Articolo a cura di Cristiano Cini.
Referente regionale per la Toscana.
Questa volta, il nostro viaggio tra le eccellenze enologiche, ci porta a cavallo tra le province di Siena ed Arezzo. Verranno presi in considerazione i vini DOC, DOCG ed IGT, prodotti a Montepulciano e Cortona. Ma spazio ora al racconto dei vini e ci ritroveremo poi per le considerazioni finali.
Buona lettura!
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli.
Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato.
Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel al termine di ogni sessione.
Buona lettura!
1) LA GRADUATORIA:
Rosso di Montepulciano:
85/100 – Rosso di Montepulciano Podere I e II Sanguineto 2007 (Cat. A)
84/100 – Rosso di Montepulciano Canneto 2008 (Cat. A)
83/100 – Rosso di Montepulciano Godiolo 2008 (Cat. A)
83/100 – Rosso di Montepulciano Il Sentiero Podere Casanova 2006 (Cat. A)
82/100 – Rosso di Montepulciano Fossolupaio Bindella 2008 (Cat. A)
82/100 – Rosso di Montepulciano Dei 2007 (Cat. A)
82/100 – Rosso di Montepulciano Villa S. Anna 2008 (Cat. A)
81/100 – Rosso di Montepulciano Prugnolo Boscarelli 2008 (Cat. A)
81/100 – Rosso di Montepulciano Icario 2007 (Cat. A)
80/100 – Rosso di Montepulciano Sabazio La Braccesca 2008 (Cat. A)
Vino Nobile di Montepulciano:
92/100 – Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli Boscarelli 2006 (Cat. F)
90/100 – Vino Nobile di Montepulciano Asinone Poliziano 2006 (Cat. F)
90/100 – Vino Nobile di Montepulciano Podere I e II Sanguineto 2006 (Cat. C)
89/100 – Vino Nobile di Montepulciano Vitaroccia Icario 2006 (Cat. D)
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Avignonesi 2007 (Cat. D)
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli Boscarelli 2005 (Cat. F)
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Boscarelli 2006 (Cat. C)
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano I Quadri Bindella 2006 (Cat. C)
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Canneto 2006 (Cat. B)
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Godiolo 2006 (Cat. C)
86/100 – Vino Nobile di Montepulciano Poldo Villa S. Anna 2005 (Cat. D)
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Bindella Bindella 2006 (Cat. C)
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Dei 2006 (Cat. C)
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano La Braccesca 2006 (Cat. C)
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Podere Casanova 2005 (Cat. C)
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Poliziano 2006 (Cat. D)
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Villa S. Anna 2006 (Cat. C)
84/100 – Vino Nobile di Montepulciano Icario 2006 (Cat. C)
84/100 – Vino Nobile di Montepulciano Torcalvano-Tenute Folonari 2007 (Cat. C)
Vino Nobile di Montepulciano Riserva:
89/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Boscarelli 2004 (Cat. E)
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Godiolo 2003 (Cat. D)
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Canneto 2005 (Cat. C)
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Bossona Dei 2004 (Cat. E)
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Vigneto Santa Pia La Braccesca 2005 (Cat. F)
86/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Torcalvano-Tenute Folonari 2004 (Cat. D)
I Cortona:
90/100 – Cortona Merlot Desiderio Avignonesi 2006 (Cat. F)
89/100 – Cortona Syrah Stefano Amerighi 2007 (Cat. D)
87/100 – Cortona Syrah Bramasole La Braccesca 2006 (Cat. E)
85/100 – Cortona Merlot Smeriglio Baracchi 2007 (Cat. C)
85/100 – Cortona Syrah Smeriglio Baracchi 2007 (Cat. C)
84/100 – Cortona Sangiovese Smeriglio Baracchi 2007 (Cat. C)
