Articolo a cura di Ivano Antonini-EnoCentrico.
Curatore Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto e Referente regionale del Piemonte.
Il percorso che ci porterà anche quest’anno all’esplorazione dei vini piemontesi all’interno della nostra Guida dei Vini on-line incomincia da Barbaresco. Il tragitto che ci ha portato alla stesura di questa recensione è stato lungo, complesso, articolato e non privo di difficoltà, ma crediamo che il risultato scaturito non sia di certo privo di emozioni. Suggestioni che sanno regalare questi vini. Prodotti che raccontano stili, millesimi e cru, ma che hanno un unico comune denominatore, ovvero il racconto della loro terra di origine.
In questo articolo si parla di: Albino Rocca, Cascina Bruciata, Cascina Falletto di Bruno Giacosa, Castello di Neive, F.lli Cigliuti, Gaja, Icardi, Moccagatta, Montaribaldi, Nada Fiorenzo, Negro, Pelissero, Piero Busso, Pio Cesare, Prunotto, Rizzi, Scarpa, Sottimano, Taliano Michele, Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy, Ugo Lequio
Link di riferimento alla denominazione dell’Edizione 2010-2011: I Barbaresco
Prima di passare al racconto dei vini degustati, per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato.
Buona lettura!
1)LA GRADUATORIA:
I Barbaresco “classici”:
93/100 – Barbaresco Gaja 2008 (Cat. H)
89/100 – Barbaresco Cascina Bruciata 2008 (Cat. n.d.)
89/100 – Barbaresco Pio Cesare 2007 (Cat. F)
89/100 – Barbaresco Martinenga Tenute C.A. dei Marchesi di Grésy 2008 (Cat. F)
88/100 – Barbaresco Albino Rocca 2008 (Cat. E)
88/100 – Barbaresco Moccagatta 2008 (Cat. E)
86/100 – Barbaresco Cascinotta Negro 2008 (Cat. D)
86/100 – Barbaresco Prunotto 2008 (Cat. C)
85/100 – Barbaresco Castello di Neive 2008 (Cat. E)
I Barbaresco “cru”:
Annata 2008:
95/100 – Barbaresco Asili di Barbaresco Az. Agr. Falletto di Bruno Giacosa 2008 (Cat. G)
93/100 – Barbaresco Currà Sottimano 2008 (Cat. F)
92/100 – Barbaresco Ronchi Albino Rocca 2008 (Cat. F)
92/100 – Barbaresco Cole Moccagatta 2008 (Cat. F)
92/100 – Barbaresco Manzola Nada Fiorenzo 2008 (Cat. F)
92/100 – Barbaresco Pajoré Rizzi 2008 (Cat. F)
92/100 – Barbaresco Fausoni Sottimano 2008 (Cat. F)
91/100 – Barbaresco Ovello Vigna Loreto Albino Rocca 2008 (Cat. F)
91/100 – Barbaresco Bric Balin Moccagatta 2008 (Cat. F)
91/100 – Barbaresco Tulin Pelissero 2008 (Cat. E)
91/100 – Barbaresco Rombone Nada Fiorenzo 2008 (Cat. F)
91/100 – Barbaresco Cottà Sottimano 2008 (Cat. F)
91/100 – Barbaresco Pajoré Sottimano 2008 (Cat. F)
90/100 – Barbaresco Sorì Montaribaldi Montaribaldi 2008 (Cat. E)
90/100 – Barbaresco S. Stefanetto Piero Busso 2008 (Cat. F)
89/100 – Barbaresco Montubert Icardi 2008 (Cat. E)
89/100 – Barbaresco Ad Altiora Taliano Michele 2008 (Cat. D)
89/100 – Barbaresco Nervo Fondetta Rizzi 2008 (Cat. E)
89/100 – Barbaresco Gallina Ugo Lequio 2008 (Cat. E)
88/100 – Barbaresco Albesani Santo Stefano Castello di Neive 2008 (Cat. F)
88/100 – Barbaresco Basarin Moccagatta 2008 (Cat. F)
88/100 – Barbaresco Palazzina Montaribaldi 2008 (Cat. D)
88/100 – Barbaresco Borgese Piero Busso 2008 (Cat. F)
87/100 – Barbaresco Gallina Castello di Neive 2008 (Cat. F)
87/100 – Barbaresco Tettineive Scarpa 2008 (Cat. F)
Annata 2007:
94/100 – Barbaresco Martinenga Camp Gros Tenute C.A. dei Marchesi di Grésy 2007 (Cat. G)
93/100 – Barbaresco Il Bricco Pio Cesare 2007 (Cat. G)
93/100 – Barbaresco Boito Rizzi 2007 (Cat. E)
93/100 – Barbaresco Masseria Vietti 2007 (Cat. G)
92/100 – Barbaresco Rizzi Rizzi 2007 (Cat. D)
91/100 – Barbaresco Serraboella F.lli Cigliuti 2007 (Cat. F)
90/100 – Barbaresco Bric Turot Prunotto 2007 (Cat. E)
I Barbaresco Riserva:
97/100 – Barbaresco Ris. Asili di Barbaresco Az. Agr. Falletto di Bruno Giacosa 2007 (Cat. H)
95/100 – Barbaresco Ris. Rabajà Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
94/100 – Barbaresco Ris. Brich Ronchi Albino Rocca 2006 (Cat. G)
94/100 – Barbaresco Ris. Asili Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
94/100 – Barbaresco Ris. Pajé Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
*94/100 – Barbaresco Ricu Montaribaldi 2006 (Cat. F)
92/100 – Barbaresco Ris. Rio Sordo Cascina Bruciata 2006 (Cat. n.d.)
