Articolo a cura di Luca Martini
Referente regionale per la Sicilia e l’Abruzzo.
Oggi, con le degustazioni della nostra Guida dei vini on-line, ci spostiamo in Sicilia ed andiamo sulle pendici dell’Etna. Ultimamente i vini di questa denominazione, stanno vivendo un periodo molto florido. E a ragione. Il nostro percorso inoltre passerà tra vie tradizionali e moderne, cercando di cogliere degli spunti, ideali come chiavi di lettura dei vini. Senza dimenticare l’importanza che può giocare il valore dell’annata.
Prima la solita legenda per i nostri novelli lettori, su come orientarsi all’interno di questo articolo. Al primo punto troverete la graduatoria finale, limitata ai soli punteggi, che è scaturita al termine delle nostre sessioni. A differenza degli altri articoli, dove la divisione veniva fatta in funzione dell’annata, qui sarà divisa per tipologia e distinguendo i vini imbottigliati con la DOC, da quelli invece con l’IGT. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel,ovvero l’ Altissimo Ceto.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale, dove potrete accedere a dati, recapiti e, a breve, alle categorie con i prezzi possibili in enoteca e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
Non ci resta che augurarvi buona lettura…
1) LA GRADUATORIA:
Gli Etna bianco DOC
90/100 – Etna Superiore Pietramarina Benanti 2005
87/100 – Etna Outis Biondi 2007
86/100 – Etna Cuveè Vigne Niche Tenuta delle Terre Nere 2007
84/100 – Etna Tenuta delle Terre Nere 2008
I bianchi IGT
87/100 – Edèlmio Benanti 2005
86/100 – Guardiola Passopisciaro 2007
Gli Etna rosso DOC
92/100 – Etna Prephylloxera Vigna di Don Peppino Tenuta delle Terre Nere 2007
90/100 – Etna Feudo di Mezzo Quadro delle Rose Tenuta delle Terre Nere 2007
89/100 – Etna Calderara Sottana Tenuta delle Terre Nere 2007
89/100 – Etna Guardiola Tenuta delle Terre Nere 2007
88/100 – Etna Quota 600 Graci 2006
88/100 – Etna Feudo Girolamo Russo 2006
88/100 – Etna Tenuta delle Terre Nere 2007
87/100 – Etna Outis Biondi 2006
87/100 – Etna Santo Spirito Tenuta delle Terre Nere 2007
86/100 – Etna Rovittello Benanti 2004
86/100 – Etna A’ Rina Girolamo Russo 2006
86/100 – Etna San Lorenzo Girolamo Russo 2006
85/100 – Etna Serra della Contessa Benanti 2004
85/100 – Etna Graci 2007
85/100 – Etna Reseca Gulfi 2005
84/100 – Etna Cottanera 2006
I Rossi IGT
89/100 – Passopisciaro Passopisciaro 2007
87/100 – Lamorèmio Benanti 2004
87/100 – Fatagione Cottanera 2007
87/100 – Grammonte Cottanera 2007
87/100 – L’ Ardenza Cottanera 2007
85/100 – Nume Cottanera 2006
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
Gli Etna bianco DOC
90/100 – Etna Superiore Pietramarina Benanti 2005
Altissimo Ceto
Anche in quest’annata il nostro amato Benanti, sfodera un’altra grande prova. Un vino che già dal suo colore luminoso, sprigiona energia da tutti i pori. Un vino che, se paragonato all’annata precedente, fa un ulteriore passo in avanti nel carattere dove fonde personalità, temperamento e un’indole unico nel suo genere. Certo, non a tutti può piacere il Pietramarina di Benanti, poiché presenta molte caratteristiche in comune con i grandi Riesling tedeschi, ma le sue peculiarità sono uniche e impersonificate dalla forza del vulcano. Inoltre, finezza, freschezza ed una grande sapidità, sono gli altri elementi di questo cavallo di razza, che avrà sicuramente bisogno ancora di tempo in bottiglia per farsi domare.
87/100 – Etna Outis Biondi 2007
La bontà dell’annata è impersonificata anche nell’Outis bianco e crediamo che Ciro Biondi, possa essere molto soddisfatto del suo vino. A noi ci piacerebbe immaginarlo come una primavera sull’Etna, un tripudio di profumi, un calore appena pronunciato ed il respiro di quell’aria sapida, di come quando si alza il vento. In bocca è più appoggiato sulle tonalità calde, alternate da sprazzi di media freschezza, ma in chiusura, presentano sempre quel timbro di fabbrica del produttore che accorda sempre vini di grande pulizia aromatica. Complimenti!