83/100 – Cortona Merlot In Violas Poliziano 2007 (Cat. A)
Gli IGT:
88/100 – Toscana IGT 50 & 50 Avignonesi – Capannelle 2005 (Cat. G)
87/100 – Toscana IGT Ardito Baracchi 2006 (Cat. F)
87/100 – Toscana IGT Boscarelli Boscarelli 2006 (Cat. F)
87/100 – Toscana IGT Filippone Canneto 2005 (Cat. C)
81/100 – Toscana IGT O’ Lillo Baracchi 2008 (Cat. A)
80/100 – Toscana IGT Rosso Avignonesi Avignonesi 2007 (Cat. A)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
Rosso di Montepulciano:
85/100 – Rosso di Montepulciano Podere I e II Sanguineto 2007 (Cat. A)
Il termine “territoriale”, tanto invocato da più parti, è il vocabolo che meglio sposa la filosofia aziendale della Poderi Sanguineto. Nella versione 2007 ha dato vita ad un “Rosso” fine e caratteriale, forse un filo nervosetto in certi passaggi, dovuti ad un’annata che ha causato degli indurimenti di alcuni spigoli, soprattutto evidenziando dei tannini particolarmente tesi se paragonati ad altre versioni, che nel finale frenano la corsa lungo il palato. Si veste di un rubino quasi granato, un profilo olfattivo, dicevamo, di bella finezza con un’evidente maturità del frutto. Viola e leggera speziatura di cannella, di grande piacevolezza ed articolazione. In casa nostra, parlare della bontà e dei pregi aziendali dell’azienda Sanguineto, è un po’ come scoprire l’acqua calda. Tuttavia è vivamente da consigliare a chi invece, nelle loro case, dovesse usare solo l’acqua fredda…
84/100 – Rosso di Montepulciano Canneto 2008 (Cat. A)
Altissimo Ceto
Rosso rubino acceso e vivo, non riguarda solo i caratteri descrittivi del colore, ma anche il quadro generale di tutta la degustazione del Rosso di Canneto. Già! Davvero brioso nel carattere, a tratti quasi aggressivo per l’evidente gioventù, ma elegante nel modo di porsi. Deciso in ogni passaggio: tannini mordenti, alcol integrato nello scheletro strutturale, ed un’ottima freschezza finale. Naso su cenni di pepe nero, balsamico, liquirizia ed una bella mora succosa. Ci piace maggiormente al gusto dove risulta meno aggressivo, più docile e che percorre una strada senza sbavature.
83/100 – Rosso di Montepulciano Godiolo 2008 (Cat. A)
I prodotti di Godiolo rappresentano a tutti gli effetti, vini dotati di un bagaglio ricco di personalità, con pochi eguali in tutta la Toscana, con quel carattere che può apparire un po’ irrequieto, scomposto e nervosetto. Non facile nell’approccio per chi non predilige il genere, ma con una profonda anima sempre radicata nel territorio. Tanto da perdonargli (e concedergli…) se in questa versione targata 2008 del Rosso, troviamo una venatura aromatica dal timbro vegetale, probabilmente da imputare ad una raccolta a maturazione fenolica non perfetta. Conferme che arrivano anche da una trama tannica particolarmente vivace, se paragonata ad altre versioni, che fanno breccia in una sorsata comunque dalla buona lunghezza.
83/100 – Rosso di Montepulciano Il Sentiero Podere Casanova 2006 (Cat. A)
Se siete alla ricerca di un vino “quotidiano” di questa zona, questo può decisamente fare il caso vostro. Ma Podere Casanova, non è solo questo. Dietro si evidenzia un lavoro costante e ben riuscito in vigna, per cercare di portare a corretta maturazione le uve, con l’intento poi di lavorare in cantina, in tutta tranquillità. Sottile e rotondo, con l’equilibrio giocato tra acidità e tannini da una parte e l’alcolicità, più che buona, dall’altra. Pulito e piacevole, non particolarmente lungo, ma saporoso nel suo finale fruttato che lascia un buon ricordo e la voglia di riberlo. Coerente anche al naso dove sviluppa media ampiezza di profumi, ma piacevolmente fruttati ed un tocco di tostato che non guasta.