92/100 – Barbaresco Ris. Pora Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
91/100 – Barbaresco Ris. Albesani Santo Stefano Castello di Neive 2006 (Cat. G)
91/100 – Barbaresco Ris. Tera Mia Taliano Michele 2005 (Cat. E)
91/100 – Barbaresco Ris. Gallina Ugo Lequio 2007 (Cat. F)
90/100 – Barbaresco Ris. Ovello Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
I Barbaresco “classici”:
93/100 – Barbaresco Gaja 2008 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Non avrà la polpa e la sostanza della versione precedente, ma quella proposta da Monsù Angelo Gaja è un vino di grande classe e finezza. Decisamente più dinamica rispetto a quella passata, per quel suo essere così sottile, minuto, molto floreale nelle sfumature e sfavillante nelle note croccanti di fragolina di bosco e ribes. La bocca rivela un corpo che ha bisogno di tempo per armonizzarsi per via di un’acidità che ancora è rilevante nella sua vivacità e non trova ancora coesione con il resto della struttura. Un grande vino. Ancora un altro grande vino targato Gaja. Un vino da attendere.
89/100 – Barbaresco Cascina Bruciata 2008 (Cat. n.d.)
Esordio in guida per l’azienda condotta enologicamente da Francesco Baravalle. L’abbiamo fortissimamente voluta per via della personalità dei suoi vini, dove questo Barbaresco “classico”, rappresenta un ottimo biglietto da visita per entrare in questa realtà. Pone le basi su uno stile molto classico. Chiamiamolo pure “terroso” per quel richiamo di humus. Ma è un vino di finezza e di linearità, fragrante al palato, grazie ad un’acidità messa in rilievo che sostiene la piacevolezza di beva immediata.
89/100 – Barbaresco Pio Cesare 2007 (Cat. F)
Vino in pieno stile Pio Cesare. Uno stile fatto di equilibrio e precisione che potrà far storcere il naso a chi cerca temperamento e carattere, ma che riesce a mettere d’accordo un pubblico di ampie vedute e per chi vuole una maggior facilità di lettura. Sia ben chiaro, stiamo parlando di un bel vino di sostanza e articolazione, capace di mettere in luce quel carattere caldo e avvolgente del frutto di un’annata come la 2007 ed un finale vanigliato che non sbilancia il contrappeso a favore del legno. Bocca fresca e avvolgente data dalla spinta alcolica ed un finale che si ripropone sui medesimi tratti distintivi.
89/100 – Barbaresco Martinenga Tenute C.A. dei Marchesi di Grésy 2008 (Cat. F)
L’abbiamo inserito qui, anche se rappresenta un cru a tutti gli effetti. Tuttavia, nel panorama delle etichette del Marchese Alberto, rappresenta il Barbaresco “classico”, il primo passo da compiere se vogliamo entrare a contatto e cercare quelle note famose di “tabacchino sexy” (cit.) che fa tanto Martinenga. Eleganza e classe, sono le caratteristiche principali di questo vino e sfiora di un soffio la soglia dei 90 punti. Anche al palato scorre via in maniera piacevole e appagante, pur conservando un ricordo di un vino di sostanza.
88/100 – Barbaresco Albino Rocca 2008 (Cat. E)
Continua la crescita costante del Barbaresco tout court di Angelo Rocca. Un vino che non possiede il ritmo e la cadenza dei suoi fratelli maggiori, ma che riesce ad accontentare un pubblico più ampio per la sua facilità di lettura e la sua “dolcezza”. Anche sotto il profilo del “legno” è migliorato nel suo equilibrio con il frutto. Tannino graffiante. Di media lunghezza.
88/100 – Barbaresco Moccagatta 2008 (Cat. E)
Un vino che, rispetto al millesimo che lo ha proceduto, ha compiuto un balzo in avanti notevole e che ne ha ridimensionato la distanza con i cru aziendali. Almeno in questa annata. Una visione immediata e istantanea della piacevolezza del nebbiolo, che ruota intorno ad un frutto dall’espressione nitida e chiara. Peccato per una trama tannica un po’ grossolana, altrimenti lo avremmo visto in ben altre posizioni.
86/100 – Barbaresco Cascinotta Negro 2008 (Cat. D)
L’azienda di Angelo Negro è conosciuta più per i suoi Roero, ma anche sul piano dei Barbaresco stiamo avvistando dei progressi. Certo, se vogliamo vederlo sul piano del punteggio, questa crescita non è così marcata. Il vino è più sottile, a tratti anche più essenziale, ma lo stile si è fatto più compatto, più saldo. Resta solo di aspettare. Anche per quando verrà pronta la nuova annata del Basarin.
86/100 – Barbaresco Prunotto 2008 (Cat. C)
Sottile e abbastanza minuto nelle sfumature, ma equilibrato in tutte le sue componenti. Palato essenziale nella sostanza, ma gradevole nella scorrevolezza immediata.
85/100 – Barbaresco Castello di Neive 2008 (Cat. E)
Ci aspettavamo qualcosina in più dal Barbaresco classico del Castello di Neive. A cominciare dal profilo olfattivo che risulta abbastanza sfuocato nel dettaglio. Palato che si mostra migliore nel carattere, anche se la chiusura asciutta del tannino lo fa viaggiare con il freno a mano tirato.