86/100 – Etna Cuveè Vigne Niche Tenuta delle Terre Nere 2007
I vini di Marco De Grazia, sembrano possedere una personalità tutta loro al punto di sembrare “diversi”, ma conservando sempre un filo conduttore che li lega al territorio di origine. La sua rigorosa selezione in vigna e l’estrema cura in cantina di Marco, sono riuscite a fare un vino che possiede una grande finezza e delle sensazioni amalgamate che raggiungono l’apice con uno spettro olfattivo molto ampio. Al palato, troviamo una buona struttura, supportata da una bella freschezza, articolatà da una buona mineralità. Dicevamo di vini diversi, i quali, a cominciare dai bianchi, avranno ancora molto da dire in futuro.
84/100 – Etna Tenuta delle Terre Nere 2008
Nel quadro generale di questo vino, giocano un ruolo importante le vigne più giovani dell’azienda. Infatti, troviamo un naso giovanile e “ruspante”, non di grandissima complessità aromatica, con dei “vivaci” sentori agrumati. Anche al palato ha bisogno di qualche mese per poterlo apprezzare in maniera più armonica. E’ giovane e ha bisogno di crescere. Anche in vista dei prossimi millesimi.
I Bianchi IGT
87/100 – Edèlmio Benanti 2005
Passano i millesimi ma siamo sempre più convinti che il “nostro” Benanti esprima molto del suo carattere spiccato, soprattutto comunicandolo attraverso i suoi vini bianchi. Anche nell’Edèlmio appone il suo timbro. Crediamo che se si debba spiegare a qualcuno, cos’è la mineralità in un vino, non c’è come i vini bianchi di questa azienda per spiegarlo al meglio. Un vino meno espressivo, se vogliamo, rispetto al Pietramarina, ma con un frutto più caldo e, a oggi, più suadente. In bocca troviamo la stessa coerenza, con un bilanciamento tra sapidità e freschezza, davvero notevole.
86/100 – Guardiola Passopisciaro 2007
Un vino dove si fonde la personalità del vulcano con la natura ampia e dal frutto maturo dello Chardonnay, esprimendosi su toni di grande eleganza e linearità. Mentre al palato, abbiamo un vino di maggior spessore, anche di un notevole grado alcolico, magari con una freschezza non capace di sostenerla appieno, ma con un finale di grande sapidità gustativa. Un bravo al Sig. Franchetti.
Gli Etna rosso DOC
92/100 – Etna Prephylloxera Vigna di Don Peppino Tenuta delle Terre Nere 2007
Altissimo Ceto
Standing ovation! Questo Vigna di Don Peppino è il più grande capolavoro che ci abbia mai regalato Marco de Grazia. Come una grande tela Espressionista di Van Gogh. Provate ad unire degli elementi unici come il terroir etneo, la forza tutta ricchezza e complessità di una vigna a piede franco, i colori caldi dell’annata 2007 e la maestria di Marco e avrete così ottenuto un’opera d’arte e capirete dove si può arrivare a fare con l’enologia. Al palato poi sfodera potenza, grande eleganza, esuberanza di giovinezza ed una trama tannica di grande impatto, sebbene sia già amalgamata. Già impostato su alti livelli, ma capace di dare ancora tanto.
90/100 – Etna Feudo di Mezzo Quadro delle Rose Tenuta delle Terre Nere 2007
La diversità e l’unicità dei vini di Marco de Grazia, si capiscono proprio in questo. Se da una parte abbiamo l’espressività quasi rodaniana del Vigna di Don Peppino, dall’altra, in questo Quadro delle Rose, abbiamo un carattere tutto borgognone. Con una femminilità impersonata da una rosa canina appena colta, complesso ed elegante, di grande stoffa, mentre il carattere etneo è sfoderato al palato, con potenza, mineralità e persistenza gustativa molto gradevoli.
89/100 – Etna Calderara Sottana Tenuta delle Terre Nere 2007
In un’ipotetica lotta tra i due vini citati sopra, secondo noi, prende sempre più consistenza il posizionamento del Calderara Sottana. Al quale possiamo attribuirgli un ruolo da buttafuori, per come si fa largo e per l’intenzione di ricavarsi il suo spazio. Dotato di naso elegante e minuzioso. Al palato si scopre essere l’uomo muscoloso del gruppo. Un “fisico” però non palestrato, ma bensì robusto di costituzione e con un gran futuro da scortarsi sulle sue spalle.
89/100 – Etna Guardiola Tenuta delle Terre Nere 2007
Naso incisivo e croccante per il Guardiola, dove si alternano con i giusti ritmi, frutto e minerale. Fino alla fine del bicchiere. Meno potente del Calderara Sottana e dove la seta ed il velluto risultano essere le principali caratteristiche di questo campione.
