Le nostre caselle di posta si riempiono continuamente di inviti di ogni natura e di ogni genere. Importanti, golosi, sostanziosi. A molti di questi, dobbiamo rinunciare, a pochi (ahinoi…) riusciamo a partecipare. La clonazione umana non esiste neanche per il VG team, anche se sarebbe auspicabile. Ma quando l’intestazione dell’invito, porta la dicitura Tenuta dell’Ornellaia e il menu dell’evento prevede un ristorante tre stelle, abbinato a seivinisei, tutti prestigiosi e di grande livello, ecco che tutto il resto può passare in secondo piano. Se poi a tutto questo aggiungiamo il fatto di poter condividere una giornata insieme a delle persone appassionate, ecco che non vediamo l’ora di salire in quel paesino in provincia di Novara, chiamato Soriso. Per una giornata indimenticabile che vi andiamo a raccontare nel dettaglio.
Vendemmia d’artista è il titolo di un progetto, inaugurato con l’annata 2006, voluto fortemente dal team della Tenuta dell’Ornellaia per riuscire a coniugare il mondo del vino con quello dell’arte contemporanea, per celebrare il carattere unico di ogni annata del loro vino simbolo e che porta il nome della tenuta. La 2006 aveva come titolo L’esuberanza, la 2007 recitava L’armonia, mentre la 2008 incarna l’Energia. Per arrivare a questo, ogni anno viene chiamato un artista di fama internazionale, il quale è incaricato di realizzare un’opera d’arte che catturi l’essenza del vino. Ogni anno vengono realizzati dei Doppi magnum (3 lt.), degli imperiali (6 lt.) ed un Salmanazar (9 lt.). Ogni bottiglia è numerata e firmata in originale dall’artista.
Per questa versione, targata 2008, è stata chiamata Rebecca Horn. Scultrice, performer e regista. Vive e lavora in Germania. Per L’Energia di Ornellaia 2008, Rebecca Horn ha ideato un’opera per la barricaia di Ornellaia. L’opera interessa una scultura cinetica in rame e specchio che, ispirata al processo di produzione del vino, possa interagire con lo spazio, in un rapporto in cui gli elementi e l’ambiente concorrono a creare un processo alchemico tra liquido, solido e atmosferico, in cui la materia si trasforma in energia.
Andrea Orsini, PR e Communication Manager, ci spiega le caratteristiche del progetto in un video.
L’inizio però… è di quelli “bollicinosi”…
Il tavolo dei canapées…
A tavola.
Bicchiereeeee!
Il menu personificato…
Il “vulcanico” Leonardo Raspini, general manager della Tenuta dell’Ornellaia, da il benvenuto
al suo fianco Andrea Alciati, patron del Relais San Maurizio…
Anche Matteo Pisciotta, chef del ristorante Luce di Varese, presente all’evento
Si incomincia a stappare…
e a bere…
Carciofi d’Albenga, triglie di scoglio con scampi di Sicilia, Olio Taggiasco all’acciuga
in abbinamento…
Poggio alle Gazze 2009 (15+/20)
Si mette in evidenza per un taglio “vegetale” lampante, tagliente, ermetico ma mai invadente. Ma quello che incide in maniera concreta è il suo apparire “varietale” e “verticale”, a tratti didattico, ma per nulla ruffiano. Con il passare dei secondi traspare una chiusura esotica che dona quella segmentazione che non lasciava trasparire al primo impatto. Bocca dritta, cristallina e freschezza a mille, verso una chiusura che tende ad essere di buona lunghezza. Efficace e concreto.
Il patron de “Al Sorriso”, mister Angelo Valazza…
Il fungo porcino, come a Soriso
Riso Carnaroli con zucca gialla, gorgonzola dolce, balsamico Tradizionale e amaretti
In abbinamento…
Le Serre Nuove dell’Ornellaia 2008 (17+/20)
Gran bel vino questo “Serre Nuove”. La versione 2008 si proietta verso quella che sarà una delle migliori di sempre, se non addirittura LA migliore a mio modo di vedere, tanto da far impallidire quel cartellino metaforico che indossa, con scritto “second vin”. Tendendo l’orecchio, già dal primo impatto lo si sente sussurrare “ma quale second vin del ciufolo?”, il bagaglio aromatico è di quelli importanti, ricco, denso, di grande articolazione, ma con quella versatilità easy tipica del Serre Nuove. Già perché quello è rimasto invariato. Il fascino solerte ed istintivo è quello di sempre, ma questa volta è capace di ammaliare anche il più restio dei detrattori di questo genere di “etichette”. Bocca ampia e di sviluppo. Anche proiettata nel futuro. La trama tannica è di buona fattura, con una chiusura “dolce” e “sanguigna” che ci porta per un attimo… a Saint-Julien. E proviamo a metterlo in una batteria alla cieca di seconde etichette bordolesi e vediamo cosa salterebbe fuori…
E’ arrivato il grande momento…
mini-verticale in versione “orizzontale” 🙂 di tre annate di Ornellaia
Un trittico da sogno. E in magnum…
Il vitello castrato del Canavese con panatura di nocciole tonda gentile e fegato grasso, al cabernet