I Barbaresco “cru”:
Annata 2008:
95/100 – Barbaresco Asili di Barbaresco Az. Agr. Falletto di Bruno Giacosa 2008 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Un vino che riesce a bissare l’ottima prova dell’annata precedente. Un’annata che sulle prime si era rivelata un po’ sottotono se paragonate alle precedenti, ma che alla lunga (per quel poco che si può dire visto che stiamo parlando di vini che hanno alle spalle un limitato soggiorno in bottiglia) sta mettendo in campo un valore di assoluto rilievo. Merito anche di produttori come il buon Bruno Giacosa, capace di proporre nella 2008 un Asili chiaro, netto, preciso e riconoscibilissimo in quelle che sono le sue peculiarità. Soprattutto nel frutto, possedendo quel calore e quel fascino che gli si addice. Al palato dobbiamo fare i conti subito con un tannino che appare vivace e un po’ raggrinzito. Solo questione di tempo, giusto quello che serve per abituarsi a questo cambio di marcia e lasciarsi trasportare dall’avvolgenza e dalla spinta caratteriale che sfoderano articolazione e profondità. E quel fascino irresistibile dell’Asili. Quello di Bruno Giacosa.
93/100 – Barbaresco Currà Sottimano 2008 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Abbiamo come la sensazione di essere di fronte al miglior vino mai prodotto da Rino e Andrea Sottimano. E ci fa ancor più piacere che questo nasca in un’annata così, dove il valore dei vignaioli è più che mai fondamentale. Colore profondo che lascia presagire quanto andremo a sentire al naso e al palato. Le uve provengono dalle vigne più vecchie e quindi tutto è conseguente dell’origine. Naso esuberante nella profumazione, articolata, profonda, calda e sensuale. Dove non manca rigore e disciplina. Un vino concentrato, ma elegante. Strutturato ed avvolgente anche al palato, con uno sviluppo che parte in sordina ma che prende volume e ampiezza con lo scorrere dei secondi. E dei minuti. La chiusura è la giusta sintesi che ti fa accendere quel click, che ti fa pensare che sei di fronte ad un grande vino. Da conservare.
92/100 – Barbaresco Ronchi Albino Rocca 2008 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Passo in avanti anche per il Brich Ronchi della famiglia Rocca. Un vino che può apparire un po’ troppo sdolcinato e ruffiano sulle prime, ma che con il passare dei minuti butta fuori tutta la sostanza che possiede, mostrando nerbo e generosità. Un ventaglio aromatico di buona ampiezza ma con ampi margini di crescita nella maturità. Lo sviluppo al palato sembra essere un po’ più rigido della versione precedente, ma analizzandolo bene nel dettaglio si capisce che c’è maggiore cura, dove pure il tannino appare più cesellato. Articolazione composta e all’insegna del frutto, sulla scia della sapidità. Da applausi.
92/100 – Barbaresco Cole Moccagatta 2008 (Cat. F)
Il Cole si è rivelata la migliore etichetta aziendale, ben diversa da quella assaggiata lo scorso anno. Conserva sempre quel tocco in più di evoluzione rispetto agli altri cru, ma rispetto agli altri è più preciso nel dettaglio. Anche il palato si dilunga con maggiore armonia e più persistenza. Di grande coesione tra i vari elementi, gli permette di essere degustato con quel giusto mix tra forza ed eleganza.
92/100 – Barbaresco Manzola Nada Fiorenzo 2008 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Soglia della super eccellenza superata in grande stile da questo capace produttore di Treiso. Il Manzola è l’etichetta più recente, ma in questo millesimo è stato capace i mettere un po’ in ombra il Rombone, l’altro storico cru aziendale. Un profilo olfattivo più verticale è più dinamico, a tratti più severo, ma di grande fascino. Un tratto gustativo pulito, lineare e scorrevole, ma lasciando sul finale una scia persistente che lo fanno ricordare molto a lungo.
92/100 – Barbaresco Pajoré Rizzi 2008 (Cat. F)
L’azienda di Enrico Dellapiana è ormai una realtà molto conosciuta tra gli appassionati del Barbaresco. Quello che esprime la vera natura di Langa. Un vino che il termine “territoriale” gli calza a pennello. Un vino che in prima battuta appare un po’ troppo severo, con un carattere accigliato e corrucciato. Dovete aspettarlo e cercare di entrare in sintonia con lui, per poter apprezzarne il meglio. Aspettate e sarete ripagati. Rispetto agli altri vini proposti, il Pajoré lo si riconosce per via di un frutto più croccante e con un tocco sul finale che vira sulle note di frutta secca, come la mandorla e la nocciola. La bocca è più nitida ed immediata nell’approccio. Garbato, di grande freschezza e molto sapido. Un tannino di quelli classici, di quelli che vivono sul contrasto e ci giocano assieme. Di quelli capaci di riecheggiare la terra di origine.
92/100 – Barbaresco Fausoni Sottimano 2008 (Cat. F)
Analizzando quelli che sono i punteggi, il Fausoni si colloca subito dietro di un’incollatura al grande Currà. Anche se apparentemente i margini potrebbero essere più definiti e amplificati, l’analisi più viscerale del vino dice di un campione di grande rispetto ed in piena sintonia della grande interpretazione del millesimo da parte di Andrea e Rino Sottimano. Meno prosopopea e sollenità del Currà, ma bensì più precisione e cura nel dettaglio aromatico e nella profondità del tannino. Anche la chiusura offre uno spettro ampio, generoso e di grande saporosità.