88/100 – Etna Quota 600 Graci 2006
Il Quota 600 è un vino di razza. Ben vinificato, si porta dietro le caratteristiche dell’annata, dove il frutto si esprime con un po’ di “nervosismo”. Ottenuto da uve nerello mascalese in purezza, provenienti da vigne a piede franco, situato intorno ai 600 mt s.l.m., come lascia intuire il nome. Un vino raffinato, elegante come una nobildonna siciliana, che esprime un frutto che denota una maturazione in vigna perfetta e che difficilmente riesci a dimenticarti. In bocca ritroviamo la spina dorsale fatta di grande freschezza, alternata a mineralità e sapidità, irrobustita da una struttura di grande stoffa. In questo vino abbiamo il sole, la classe, ma anche il mistero intrigante, di questa bella signora dai capelli neri.
88/100 – Etna Feudo Girolamo Russo 2006
Chi conosce quel grande personaggio umile e gran lavoratore di Peppe Russo, non può non immaginare ai suoi vini, se non la fotocopia della sua persona. Chiusi ed introversi prima e rilevatori di emozioni poi, Peppe cerca sempre di mantenere tutto integro, e portare in bottiglia ciò che la madre terra gli dona. Nel Feudo 2006 troviamo maggiore equilibrio rispetto al A’ Rina. L’impatto olfattivo regala un frutto più fragrante, seguito al palato da un perfetto ricamo tra le componenti gustative, reso vivace da lampi di mineralità ed un tannino incisivo ma allo stesso tempo docile. Il ricordo che ci lascia a fine assaggio è quello legato a un’espressione di esplicita e suadente femminilità.
88/100 – Etna Tenuta delle Terre Nere 2007
Altissimo Ceto
Se ci avessero detto prima che a fine degustazione, avremmo dato l’Altissimo Ceto al “base” di Marco de Grazia, non gli avremmo creduto. E invece, eccoci qui, a raccontare quello che il territorio etneo può raccontare attraverso un vino chiaro, schietto, nitido e se vogliamo, semplice. Un vino setoso, raffinato, senza grandi muscoli, ma di grande vivacità. Dalla grande facilità di beva. Un vino che ci piacerebbe bere in un ristorantino vista mare, magari davanti ad un piatto alle sarde, sempre che ce lo servino alla sua temperatura di massima espressione guduriosa, ovvero 16°. E quindi capirete il motivo dell’assegnazione dell’Altissimo Ceto a questo vino.
87/100 – Etna Outis Biondi 2006
Da premiare ed evidenziare la costanza qualitativa dell’azienda Biondi, dove Ciro, anno per anno, ci fa provare belle emozioni attraverso la personalità dei suoi vini. Naso pulito ed elegante, con un timbro aromatico un po’ freddo, dove l’annata 2006 svolge un ruolo da protagonista. Un vino coerente nel suo stile di eleganza e finezza, ma bisognoso di tempo di addomesticamento per via della sua irruente giovinezza.
87/100 – Etna Santo Spirito Tenuta delle Terre Nere 2007
Credo che siano molti di più i vini che produce Marco de Grazia, che le parole da usare per descriverli. Di fronte abbiamo un’altra perla dell’enologia siciliana (e non solo…) più paragonabile questa volta, rispetto agli altri suoi fratelli, ad un diamante grezzo. Bisognoso di tempo per potersi raffinare e dotato di un frutto più “cotto” se paragonato a quelli sopra citati. Al palato freschezza e sapidità sono sempre di casa, con dei tannini che contribuiscono ad intuirlo solo ad aspettare di farlo montare con il tempo, in un’ipotetica scala di classe.
86/100 – Etna Rovittello Benanti 2004
I vini di casa Benanti sono tutti legati dal medesimo filo conduttore. Espressione, più di altri, della mineralità espressiva del terroir etneo e da quel frutto che si presenta caldo, ma con lampi quasi “glaciali”. Anche nel Rovittello incontriamo forza e potenza, che giocano come elementi fondamentali nel quadro generale del vino. Abbastanza sottile e lineare al palato con una trama tannica, ancora non integrata nella sintesi del vino.
86/100 – Etna A’ Rina Girolamo Russo 2006
I vini di Peppe Russo in quest’annata, pur essendo molto buoni, sono stati frenati nel loro potenziale dalla non ottimale maturazione fenolica, causata dal forte vento di scirocco che soffiava periodicamente quell’anno. Il risultato è un A’ Rina, più esile e più “nervosetto” del solito. Mentre al palato abbiamo comunque forza e potenza espressiva, ma con un tannino più crudo.
