Articolo a cura di Ivano Antonini-EnoCentrico.
Curatore Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto e Referente regionale del Piemonte.
Secondo appuntamento per questa nobile denominazione, per quanto riguarda l’edizione 2012 della nostra Guida dei Vini on-line dedicata alle sole eccellenze. È il turno questa volta delle “Riserve”. Vini di grande stoffa, carattere e che si ergono tranquillamente nell’élite dell’enologia mondiale.
In questo articolo si parla di: Borgogno, Domenico Clerico, Elvio Cogno, Ettore Germano, Giacomo Conterno, Manzone, Massolino, Roberto Voerzio, Vietti.
Link di riferimento alla denominazione dell’Edizione 2010-2011:
–I Barolo Riserva
Prima di passare al racconto dei vini degustati, riportiamo la piccola legenda per meglio orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’Altissimo Ceto. Accanto a ogni singolo prodotto troverete segnalata la fascia di prezzo indicativa che potrete trovare approssimativamente sullo scaffale di un’enoteca.
Al secondo punto sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata dalla relativa foto dell’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere ai dati, ai recapiti e alle corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vino in questione.
Buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
98/100 – Barolo Riserva Monfortino Conterno Giacomo 2004 (Cat. H)
96,5/100 – Barolo Riserva Villero Vietti 2004 (Cat. H)
*96/100 – Barolo Percristina Domenico Clerico 2004 (Cat. G)
95,5/100 – Barolo Riserva Vecchie Viti Capalot e delle Brunate Roberto Voerzio 2006 (Cat. H solo in magnum)
95/100 – Barolo Riserva Borgogno 2004 (Cat. G)
94,5/100 – Barolo Riserva Vigna Rionda Massolino 2005 (Cat. G)
94/100 – Barolo Riserva Lazzarito Ettore Germano 2005 (Cat. G)
93/100 – Barolo Riserva Vigna Elena Cogno 2005 (Cat. G)
93/100 – Barolo Riserva Le Gramolere Manzone 2005 (Cat. F)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
98/100 – Barolo Riserva Monfortino Conterno Giacomo 2004 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Sappiamo che la perfezione in campo enologico non esiste, ma abbiamo anche imparato quanto questa a volte, possa essere sfiorata da alcuni vini. Diciamo che anche noi ci mettiamo mentalmente del nostro e che ci facciamo facilmente suggestionare dal fascino magnetico di alcune etichette, anche quando le stesse vengono degustate alla cieca, come nel nostro caso, in comparazione con altri miti della denominazione. Però se il Monfortino si è guadagnato nel corso degli anni quell’alone di prestigio, ci sarà pur un motivo. La 2004 sprigiona energia da tutti i pori, fin dalle prime battute. Ha una capacità di essere talmente complesso, accattivante, suggestivo e appagante oggi, che appare quasi disarmante; ma dietro a ogni tonalità cromatica, a ogni sfumatura olfattiva, a ogni tratto gustativo, c’è nascosta la sua forte abilità di palesarsi giovane, “crudo” e con tanta voglia di vivere e di crescere insieme. Possiede una delle più belle sfumature balsamiche e mentolate di sempre, il frutto si manifesta con un grandissimo livello di maturità, polposo, ricco e caldo, ma fragrante e croccante al tempo stesso, ti viene quasi voglia di addentarlo e di morsicarlo. Vogliamo parlare delle dolci nuances di violetta e delle gradazioni speziate? Fascino, garbo ed un pizzico di sex appeal tutti racchiuse in una bottiglia. La bocca scorre con le medesime “magie”, uscite dalla bacchetta magica di Roberto Conterno, solo che al posto del cilindro ci sono le imponenti botti di rovere, solo che al posto del coniglio c’è la quintessenza del magico terroir di Serralunga. La trama tannica sembra cucita all’uncinetto, mentre la grande freschezza rende vigoroso il tutto, preparando un’uscita di scena sul tappeto rosso resa ancor più imperiosa dalla scia sapido-minerale. Preparategli una bella culla nel vostro angolino in cantina, rimboccategli le coperte e augurategli buon riposo perché ne ha bisogno. Perché è un grande vino. Perché è un Monfortino.