91/100 – Barbaresco Ovello Vigna Loreto Albino Rocca 2008 (Cat. F)
Tra le etichette proposte dalla famiglia Rocca, il Loreto andrebbe consigliato per chi ama più la classicità. Un po’ rigido, possiede un carattere che da sempre gioca piuttosto sul contrasto. Non possiede quel calore, quella polposità del frutto del Ronchi, ma dal canto suo ha un profilo che dalle prime battute si mostra più completo nell’espressione floreale e speziata, dando l’impressione di essere più pronto alla beva. Anche al palato, possiede un tannino con il rapporto di una pedalata in salita, ma sono quelli che danno linfa e vitalità. Tutto a beneficio del miglior spot del vitigno Nebbiolo. Quello pulito, chiaro e caratteriale.
91/100 – Barbaresco Bric Balin Moccagatta 2008 (Cat. F)
Il Bric Balin per una volta non spicca tra le nostre preferenze dell’azienda dei fratelli Minuto. Un po’ distaccato dal Cole, per via di un grip iniziale che stenta a decollare. Sia ben chiaro, stiamo parlando di un vino che si è guadagnato con merito di passare la soglia dei 90 punti e di posizionarsi su un gradino più alto rispetto alla precedente. Infatti sul piano dello spessore e della consistenza, il vino è lì e parla chiaro. Ma se analizziamo altre versioni, troviamo che la nitidezza e la definizione è venuta un po’ a mancare e gli impedisce di spiccare il volo. Anche al palato, il grado di asciugatura sul finale del tannino, non gli permette di sfruttare al meglio la sua articolazione. Consigliamo quindi di aspettare ancora un po’.
91/100 – Barbaresco Tulin Pelissero 2008 (Cat. E)
(etichetta non disponibile)
Giorgio Pelissero purtroppo ci ha inviato un solo Barbaresco. Il Tulin non è il cru aziendale più prestigioso, ma è stato quello che negli ultimi anni ha compiuto dei passi da gigante nel suo percorso di crescita, tale da posizionarsi oggi saldamente oltre la soglia dei 90 punti. Si propone nel millesimo 2008 con un carattere profondo e godurioso nell’immediato. Piacevole già dal primo impatto, anche se con l’ossigenazione (e con il tempo) avrà modo di ampliarsi. Piacevole la nota di eucalipto, capace di dare vigore ad un frutto pieno e di buona ricchezza. Palato grintoso, grazie anche ad un grip del tannino energico e che dona articolazione in chiusura.
91/100 – Barbaresco Rombone Nada Fiorenzo 2008 (Cat. F)
In continua crescita sostanziale e caratteriale il Rombone di Nada Fiorenzo, anche se in questo millesimo abbiamo l’impressione che soffra un po’ la supremazia del Manzola. Non possiede la medesima incisività e vivacità di quest’ultimo, ma si propone con un pizzico in più di distensione, offrendo un quadro olfattivo che si dipana sulle tonalità floreali e speziate. Bocca carnosa, piena, di sostanza. Trama tannica di buona fattura, anche se bisognosa di tempo per trovare maggiore coesione con il resto della stoffa. Molto buona infine la lunghezza.
91/100 – Barbaresco Cottà Sottimano 2008 (Cat. F)
Il Cottà propone in questa versione, un vino che si offre caldo e avvolgente nel suo frutto e con delle tonalità meno floreali e un po’ meno profonde rispetto al Fausoni. Solido e convincente come gli altri cru aziendali, troviamo nel palato la stessa cura nel dettaglio, partendo dalla trama tannica più minuta. La lunghezza è di quelle che si fanno ricordare.
91/100 – Barbaresco Pajoré Sottimano 2008 (Cat. F)
Eccoci invece al Pajoré, il cru che si differenzia dagli altri poiché situato in quel di Treiso. Se vogliamo inquadrarlo poi all’interno dello stile aziendale, ecco che il risultato è quello di un vino meno facile da comprendere, più dritto, più spigoloso, a partire dal profilo aromatico che si mostra meno caldo, meno sinuoso, meno denso, ma che cala le sue carte migliori grazie alla mineralità al naso e la sapidità al palato. Il tannino un po’ più nervoso degli altri ne limita la profondità.
90/100 – Barbaresco Sorì Montaribaldi Montaribaldi 2008 (Cat. E)
Di notevole livello i Barbaresco proposti quest’anno da questa cantina. Al primo impatto emerge una nota di torrefazione che fa storcere il naso ai membri del panel, ma sotto si notava che c’era sostanza e spessore. Infatti, dopo qualche minuto, il vino affiora e appare più definito e levigato. Concentrato ma senza volgarità, il frutto e di quelli carnosi, di buona ricchezza. Palato che si dilunga in maniera garbata e fedele. Ben distribuito e senza avere elementi che emergono sopra altri. Finale in piena coerenza per quanto emerso fin qui.