86/100 – Etna San Lorenzo Girolamo Russo 2006
Idem come sopra. Anche se il San Lorenzo si presenta come il “maschio” di casa Russo. Gioca soprattutto sulla potenza con un estratto che riesce a bilanciare l’importante componente alcolica e offrire dei positivi spunti caratteriali.
85/100 – Etna Serra della Contessa Benanti 2004
I nostri dubbi riconducibili sugli sviluppi interlocutori dell’annata 2004, li troviamo anche nel Serra della Contessa. Frutto maturo, ma con sensazioni vegetali e traducibili al palato, con lo stesso tannino ben in mostra e con una struttura abbastanza esile.
85/100 – Etna Graci 2007
Se Graci voleva presentarci il “bisbetico” della sua famiglia, possiamo dire che c’è riuscito in pieno! Un vino che rispecchia appieno la territorialità dell’Etna, dandoci un campione di espressione vocata alla struttura e alla potenza, ma dove ci sarebbe piaciuto trovare al naso, maggiore freschezza e fragranza di frutto, così come al palato maggiore snellezza gustativa.
85/100 – Etna Reseca Gulfi 2005
Se potessimo figurare l’Etna come ad una figura geometrica, degustando il Reseca di Gulfi possiamo pensare ad un esagono. Dove abbiamo una figura geometrica che chiude tutti i suoi punti, ma marcata da una spigolosità gustativa che marca e traccia lo sviluppo al palato, non perfettamente integrati nella sua struttura. Crediamo che sia anche figlio della sua annata e che in futuro troveremo un vino sicuramente più smussato e con una componente acido-sapida che aiuti maggiormente la beva.
84/100 – Etna Cottanera 2006
Semplice nel suo raccontarsi come una fiaba per bambini, chiave di lettura di facile comprensione. Al gusto e più piacevole di quanto invece non lasciava presagire lo spettro olfattivo, un vino fatto alla vecchia maniera, per un pubblico ampio che cerca piacevolezza immediata e dove si fonde tradizione e innovazione allo stesso tempo.
I Rossi IGT
89/100 – Passopisciaro Passopisciaro 2007
Altissimo Ceto
Elegante è l’aggettivo più consono per descrivere il Passopisciaro di Franchetti. Una finezza, unita a un espressione di forza, ne fanno un vero cavallo di razza. La scorrevolezza gustativa conferisce una piacevolezza di beva davvero invidiabile. Da sottolineare la qualità della trama tannica e la lunghezza che progredisce con distensione ed eleganza e sottolinea un finale fruttato. Piacevole oggi, grande domani.
87/100 – Lamorèmio Benanti 2004
Questi vini si sono fatti notare per la loro diversità, con uno spettro olfattivo caldo e suadente, un frutto croccante che dona sentori quasi esotico – tropicali e che si esaltano al palato con uno pseudo calore gustativo. Come tutti gli altri vini descritti in precedenza, la mineralità è di casa. Di sicuro, oggi, è il rosso più interessante di casa Benanti. Una chiusura di bocca avvolgente e ben bilanciata da sapidità e freschezza…o’ lamorèmio.
87/100 – L’ Ardenza Cottanera 2007
Un vino che ha preso più la direttiva rapida e comoda della Messina-Palermo, anziché inforcarsi nella ben più tortuosa e ripida Catania-Castiglione di Sicilia. Potenza, forza, avvolgenza e balsamicità caratterizzano l’olfatto di questo vino. Al palato ha messo la quinta e viaggia comodamente sui 130 km/h, senza sgarrare di una virgola, con equilibrio, avvolgenza ed un tannino minuto e ben fuso. Un vino che l’abbiamo trovato lineare, ma che ci sarebbe piaciuto con qualche curva in più, con lo scopo di avere, di certo, maggiore personalità.
87/100 – Fatagione Cottanera 2007
Un vino che gioca tutto sulla sua estrema semplicità, moderno nello stile come L’Ardenza, enologicamente parlando è fatto pure molto bene, anche se non è di certo lo specchio del territorio etneo. Pulito e scorrevole, fresco e sapido, dove i suoi 14°alcolici non si fanno sentire affatto. Per gli amanti del genere, sconsigliato per chi invece, è alla ricerca di modernità.
