Articolo a cura di Cristiano Cini
Referente regionale per la Toscana.
Grande racconto sulla produzione ilcinese, con le sessioni che hanno visto confrontarsi i Brunello 2005, alcuni “ritardatari” della 2004 e delle Riserve di pari annata. Buona lettura!
In questo articolo si parla di: Agostina Pieri, Biondi-Santi, Canalicchio di Sopra, Capanna, Caparzo, Casanova di Neri, Case Basse-Gianfranco Soldera, Cinelli-Colombini, Col d’Orcia, Cupano, Donna Olga, Fanti-San Filippo, Fattoria Poggio di Sotto, Fuligni, Il Paradiso di Manfredi, La Cerbaiola-Giulio Salvioni, La Gerla, La Rasina, Le Macioche, Le Potazzine-Gorelli, Le Ragnaie, Mastrojanni, Pian delle Vigne-Antinori, Podere Brizio-Roberto Bellini, Poggio Antico, Scopone, Stella di Campalto, Tenimenti Angelini, Tenuta di Sesta, Tenute Silvio Nardi.
Link di riferimento alla denominazione dell’Edizione 2009-2010: –Montalcino ed i suoi vini
Prima di passare al racconto dei vini degustati, per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. I vini contrassegnati con l’asterisco (*) riguardano i “virus”, ovvero quei vini che non appartengono alle denominazioni o regioni degustate, ma che per vari motivi sono stati inseriti e valutati in queste sessioni.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato.
Buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
I Brunello di Montalcino 2005:
93/100 – Brunello di Montalcino Fattoria Poggio di Sotto 2005 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino La Cerbaiola-Giulio Salvioni 2005 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino Stella di Campalto 2005 (Cat. G)
91/100 – Brunello di Montalcino Tenuta “Greppo” Biondi-Santi 2005 (Cat. H)
91/100 – Brunello di Montalcino Cupano 2005 (Cat. H)
90/100 – Brunello di Montalcino Canalicchio di Sopra 2005 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Tenuta NuovaCasanova di Neri 2005 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Fuligni 2005 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino La Gerla 2005 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Le Potazzine-Gorelli 2005 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Mastrojanni 2005 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Altero Poggio Antico 2005 (Cat. G)
90/100 – Brunello di Montalcino Vigneto Manachiara Tenute Silvio Nardi 2005 (Cat. G)
89/100 – Brunello di Montalcino Capanna 2005 (Cat. E)
89/100 – Brunello di Montalcino Le Ragnaie 2005 (Cat. D)
89/100 – Brunello di Montalcino Pian delle Vigne-Antinori 2005 (Cat. F)
89/100 – Brunello di Montalcino Tenuta di Sesta 2005 (Cat. F)
88/100 – Brunello di Montalcino Casanova di Neri 2005 (Cat. E)
88/100 – Brunello di Montalcino Fanti-San Filippo 2005 (Cat. F)
88/100 – Brunello di Montalcino Podere Brizio-Roberto Bellini 2005 (Cat. E)
88/100 – Brunello di Montalcino Poggio Antico 2005 (Cat. F)
87/100 – Brunello di Montalcino Agostina Pieri 2005 (Cat. E)
87/100 – Brunello di Montalcino Caparzo 2005 (Cat. E)
87/100 – Brunello di Montalcino Cinelli-Colombini 2005 (Cat. F)
87/100 – Brunello di Montalcino La Rasina 2005 (Cat. F)
87/100 – Brunello di Montalcino Val di Suga Tenimenti Angelini 2005 (Cat. E)
87/100 – Brunello di Montalcino Tenute Silvio Nardi 2005 (Cat. F)
86/100 – Brunello di Montalcino Col d’Orcia 2005 (Cat. E)
86/100 – Brunello di Montalcino Le Macioche 2005 (Cat. F)
86/100 – Brunello di Montalcino Scopone 2005 (Cat. F)
I Brunello di Montalcino 2004:
93/100 – Brunello di Montalcino Il Paradiso di Manfredi 2004 (Cat. G)
92/100 – Brunello di Montalcino Cerretalto Casanova di Neri 2004 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino Vigna Spuntali Val di Suga Tenimenti Angelini 2004 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Il Divasco La Rasina 2004 (Cat. G)
88/100 – Brunello di Montalcino Donna Olga 2004 (Cat. E)
I Brunello di Montalcino Riserva:
97/100 – Brunello di Montalcino Riserva Case Basse-Gianfranco Soldera 2004 (Cat. H)
95/100 – Brunello di Montalcino Riserva Fattoria Poggio di Sotto 2004 (Cat. H)
93/100 – Brunello di Montalcino Riserva Case Basse-Gianfranco Soldera 2003 (Cat. H)
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Capanna 2004 (Cat. G)
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Fuligni 2004 (Cat. G)
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva gli Angeli La Gerla 2004 (Cat. G)
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Le Potazzine-Gorelli 2004 (Cat. G)
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Poggio Antico 2004 (Cat. G)
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Caparzo 2004 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Vignaferrovia Pian delle Vigne-Antinori 2004 (Cat. G)
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Scopone 2004 (Cat. F)
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Podere Brizio-Roberto Bellini 2004 (Cat. G)
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Tenuta di Sesta 2004 (Cat. G)
89/100 – Brunello di Montalcino Riserva Cinelli-Colombini 2004 (Cat. F)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
I Brunello di Montalcino 2005:
93/100 – Brunello di Montalcino Fattoria Poggio di Sotto 2005 (Cat. H)
(etichetta non disponibile)
Nel versante meridionale di Montalcino, sui territori di Castelnuovo dell’Abate, si trova questa azienda gioiello. Ormai non stupisce più. O forse sì. Perché annata dopo annata, Piero Palmucci riesce a marcare vini franchi di assoluta precisione territoriale, dove uno dei migliori sangiovese Ilcinesi trova l’espressione ideale di finezza ed eleganza, tenendo il passo con le grandi produzione mondiali legate al concetto, spesso abusato, di terroir. Solo complimenti sentiti perché riuscire a mantenere questi canoni anche in un’annata non facile, vuol dire esperienza di vendemmie e conoscenza del proprio areale, vent’anni investiti in maniera egregia. Scarico nel colore, con un comparto olfattivo che muta ad ogni passaggio dimostrando profondità e varietà, frutti rossi, viola e legno finemente integrato spadroneggiano, al palato scorre come un fiume in piena ma allo stesso tempo è delicato e fresco, l’equilibrio è la dote principale, è un vino di fascino e personalità al quale non si può non resistere.