90/100 – Barbaresco S. Stefanetto Piero Busso 2008 (Cat. F)
Vino che si consolida nei piani alti della denominazione pur mostrando una tonalità del frutto più cruda rispetto a quella sentita lo scorso anno. Per il resto abbiamo la medesima cura del dettaglio ed una nota di grafite che lo rende più intrigante. Palato molto espansivo e comunicativo, grazie anche ad un tannino aggraziato che gli permette di uscire nella retro-olfattiva in bello stile.
89/100 – Barbaresco Montubert Icardi 2008 (Cat. E)
Ottenuto dalle uve provenienti dal cru di Serracapelli, il Montubert è un vino che nel millesimo 2008 ha raggiunto dei livelli invidiabili. Profondo nell’approccio e completo nella sostanza, è un vino che ha tutto per piacere ad un pubblico anche su scala più allargata, grazie ad una chiave di lettura facile ma non scontata. Dolcezza al palato in un mix di grinta e determinazione. Tannino graziato e morbido, ma capace anche di dare la verve necessaria per prolungarne l’articolazione.
89/100 – Barbaresco Ad Altiora Taliano Michele 2008 (Cat. D)
Ottenuto da uve del vigneto Montersino situato nel comune di Treiso. Un vino tecnicamente ben fatto, ma che gli manca solo un pizzico più di vitalità e di spessore per vederlo passare la soglia dei 90 punti. Armonioso nelle varie fasi olfattive, presenta tuttavia una virata speziata che lo fa apparire un po’ evoluto. La bocca ha comunque un’altra marcia, più ponderato nello sviluppo e più simmetrico nella trama dei tannini. Un’azienda che ha già raccontato molto parlando di Roero, un nome da sottolineare in futuro per quello langarolo.
89/100 – Barbaresco Nervo Fondetta Rizzi 2008 (Cat. E)
Un fiore colto troppo presto è questo Nervo Fondetta di Rizzi. L’energia e la vivacità lasciano intuire un futuro radioso e longevo. Più crudo rispetto al Pajoré ma con la medesima voglia di colpire, di accattivare, di convincere. Molto più posato al palato, dove il corpo avvolge con garbo e delicatezza, lasciando al tannino il compito di vivacizzare e movimentarne il suo quadro.
89/100 – Barbaresco Gallina Ugo Lequio 2008 (Cat. E)
Un millesimo dove abbiamo trovato un Gallina più cauto e riflessivo di altre annate. Almeno per quelli proposti da Ugo Lequio. D’altro canto, abbiamo comunque riscontrato una maggiore cura nella definizione aromatica e nella levigatura dei tannini. Sicuramente avrà bisogno di tempo, per vederlo più allungato e meno scorbutico nell’approccio. Acidità puntigliosa e tenace che dona grande freschezza all’insieme.
88/100 – Barbaresco Albesani Santo Stefano Castello di Neive 2008 (Cat. F)
Non possiede la medesima vitalità di altre versioni del passato. Come vedremo per il Gallina, notiamo come ci sia una nota legata al rovere che appare in evidenza, smorzando quelle che sono le incisività del frutto. Molto meglio al palato, dove si offre più disteso e più armonioso tra gli elementi. Solo la trama tannica si propone con una mordenza che dubitiamo possa affievolirsi nell’immediato futuro.
88/100 – Barbaresco Basarin Moccagatta 2008 (Cat. F)
Se nel 2007 abbiamo riscontrato nel Basarin dei fratelli Minuto, un maggiore equilibrio tra i due piatti della bilancia dove poniamo frutto e legno, così non possiamo dire della 2008, tornato a quella “deformità” notata più volte in passato. Almeno in gioventù. Presenza accentuata del rovere a parte, il resto è tutto a favore della sostanza e dell’avvolgenza. Caldo, diretto, conciso al palato, chiude in maniera graziata. Più di quanto registrato al naso.
88/100 – Barbaresco Palazzina Montaribaldi 2008 (Cat. D)
Il Nebbiolo raccolto dal cru Palazzina in zona Starderi a Neive, produce vini che puntano molto sulla delicatezza e sull’eleganza che non quello della forza e della potenza. Anche sul piano dell’energia e della incisività, non sono le stesse che troviamo nel Sorì Montaribaldi, bensì troviamo uno sviluppo più razionale e meditativo. Il palato corre sul filo della leggiadrìa senza intoppi. Ma anche senza particolari picchi emotivi.
88/100 – Barbaresco Borgese Piero Busso 2008 (Cat. F)
Anche quest’anno lo stacco tra il S. Stefanetto ed il Borgese è evidente. Il frutto è più terroso, meno definito ed incisivo del vino raccontato precedentemente. Molto più pieno e ricco al palato, anche se il tannino mostra una chiusura più amara sul finale.
87/100 – Barbaresco Gallina Castello di Neive 2008 (Cat. F)
Un profilo olfattivo segnato un po’ troppo dal rovere e da quella nota caffeosa che spesso abbiamo trovato in altri vini di questa cantina. Un vino tutto sommato pacato e che ha bisogno del suo tempo per potersi esprimere su livelli che gli competono. Infatti, la bocca appare più vivace e più profonda, con un tannino che si mostra un po’ metallico sulla chiusura. Discreta la lunghezza.
87/100 – Barbaresco Tettineive Scarpa 2008 (Cat. F)
Piccolo passo indietro per il Tettineive di questa prestigiosa cantina. Se da un lato abbiamo un miglioramento della definizione aromatica, dall’altro notiamo che il vino ne abbia risentito un po’ troppo di alcune difficoltà dell’annata. Un frutto più “verde” ed un tannino che si mostra un po’ troppo irrequieto.
