutta rossa quali amarene, lamponi, more, estremamente polposa e ricca, accerchiati da una lieve tostatura, data da un uso dosato del legno. L’attacco gustativo è sorretto da una spalla sapido-acida di carattere, dotato di un tannino fine ed elegante e con chiusura che rimanda a quella amarena Fabbri, riscontrata anche al naso.
85/100 – Colli Piacentini DOC Malvasia Sorriso di Cielo 2010 – (Cat. B)
Senza tanti fronzoli o preamboli, la Malvasia Sorriso di Cielo di questa prestigiosa azienda del piacentino è un vino diretto, estremamente piacevole e da sempre ci regala l’immagine pulita e genuina di questa terra. Ottenuto da uve di Malvasia di Candia, si veste di un paglierino limone dorato e sfarzoso nei suoi riflessi. Il bouquet si mostra subito aromatico ovviamente, con l’esaltazione delle note agrumate, di pompelmo, arance, miele di acacia e note vegetali di felce. All’assaggio è morbido, mentre la sosta “sui lieviti” in vinificazione, gli ha donato quella particolare avvolgenza e personalità al vino. Manca un po’ nella lunghezza sul finale e nel consueto approccio sapido, cosa che crediamo sia riconducibile sostanzialmente all’annata di origine. Una garanzia comunque per gustarsi un grandissimo bianco in accompagnamento a dei fantastici piatti di salumi piacentini.
84/100 – Colli Piacentini DOC Sauvignon 2010 – (Cat. A)
Questo particolarissimo Sauvignon si delinea nel calice dipingendolo di un giallo paglierino acceso e vivace, il naso è senza alcun dubbio varietale, con l’irruenza aromatica che lo fa arrivare a profumi che si intersecano e si distinguono in sensazioni di erbe aromatiche quali salvia e rosmarino, per seguire con note di agrumi e sambuco. Fine ed elegante al palato, sembra entrare in punta di piedi con passo felpato, prima di aprirsi e circuire tutto il palato su un finale fresco/sapido di buona personalità e generosa struttura.
84/100 – Brut Nature VSQ Lambruscante (Spumante Metodo Classico) 2008 – (Cat. A)
Altissimo Ceto
I vini di questa piccola azienda gioiello vanno letti con una chiave di lettura che deve andare oltre alle valutazioni prettamente numeriche che escono da una sessione di degustazione. Quelli proposti da Le Barbaterre sono vini ricchi di personalità e con uno spirito vivace, sobrio e mai stancante. L’interpretazione vuole essere più naturale e più tradizionale possibile. Il Lambruscante nasce dai più prestigiosi cloni di Grasparossa. Al naso bisognerà attenderlo un po’, prima che il vostro naso si faccia strada tra le vie olfattive contorte e impervie che vi porteranno al centro dell’anima. Quell’anima che vuole essere l’espressione verace e genuina, come se stessimo respirando l’aria delle terre emiliane. Se raccontassimo di note di polvere e soffitte umide, per poi aprirsi in sensazioni terrose di sottobosco e di humus, molto probabilmente la lettura di questa recensione si fermerebbe qui, ma dovreste dare ascolto al vostro subconscio e spingervi nella ricerca e nella curiosità di provarlo. Attendere che la succosità matura e polposa del frutto faccia capolino, intercalandosi a quelle dal tocco vegetale di cavolo bollito e la pungenza speziata della liquirizia. La beva vi ripagherà di tanta attesa, con la copiosa carbonica e l’abbondante freschezza. Il tannino è di quelli che si farà ricordare, così come la sua uscita.
80/100 – Lambrusco dell’Emilia IGT (Frizzante con rifermentazione in bottiglia) 2010 – (Cat. A)
Lo scendere nel calice regala un piacevole suono ed una spuma violacea che appena si assottiglia, regala una tonalità rubino, vivace, intensa e profonda. Vino di particolare impatto olfattivo che ci regala note di frutti in confettura maturi e succosi, note di origine “bio” che danno carattere e personalità, prima di dare affondo a influenze di fiori in appassimento. La beva è pulita, senza fronzoli e ben fatta, mentre freschezza e sapidità si abbinano in un connubbio piacevolmente persistente.