92/100 – Brunello di Montalcino La Cerbaiola-Giulio Salvioni 2005 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Mamma mia! “Tanta roba” questo 2005 del grande Giulio. Scusateci il “tecnicismo”, che potrà apparire forse eccessivo, ma è l’espressione che ha accomunato il panel a fine degustazione. E’ un’esagerazione di materia di polpa di concentrazione, se vogliamo abbastanza atipica a trovare a La Cerbaiola, ma che non perde di vista la consueta eleganza, anche se ci sembra ancora in fase embrionale. Tutto da scoprire in un futuro prossimo. Al palato, emerge una nota alcolica che cerca ancora integrazione, responsabile anch’essa della fisicità odierna, i tannini sono il fatto chiarificatore che sposta il giudizio sui parametri dell’alta qualità, regalano spessore e sostanza, pur risultando di nobile fattura. Tuttavia tralasciare il fattore freschezza sarebbe un errore pesante, poiché anch’essa pare viva e pimpante, segnando il percorso gustativo alleggerendo la beva. Un grande vino da aspettare.
92/100 – Brunello di Montalcino Stella di Campalto 2005 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Tra le recenti realtà di Montalcino, sicuramente quella della Signora Stella Viola di Campalto è tra le più interessanti. Vigneti coltivati in biodinamica e mano femminile, sono il tocco per portare un Brunello a tutto territorio, buon gusto ed eleganza. Nei nostri bicchieri abbiamo l’espressione targata 2005 che, in linea generale, ha tutto per sfondare la soglia della super-eccellenza. Se ancora non avete capito, cosa intendiamo con il termine “saporosità”, vi invitiamo allora a mettere mano al cavatappi e stappare, degustare ed apprezzare una delle bottiglie numerate, delle ottomilaepocopiù del portafoglio aziendale. Frutto succoso, dolce, leggermente speziato, con una cadenza ritmata sensazionale, attento al dettaglio e intrigante allo stesso tempo. Bocca carnosa, dicevamo saporosa, minerale e sapida come poche tra i 2005 degustati e una voglia interminabile di berlo. Fossi in voi, oltre alla 2005, cercherei già di mettermi a caccia della 2006. Promette bene.
91/100 – Brunello di Montalcino Tenuta “Greppo” Biondi-Santi 2005 (Cat. H)
Quando un’azienda possiede la storia è la tradizione come poche in Italia possono vantare, i risultati si notano anche in annate meno facili. Ecco che “Il Greppo” 2005 è un’altra prova di maturità (se mai ce ne fosse stato bisogno). Anche se non entrerà di diritto tra le più grandi di sempre, la soglia dei 90 punti è stata passata agilmente e in scioltezza. Il naso un po’ ritroso sulle prime, una volta preso confidenza con l’aria, sfodera un’articolazione da manuale, scolpita e cesellata. Non potente, non esplosivo, ma bensì dinamico e lineare. Olfattiva che punta su dei caratteri speziati, ma non evolutivi, ed una bocca centrata, piena e lunga. Le durezze date dall’acidità e dal tannino che sono il passaporto per la longevità di un Brunello Biondi-Santi, in quest’annata sono messe ancor più in evidenza, ma non tolgono nulla alla verticalità e alla profondità del gusto.
91/100 – Brunello di Montalcino Cupano 2005 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Strappano consensi unanimi tutti i campioni presentati da questa azienda. Non poteva che essere convincente questa versione 2005 del Brunello, che per la forza e la qualità che esprime sembra provenire da ben altra annata. Tra tutti gli elementi, al top troviamo la trama tannica, straordinaria per la sua delicata presenza, sferica al passaggio nella cavità orale che sembra dolcemente accarezzata, suadente il ricordo che lascia nell’andarsene. Elegante, estremamente elegante, godibile già da subito immediato nel proporsi, straordinaria la mano che riesca ad addolcire, domandolo, un vitigno spesso così difficile da interpretare. Granato di media trasparenza, mora ribes prugna e speziatura integrata, caldo potente ma di grande scorrevolezza sul palato, risulta una perfetta fusione tra le componenti. Una grande interpretazione, dicevamo, che va ben oltre ai canoni dell’annata.
90/100 – Brunello di Montalcino Canalicchio di Sopra 2005 (Cat. F)
(etichetta non disponibile)
Altra prova di rilievo, messa in bacheca da questo gioiellino che occupa una parte del versante nord di Montalcino. Vini che costantemente risultano legati al territorio attraverso una purezza assoluta. E’ un’interpretazione dell’annata che gioca il “jolly” vincente sull’equilibrio, sulla saporosità e sull’eleganza. Trasparente la prima lettura visiva, un generoso fruttato traccia lo spettro olfattivo che si completa con ricordi di rosa e una fine speziatura, suadente, stimolante, mai dolce. Ma il meglio arriva al gusto, dove la scorrevolezza senza interruzioni caratterizza l’eleganza e la freschezza del prodotto, davvero ben centrato.
90/100 – Brunello di Montalcino Tenuta Nuova Casanova di Neri 2005 (Cat. F)
La stoffa emerge anche in annate deficitarie, non rimarrete delusi neanche quest’anno, ha bisogno di tempo per aprirsi l’approccio iniziale è più difficoltoso del solito, poi la solita concentrazione che delinea uno stile ormai inconfondibile. In questo momento risulta ancora rigido è alla ricerca di quella capacità di distendersi armoniosamente lungo il palato che gli è naturale, è solo questione di tempo, ma nella massa, abbondante, c’è quantità e qualità. Esordisce all’olfatto con una bella ciliegia matura, poi tostato che deve meglio integrarsi, liquirizia e cioccolato per un finale di naso che supera in qualità l’apertura. Bocca potente e calda con tannini che stridono nel finale asciugando la cavità orale, comunque lungo il sapore, anche la 2005 se pur in tono minore risulta essere quel giusto mix tra forza ed eleganza.
90/100 – Brunello di Montalcino Fuligni 2005 (Cat. F)
Soglia della super-eccellenza raggiunta anche per l’azienda di Maria Fuligni. Il quale, nell’assaggio coperto nella sessione dei Brunello 2005, ha dimostrato da subito, un carattere timido ma carezzevole, introverso ma intrigante. Tutto giocato sul piano dell’eleganza, il frutto è di quelli in sintonia con quello che la storia di questa azienda ci ha regalato. Dove il Sangiovese brilla di luce propria nella maniera più classica, ovvero con dinamismo, scioltezza, piccoli frutti rossi e quel pizzicore speziato, ornato di sentori di tabacco dolce e cuoio. Un filo più evoluto di quanto ci saremmo aspettati (nel periodo assaggiato), ma di sicuro valore e portante i segni dell’annata di origine. Infatti, il tannino al palato è di quelli che si fanno sentire e con una chiusura più asciutta del solito, che non gli hanno permesso di spiccare il volo più in alto, ma il valore non è mai messo in discussione e la profondità merita solo maggiore sosta in bottiglia per regalare sensazioni sempre più grandi in futuro.
90/100 – Brunello di Montalcino La Gerla 2005 (Cat. F)
Una piccola azienda (11,5 ha) che ci piace e convince sempre di più, anno dopo anno, per la trasparenza, la facilità, la personalità, il carattere, la scorrevolezza e perché no, aggiungiamoci pure il prezzo che questi vini hanno. Risultano in degustazione aggraziati, esili, eleganti, mai una virgola fuori posto, chi ama e ricerca la fisicità o la potenza, lasci perdere, La gerla non fa per loro, chi invece vuol assaporare un buon bicchiere di territorio dove linearità e sangiovesità emergono, ecco il vino che fa per voi. I nostri complimenti a Sergio Rossi e Vittorio Fiore (rispettivamente proprietario ed enologo) per l’identità che hanno calzato a questa realtà.