Annata 2007:
94/100 – Barbaresco Martinenga Camp Gros Tenute C.A. dei Marchesi di Grésy 2007 (Cat. G)
Altissimo Ceto
E’ ormai inutile continuare a sottolineare le grandi prestazioni dei vini dell’azienda del Marchese Alberto. Ogni anno ci divertiamo a mettere in paragone i due cru e vedere quale dei due vince la volata al fotofinish. Purtroppo quest’anno non sarà così, in quanto una grandinata ha precluso l’uscita del Gaiun con il millesimo 2007. Ma quello che ci rimane è un Camp Gros maestoso e nobile. Non nel senso della caratura, ma in quello dell’eleganza. In bocca appare (ovviamente) in ritardo di forma, per quello che promette e per quanto emerso al naso. Dotato di una notevole freschezza e da una piacevole uscita balsamica in grande stile. Quello aristocratico. Quello targato Martinenga.
93/100 – Barbaresco Il Bricco Pio Cesare 2007 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Un vino che entrerà a pieno merito nel palmares dei grandi vini della prestigiosa cantina albese. Un vino che è un tuffo nel passato che impersonifica uno stile longevo abbastanza usuale per la Pio Cesare, ma anche ricco e articolato già dalle prime battute.. Un vino capace di attirare le grazie di molti appassionati. Potenza in un guanto di velluto, croccantezza del frutto, ma anche polpa, spezie e tanta balsamicità. Bocca eccelsa nella cesellatura del tannino e roboante nella propagazione del calore e dell’articolazione. Da tenere via per svariati anni se vorrete goderlo al meglio.
93/100 – Barbaresco Boito Rizzi 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Un vino che rispecchia in pieno lo stile Rizzi elegantemente vestito dall’etichetta di un grande millesimo, non cercategli grandi concentrazioni e prestanze nella potenza, ma cedete sotto il suo fascino della tensione, della vitalità e da quel pizzico di nervosismo del frutto che lo rende un po’ burbero nell’approccio, ma molto intrigante. Un vino di struttura sostenuto da una spalla tannica generosa e fitta. Il finale è di quelli col botto, lungo e di grande persistenza. Da applausi.
93/100 – Barbaresco Masseria Vietti 2007 (Cat. G)
Un quadro olfattivo di ampia tessitura, intenso ed elegante come lo stile Vietti insegna. Molto godurioso già al naso, dove il frutto si interseca con note dolci del rovere piacevolmente integrate e le note mentolate che anticipano un quadro speziato decisamente elegante. Un vino capace di portarvi in mondi lontani con il pensiero, anche grazie ad un palato succoso e mai pago. Avvolgente, caldo, deliziosamente armonioso nella trama ed un tannino che invoca la sua presenza, senza essere troppo temperato nei modi. Un vino che è il biglietto da visita di una serie da urlo di casa Vietti e che verrà raccontata prossimamente su queste pagine.
92/100 – Barbaresco Rizzi Rizzi 2007 (Cat. D)
Non poteva che essere di livello anche il cru che prende il nome dell’azienda. Un vino che invoca presa di posizione e decisione dei modi in seguito ad un ventaglio olfattivo molto ampio e che segue l’onda raccontata negli altri campioni. Un profilo di grande finezza e che gli va’ dato tempo per prendere conoscenza con l’aria. Speziato ma non evoluto, trova il suo apice in quel tocco di grafite che fa capolino con l’ossigenazione che ricorda gli aromi della matita temperata. La bocca racconta molto, dando quasi l’impressione di assaggiare la terra da dove nasce, in un legame molto forte con il territorio. Trama tannica che dona persistenza e profondità alla massa, uscendo in via retro-olfattiva in grande stile.
91/100 – Barbaresco Serraboella F.lli Cigliuti 2007 (Cat. F)
Se da un lato vediamo peccare un po’, nella mancanza di definizione nei vini della famiglia Cigliuti, dall’altro non possiamo che biasimare uno stile basato molto sulla personalità. Quella non viene mai a mancare. Anzi, ti fa scattare quel “click” che ti fa perdonare ogni suo piccolo diffettuccio. Possiede carattere il Serraboella 2007. Lasciato saggiamente riposare per un periodo più lungo in cantina per poterlo apprezzare al meglio. Frutta in confettura che anticipano la vitalità speziata piccante e delle note molto suadenti di fiori secchi. Bocca energica e tuttora in divenire, in quanto non abbiamo ancora trovato la coesione perfetta tra tutti gli elementi. Da consigliare vivamente per gli amanti del genere.
90/100 – Barbaresco Bric Turot Prunotto 2007 (Cat. E)
Il Bric Turot è un cru situato all’interno del comune di Barbaresco. Rispecchia nel frutto, i tenori caldi e suadenti del cru di origine, esaltato grazie anche al millesimo 2007. Note di frutta sotto spirito e di rabarbaro, prima di chiudere con le note di caffè. Un vino migliorato molto sotto l’aspetto dell’integrazione del legno, se paragonato ad altre versioni del passato. Anche al palato troviamo maggiore vigore e anche la trama tannica dona maggiore volume. Finale sapido e convincente.