78/100 – Emilia IGT Marzemino Rose’ Besmein Capolegh (Frizzante con rifermentazione in bottiglia) 2010 – (Cat. A)
Una versione particolare del Marzemino che non ci aspetteremmo. Il colore cupo e rubino intenso regala sorsate al naso riconducibili a frutti rossi in confettura, incenso, lampone ed humus. La beva rinfrescata da un tannino non invadente è suadente e di piacevole stoffa, prima di concedersi in un finale piacevole, anche se non particolarmente lungo.
86/100 – Spumante VSQ Metodo Classico In Correggio (Spumante Metodo Classico) 2004 – (Cat. F)
Altissimo Ceto
Lini 910 si chiama così perché nasce appunto nel 1910 a Correggio. Azienda che ha quindi più di un secolo di storia alle spalle e se da un lato possiamo dire che buona parte di questo tempo è stato impiegato nella valorizzazione del Lambrusco, dall’altra possiamo asserire con assoluta certezza che questo vino, oggi, rappresenta il vero fiore all’occhiello di questa azienda. Metodo classico da uve pinot nero 100% vinificato in bianco. In tutto e per tutto un Metodo Classico di rispetto con una presentazione giallo paglierino intenso vivo e lucente, perlage fine che disegna una verticalità sottile ed elegante. Grintoso è il suo bouquet, con note fruttate, le nocciole tostate a ricordarci la sua permanenza per 48 mesi sui lieviti, aggiungendo quella fragranza che ci riescono a regalare come le sensazioni sul finale di naso, legate agli agrumi, alla vaniglia e al miele. Ma la vera sorpresa è l’assaggio che lascia una scia morbida e vellutata quasi mielata, bilanciato da un spina dorsale dove prevale la sapidità sulla freschezza ed una persistenza sensazione di appagamento sul finale. Rinvoglia la beva e rincuora lo spirito.
84/100 – Spumante VSQ Metodo Classico Rosso In Correggio (Spumante Metodo Classico) 2004 – (Cat. F)
Vinificazione seguendo le rigorose tecniche del metodo classico del Lambrusco Salamino, con una sosta di 36 mesi sui lieviti, la quale ci regala una tonalità rosso rubino acceso e vivo nel colore, il sipario olfattivo si apre su note tipiche di un bel Lambrusco e quindi riconducibili a more, visciole, lamponi e fragoline, rinfrescate da vene di humus e terrosità. Il palato è ricco, l’acidità lo rende estremamente dinamico, prima di un finale di frutta carnosa che sosta in maniera abbastanza persistente.
83/100 – Emilia IGP Lambrusco Scuro In Correggio (Spumante Metodo Charmat) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
In questo caso abbiamo una versione più sobria del Salamino, che si veste anche in questo caso di un rubino vivo nella sua tonalità, proponendo una spuma leggera ma copiosa. Al naso ritroviamo immediate e nitide sensazioni di frutti piccoli rossi, e note di sottobosco, di bosso, di lampone, di fragoline e seguite a ruota da una sensazione di terrosità ritrovata anche nel metodo classico raccontato appena sopra. Il matrimonio tra la sapidità e la freschezza, regala una pulizia che invoglia alla seconda bevuta, accentuata anche grazie ad una presente ma mai invadente effervescenza.
82/100 – Emilia IGP Lambrusco Rose’ Emilia In Correggio (Spumante Metodo Charmat) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
Si parla anche in questo caso di Salamino, anche se con una piccola percentuale di Sorbara e proposta nella variabile rosata dello spumante. Si presenta con colore cerasuolo acceso e lucente. L’olfatto si esprime netto con note di lampone, fragoline di bosco, amarene ed accennate punte agrumate. Il palato è teso da una spinta di sapidità e freschezza con ricordi di melograno e buccia d’arancia sul finale.
86/100 – Lambrusco Reggiano DOP Concerto (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
(etichetta non disponibile)
Andrea Bacci, ovvero il medico di Papa Sisto V, nel 1500 scriveva: “ le viti di Lambrusco, i cui grappoli producono vini fragranti, che fanno una schiuma deliziosa quando vengono versati nel bicchiere”. Possiamo dire quindi che già all’epoca, le basi per un’ottima degustazione erano state tracciate. La famiglia Medici, giunta alla sua quarta generazione di uomini impegnati nella vinificazione di questo vino, vanta oramai tecnica, esperienza e capacità. Il Concerto è l’espressione chiara e cristallina del Lambrusco Salamino che si identifica a partire dal colore, in una veste porpora e profonda. Il sipario si apre su note di lampone, frutti rossi, peonia e geranio. La sensazione balsamica infine, rende il naso fresco e particolarmente suadente. Al palato è pieno, avvolgente, ricco, mentre l’effervescenza e la freschezza si uniscono per lasciare un palato predisposto nuovamente all’assaggio, prima di dare sfogo ad un finale persistente di frutti rossi polposi e croccanti.