90/100 – Brunello di Montalcino Le Potazzine-Gorelli 2005 (Cat. F)
Altra azienda che ci ha felicemente impressionato. L’azienda ormai rappresenta uno dei capisaldi per l’appassionato di Montalcino e come dargli torto visto che su tutto si eleva l’eleganza che questo sangiovese esprime. Un nome, Le Potazzine-Gorelli, che deve diventare anche un punto di riferimento per chi non lo conosce, da seguire con la massima attenzione, poiché si tratta di una famiglia di vignaioli a servizio del terroir. Granato aranciato, un naso equilibrato rotondo e dolce che si appoggia su di un frutto rosso e su di una viola, cannella e chiodo di garofano che anticipano un finale di caramella mou. A seguire il meglio; un tratto gustativo di gran classe ed eleganza, lineare, pulito e scorrevole. Tutto in un mix idilliaco tra forza e finezza, di media lunghezza ma di una saporosità invidiabile, chiude con frutto e freschezza che sono un’irrinunciabile invito a continuare a sorseggiarlo.
90/100 – Brunello di Montalcino Mastrojanni 2005 (Cat. F)
Una solida conferma per questi vini. Tanto apprezzati lo scorso anno, quanto per questo, pur con le diversità delle annate che “fortunatamente” tracciano sentieri e futuri completamenti differenti, ma rigorosamente incanalati su di uno stile aziendale che rilascia territorio, territorio, territorio. Si presenta di un granato che vira sull’aranciato, naso a largo raggio che racconta di un ottimo frutto, di fiori rossi appassiti e di note di tartufo e fungo, comunque sottobosco, ben integrato il legno. E poi succede quello che non ti aspetti, ossia l’idea vista sin qui, che era quella di un vino in evoluzione ma senza troppo slancio in freschezza, soprattutto nel “taglio” cromatico del colore ed invece il bello della degustazione che molto spesso rompe schemi mentali derivati da anni di esperienze degustative, visto che in bocca si avverte un gran bel passo sostenuto da un’ottima freschezza e da qualità tannica non indifferente. E’ un vino in crescita che ha ancora molto da raccontare, ma che mantiene la precisione e la pulizia che è ormai timbro aziendale.
90/100 – Brunello di Montalcino Altero Poggio Antico 2005 (Cat. G)
Altero, l’espressione “moderna” di Poggio Antico, questa l’auto definizione aziendale. Possiamo dire che l’abbiamo trovata fuorviante, nel senso che la parola appena virgolettata fa pensare, sbagliando nello specifico, a barrique o a morbidezze poco territoriali ecc. ecc., non è così, anzi possiamo dire di trovare una spiccata mineralità, unita ad una freschezza che favorisce scorrevolezza e che ne fanno un vino, secondo noi dallo stile “classico”. Il riferimento della proprietà si riferisce ad un modo di affinamento diverso che l’Altero ha rispetto al Brunello aziendale. Rubino pieno e vivace, naso fresco e fragrante nel rosso fruttato e nel floreale di rosa, delicata speziatura soffi balsamici e mineralità ferrosa a chiudere, piacevole. Ben impostato al palato sia nella massa che nella scorrevolezza, il volume e il regolare sviluppo gustativo né fanno vino di ottima qualità, perfetta integrazioni nelle componenti, chiusura fresca e fruttata. Buono e giovane con grande potenziale futuro.
90/100 – Brunello di Montalcino Vigneto Manachiara Tenute Silvio Nardi 2005 (Cat. G)
Manachiara, più che un vigneto, un cru. Impiantato circa quarant’anni fa, dal 1995 è vinificato in “purezza”. Ottima riuscita anche per quest’ultima edizione, calda e piena, a tratti voluttuosa, ma con un convincente argomento: la trama tannica decisa, forte ma anche sinuosa che marchia a fuoco il passo gustativo elevandolo a livelli qualitativi da” piani alti”, fosse spirata una ventata di freschezza in più sarebbe stata la chiusura del cerchio, ma diamo all’annata quello che è dell’annata. Granato aranciato che lascia il passo ad una naso sui terziari, dove si trova tabacco cuoio e polvere di caffè il tutto anticipato da un frutto in piena maturità, palato solido nella struttura, molto ampio nell’ingresso salvo poi calare leggermente alla distanza, ma che si esalta in chiusura con una marasca che lascia un’espressione sorridente.
89/100 – Brunello di Montalcino Capanna 2005 (Cat. E)
La territorialità è in assoluto l’asso nella manica di questa azienda. Ma altrettanto interessante è stato sottolineare per il panel, come i vini riescano ad imprimere forza e spessore, pur rispecchiano le caratteristiche derivanti dalle annate. Il 2005 è sicuramente spostato verso una maturità di frutto e una componente alcolica decisa, ma la “sangiovesità” legata ad una freschezza gustativa e ad una lineare scorrevolezza, emerge e caratterizza in positivo anche quest’annata. Rubino tendente al granato, apertura olfattiva improntata sulla marasca con ricordo di confetture “rosse”, fiori rossi appassiti, cuoio e tabacco, accenni in chiusura di pepe e liquirizia. Al palato risulta largo, potente e caldo nella fase iniziale per poi snellirsi e rinfrescarsi col passare dei secondi, buona la lunghezza e finale che ritorna caldo e saporoso. Nel mettere in moto questa Ferrari ci accorgiamo che al momento appare un po’ ingolfata, bisogna farla correre un po’ per trovare piena soddisfazione nel guidarla. Che dite? Abbiamo reso l’idea con il paragone?
89/100 – Brunello di Montalcino Le Ragnaie 2005 (Cat. D)
Un vino ottenuto da un riuscito mix di tre vigneti, Petroso, Vigna Vecchia e Vigna Nuova, coltivati in biologico. Dotato di un colore granato sfumato sull’aranciato, con l’impianto olfattivo di assoluto equilibrio, rotondo avvolgente a tratti soffice nella sua dolcezza di frutto, vaniglia, cannella, cipria e talco, intrigante e suadente. Il proseguo è in stile classico, ovvero del tipo ”fa molto sangiovese”, lineare, pulito, scorrevole e fresco, colpisce nella sua precisione millimetrica, davvero senza sbavature, anche se non troppo profondo nel gusto ma fresco e fruttato è il ricordo che lascia.