87/100 – Grammonte Cottanera 2007
Anche nel Merlot dei Cambria, troviamo quel pizzico di innovazione, con quel suo naso suadente, complesso ed articolato. Anche se al palato, gli va’ riconosciuto, è molto diverso rispetto ad altri pari vitigno siciliani e non. Sviluppo, concentrazione e avvolgenza, tipiche della 2007, con il plus di maggiore freschezza. Anche in questo vino, il nostro “navigatore” fa fatica a rintracciare il vero percorso.
85/100 – Nume Cottanera 2006
Presentata l’annata 2006, subito si capisce lo stacco con il resto della produzione. Meno concentrato e più impostato su tonalità fredde e vegetali, anche a livello gustativo, non riesce a tenere il passo e scala la montagna, inserendo un rapporto non adeguato. Sarà solo questione di tempo?
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Chiamatelo come volete voi… “il monte”, “il vulcano”, ma l’importante è che la parola Etna rimanga ben impressa nelle vostre menti, perché “vini alla mano” si può tranquillamente asserire che siamo davanti ad un nuovo Eldorado, da quì la decisione di degustarli e raccontarveli separati dal resto della Sicilia, ma mostrando delle personalità veramente importanti. Chiaro, ne siamo convinti, che non sono di certo i degustatori di Altissimo Ceto che scoprono questo angolo, anzi, questo “cono” di Sicilia. Ma il nostro viaggio è stato molto variegato, ve lo abbiamo voluto raccontare attraverso colori, sensazioni ed emozioni. C’è stata anche qualche delusione, ma quello crediamo che sia più da imputare all’annata di origine che, qui, più di ogni altra zona sembra poter influire in maniera importante e decisionale sulla “costruzione” dei vini. Anche se la maestria di vinificazione dei produttori, possono “livellarli” e modellarli per renderli dei vini di buona fattura, l’annata sarà sempre lì, presente, a dire la sua. Per motivi legati alle nostre professioni, li seguiamo da diversi anni e quindi siamo in grado di dare delle direttive anche per coloro che possiede qualche tesoro nascosto nelle loro cantine.
A cominciare dalla 2004, annata che crediamo sia stata non facile per il territorio etneo. Evidenzia dei vini ossuti e abbastanza esili se paragonato ad altre annate che sono seguite. Vini con tannini evidenti, che giocano un ruolo fondamentale sulle personalità di ciscun vino, evidenziando più di altre annate, delle caratteristiche che diventano più o meno importanti a seconda del periodo di raccolta delle uve e alla loro maturità fenolica di origine.
La 2005 ha dato origine a vini più equilibrati, specialmente per i bianchi, e che si mostrano con caratteristiche più intriganti, dotati di maggiore personalità e con delle freschezze e delle strutture che gli possono permettere di passare in questura, per il ritiro del passaporto e compiere così, il loro viaggio verso la longevità in bottiglia. La 2006 è stata un annata che, ci dicono, è stata difficile per la periodicità con il quale, il vento di scirocco soffiava. Grandi tenori alcolici, grandi avvolgenze per i rossi, ma con delle discordanze legate alla durezza dei tannini e dei quadri aromatici che hanno evidenziato delle note vegetali abbastanza presenti, segno di maturazioni fenoliche non completamente raggiunte. Tenendo presente che sarebbe troppo presto per parlare della 2008, focalizziamo la nostra maggiore attenzione sull’annata 2007. Si presenta veramente grande, concentrati, ma mantenendo il loro timbro minerale ed un varietale ben definito, con delle impronte date dal Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio che, se provenienti da vigne ben curate e facendo delle scelte rigorose, possono dare frutto a vini che possono rivaleggiare anche con delle ottime versioni ottenute da Nebbiolo e Sangiovese. Li accomunano in diverse caratteristiche e nelle diverse interpretazioni. Da un lato, se vinificati in maniera troppo innovativa, possono dare origine a vini carichi, con dei tratti somatici evidenti e ruffiani e privi di grandi personalità. Dall’altro, se vinificati nella maniera più tradizionale, danno luogo a vini che vibrano, con tannini, magari spigolosi, ma con la volontà di farsi rispettare e ricordare. La nostra migliore interpretazione, sarebbe quella di seguire una chiave di stampo borgognona, dove far esaltare le peculiarità dei vitigni d’origine, attraverso la loro profondità e mineralità ed in più, seguendo quelle che sono le direttive, date dalle singole originalità dei cru. Comunque, a tutti i produttori vanno i nostri complimenti ed un…Bene, bravi, bis.
Articolo redatto da:
Luca Martini.
Referente regionale per la Sicilia e l’Abruzzo.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Hanno partecipato alle sessioni di degustazione, i componenti del panel di assaggio del portale Web Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Le degustazioni si sono svolte presso il Ristorante di Cristiano Cini:
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
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