85/100 – Emilia IGT Rosso Nabucco (Vino rosso fermo) 2008 – (Cat. C)
Un’azienda che si vuole distinguere per la qualità cercando di adottare quegli schemi classici che danno certezza, infatti, gli investimenti eseguiti fino ad oggi sono notevoli, tesi anche a dare valorizzazione a questo lembo di terra. Il Nabucco è l’unione della Barbera e del Merlot che ci regala un colore rosso di trama fitta ed impenetrabile che solo roteandolo sull’unghia dichiara la sua vera tonalità porpora. Il naso rappresenta una bella passeggiata nei boschi con una sensazione di terrosità, prima di lasciare spazio a note di macchia mediterranea. Il profilo olfattivo è reso ancor più complesso da una frutta sotto spirito come visciole, amarene, fondo di caffè e radice di liquirizia amara. L’assaggio è pieno e avvolgente, di buona personalità, con tannini ancora ruvidi e decisi, mentre il tenore alcolico presente si destreggia donandoci un finale persistente di amarasca sotto spirito.
79/100 – Emilia IGT Lambrusco (Frizzante) 2010 – (Cat. A)
La mescita esprime un rosso porpora, l’impatto olfattivo senza tante sbavature ci dona frutti rossi piccoli a polpa e succosi, mora selvatica, floreale di violetta “non ti scordar di me”. La beva ci regala una bocca fresca, piena, voluttuosa e spinta dall’effervescenza. Il finale non particolarmente articolato, ma piacevole nell’immediato, ci rinvoglia ad un secondo calice.
88/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Leclisse (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Altissimo Ceto
Nelle calde giornate d’estate, quando il sole nel suo dolce calare lambisce il mare, colora il cielo di una tonalità così affascinante ed intrigante, da catturare ognuno di noi ed il nostro sguardo. Lo stesso avviene mentre si versa questo Lambrusco nel bicchiere. La sua tonalità è di una bellezza rara, con colori simili a quelli immaginabili da questo tramonto, che si traducono di un bel corallo luminoso, vivo e acceso. La famiglia Paltrinieri è giunta alla sua terza generazione di vignaioli, la cui cantina è sita nel cuore della zona di produzione Doc Lambrusco di Sorbara, in quella zona già nota con il nome di Cristo, dove il fiume Secchia e Panaro si avvicinano, salvo poi allontanarsi nuovamente. Qui nel 1926, il capostipite Achille Paltrinieri, chimico e farmacista, costruì la casa di famiglia. All’epoca già si produceva Lambrusco, ma fu solo grazie al figlio Gianfranco che l’azienda prese veramente piede. Ora troviamo Alberto, figlio di Gianfranco, che insieme alla moglia Barbara continuano con la medesima passione il lavoro dei loro predecessori, progredendo nell’aspetto qualitativo, tale da poter tranquillamente affermarsi nell’Olimpo dei “produttori che contano”, e non solo quando si parla di Lambrusco. Particolare attenzione viene data ovviamente al lavoro in vigna, ma altrettanto curato è quello svolto in cantina. Il frutto è di un’eleganza disarmante, intrigante senza essere ruffiano, complesso, minuto e di grande piacevolezza. Sensazioni collegabili ai frutti del melograno, alle fragoline di bosco, a quelle floreali di violetta, prima di terminare con una leggera vinosità e pungenza di liquirizia. La bocca rimane in tensione tutto il tempo, grazie alla successione ritmata data dalla carbonica, dall’acidità ed infine dalla sapidità. Pieno e voluttuoso nell’approccio, si lascia gradire a lungo, prima di un finale dove non rimane che stendere il tappeto rosso.