89/100 – Brunello di Montalcino Pian delle Vigne-Antinori 2005 (Cat. F)
In questa edizione, il “Brunello” della storica famiglia Antinori, veste più i panni dell’indomito, potente e muscoloso gladiatore, piuttosto che quelli dell’esile elegante figura della signora Carla Fracci. E’ il corretto specchio dell’annata. Granato trasparente, leggermente cupo, un naso caldo con la marasca che ha il compito dell’esordio olfattivo poi cuoio e polvere di caffè, pepe e liquirizia a chiudere. Al gusto è caldo e vigoroso, dove si regge su tannini rigidi che hanno un passo “marziale”. Bello, tosto e quadrato, di nuovo calore e disidratazione in chiusura, un’annata che ricerca il gusto di palati “forti”.
89/100 – Brunello di Montalcino Tenuta di Sesta 2005 (Cat. F)
Un bel pezzo di storia ilcinese fortunatamente tramandata di generazione in generazione è racchiusa in questa bottiglia. Ne esce bene anche il 2005, dotato di buon equilibrio e mantiene, nonostante l’annata, le prerogative territoriali che identificano questi vini come la spiccata mineralità. Il primo approccio evidenzia un granato scarico. Olfattivamente ampio e omogeneo, con un’espressione che parla di viola, mora selvatica sottobosco, humus, resina e un minerale ferroso. Con forza, lo spessore del vino attacca il palato facendogli perdere per un attimo l’equilibrio che poi ritrova sul finale migliorando il quadro gustativo, con una scia calda e fruttata, pur mancando solo un po’ di lunghezza e saporosità in chiusura. Ma non si può avere sempre tutto…
88/100 – Brunello di Montalcino Casanova di Neri 2005 (Cat. E)
Anche in casa del giustamente stimato Giacomo Neri, la 2005 è un’annata che segna caratterialmente i vini causando quella sovrapproduzione di spessore ritrovata più volte e sminuendo così l’apporto rinfrescante dell’acidità. E così ci ritroviamo tra le mani un vinone ricco e pieno, strutturato e largo nell’ingresso gustativo, generoso e abbondante nel rilasciare calore e tannini. White label così lo chiamano gli Americani, che né vanno pazzi consumandone a ettolitri. Che attraverso alle 75.000 della sua etichetta più “fresca”, Giacomo Neri, porta il nome di Montalcino al di fuori dei nostri confini.
88/100 – Brunello di Montalcino Fanti-San Filippo 2005 (Cat. F)
Uno stile, quello di casa Fanti, che regala vini spesso concentrati suadenti e rotondeggianti nel migliore dei casi, dove la freschezza non è quasi mai protagonista, ma spesso è coperta da caratteri avvolgenti e carnosi dove la polpa e il volume sono gli attori principali. Quest’annata gioca le sue carte amplificando i fattori sopra descritti ed i cardini della 2005 diventano calore e potenza, in sostanza, di fronte ad un’annata del genere, risulta poco elastico e poco snello, quasi marmoreo o comunque rigido nella trama. Non attendetevi sussulti o inaspettati colpi di scena, ma aspettatevi un vino lineare nell’opulenza. Rubino granato di buona concentrazione, naso caldo, che si basa su di un frutto nero spalleggiato da cioccolato e caffè con una chiusura balsamica. In bocca risulta compatto ed omogeneo abbondante nella massa, sicuramente ben fatto, di nuovo caldo ed avvolgente, manca un po’ di brio di sprint di cambio di passo, regolare secondo l’annata ed in linea con lo stile aziendale.
88/100 – Brunello di Montalcino Podere Brizio-Roberto Bellini 2005 (Cat. E)
Sapete cos’è la “Parpagliola” ? Era la moneta d’argento coniata nel 1556, tanto per intenderci quella raffigurata in etichetta, conservata dal patron dell’azienda Roberto Bellini, che testimonia la repubblica Senensis in Monte Ilcino. Un pezzo di storia che vuol manifestare l’attaccamento al territorio che Podere Brizio possiede. Di conseguenza il vino non può che posizionarsi su di uno stile classico, scarico al colore, naso che va lasciato aprire facendolo respirare, senza fretta, dopodiché vi lascerete ammaliare con sottobosco, humus, marasca, fiori rossi secchi, vegetale e resina, con un finale di tabacco e cuoio. Alla beva grande freschezza con tannini presenti ma che non frenano la fruibilità e la leggerezza che risultano le armi migliori, una non evidente struttura risalta ancor di più un finale fresco e fruttato. Peccato che in questo millesimo non duri a lungo nella sua saporosità.
88/100 – Brunello di Montalcino Poggio Antico 2005 (Cat. F)
Dopo l’Altero siamo a raccontarvi il brunello “aziendale” che rispetta il proprio ruolo alla perfezione, ovvero nei confronti dell’ammiraglia (Altero) pecca in volume e concentrazione mantenendo però la snellezza e la bevibilità di un Brunello “semplice” e diretto che vuole esaltare queste doti. Non sarà mai un generale, non ha la personalità del condottiero, ma nell’economia di una brigata c’è bisogno anche di chi svolge un lavoro diverso, quello “sporco” quello “ordinario” che risulta essenziale per portare avanti la “battaglia”, in questo caso quella Ilcinese. Con tasselli come questo, diciamo pure più alla portata di tutti, il territorio ci guadagna, sostanzialmente risulta essere un ottimo biglietto d’ingresso nel mondo del Brunello. Tanto frutto al naso, ricordi di mora e liquirizia, sottobosco humus e fondo minerale, al gusto è fresco ed elegante, dicevamo di non possedere spessore di un Brunello di alto lignaggio, ma è una piacevole e fresca ventata che solletica il palato senza appesantirlo, nel finale ritorna con precisione un frutto che lascia una sensazione di appagatezza.
87/100 – Brunello di Montalcino Agostina Pieri 2005 (Cat. E)
Agostina Pieri è un’azienda familiare di 11 ettari seguita dal bravo Moltard. Situazione dinamica, sempre in movimento, struttura viva e fresca un po’ come i vini che produce. La 2005 è annata che non ha concesso moltissime eccellenze, dove i picchi non sono poi così tanti, ma è apprezzabile come il risultato è quello di trovare diversi vini come questo, dal taglio godibilissimo e con un’eccellente freschezza che timbra il palato, tannini integrati ad un corpo, che risulta essere comunque discreto. L’effetto è quello di un vino che non stanca, anzi rinfresca, che invita alla beva, sostenuta dalla ragguardevole acidità, con la bottiglia che finisce velocemente. Ottimo segno. Quindi niente muscoli e opulenze, la struttura fisica è quella di un quattrocentista pronto a disimpegnarsi sopra gli ostacoli che grazie alla snella fisicità e alla nervosa fibra muscolare sembra volare su questa distanza. Non chiedetegli però di correre i tremila siepi !