82/100 – Rosso di Montepulciano Fossolupaio Bindella 2008 (Cat. A)
Stessa linea sottile, fragrante ed equilibrata, dei cugini precedentemente descritti, il Fossolupaio di Bindella dimostra anche in questa versione, facilità di beva, linearità e buona costruzione nel bilanciamento gustativo. Il suo posizionamento è spiegato soltanto da una chiusura più corta di altri. Molto frutto, fresco quasi croccante, ciliegia e mora, floreale e chiusura di liquirizia. In bocca risulta buona la freschezza e l’agilità riferita al volume ed alla massa non di grande importanza.
82/100 – Rosso di Montepulciano Dei 2007 (Cat. A)
Altra azienda che rappresenta, da venticinque anni, un punto di riferimento importante per questo territorio, sia per la qualità costante e coerente, ma anche per la produzione (di una certa importanza per la zona) riguardante il numero di bottiglie prodotte. Una buona fetta produttiva è rappresentata dal Rosso, che nella 2007, conferma di essere composto, ben bilanciato e dalla facile beva. Esprime media ampiezza olfattiva con ricordi di ciliegia, mora, liquirizia ed un tocco balsamico. Bocca rotonda avvolgente, caratterizzata più di altre versioni, da una sensazione pseudo-calorica, che spicca maggiormente, sia in apertura, che in chiusura di bocca. Dotato tuttavia di un buon equilibrio, con la sicurezza e l’affidabilità di piacere a molti.
82/100 – Rosso di Montepulciano Villa S. Anna 2008 (Cat. A)
La sfilata di tutto rispetto dei Rosso di Montepulciano, continua anche con la 2008 di Villa S. Anna, leggiadro nell’approccio e facile da bere. Attenzione perchè risulterà altrettanto facile abusarne, poiché, complice la sua piacevolezza, il livello della bottiglia tenderà a scendere vorticosamente. Si mostra scarico, trasparente nella veste rubino con riflessi porpora, naso fresco e fragrante, su tutti frutti e fiori rossi, con leggero finale tendente al dolce. In bocca si comporta bene, con tannini non particolarmente duri e piacevolmente integrati, così come l’alcolicità. Di rilievo la freschezza, decisamente padrona del gustativo, ottima la chiusura fresca, fruttata e convincente.
81/100 – Rosso di Montepulciano Prugnolo Boscarelli 2008 (Cat. A)
Una delle aziende giustamente più famose del territorio, che da più di quarant’anni vi opera con affidabilità e che ha raggiunto (e consolidato) ormai, una leadership qualitativa che si evidenzia ad ogni annata. Una prova lampante della sapiente bontà qualitativa dei De Ferrari, la si riscontra ad ogni assaggio del loro Prugnolo. Più sottile, leggiadro ed essenziale di altri suoi “colleghi”, ma sempre con quel piglio vibrante, nonostante si mostri compassato e sornione, senza dare mai l’impressione di scrivere una chiave di lettura troppo cerebrale. Buono lo scorrere al palato, con un nerbo particolarmente acido ed un finale di bocca a tutto frutto.
81/100 – Rosso di Montepulciano Icario 2007 (Cat. A)
I matrimoni che funzionano sono spesso spiegati con lo scendere a compromessi da parte di uno dei due interessati, con la possibilità di raggiungere l’armonia sperata. Esempio che introduce in maniera calzante, la degustazione del Rosso di Icario, dove il compromesso tra struttura e bevibilità, si uniscono in una piacevole relazione giocata sull’affidabilità. Concentrazione e calore, uniti ad una snellente e vibrante freschezza. Solido ma di grande serbevolezza. Naso dritto e deciso che gioca su note di ciliegie e mirtilli, cacao, china ed un leggero “tocco” vegetale. Di minore importanza, la lunghezza al palato, che gli preclude l’accesso a ben altre posizioni.