In abbinamento…
Ornellaia 2008 (18- ?/20)
Si parte dall’annata più giovane, ma è lui il protagonista della giornata, tutta la celebrazione dell’evento ruota intorno a lui. Anche se lui, fatica a concedersi. Lo abbiamo svegliato forse troppo presto dal suo riposo e neanche il continuo scuotimento e la ripetitiva rotazione del bicchiere, servono per destarlo e schiuderlo. Ma questi sono i rischi delle anteprime. Anteprime, che pur essendo abituati nel nostro girovagare, le uniche abitudini che ci restano, sono da ritrovarsi nelle certezze che non vi sono certezze, ma solo intuizioni. Le nostre ci portano ad esaminarlo per quello che mostra sul suo sottile equilibrio che scorre sul filo gustativo. Tra quello che rappresenta la potenza, ovvero la 2007 e quello che incarna l’eleganza, alias la 2006. Il profilo olfattivo rimane invece nell’inchiostro di una penna che molto probabilmente assumerà i tratti di una scrittura pungente ed incisiva della Fallaci, ma con la parola fine che adesso si trincera dietro ad un punto interrogativo. Come quello che abbiamo allegato alla valutazione…
Ornellaia 2007 (17,5/20)
Potenza. E’ il termine che ha anticipato la descrizione di questa versione dell’Ornellaia, nel riassunto della 2008 quì sopra. E forse, il fatto di vedere scritto 2007 sull’etichetta mi ha un po’ prevenuto. Già, perché sono state invece altre, le versioni muscolose e concentrate nella storia di questo vino. Per esempio la 1997. Mentre questa versione possiede una pungenza iodata e minerale, che lo rende anche incisivo senza mai apparire stucchevole. E senza possedere quel bagaglio cioccolatoso che era proprio della ’97 appunto. I toni da Lindor e di Rocher ci sono, ma non sono loro i protagonisti. In questo caso l’attore principale potrebbe indossare la marca Fabbri, propria della ciliegia sotto spirito che vuole essere la migliore traduzione del frutto di questo vino. Bocca calda, ampia, generosa, cospicua, ma terribilmente sensibile. Anche perché senza tutta questa disponibilità alla raffinatezza, non avremo un allungo così ingente e premuroso. Premuroso verso il nostro godimento.
Ornellaia 2006 (18,5-19/20)
Dicevamo… se la 2007 sta alla potenza, la 2006 sta all’eleganza. Lui sta veramente a proprio agio, in mezzo a tutta quella profusione di argenti, sfarzi e lussi che gli stanno intorno. Ma soprattutto lui viaggia comodo ed in pieno confort, poiché è circondato da gente capace di apprezzarlo e goderselo. Ed è proprio in queste condizioni che un Ornellaia riesce a dare la migliore visione di una delle versioni migliori della sua storia. Degustato in un momento propizio per noi oggi, ma che farà la fortuna di chi avrà la chance di aspettarlo per diversi anni. Oppure, speriamo che ci siano dei nipoti in giro per il mondo, in grado di rendere merito ai propri nonni che lo hanno conservato con cura. In questo momento è la stupenda articolazione che viaggia partendo dal frutto, dolce e sinuoso, passando dalla speziatura, sottile e di grande fascino, per terminare in uno sfogo dal carattere balsamico, fresco ed incisivo. Il palato è una sonata di musica classica, con un tannino capace di sfoderare un’anima rock. Chiusura lunga, goduriosa e da… Altissimo Ceto. Averne di vini così…
Sorbettino ai fiori d’acacia
Le fragoline di bosco gratinate alla vaniglia
Ornus dell’Ornellaia 2008 (16,5/20)
Ornus, alias la declinazione “dolce” di casa Ornellaia. Ottenuto da uve Petit Manseng, si presenta subito al primo impatto come un nettare prezioso, dallo stile aristocratico degli aromi, fatto di profumi di grande finezza ed eleganza. A tratti mielosa, a tratti esotica, la sua complessità è intrigante, ammaliante, pur non possedendo una grande concentrazione. La sua “ricchezza” è molto delicata, così come il palato. Suadente e non stucchevole.
Gli “organizzatori”, sono soddisfatti della giornata…
Coccole finali
La bellezza del contorno, la grandezza di sei vini targati Tenuta dell’Ornellaia, la condivisione delle proprie emozioni con dei commensali di altissimo livello, ne hanno fatto ancora una di quelle giornate indimenticabili, ovvero una giornata da Altissimo Ceto.
L’ennesima, nel meraviglioso percorso della nostra vita…
Grazie a tutti!
Credits:
Relais & Chateaux Al Sorriso
Via Roma, 18
28010 Soriso (NO)
tel +39 0322.983228
Sito Web: www.alsorriso.com
Indirizzo posta elettronica: info@alsorriso.com
Tenuta dell’Ornellaia
Via Bolgherese, 191 – Bolgheri
57022 Castagneto Carducci (LI)
tel +39 0565 71811
fax +39 0565 718 230
Sito Web: www.ornellaia.com
Indirizzo posta elettronica: info@ornellaia.it
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