87/100 – Brunello di Montalcino Caparzo 2005 (Cat. E)
Abbiamo assaggiato e riassaggiato perché stranamente il panel non si riconosceva sotto di un giudizio unitario. A tratti interlocutorio, ma interessante perché fa discutere, naturalmente in senso positivo con una discussione mirata a cercare di meglio comprendere un vino. “ Two face” così lo abbiamo ribattezzato dopo il confronto. Il perché è presto detto, l’approccio e la parte centrale del palato sono molto diversi dalla chiusura. Semplifichiamo: di livello per 2/3 della degustazione (gusto-olfattiva) in discesa l’ultimo terzo, più bello il lato A del B come in un 45 giri anni ‘70/80. E’ un rubino vivo e trasparente, dalla leggera spinta alcolica, il frutto è marasca poi viola e cuoio, polvere di caffè, l’entrata è rinfrescante per il palato, snello e scorrevole, poi inversione ad u netta entrano in campo struttura e soprattutto tannini che di “fisico” asciugano con ferrea austerità. Probabile sia un fatto di gioventù (?) anche se sulla qualità fenolica messa in campo e nella probabile lunga gittata nel tempo, non scommetteremmo grosse cifre.
87/100 – Brunello di Montalcino Cinelli-Colombini 2005 (Cat. F)
Non facile, è un duro, di quelli scritti nei romanzi di Raymond Chandler dalla cui penna è nato Philip Marlowe, il detective privato interpretato nel 1946 da un certo Humprey Bogart che di sicuro rende bene l’idea. Tratti duri e una certa fisicità oltre ad un accenno di misoginia sono i parametri (fantasiosi) che ci hanno fatto venire in mente il “forzato” paragone. E’ di un granato cupo, naso che fa emergere marasca e pepe nero, tratti vegetali che anticipano un finale di china e rabarbaro, bocca disunita e potente, tosta, ancora in cerca di fusione e dove le durezze spradoneggiano scavando solchi profondi. Ideale per gente altrettanto tosta. Come il nostro Marlowe…
87/100 – Brunello di Montalcino La Rasina 2005 (Cat. F)
Se vogliamo azzardare un nuovo paragone cinematografico, questo è un film per famiglie, con un bel po’ d’azione ma con visione consigliata a tutti. Si perché la trama si lascia seguire, è quasi tracciabile nel suo scorrere, non ci sono sorprese o scene ad effetto, ma un bel finale si, quello si. Rubino granato con buona massa colorante, caldo e concentrato sia al’olfatto che nel palato, frutto nero, cipria, toni di smalto e finale di rinfrescante balsamicità, ricco e di ampio volume, largo ma rotondeggiante solo per poco, tannini rigidi ma non secchi, lineare nel suo incedere manca di brio e di una leggera scossa elettrica che solletichi il palato.
87/100 – Brunello di Montalcino Val di Suga Tenimenti Angelini 2005 (Cat. E)
E’ un ragazzone in piena forma, con le guance rosse, in salute ma con due o tre chili di troppo. L’opulenza aiutata da una presente spinta alcolica, ne fa un vino ricco e caldo senza spigoli o durezze eccessive, è potente, massiccio, lascia per strada quel tocco di eleganza, ma sicuramente è figlio dell’annata. Voluttuoso sia all’olfatto che al palato, regala ricordi di macchia mediterranea, resina, marasca e pepe, liquirizia e una gratificante chiusura minerale. Ingresso potente con un volume importante, freschezza su bassi regimi e chiusura che tende ad asciugare a causa della trama tannica non precisissima.
87/100 – Brunello di Montalcino Tenute Silvio Nardi 2005 (Cat. F)
Un buon Brunello che vive di una struttura ben organizzata, dove ogni componente ha trovato giusto spazio e che genera una corretta integrazione. Equilibrio ed una vivace freschezza, rendono piacevole la beva. Da un lato, troviamo giusto premiare queste caratteristiche, dall’altro però, cercando il cosiddetto pelo nell’uovo, avremmo gradito maggiore energia e qualche picco emotivo in più, ma questo è il vino (Brunello) “base” o meglio “classico” (alla Piemontese) e d’altro canto il crù che abbiamo precedentemente valutato ne è ampiamente fornito. Quindi sostanzialmente un’ingresso aziendale da rispettare e da apprezzare perché il risultato c’è. Rubino scarico che vira sul granato, naso con discreto impatto su ricordi di frutto e fiore rosso, leggero erbaceo spezie dolci e balsamicità a chiudere, ingresso gustativo fresco e snello lineare e scorrevole, chiaro invito al secondo sorso.
86/100 – Brunello di Montalcino Col d’Orcia 2005 (Cat. E)
(etichetta non disponibile)
Poco equilibrio e una tendenza ad una scarsa maturità fenolica sono i freni per quest’edizione, chiaramente e classicamente figlia di un’annata non felice, normali questi riscontri. Granato di buona vivacità, naso ben indirizzato su di un frutto purtroppo tendente al cotto, grafite, fieno e spezie dolci in chiusura. Aggressivo sulle papille gustative, scalpitante nel suo incedere tra una contenuta freschezza e tannini secchi che asciugano il palato, emerge una nota calorica dominante che sale con il passare del tempo. Vino potente di grande impatto gustativo, tanti muscoli non perfettamente distribuiti.
86/100 – Brunello di Montalcino Le Macioche 2005 (Cat. F)
Non mancano i cavalli da scaricare a terra, il motore è da fuori serie. Forse è il “telaio” montato intorno dall’annata che non gli permette di usarli a pieno regime. Grande potenziale che non riesce a esprimersi a pieno, questa è stata l’impressione del panel. L’abbondanza di alcol e tannini non trova il giusto apporto nell’estratto, quindi nel corpo, e questo causa l’andare fuori giri, è vino ricco e aperto a tratti abbondante sul palato, generoso, ma che visto l’annata non riesce a mantenere lo standard (alto) dell’azienda che concede sempre vini ricchi e pieni, opulenti nel volume ma anche equilibrati, è questa la parola cardine nella 2005 manca equilibrio. Diciamo questo per dovere di cronaca perché chi si avvicinasse per la prima volta a quest’azienda attraverso quest’annata non capirebbe il valore della stessa, che rimane assoluto (assaggiate per esempio la 2004…). Quindi, giù il cappello dinanzi a chi non camuffa e gioca pulito.
86/100 – Brunello di Montalcino Scopone 2005 (Cat. F)
E’ come un tortuoso sentiero di montagna sul quale ci si inerpica, faticando, ma al contempo, si riesce a godere di un fantastico panorama e raccogliere un senso di piena soddisfazione giungendo sulla vetta del passo. Tutto questo per raccontare di un vino giovane che sta ancora amalgamandosi, ma con una stoffa e un potenziale non da poco. Soffrire un po’ oggi, per godere di più domani, sembra essere il suo motto. Rubino granato, naso aperto e potente, tra frutto spezia e tostature varie, chiusura tra macchia mediterranea e mineralità, al palato caldo e pieno nell’impatto, di buona freschezza con tannini solidi, avvolgente a tratti ma anche deciso e possente. Volume e spessore non si nascondono, denotando una generosità invidiabile.