80/100 – Rosso di Montepulciano Sabazio La Braccesca 2008 (Cat. A)
Vestito color porpora e dotato di una bella intensità colorante. Frutto nero intenso e succoso, rosa fresca, sono i principali richiami olfattivi. Al gusto si mostra per quasi tutta la durata, di buona scorrevolezza, facile e senza impegnare le papille in nessuno sforzo e lasciando una piacevole sensazione di freschezza, fino a quando entrano in scena i tannini un po’ troppo rigidi ed impegnativi per la struttura di questo vino e penalizzandone la chiusura.
Vino Nobile di Montepulciano:
92/100 – Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli Boscarelli 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
La famiglia De Ferrari ha portato l’azienda Boscarelli, a divenire una delle aziende di riferimento a Montepulciano. Non solo per il lavoro in vigna ed in cantina, quest’ultima supportata dall’aiuto di Maurizio Castelli, ma anche per la posizione dei vigneti. Quindi, non ci siamo meravigliati alla vista di questa versione 2006 del Nocio, che si è collocata in cima alla piramide. Era (e rimane) solo una logica e piacevole conseguenza. Tre ettari coltivati a solo Sangiovese e nei campioni capitati nei nostri bicchieri, delle sole 6.000 bottiglie prodotte, abbiamo riscontrato grande ampiezza, personalità, altrettanta stoffa ed eleganza, ma più di tutto, una grande territorialità. Una semplice e chiara espressione di come si sia riusciti a portare in bottiglia con estrema naturalità, quanto prodotto in vigna in questa annata. Rubino pieno, naso a largo raggio, composto nella scansione ritmata dei profumi, giusto equilibrio tra frutto e legno, si sviluppano sentori di ribes e mirtilli, venature balsamiche, sottobosco, mineralità ferrosa e viola. Continua anche al gusto il suo percorso netto, senza penalità e senza intoppi, tannini presenti ma integrati, buona la freschezza e alcol che se ne va a braccetto con l’estratto, tutto questo per racchiudere il termine di equilibrio. Lungo e saporoso al palato. Buono adesso, ma ancora meglio se avrete la pazienza di aspettare ancora qualche anno.
90/100 – Vino Nobile di Montepulciano Asinone Poliziano 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Esplosivo! Anche quest’anno, la punta di diamante dei Nobile della famiglia Carletti, si propone come uno dei vini cult di tutto il territorio, confermandosi stabilmente ai vertici della denominazione. Basterebbe semplicemente assaggiarlo per comprenderne i motivi. Motivi che hanno fatto del Vigna Asinone, sin dal lontano 1983, la storia qualitativa di Montepulciano. Ha attraversato un percorso storico non privo di ostacoli, sin dalla sua nascita dove fu imbottigliato come Vino da Tavola, in quanto non venivano impiegate le uve bianche nella sua composizione. Nelle annate ’93 e ’95 si passa alla menzione Vigna Asinone e si introduce l’uso della barrique per il suo affinamento. Il nome della vigna, prende il nome dalla conformità del suo terreno, fatta appunto a schiena d’asino. La 2006, rientra tra le migliori mai fatte. Rubino tendente al granato, naso aperto e ricco con ciliegia, mora, balsamicità evidente, note di caffè, cuoio, minerale e china, ma anche un richiamo a toni più evolutivi. Fuochi d’artificio al gusto, dove si fondono in armonia muscoli e classe, massiccio ma scorrevole, ricco di tannini, minuti e molto eleganti. Viene messo in risalto la freschezza del Sangiovese alias Prugnolo Gentile e la sua territorialità, lungo e con un ricordo nella chiusura di bocca fresco e fruttato. Da applausi.