86/100 – Lambrusco di Sorbara DOC Radice (Frizzante con rifermentazione in bottiglia) 2011 – (Cat. A)
Ognuno di noi ha una “radice” che ci lega alle nostre origini, ed è così anche per Paltrinieri. Il nome rievoca i metodi antichi di fare vino ed in etichetta è rappresentato un mappale storico che raffigura la zona del Cristo. Il colore ci rimanda al rame, quasi cerasuolo e leggermente velato, in quanto il prodotto (per scelte aziendali) viene messo in commercio “sur lie“. Il naso sprigiona sensazioni a profusioni, alcune delle quali sono riconducibili a quelle che in gergo li chiamiamo “bio” e dove si destreggiano note di erba medica, fiori di campo, salvia pungente, erba luigia e buccia d’arancia caramellata. Tutto questo a fare da contorno a quelle di frutti di bosco riconducibili al vitigno. La freschezza riscontrata al palato è la prima caratteristica che ci viene incontro, a dare volume e ampiezza ad un corpo che non colpisce per la sua solidità, anzi si mostra alquanto esile, ma deciso, prima di lasciare verso un finale verde a ricordare la salvia e mentuccia di campo. Predisponetevi mentalmente prima di fare il suo incontro.
86/100 – Emilia IGT Rosso Moro del Moro (Vino rosso fermo) 2006 – (Cat. C)
Dal 1972 l’azienda Rinaldini Moro rispetta le tradizioni ed i vitigni autoctoni, ma ovviamente il miglioramento qualitativo si ha solo ponendosi obiettivi da poter superare ogni volta, imbattendosi in sfide e alzando i limiti. Così oltre a risanare la proposta di una tipologia di lambrusco noto come Pjcol Ross, negli anni abbandonato a causa della sua scarsa produttività, vi è anche la nascita dopo attento studio di lambruschi fermi, con la convinzione che siano vini che possono regalare soddisfazioni. Uno di questi matrimoni celebrati da Paola Rinaldini è proprio il Moro del Moro che vede l’unione di Lambrusco Pjcol Ross ed Ancellotta. Il colore è d’impatto rosso rubino carico, lucente, ma cupo nella sua trama fitta. Il naso è una vera e propria moltitudine di sensazioni che virano dalla confettura di frutti rossi di bosco, passando per note di sottobosco, humus, terra bagnata dopo una piacevole pioggia estiva, fiori di peonie e geranio in appassimento per chiudere con tabacco, curcuma, cumino. La bocca propende all’avvolgenza con un vino che ha carattere, struttura e personalità, tannini di trama fini e ben delineati, leggera vena sapida, che dona maggiore vitalità rispetto alla freschezza. Un’ottima versione di lambrusco che esce dagli schemi del solito vino “facile” regalando soddisfazioni.
83/100 – Emilia IGT Lambrusco Vecchio Moro (Frizzante) s.a. (rif. 2011) – (Cat. A)
Prodotto per la prima volta nel ’96, nasce in occasione del centenario della nascita del MORO, ovvero il padre del fondatore dell’azienda RINALDO. Con questo vino si vuole dimostrare che, nonostante l’azienda sia avanzata con idee e nuove iniziative, è pur sempre radicata e legata alle tradizioni. Si presenta di colore rosso rubino, riconoscibili piccoli frutti di bosco ribes, more, lampone e prugna matura. Un tocco di balsamico regala freschezza e vitalità al naso. L’assaggio rispecchia coerentemente il naso, proponendo inoltre tannini lievi e vellutati, mentre la ventata di freschezza acido-sapida pulisce il palato gradevolmente.
83/100 – Emilia IGT Rosso Vigna del Picchio (Vino rosso fermo) 2007 – (Cat. A)
Il Vigna del Picchio è un’altra versione aziendale di Lambrusco vinificato fermo, questa volta in abbinamento al 50% con l’Ancellotta. Si esprime attraverso un colore rubino dal tessuto fine e raffinato. Il naso sprigiona note evolute, speziatura, incenso e prugne caramellate con note di sesamo. La bocca è piena ed avvolgente, con il frutto che si perpetua, prima di un finale fresco e dotato di tannini vellutati. Il passaggio in legno non è invadente, anzi lascia una gradevole sensazione di vaniglia e tabacco sul finale.
80/100 – Spumante brut VSQ Pjcol Ross (Spumante Metodo Classico) s.a. – (Cat. A)
Un vitigno, il Pjcol Ross, conosciuto per essere meno produttivo rispetto alle altre tipologie di Lambruschi. Solo con la costanza avuta negli anni da parte di questa azienda, ne esiste ancora qualche esemplare oggi. Bisogna ringraziare quindi Rinaldo, per averlo ritrovato e reimpiantato. Si veste di un rosso scarlatto e dalla spuma violacea. Al naso sprigiona vinosità in primis, piccoli fiori rossi e frutti di bosco. La beva è piacevole, sostenuta da sapidità e freschezza, mentre il tannino risulta fuso e armonico con il resto della massa.