I Barbaresco Riserva:
97/100 – Barbaresco Ris. Asili di Barbaresco Az. Agr. Falletto di Bruno Giacosa 2007 (Cat. H)
Altissimo Ceto
E’ sempre difficile valutare l’assaggio prematuro di una grande Etichetta Rossa. La reazione risulta essere contratta, tesa e corrucciata, paragonabile a chi è stato buttato giù di sobbalzo dal letto. Il colore vira verso un rubino vivo, ma un po’ opaco nelle sfumature. Avrà modo solo con il tempo di mettersi quel suo bel vestitino a festa, scintillante. Molto centrato sulla croccantezza del frutto, quasi mordente, di sentori che richiamano il ribes e la fragola. Il bagaglio speziato è tutto in divenire. Ciò lo rende in qualche modo incompleto (e ci saremmo meravigliati del contrario), ma appare già dalle prime battute molto più indietro nella forma rispetto ad altri suoi fratelli di sangue di altre annate, degustati nello stesso periodo.
Il palato è rigido, spigoloso come il suono di una scatola che senti rotolare giù dalle scale e che finisce il suo percorso con un tonfo duro e sordo. Il calore è però ben presente ad alleviarne le asperità del tannino e della sua acidità affilata, che in questo momento ne attenuano i benefici ed i vigori della sua chiusura post gustativa. Tuttavia, la raffinatezza dell’insieme applaude una personalità che arriva dal profondo del terreno e lascia comunque ben presagire per un futuro che lo porterà molto lontano. Almeno per chi avrà la voglia di pazientare.
95/100 – Barbaresco Ris. Rabajà Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Il nostro personale palmares tra le Riserve targate 2007, che ci sono state inviate dalla Cantina Produttori del Barbaresco, va al Rabajà. Un vino che emerge per la sua struttura ed il suo temperamento. A livello aromatico abbiamo la complessità del grande vino, caratterizzata dall’inclinazione austera di questo cru. Lo si nota nel frutto caldo, severo, rigido nella definizione, ma ammaliante e suadente al tempo stesso. Note di rosa macerata in alcol, rinfrescata da effluvi balsamici e mentolati. La bocca è imperiosa, resa subito vivace dalle sfumature saline e di pietra focaia che accompagnano il tannino morigerato lungo tutto il percorso. Caloroso e generoso nella sostanza, mentre l’uscita è da standing ovation.
94/100 – Barbaresco Ris. Brich Ronchi Albino Rocca 2006 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Crediamo fortemente di essere di fronte al miglior vino prodotto da Angelo Rocca. Una riserva che prende a braccetto lo stile aziendale sotto l’insegna della suadenza, della polpa e della ricchezza, offrendo il plus di una vitalità ed una profondità davvero rilevanti. Gli estimatori capaci di apprezzare questo vino, magari saranno più delle bottiglie prodotte (solo 2.500) e noi siamo contenti di essere stati tra questi privilegiati, peccato solo che per ovvi motivi, abbiamo dovuto dare fondo ad una stappatura prematura. Impianto olfattivo di grande personalità, pregiato e raffinato nei modi. Palato che sprigiona forza, calore e potenza. Il tutto, con il garbo e la delicatezza di un tannino che sulle prime può apparire un po’ troppo vistoso, ma che tende a frenare la propria irruenza già al secondo sorso. Finale e persistenza da Altissimo Ceto. Per dirla in tre parole… un grande vino.
94/100 – Barbaresco Ris. Asili Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Il compito di posizionare e valutare, cinque dei nove cru aziendali in un millesimo come questo, è arduo e faticoso. Così come può apparire ingrato mettere “solo” 94 ad uno se all’altro abbiamo dato 95. Infatti, l’esempio più rappresentativo lo troviamo nell’Asili che si differenzia dal Rabajà per un carattere meno rigoroso, ma più docile e mansueto. Oseremmo quasi pronunciare la parola “femminile” per sintetizzare quanto capace di esprimere il frutto. Ti accoglie e ti avvolge nel suo abbraccio, con modi garbati e gradevoli. Nel giro di pochi secondi sei in grado di dargli pure del “tu” per quanto risulti così facile ad entrare in confidenza con lui. Cesellato e ricamato pure nella trama tannica ed in perfetta coesione con il resto della trama. Lungo. Persistente. Dinamico. Unico.
94/100 – Barbaresco Ris. Pajé Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
Il Pajé è quello dotato di un carattere più sbarazzino, se paragonati a quelli descritti sopra, ma ugualmente sontuoso. Eclettico nel proporsi a livello olfattivo, se fosse un genere musicale sarebbe uno stile country. Appuntito ed affusolato nelle note minerali, troviamo poi tabacco dolce e spezie a dare maggiore articolazione. Ordinato, pulito, militaresco nel proporsi al palato, i tannini sembrano essere disposti con ordine come piccoli soldatini. La qualità sul finale è pienamente in linea con il resto del gruppo.
*94/100 – Barbaresco Ricu Montaribaldi 2006 (Cat. F)
Inserito nella sessione delle Riserve anche se di fatto non lo è. Tuttavia la caratura, lo sviluppo e la tenacia sono quelle che non hanno nulla da invidiare agli altri raccontati in questa sezione. Un vino puntiglioso nel frutto, chiaro nello sviluppo aromatico e deciso sul piano della personalità. Il tannino sembra lavorato all’uncinetto, mentre il calore dona maggiore morbidezza ad uno spessore tagliato a metà, da un’acidità davvero rilevante. E che anticipa una chiusura sapida che ne prolunga il piacere.