96,5/100 – Barolo Riserva Villero Vietti 2004 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Vi avevamo anticipato (qui), in occasione del racconto del Castiglione nella recensione dei Barolo “classici”, che la batteria presentata quest’anno da Luca Currado e da Mario Cordero è la migliore di sempre. Dei “cru” 2007 ci sarà spazio in futuro per il loro racconto, poiché ora la scena è tutta per questo immenso Villero nella scintillante versione Riserva. Un vino che, con l’annata 2004, è la quarta uscita dal 1996 a oggi e facendo la felicità soltanto di poche persone, vista la sua produzione al limite del confidenziale. Un vino per pochi. Un vino che popolerà le cantine solo di chi sarà in grado di poterlo apprezzare. Lo sviluppo nel bicchiere parte in maniera contratta, tesa e con un pizzico di riduzione. Ha bisogno di ossigeno, molto ossigeno, da consigliare vivamente per chi vorrà stapparlo in questa fase e se proprio non siete “costretti” come noi ad affondare il cavatappi per potervelo raccontare. Ecco che dopo qualche minuto è pronto per rivelare l’anima, la grande personalità, di questo splendido vigneto sito in quel di Castiglione Falletto, dove la cantina Vietti è tra i più fulgidi interpreti. La comunicazione da parte di questo terroir non ha la potenza e la forza di Serralunga, ma si esprime su dei caratteri più moderati, più equilibrati e più posati, mantendo sempre garbo e grande sensualità. Il frutto rivela anche dei tratti ematici, prima di dare fondo alla verticalità floreale e balsamica. Un vino dai due volti, dove a questo modo di essere disciplinato e un po’ delicato al naso fa seguito un’indole più intollerante, energica e determinata al gusto. A cominciare da una trama tannica che sa il fatto suo in quanto a grinta e una freschezza dal grande carattere sapido che tende a fare breccia in un corpo ricco di sostanza e materia. Titoli di coda a caratteri cubitali grazie ad una persistenza sinuosa, delicata, quasi fragile, ma terribilmente interminabile.
*96/100 – Barolo Percristina Domenico Clerico 2004 (Cat. G)
Altissimo Ceto
La storia di questo viticoltore di Monforte d’Alba da sempre porta con se qualcosa di molto affascinante. Impossibile non innamorarsene e restare indifferenti davanti a tutte le vicissitudini che hanno martoriato fin qui la sua esistenza. Domenico è diventato nel corso degli anni un nostro caro amico, prima di tutto grazie alla sua simpatia travolgente e la sua voglia di stare bene insieme alle persone che lo circondano, ma il nome Clerico significa anche grandi vini e da questa versione 2004 tanto sospirata del Percristina, ci si aspettava molto, già solo per il fatto di aver continuato a rimandare la sua uscita. Alla fine è arrivato a noi e non possiamo quindi che rendere il giusto merito a un vino meraviglioso. Abbiamo preferito raccontarvelo qui, in questa recensione anche se di fatto non è una “Riserva”. Ma meritava la giusta comparazione con altri mostri sacri del vitigno Nebbiolo. Crediamo che sia in assoluto il miglior vino prodotto da Domenico e dal suo staff. Imperioso, possente ed energico nella vitalità ed estremamente elegante nelle forme. Un vino che rispecchia in pieno il carattere di chi lo ha prodotto. Un quadro dettato dal frutto carnoso e pieno di polpa matura, dove sono state date delle pennellate di grande freschezza, speziate e balsamiche. In bocca è esplosivo ed eclatante per la grande spinta calorica. Capace di mostrarsi languido e flessuoso, prima di rendersi più rigido quando entrano in scena i tannini determinati e pressanti, quasi fossero una marcatura a uomo di Gattuso. Sinonimo di un vino che ha bisogno di maturare e, perché no, di crescere ancora.