90/100 – Vino Rosso da tavola Ubimaior (vino rosso fermo) 2004 – (Cat. F)
Il clone di Lambrusco utilizzato da Tenuta Pederzana è unico nel suo genere, nato in seguito ad una stretta ricerca con l’Università di Bologna da parte del fondatore Franco Simonini. La tipologia usata è comunque il Grasparossa che in questo caso deve avere una particolare predisposizione all’appassimento. Già, perché parlando con l’attuale proprietario Massimo Gibellini, si riscontra il suo amore per il vino Amarone e il suo volerlo riproporre con ciò che ha a sua disposizione. È chiaro che non è volontà sua (e neanche nostra) paragonarlo ai grandi vini della Valpolicella, ma il risultato non può non essere preso in considerazione per le sue caratteristiche e le sue “stranezze”, senza svilire però la centralità caratteriale di questo vino che è riconducibile alle particolarità del Lambrusco. La mescita è densa e silenziosa, di colore rubino concentrato. Didatticamente consistente con una lacrimazione densa, lenta ricca e continua. Il naso è una vera denotazione di vegetale, humus, radice, muschio verde, curcuma, fondo di caffè e quelle note un po’ soffuse che ricordano una soffitta chiusa. Al palato il sorso è sorprendente per ampiezza e volume, capace di elasticizzarsi tra sapidità e la freschezza con tannini eleganti, la morbidezza e la spinta alcolica. La chiusura è apprezzabilmente lunga con ricordi di marmellata di marasca e visciole sotto spirito. Ideale per chi, almeno una volta nella vita, lo “vole fare strano”.
87/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Cantolibero (Frizzante senza aggiunta di solfiti) 2011 – (Cat. A)
Altissimo Ceto
I progressi qualitativi ottenuti nel corso degli anni dall’azienda di Massimo Gibellini, passano soprattutto da qui. Il suo Cantolibero è una vera ode al Lambrusco, dove la sua unicità nasce dalla vinificazione in assenza di ossigeno e della sua messa in bottiglia senza uso di solforosa. Il calice si dipinge di rosso rubino con spuma cremosa. Il naso è completamente inusuale. Non aspettatevi sentori dolci, aggraziati e ruffiani, predisponetevi piuttosto per un’olfattiva più verticale e graffiante, aggiungetevi ventate balsamiche che ricordano la felce, l’iris ed erbe aromatiche timo e rosmarino. La beva è equilibrata da una bellissima morbidezza, la freschezza e la sapidità sono dosate insieme ad una tannino che fa scarsa presenza, ma che passa a timbrare il suo cartellino in maniera fine ed amalgamata. La sensazione finale del palato è il ricordo di frutta in confettura con una leggera nota candita.
86/100 – Emilia IGT Rosso Olmo Scuro (Vino Rosso fermo) 2007 – (Cat. C)
(etichetta non disponibile)
Il suo nome deriva da un vecchio Olmo della Tenuta annerito a causa di un incendio di qualche anno fa e nasce da un blend di Cabernet Sauvignon e Shiraz. Lo assaggiamo in anteprima e dobbiamo dargli qualche minuto di sosta nel calice per poterlo apprezzare al meglio. Così, piano piano, inizia il lento corteggiamento per vederlo schiudersi in maniera dettagliata e precisa. E come la maestosità dell’Olmo, anche questo vino denota struttura. Il naso è lieve ed elegante, dettato da frutta in confettura, prugne e fragoline, note di erbaceo, pepe ed una leggera speziatura dettata da un passaggio in legno. Un vino che nonostante la sua mole si mostra piacevole al sorso, in quanto supportato da una freschezza che in questo caso sembra un po’ soffrire il timbro dell’annata, mentre sapidità e tannino fanno il loro gioco, dando ampiezza e buona articolazione. Finale con un delizioso ricordo di susine mature.