I Brunello di Montalcino 2004:
93/100 – Brunello di Montalcino Il Paradiso di Manfredi 2004 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Questa azienda, con il passare delle annate, colpisce per la regolarità con la quale esprime “il suo sangiovese”, il suo modo di fare Brunello, ovvero quello del carattere di Florio Guerrini e della sua famiglia e che nasce in quel “vecchio” podere Paradiso. Tale regolarità andrebbe letta anche con l’impronta delle diversità delle annate, ma qui tra i Canalicchi Ilcinesi, la grande purezza di questo sangiovese fatto Brunello, va sempre tradotta nella sua costante semplicità di beva nonostante incarni struttura e massa. Colpisce soprattutto per la territorialità, per la caratterizzazione olfattiva cristallina che regala una spiccata mineralità iodata, quasi unica in Montalcino, colpisce per pulizia e chiarezza d’espressione. Sul palato lascia il meglio di sé, fine elegante, scorrevole con grande acidità e ottima sapidità, tannini da applausi in questo 2004 e un alcolicità perfettamente integrata, annata con passo da campione, oggi giovane ma già emozionante, con grande profondità nel tempo. Sarà bellissimo poterlo nuovamente assaggiare tra una quindicina d’anni. Magari in compagnia di Florio e famiglia. Magari in questo piccolo angolo di “paradiso”.
92/100 – Brunello di Montalcino Cerretalto Casanova di Neri 2004 (Cat. H)
Ottimamente impostato, a tratti esuberante nella sua generosità quasi opulento in certi passaggi dell’assaggio, ricco in tutto, dal colore al volume. Rubino intenso quasi impenetrabile con sfumature porpora che indicano la gioventù del Cerretalto. Naso balsamico mentolato, esplosivo in un croccante frutto nero, cioccolato al latte che anticipa numerose spezie dolci, ben diversificato nella propria ricchezza. Bocca concentrata che riempie con avvolgenza la cavità orale, dotato di una massa imponente, ma ottimamente vocata all’equilibrio che lascia emergere una rinfrescante acidità, lungo e composto nel finale, riesce a volare alto nonostante i chili che deve sostenere.
92/100 – Brunello di Montalcino Vigna Spuntali Val di Suga Tenimenti Angelini 2004 (Cat. F)
In splendida forma questo ’04 del Vigna Spuntali.Osservato, pesato, misurato ed un’attenta cura del dettaglio dovuta ad una mano sapiente, eseguita in una grande annata. Per noi, è un piacere raccontarlo nel suo percorso gustativo: granato tendente all’aranciato, vivace nella colorazione, marasca, liquirizia e china, humus, sottobosco, con leggeri accenni di tartufo. Il tutto impreziosito da una pulita vena minerale di grafite. Potente al gusto, con una nota calorica importante, ottima la freschezza frenata da tannini serrati che devono ancora distendersi, permettendo così un’armonizzazione che per motivi di tempo risulta, ad oggi, latitante. Ma il potenziale sfacciatamente evidente ci ha portato a propendere per una valutazione da vino “prestige”. Per dirla alla Champagnista.
90/100 – Brunello di Montalcino Il Divasco La Rasina 2004 (Cat. G)
Una pietra grezza su cui lavorare per tirar fuori un bellissimo solitario. Potenziale non indifferente, legato oggi alla struttura e ad una qualità tannica niente male, un po’ grossolano, attraverso alcuni passaggi che lo “sfumano” nel dettaglio del vestito cucito addosso. Da registrare al palato, anche la forza alcolica che si manifesta in maniera esuberante, per essere una 2004 e proprio per questo abbiamo l’acidità che tende essere messa un po’ in ombra, mancando di briosità. A parte questo, tutto il resto del bagaglio gustativo porta il “Di Vasco” a competere con grandi “compaesani” anche maggiormente famosi ed a non sfigurare nel confronto. Frutto e legno ben integrato nell’insieme.
88/100 – Brunello di Montalcino Donna Olga 2004 (Cat. E)
Quello che ci piace definire vino di territorio, spiccatamente di territorio, quanto troviamo nel Brunello Donna Olga. Meno ricco e voluminoso rispetto a tanti altri suoi colleghi, ma come dire? Fa molto sangiovese, fa molto … Montalcino. Trasparente granato con pensieri aranciati, tipico nella viola e nel frutto rosso, poi geranio tabacco dolce e ventate balsamiche il tutto molto ordinato. Per un Brunello si può definire quasi esile nella struttura, il concetto prioritario è quello di raccontarne la finezza, la freschezza e la linearità che possiede nella scorrevolezza gustativa. Unica pecca, irrilevante comunque, è quella di un filo di alcol che scappa fuori qua e là durante la degustazione sia olfattiva che palatale. Ottimo vino, anche in qualità del prezzo, per conoscere più da vicino la tipicità Ilcinese. Senza svenarsi.
I Brunello di Montalcino Riserva:
97/100 – Brunello di Montalcino Riserva Case Basse-Gianfranco Soldera 2004 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Si può emozionarsi a tal punto per un vino? Per fortuna si, o almeno lo si può essere, assaggiando l’ultimo capolavoro in commercio di Gianfranco. Emozioni grandi, tali da essergli grati di avere dato vita ad un’altra pietra miliare dell’enologia di casa nostra. L’ennesima. Tuttavia, adesso vediamo di “razionalizzare” un’emozione, anche se il compito non è di quelli semplici, al fine di comprenderla e soprattutto di raccontarvela, cosicché anche voi, cari lettori, possiate farla vostra. Nato da una vendemmia fantastica, il vino è il risultato perfetto di un’equilibrio raro, nella sintesi di tutte le maturazioni riguardanti il nostro “grappolo” di sangiovese cresciuto a Case Basse. L’azienda lo ha esaltato in cantina semplicemente conservando intatte le sue qualità, è una delle migliori espressioni di territorio mai mese in bottiglia in quel di Montalcino. E’ una riserva vestita solo di pura seta, leggiadra ed elegante nella sua complessità, ma anche potente e di forza, infinitamente saporosa nella sua profondità, fa dell’equilibrio la sua miglior virtù, con un’acidità naturalmente rinfrescante ed un tannino giovane ma suadente. Impressiona per grazia oggi ma lo farà ancor di più nel futuro, tra quindici anni e più. E magari entrare nella storia per longevità simile a quella di Matusalemme… Scherzi a parte, ci piace da subito, nella sua assoluta trasparenza, rubino scarico vivacissimo, naso di una purezza di frutto cristallina contornata da tabacco e humus, sottobosco e viola, impressiona per pulizia e rigore olfattivo. Quest’ultimo concetto è capace di mettere in difficoltà anche i più convinti critici dello stile Solderiano. Noi ci chiediamo come sia possibile trovare ancora qualcuno che non apprezza i vini di Case Basse, ma noi li ringraziamo infinitamente poiché ci rimane più vino per noi, in grado di apprezzarlo e goderne appieno. E poi… d’altronde, anche Maradona è stato criticato come giocatore. O no?