95,5/100 – Barolo Riserva Vecchie Viti Capalot e delle Brunate Roberto Voerzio 2006 (Cat. H solo in magnum)
Le qualità enologiche di Roberto Voerzio le abbiamo più volte raccontate in queste pagine. Così come la grandezza della batteria dei Barolo 2006 che trova il suo giusto coronamento nella Riserva “Vecchie Viti”. Un vino monumentale quanto a imponenza, razza e sostanza, ma capace di mantenersi sui binari della classe e dell’eleganza. Almeno per quanto riguarda la parte fascinosa dell’olfatto. Scintillante nella definizione del frutto, raffinato e signorile in pieno stile Voerzio, capace di stratificarsi in maniera cadenzata, quasi fosse un orologio svizzero. Anche il palato rafforza quanto descritto in precedenza con fare serioso ed un filo più contratto. Il tratto più deciso e incisivo è dato da una trama tannica fitta e mordente, quasi inusuale in questi termini nei vini di Roberto, in grado di diventare ancor più pressante con il proseguire della degustazione. Il solo dubbio che ci lascia, è che questa possa affievolirsi in futuro e diventare più docile. Il ritorno aromatico della persistenza torna a manifestare la grandezza di questo grande vino. L’ennesimo per la storia di questo eccezionale vigneron.
95/100 – Barolo Riserva Borgogno 2004 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Caspita che bel vino questa Riserva 2004 di Borgogno. Azienda che sembra vivere una nuova vita con il passaggio ai Farinetti e dove il figlio Andrea, giovanissimo, sta riversando tutte le sue energie e la sua vitalità. Chiaro, la mano enologica di questo peso massimo è ancora quella di Cesare Boschis, infatti ci troviamo sostanza e spessore da grande tradizionalista, ma ci sentiamo in grado di asserire che erano diversi anni che non si sentiva una definizione aromatica così nitida ed una vitalità aromatica con questa classe. Il profilo aromatico presenta un frutto maturo e polposo, una chiara matrice speziata ed una sferzata minerale davvero esaltante. Palato che si allarga sotto il peso della sua grandezza, una spinta calorica che imprime avvolgenza, mentre il tannino è impulsivo in questa fase, ma minuto nella forma. Chiude una freschezza cospicua ed un allungo profondo che trasmette la “frustata” minerale che rende ancor più accattivante l’insieme. Da applausi.
94,5/100 – Barolo Riserva Vigna Rionda Massolino 2005 (Cat. G)
Si va sempre sul sicuro con la Riserva Vigna Rionda dei Massolino. Una versione, quella targata 2005, che secondo il nostro modesto parere è da collocare appena sopra alla precedente. Possiede un pizzico in più di vitalità che si va ad aggiungere ad un vino che è già una bellissima espressione del terroir di Serralunga. Sfumature di frutta rossa sotto spirito, di grande maturità e di bellissima finezza, profumi vitali di violetta e chiusura speziata dolce, orientale, dove erge imperioso il cardamomo. In bocca scorre tutto sul filo dell’equilibrio, tenendo soprattutto conto del tannino “ferroso” e mordente che è nel DNA di questo vino. La spalla alcolica è ben sostenuta dall’acidità, lo spessore invece è stuzzicato dalla suadente mineralità, mentre la sapidità accompagna a braccetto la perentoria chiusura con un allungo da maratoneta e che ti lascia la voglia di tornare a cominciare nuovamente dall’inizio.
94/100 – Barolo Riserva Lazzarito Ettore Germano 2005 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Di Sergio Germano ormai conosciamo le doti di grande vigneron. Riflessivo, equilibrato e sempre attento alla cura del dettaglio. I suoi vini non sono mai troppo caricaturali, ne tantomeno cercano esuberanze che possano sconfinare poi in eccessi. Sono solidi, di sostanza e sono dei punti fermi per quanto riguarda l’affidabilità. E poi sono buoni, tanto buoni. Cotanta bontà enologica, la ritroviamo in questa strepitosa versione del Lazzarito. In crescita se paragonata alla 2004, almeno per noi. Ci riscontriamo una migliore brillantezza del frutto, capace di evolversi nel bicchiere mostrando sempre lati nuovi del suo carattere. E poi il palato è di grande avvolgenza, esplosivo al punto giusto, proprio per dare spazio ad una incisività data dalla freschezza e da una trama tannica di nobile fattura. E se volete un consiglio… sedetevi, prendete il vostro tempo e assaporatene il suo allungo. Vi saprà ripagare al meglio.