84/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Gibe (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Quando si ordina un aperitivo in estate, tutto si pensa, fuorché ordinare un vino rosso. Eppure questo Gibe ha tutte le carte in regola per essere apprezzato anche in questo caso, oltre alla sua più felice collocazione magari davanti ad un bel piatto di culatello. Rosso rubino dai riflessi ramati e di buona concentrazione, regala una ventata fresca anche al naso, con sfumature di marasca su tutti, ma anche lampone e fragoline. Bocca di buona personalità e medio spessore, dona freschezza di beva che viene accentuata dalla sapidità e dagli elegantissimi tannini. Mostra una leggera scia dolce sul finale data da un leggero residuo zuccherino che non disturba e che invoglia alla beva.
82/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Il Grasparossa della Tradizione (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
L’abito presenta tonalità fitte di color rosso lampone, mentre il naso rispecchia il varietale con toni di fragoline di bosco immerse in un sottobosco vivo, che ricordano l’humus e leggere note speziate pungenti riconducibili ai chiodi di garofano. La bocca è resa vitale ed energica dalla carbonica e subito dopo si ammorbidisce mettendo in luce dei tannini che risultano vellutati ed una freschezza che sul finale crea elasticità all’insieme, prima di lasciare ancora i ricordi di frutta rossa avuti in fase olfattiva.
86/100 – Colli Piacentini DOC Gutturnio Riserva Diacono Gerardo 1028 2006 – (Cat. B)
1028 rappresenta la data in cui Diacono Gerardo, dette ad una famiglia piacentina questi possedimenti rurali che oggi ospitano la splendida tenuta di Torre Fornello. La storia attuale racconta invece di Enrico Sgorbati, l’odierno proprietario, il quale lavora ancora oggi con la stessa intensità con la quale ha iniziato e con la voglia di regalare un sorso della propria terra nelle bottiglie che produce. Il vino si regala rosso rubino cupo di fitta trama, il naso lieve si apre ad ogni impatto olfattivo con potenza ma anche eleganza, denota sentori di frutti rossi in confettura, visciole sotto spirito, violette e rosa canina. Ad abbracciare il ventaglio olfattivo anche note più pungenti che ricordano la radice di liquirizia e la curcuma. Il sorso è appagante, pieno ed elegante nelle sue sfaccettature, freschezza presente, sapidità a fare da contrappunto ad un tannino di stoffa fine. L’eco si protrae con sensazioni di prugna in confettura.
85/100 – Brut Metodo Classico Enrico Primo 2007 – (Cat. A)
Vino ottenuto dalla felice fusione dello Chardonnay con il Pinot Nero, dalle tonalità giallo paglierino che ricama la superficie del calice con le bollicine, quasi fosse una collana di perle. Al naso emana richiami fruttati, dove spiccano sentori di pera, frutta esotica, ananas, lime e note tostate quali vaniglia e noccioline. Alla beva proseguono i sentori fruttati soprattutto di pera Williams, ricca e polposa, mentre la chiusura si mostra leggermente amaricante. Armonico nelle sue componenti, con una struttura che si abbina bene a piatti della tradizione marittima.
84/100 – Colli Piacentini DOC Gutturnio Sup. Sinsäl 2009 – (Cat. A)
Di trama fitta, dal colore rubino cupo, il ventaglio si apre su note di frutti rossi come ciliegie sotto spirito ed amarene Fabbri, seguono fiori in appassimento quali peonie e gerani, prima di chiudere con un naso che traduce i sentori dati dal passaggio in legno, note di cacao amaro, tabacco di pipa dolce e fondo di caffè. L’assaggio è denso ed avvolgente, con le morbidezze che si rinvigoriscono grazie ad un tannino che spinge ed esalta la struttura del vino, su un finale di marasche sotto spirito. Anche se non particolarmente lungo.
83/100 – Colli Piacentini DOC Bonarda Latitudo 2006 – (Cat. B)
Il calice ci regala alla vista una piacevole tonalità rubino con orlo granato. Il naso nella sua complessità è distinto dai frutti rossi in confettura, ai petali di rosa mammola e felce per chiudere con sentori di tostatura, liquirizia, mallo di noce. Il palato è subito avvolgente con una verve di freschezza presente ed un tannino in tensione che regala un palato piacevolmente lungo nelle note marmellatose di lamponi. Struttura abbastanza esile ma piacevole nell’insieme.