95/100 – Brunello di Montalcino Riserva Fattoria Poggio di Sotto 2004 (Cat. H)
(etichetta non disponibile)
Altissimo Ceto
Decisamente fortunati… Avere l’occasione di degustare un altro capolavoro della storia enologica ilcinese, questa volta portante la firma di Piero Palmucci. Un altro testimonial perfetto. Di un’annata perfetta. Un vino che impressiona attraverso il carattere deciso, dinamico, repentino, unito ad un eleganza classica riferita ad un Sangiovese di Montalcino. Nel bicchiere appare trasparente e lucente nella sua veste rubino, un quadro olfattivo di assoluta nettezza e precisione nei ricordi, che spaziano da freschissimi lamponi alla rosa, da una mineralità iodata a cenni mentolati, china e sottobosco, ancora in crescita nonostante l’ampiezza odierna. Nella beva spicca fluida la ricchezza dell’acidità, assolutamente dominante al momento, uno spessore tannico importante ma di grande finezza, volume ed estratto si riscontrano in abbondanza, impresso a fuoco il marchio territoriale, stoffa da campione. Chiaro, brillante, trasparente nel colore ma soprattutto risulta esserlo nell’identità come nella qualità massima che un territorio di livello può raccontare. Ci aveva già convinto all’inizio, quando ci ha presentato il suo biglietto da visita, ma abbiamo fortemente voluto approfondire la conoscenza, consci del fatto che… amici così si incontrano raramente. E chi trova un amico, trova un tesoro…
93/100 – Brunello di Montalcino Riserva Case Basse-Gianfranco Soldera 2003 (Cat. H)
Mettiamola giù così… visto che qualche riga sopra, vi abbiamo raccontato la versione 2004 della Riserva di Gianfranco Soldera. Una 2003 così… in qualsiasi angolo della Toscana si cerchi, la si voglia girare, la si voglia degustare, sarà veramente difficile da trovare. Se non impossibile. Di solito in un’annata calda, molto calda, come questa si rischia di incontrare vini “pesanti”, alcolici, nasi con frutti “cotti”, palati senza acidità e con tannini che spesso si definiscono “secchi” o particolarmente “verdi”, facendo per questo risultare all’appello pochi puledri e molti cavalli zoppi, senza eleganza nè scorrevolezza. Dimenticate tutto questo e mettendo mano al cavatappi con questa 2003, godetevi una grande bevuta, maestosa nel frutto, sorprendente per la trama tannica. Oggi scalpitante, ma di sicura qualità, molto sorprendente per il livello della naturale acidità, fantastica, sorprendente per l’eleganza e la scorrevolezza che garantisce una continuità gustativa, aggiunta ad una saporosità, che né fanno un vino “top”. Evitando la blasfemia, possiamo tranquillamente affermare che tutto ciò non è un miracolo, ma di una questione di terreno, uve e di intelligenza intuitiva e professionale, nello sfruttarle in maniera egregia. I più maligni, diranno che ci vuole anche il fattore C, certo ci vuole anche quello, così come quello della grande annata al servizio di tutto quello che si trova a Case Basse, visto che la 2004 è li a dimostrarlo, ma quando si possiede un così straordinario habitat naturale, gestito con arguzia e grande capacità, l’uva darà sempre risultati importanti. A meno di “catastrofi” naturali. Nel colore troviamo la solita trasparenza ed una scalatura che dal rubino finisce proprio sull’orlo in un aranciato. Il naso rilascia tabacco cuoio e frutto rosso tendente alla maturità, viola essiccata e polvere da sparo. Eccellente nell’accarezzare il palato rinfrescandolo, si fa viva di tanto in tanto la presa del tannino subito alleggerita dall’esuberante freschezza. Convincente in tutto e per tutto. Un Case Basse da… comprare e da godere.
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Capanna 2004 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Siamo a Nord di Montalcino. Per la precisione a Montosoli dalla famiglia Cencioni, gente che da cinquant’anni fa Brunello su queste terre. Abbiamo trovato questa Riserva 2004 in grande forma, con il suo modo di porsi, ovviamente estremamente giovane, ancora in cerca della migliore amalgama. Tuttavia, si intravede grande stoffa e altrettanto potenziale evolutivo. Rubino di media trasparenza tendente al granato, naso in crescita, ancora in costruzione, che rilascia in successione ordinata marasca, chiodo di garofano, china, rabarbaro e sottobosco. Da sottolineare la perfetta integrazione del legno. Alla beva risaltano lo spessore e la profondità gustativa, i tannini sono “tipi tosti” che risultano ancora rigidi ma che sono, insieme all’acidità, il pass per la longevità, vino con un’importante presenza sul palato e grandi qualità, oggi appena accennate.
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Fuligni 2004 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Prova da manuale la Riserva 2004 di Maria Fuligni. Preciso, dettagliato e classe da vendere. Espressione di come dovrebbe essere e cosa dovrebbe dare, un Sangiovese della preziosa terra di Montalcino. Humus, spezie e tabacco, fanno da ricamo ad un frutto croccante e polposo allo stesso tempo. Bocca solida, espressiva, di grande equilibrio. I tannini sembrano essere stati cesellati e levigati, prima di essere intarsiati con grande cura e stile in una trama di altissimo livello. Anzi, da Altissimo Ceto. Da non perdere…
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva gli Angeli La Gerla 2004 (Cat. G)
Interpretazione da manuale per questa Riserva 2004 de La Gerla. E’ come un amico per la vita, magari non lo vedi per qualche anno, ma appena lo rincontri, casualmente, riprendi la conversazione da dove si era interrotta l’ultima volta, naturalmente senza sforzo alcuno. E’ come uno di famiglia, lo riconosceresti in mezzo ad una folla in tumulto. Per noi Toscani è come avere una bussola in tasca che ti riporta a casa. Scarico il visivo e tendente al granato, naso con frutta sottospirito di marasca, cedro, cuoio, liquirizia, tabacco e chiusura minerale di grafite. Non fatevi fregare dall’esordio sul palato, potrebbe sembrare inizialmente quasi esile, ma dopo la sua profondità e con il suo distendersi, non appare più così. Ha struttura, grande freschezza e ottimi tannini, tutte cose che lo porteranno lontano nel tempo. Sempre che le bottiglie non finiscano… prima.
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Le Potazzine-Gorelli 2004 (Cat. G)
Azienda in costante crescita qualitativa, stabilizzatasi oramai sulle vette dell’olimpo Ilcinese, con una conduzione familiare mirata all’esaltazione territoriale. Tutto questo da vita a vini precisi e dal carattere deciso. Si veste granato scarico ma brillante, potente nell’espressione olfattiva che rilascia marasca, viola, salvo poi virare su muschio humus e tartufo. Nel finale, il “legno” che allarga ancor più il già invitante naso, con delicatezza e maestrìa d’esecuzione. All’assaggio è vigoroso, a tratti scalpitante, ancora alla ricerca dell’equilibrio, che raggiungerà con calma, visto le enormi potenzialità di sfidare il tempo insite in quest’annata. E’ aristocratico, elegante e fresco nella beva, con tannini perfetti nella maturazione qualitativa, un signor Brunello che conferma una volta di più il grande lavoro della famiglia Gorelli.