93/100 – Barolo Riserva Vigna Elena Cogno 2005 (Cat. G)
Non poteva che regalarci grandi cose, una vigna che porta il nome della figlia di Nadia Cogno e Valter Fissore e dove sull’etichetta, è raffigurato un pulcino da lei disegnato all’età di tre anni. Prodotto esclusivamente nelle grandi annate, la 2005 appare un po’ contratta in partenza rispetto ad altre versioni del passato. Infatti, ci mette qualche minuto prima di carburare e prendere il giusto ritmo. Il frutto è solare, racchiude alcuni canoni da annata calda che prende forma con note di confettura e frutta sotto spirito. Anche il “taglio” speziato è piuttosto evidente, pur mantenendosi sui binari dell’eleganza. Bocca che esprime il medesimo calore riscontrato in fase olfattiva, sostenuta da una buonissima sferzata acido-sapida. Tannino che si evidenzia mordente nell’approccio, ma con una chiusura asciutta. Di buona lunghezza invece, la profondità post-gustativa.
93/100 – Barolo Riserva Le Gramolere Manzone 2005 (Cat. F)
Le uve provengono dal vigneto Le Gramolere di Monforte d’Alba, dove una piccola parte viene (iper)selezionata per dare origine a questo “gioiellino” prodotto in 2.000 esemplari circa. Lo stacco rispetto alla 2004 è davvero notevole. Il vino ha prestanza, stoffa e carattere, anche se c’è qualcosina che non gli ha permesso di strappare ben altro risultato. Prima di tutto nel frutto, che si rivela in tutta la sua pienezza, ma dove avremmo preferito trovarci un pizzico in più di definizione e nitidezza. Sicuramente avrà modo di trovare un miglior riscontro in futuro, previa sosta prolungata nella vostra cantina. Infatti al palato appare ancora un po’ squilibrato nella sua profondità e la gustosa e stuzzicante trama tannica è alla ricerca di una maggiore coesione con il resto della massa. Buona ed interessante è l’uscita in fase retro-olfattiva.
Articolo redatto da:
Ivano Antonini alias EnoCentrico
Curatore della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto e Referente regionale per il Piemonte.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S.
Sommelier operante presso il Ristorante Relais & Chateaux “Il Sole di Ranco”.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia AIS 2008, Miglior Sommelier della Lombardia 2001 e Sommelier dell’anno per la Guida de L’espresso 2006.
Si Ringrazia i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio. Un particolare ringraziamento anche a Stefania Orioli, Hans Dieler, Chiara Giovoni, Elena Poli e Andrea Pellegrini.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
EDIZIONE 2012:
PIEMONTE
VENETO
EDIZIONE 2010/2011:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo ed i Nebbiolo d’Alba
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico
-I Vini Bianchi (Seconda parte)
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
EMILIA-ROMAGNA
TOSCANA
-I Rosso di Montalcino, Sant’Antimo ed i vini a IGT
-I Brunello di Montalcino e le Riserve
MARCHE
SICILIA
EDIZIONE 2009/2010:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
-I vini di Breganze, gli IGT ed altre eccellenze regionali.
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
-Le eccellenze di Cortona e di Montepulciano.
-Le eccellenze della “Costa” (prima parte): I vini bianchi, Bolgheri e Montecucco
-Le eccellenze della “Costa” (seconda parte): Scansano, Val di Cornia e le produzioni ad I.G.T.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
ABRUZZO
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
La Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto. Dedicata alle sole eccellenze. Sponsored By Amici Gourmet – Network esclusivo di appassionati Gourmet.
Sei un appassionato Gourmet? Un addetto ai lavori? Un semplice nostro affezionato lettore? E non sei ancora titolare della Nostra Card esclusiva Viaggiatore Gourmet? Sostieni anche tu la nostra Guida Online Indipendente dedicata alle eccellenze e in cambio ricevi coccole e privilegi. Scopri come… QUI. Ti aspettiamo!