82/100 – Extra Dry Metodo Classico Olubra 2009 – (Cat. A)
Un piacevolissimo Metodo Classico ottenuto da uve Marsanne, dal colore paglierino chiaro con riflessi che ancora tornano ai richiami verdolini. Al naso abbiamo sensazioni vegetali, di erba mista ad agrumi, lime come quella pungente dell’erba luigia accompagnate da note di tostatura miele di acacia e vaniglia. Buona la morbidezza, dove la verticalità della freschezza acido-sapida viene un po’ mascherata dalla nota dello zucchero di dosaggio che non trova il perfetto equilibrio con il resto della struttura. Un prodotto comunque da tenere d’occhio nei prossimi anni in chiave della prospettiva di crescita.
82/100 – Colli Piacentini DOC Malvasia Donna Luigia 2010 – (Cat. A)
Una volta rimasta vedova, “Donna Luigia” Scotti Dauglas, vissuta tra la fine del 1700 e la metà del 1800 e discendente della celebre famiglia scozzese, si dovette occupare della tenuta. Per questo tirò fuori la grinta necessaria e la personalità che le vengono ricordate attraverso il carattere di questa Malvasia. Vitigno importantissimo per la zona del Piacentino, dai toni paglierini, con il naso che riscontra la chiarezza varietale attraverso sensazioni di pera, glicine, lavanda e menta sul finale, utile per rinfrescare tutto l’apporto olfattivo. La bocca è espressiva e dinamica, fresca e moderatamente morbida su un finale non particolarmente lungo, ma piacevole.
86/100 – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Corleto (Frizzante) 2011 – (Cat. A)
Altissimo Ceto
Un solo campione di questa prestigiosa azienda del Modenese, ma che rappresenta la massima espressione pura e cristallina del Lambrusco aziendale. Carattere dato dall’esuberanza del Grasparossa che già trova la sua naturale espressione attraverso la formazione della spuma dal colore violaceo e che lascia poi trasparire una profonda e cupa veste di colore porpora. Il naso è caratteriale, offre una bellissima alternanza tra note dolci e pungenti. Da una parte abbiamo marasca, mirtillo, more che danno polposità e carnosità al frutto, mentre a dare energia e vigore ci sono liquirizia, radici e note lievemente vegetali. A chiudere un bel tocco di balsamico. Bocca piena e ricca, con la carbonica a dare ampiezza con lo spessore che è di quelli importanti. In un primo momento abbiamo quel tocco di dolce dato dalla presenza degli zuccheri residui, ma presto la beva viene rinvigorita da una bellissima freschezza e dal tocco sapido. Buona l’eleganza offerta in chiusura che gli fanno meritare la menzione speciale.
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Articolo a cura di Annalisa Linguerri e Rudy Travagli.
Referenti regionali per la regione Emilia-Romagna.
Annalisa Linguerri – Sommelier Professionista A.I.S. – Lavora presso il Ristorante La Corte degli Sforza a Cotignola (RA).
Prima classificata al concorso Miglior Sommelier di Romagna nel 2011. Vincitrice al Master del Sagrantino e secondo posto al Master del Sangiovese sempre nel 2011. Semifinalista al concorso di Miglior Sommelier d’Italia 2010 e 2011.
Rudy Travagli – Sommelier Professionista A.I.S. – Responsabile di Sala e di Cantina al ristorante gourmet di Eataly Roma, il Ristorante Italia.
E’ stato premiato da Ais-Villa Sandi “Innovazione nella Professione” nel 2004, primo classificato al concorso Miglior Sommelier di Romagna nel 2009 e vincitore del Master del Sangiovese 2010. Semifinalista al concorso di Miglior Sommelier d’Italia nel 2011.
Nel suo curriculum può vantare esperienze lavorative presso l’Enoteca Pinchiorri e al The Fat Duck di Heston Blumenthal.
Si Ringrazia i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
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EDIZIONE 2012:
PIEMONTE
LOMBARDIA
VENETO
-Breganze, IGT ed altre eccellenze regionali
FRIULI VENEZIA-GIULIA
UMBRIA
-Montefalco ed altre eccellenze regionali
EDIZIONE 2010/2011:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo ed i Nebbiolo d’Alba
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico
MARCHE
SICILIA
EDIZIONE 2009/2010:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
-I vini di Breganze, gli IGT ed altre eccellenze regionali.
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
-Le eccellenze di Cortona e di Montepulciano.
-Le eccellenze della “Costa” (prima parte): I vini bianchi, Bolgheri e Montecucco
-Le eccellenze della “Costa” (seconda parte): Scansano, Val di Cornia e le produzioni ad I.G.T.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
ABRUZZO
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
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