92/100 – Brunello di Montalcino Riserva Poggio Antico 2004 (Cat. G)
La prima cosa che ci viene in mente, per raccontarlo in maniera sintetica ma incisiva, è il rubare una storica frase di un famoso film di Carlo Verdone “Può essere ferro ma può essere piuma”. E’ double face elegante nella sua durezza, una parte strutturale di grande solidità che incontra l’altra metà fatta di assoluta gentilezza, un connubio che da vita ad un lungo e felice matrimonio. Rubino granato vivace, una iodata mineralità regala un tocco di finezza olfattiva che prosegue su note di mora e ribes per chiudere con una spiccata balsamicità. Al palato spiccano massa e concentrazione, ampio il volume, rigidezza elargita dai tannini e smorzata da buona freschezza, ci vuole tempo per armonizzarsi al meglio, ma il passo gustativo dimostra un grande potenziale da valutare anche in prospettiva di un lungo invecchiamento.
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Caparzo 2004 (Cat. F)
Gli abbiamo riconosciuto grande ricchezza che da vita ad un vino impostato sulla generosità e sulla larghezza gustativa, questa la sua dote migliore. Granato al visivo di media lucentezza, naso con accenni vegetali che lasciano aprire in seconda battuta visciola e agrumi rossi, chiusura dedicata alla mineralità riconducibile alla polvere da sparo. Potente e caldo in bocca, espansivo nell’apertura riempie a pieno la cavità orale sicuramente ampio nel volume, tannini solidi ma levigati pecca in freschezza risultando più muscolare che fine. Brunello solido di discreto potenziale evolutivo, consigliamo di degustarlo nei prossimi cinque anni poiché avrà raggiunto il suo apice, per palati che amano le consistenze.
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Vignaferrovia Pian delle Vigne-Antinori 2004 (Cat. G)
Prende il nome dalla vecchia stazione ferroviaria del XIX sec. che si trova al’interno della tenuta Pian delle Vigne. Il vino, si mostra di media intensità colorante e tonalità che comprendono il rubino ma anche un granato/aranciato sul bordo che fa molto “sangiovese”. Olfatto a largo raggio dove spiccano frutti di bosco maturi, pepe, sottobosco, humus, fungo ed un minerale ferroso, composto ed armonico il quadro olfattivo. Palato caldo e potente che non pecca però in freschezza, ottima la progressione gustativa che passa attraverso tannini di qualità e sorretta da un tenore alcolico importante, causa di un’impatto che a nostro avviso fa perdere qualche punto in finezza. Tosto caldo potente, a tratti granitico.
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Scopone 2004 (Cat. F)
Un “personaggio” equilibrato , un moderato ed un pensatore. Si esprime in una fase di piacevolezza assoluta, mancano magari dei picchi di elevata emotività, ma il lavoro di gruppo risulta eccellente E’ come una squadra allenata da Zeman, muovendosi con regia e armonia, ma rimane un po’ scoperto in fase “difensiva”, mostrando degli intoppi soprattutto legati alla durezza in chiusura dei tannini. Granato con punte di aranciato, vivo nel colore. Qualche sbuffo un po’ vegetale al naso, poi viola e geranio, chiusura con abbondanti frutti di bosco. Ottimo filo conduttore sull’equilibrio gustativo, in rapporto alcol, spessore ed acidità, finale di bocca fresco e fruttato. Buona bevuta nello stile classico di Montalcino.
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Podere Brizio-Roberto Bellini 2004 (Cat. G)
Un evergreen, un superclassico, quello che ti aspetti da un Brunello. Scorrevolezza e serbevolezza il valore aggiunto. Granato aranciato di buona vivacità al primo impatto, minerale iodato. A seguire viola, talco ed un frutto dolce, nel finale olfattivo cioccolato tabacco ed humus, per un profilo già aperto e completato da terziari. Vibrante e succoso al gusto, vivo grazie ad una acidità presente che insieme a tannini di ottima fattura contribuisce all’eleganza ed alla facilità di beva, saporoso e lungo in un finale fresco e fruttato. Uno alto standard “Brunelliano” per un vino da suggerire senza diffidenza alcuna.
90/100 – Brunello di Montalcino Riserva Tenuta di Sesta 2004 (Cat. G)
Inizialmente difficile, chiuso e riservato. Per apprezzarlo al meglio dobbiamo concedergli più di qualche minuto. Poi tutto si dipana in discesa… Vino elegante e profondo. E’ di un granato scarico tendente all’opaco, naso a largo raggio che sciorina in successione note di frutto rosso maturo in confettura, pepe cannella pan pepato e liquirizia ed una chiusura di corteccia e resina. Bel passo al palato, sostenuto da un volume ampio e da tannini rigidi, vigorosi ma integrati. L’acidità risulta un po’ flebile, tendente a chiudere il passo a più alte vette qualitative. Ma è l’unico freno che riconosciamo ad un ottimo vino. Molto lungo il finale sia per saporosità che per dinamicità, indiscutibile riserva da consumarsi nei prossimi 4/5 anni per apprezzarla nella massima espressione.
89/100 – Brunello di Montalcino Riserva Cinelli-Colombini 2004 (Cat. F)
Vino “tosto” quasi marziale nella sua rigidità. Un tipo scontroso, ma solo se ci si rifiuta di approfondire la conoscenza. Vero che non ci si dovrebbe fermarsi davanti alle apparenze, anche perché si perderebbe una grande occasione. Granato cupo e concentrato, impianto olfattivo che alterna frutto al vegetale come il fieno, ricco di terziari che evidenziano tabacco cuoio e cacao amaro, chiusura su note di bitter e rabarbaro. Palato importante abbondante nella massa sostenuta da buon tenore alcolico, tannini muscolari e vigorosi che spradoneggiano nella trama gustativa, finale caldo e asciutto che fa riemergere un frutto in confettura.
Articolo redatto da:
Articolo a cura di Cristiano Cini
Referente regionale per la Toscana.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S. Sommelier e titolare del Ristorante “La Tagliatella” di Arezzo e presidente delle strade del Vino Terre di Arezzo.
Vice-Campione Italiano A.I.S. dal 2006 al 2008, Miglior Sommelier della Toscana 2003.
Si ringraziano i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
EDIZIONE 2010/2011:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo ed i Nebbiolo d’Alba
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico
-I Vini Bianchi (Seconda parte)
EMILIA-ROMAGNA
TOSCANA
-I Rosso di Montalcino, Sant’Antimo ed i vini a IGT
MARCHE
SICILIA
EDIZIONE 2009/2010:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
-I vini di Breganze, gli IGT ed altre eccellenze regionali.
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
-Le eccellenze di Cortona e di Montepulciano.
-Le eccellenze della “Costa” (prima parte): I vini bianchi, Bolgheri e Montecucco
-Le eccellenze della “Costa” (seconda parte): Scansano, Val di Cornia e le produzioni ad I.G.T.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
ABRUZZO
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
La Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto. Dedicata alle sole eccellenze. Sponsored By Amici Gourmet – Network esclusivo di appassionati Gourmet.
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