92/100 – Barbaresco Ris. Rio Sordo Cascina Bruciata 2006 (Cat. n.d.)
Altissimo Ceto
“Un classicismo nello stile classico”. Questo in sintesi quanto espresso dai membri del panel, nel degustare un vino tra i più “personali” tra quelli degustati. Non un vino per tutti, ma un vino capace di soddisfare comunque sia i bisogni del più repellente degli enocentrici, sia quelli dell’amatore del genere alle prime armi. La chiave di lettura che pone l’accento su quel tocco di eucalipto e di liquirizia, è di quelli che vanno attesi ma che non stancano mai alla lunga. Bocca imperiosa e di grande articolazione. Un vino che ci rende orgogliosi, a noi che ve lo abbiamo raccontato. Un vino che renderà più ricchi a livello emotivo, voi che andrete a berlo.
92/100 – Barbaresco Ris. Pora Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
Il Pora si è posto nei nostri confronti, dall’alto di quel suo carattere interno grande nell’indole, ma corrucciato, capriccioso ed un po’ scorbutico al primo approccio. Occorre più tempo di quanto abbiamo invece concesso agli altri, prima di entrare in sintonia con lui. Tonalità più calde e più speziate nello sviluppo al palato, abbiamo riscontrato una trama tannica decisa, fissa e risoluta che richiederà tempo, molto tempo…, per trovare maggiore fusione con il resto della massa.
91/100 – Barbaresco Ris. Albesani Santo Stefano Castello di Neive 2006 (Cat. G)
L’abbiamo atteso ed il risultato non ha deluso le attese. Un vino che richiederà sicuramente tempo per raggiungere il suo apice, ma la prestanza, la robustezza e la vigoria tipiche dell’Albesani sono tutte racchiuse qui. Sviluppo olfattivo ampio e disteso. Bocca più salda e risoluta, ma ugualmente copiosa nello sviluppo e con una trama tannica che sembra perfettamente stirato nelle pieghe. Ordinato e militaresco nell’articolazione in chiusura.
91/100 – Barbaresco Ris. Tera Mia Taliano Michele 2005 (Cat. E)
(etichetta non disponibile)
Rubino con tonalità granata che sembrano presagire un quadro evoluto più di quanto non lo sia effettivamente. Anche se effettivamente le tonalità calde dell’annata di origine si riversano poi nel frutto. Tuttavia la complessità è resa vivace da una estensione della profondità, dove emergono note floreali di grande intensità e di speziatura dolce. Avvolgente, pieno ed incisivo al palato, dove sottolinea una prova di grande stile. Fino in chiusura.
91/100 – Barbaresco Ris. Gallina Ugo Lequio 2007 (Cat. F)
Un vino di sostanza e di piena maturità. Stilistica e caricaturale. Personalità e tecnica fuse insieme, per un vino che non mancherà di fare proseliti, per via di una suadenza e della pienezza. Incisivo quanto basta per dare maggiore vitalità, aiutato da una nota balsamica di assoluto rispetto dal punto di vista della definizione. Palato profondo, pulito ed ordinato, ritmato sotto le cadenze di un tannino vivace ma non mordente. Lungo e disteso in chiusura.
90/100 – Barbaresco Ris. Ovello Produttori del Barbaresco 2007 (Cat. E)
L’Ovello chiude la volata dei cru dei “Produttori”, ma la soglia della super-eccellenza è ampiamente guadagnata e mette l’ennesimo sigillo ad una proposta enologica qualitativa che ha ben pochi eguali in Langa ed in Italia. E se poi dovessimo fare un rapporto qualità-piacere calcolato sul prezzo di vendita di questi vini, ecco che la soglia sarebbe irraggiungibile da chiunque al Mondo. Questo per anticipare una descrizione dell’Ovello che si mostra come quella che vira più sull’evoluzione se paragonata alle altre. Lineare e scorrevole al palato, si pone come quello da sacrificare, semmai vi dovesse prendere il “raptus” della stappatura precoce nei prossimi anni.
Articolo redatto da:
Ivano Antonini alias EnoCentrico
Curatore della Guida dei Vini on-line di Altissimo Ceto e Referente regionale per il Piemonte.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S.
Sommelier operante presso il Ristorante Relais & Chateaux “Il Sole di Ranco”.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia AIS 2008, Miglior Sommelier della Lombardia 2001 e Sommelier dell’anno per la Guida de L’espresso 2006.
Si Ringrazia i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
EDIZIONE 2010/2011:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo ed i Nebbiolo d’Alba
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico
-I Vini Bianchi (Seconda parte)
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
EMILIA-ROMAGNA
TOSCANA
-I Rosso di Montalcino, Sant’Antimo ed i vini a IGT
-I Brunello di Montalcino e le Riserve
MARCHE
SICILIA
EDIZIONE 2009/2010:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
-I vini di Breganze, gli IGT ed altre eccellenze regionali.
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
-Le eccellenze di Cortona e di Montepulciano.
-Le eccellenze della “Costa” (prima parte): I vini bianchi, Bolgheri e Montecucco
-Le eccellenze della “Costa” (seconda parte): Scansano, Val di Cornia e le produzioni ad I.G.T.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
ABRUZZO
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
La Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto. Dedicata alle sole eccellenze. Sponsored By Amici Gourmet – Network esclusivo di appassionati Gourmet.
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