90/100 – Vino Nobile di Montepulciano Podere I e II Sanguineto 2006 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Sanguineto prende il nome dal colore dei tratti sanguigni dei suoi terreni, ma anche per il piglio particolarmente deciso e forte del Prugnolo coltivato su questi terreni. Divisi su due poderi chiamati I e II, che insieme non raggiungono i quattro ettari vitati, Sanguineto non ha mai deluso e raggiunge sempre comodamente, con una certa naturalità, la soglia della super-eccellenza. La 2006 del Nobile è elegante, fine, fresco con un buon spessore. Territoriale e sangiovesizzante nel carattere. Rubino con riflessi granato scarico ma vivo, al naso mostra un’ottima successione temporale degli aromi, marasca, amarena, viola, pepe, liquirizia e leggera tostatura finale. Dovete concedergli il giusto tempo per aprirsi, è deciso ed incisivo, ma abbastanza titubante nell’approccio. Pazientate ed avrà modo di ripagarvi presto dell’attesa. Di assoluto livello lo spessore del corpo che è riuscito a creare equilibrio tra una bella freschezza, gli ottimi tannini cesellati e fusi e l’alcol integrato. Lungo, ma con una chiusura amaricante che non disturba, ma gli impedisce di spiccare il volo su altri livelli.
89/100 – Vino Nobile di Montepulciano Vitaroccia Icario 2006 (Cat. D)
Il Vitaroccia di Icario si presenta, nella versione 2006, in grande forma, con un fisico tiratissimo ed asciutto ma che mette in mostra una invidiabile massa muscolare, volume, senza mai apparire troppo concentrato. E’ ottenuto da uve Sangiovese in purezza, dove il suo “limite” e più rappresentato dalla età particolarmente giovane delle viti piantate direttamente dalla proprietà Cecchetti. Solo alla sua terza uscita, avrà tempo e modo di crescere e raggiungere la sua maturità. Peonia, lampone, minerale terroso, balsamico e tabacco. Carica e forza esplosiva guidati da tannini numerosi, serrati e di alta qualità, grande struttura che sorregge perfettamente l’importante tenore alcolico, che si avverte ma non prevale. Lungo e saporoso, con un potenziale evolutivo non da molti. Almeno quì a Montepulciano.
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Avignonesi 2007 (Cat. D)
Siamo molto contenti e soddisfatti, di constatare come la nuova proprietà subentrata ai Falvo nella storica tenuta delle Capezzine, ovvero la signora Virginie Saverys, continui a dare il giusto valore, attraverso una certosina attenzione anche ai minimi particolari, alla proprietà che ha di fatto reso celebre una denominazione, fuori dai confini nazionali. Il 2007 offre una versione abbastanza singolare per essere il Nobile di Avignonesi. Insolitamente esile anche per l’annata di origine, sfoggia una stoffa dotata di pochi muscoli, ma tanta classe. Ha colpito tutto il panel per un modo molto semplice di porsi ma fortemente legata a rilevanti valori qualitativi. Diretto, esplicito arriva al punto senza tanti giri di parole, solo arrosto e niente fumo. Naso aperto e divertente nell’approccio, con perfetta integrazione del legno. Bilanciato a livello gustativo, finale di bocca fresco pulito e fruttato. Averne…
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli Boscarelli 2005 (Cat. F)
Rispetto alla 2006 è decisamente più potente e muscoloso, ma meno equilibrato ed elegante, più caldo e per certi versi, passateci il termine, più rustico. Da sottolineare in maniera assolutamente positiva, come nella storia del Nocio, vengono così amplificate, le caratteristiche del Sangiovese originario di una specifica annata. Frutto maturo quasi in confettura, prugna disidratata, marasca, cuoio e tabacco. Al palato si percepiscono massa, volume e calore in primis, con un moderato e non perfettamente adeguato, ahinoi, supporto della freschezza, con tannini che si rivelano un poco asciutti, pur non perdendo nulla della classica stoffa e razza che hanno reso famoso il Nocio.
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Boscarelli 2006 (Cat. C)
Un vino, il Nobile “classico” di Boscarelli 2006, che paga un certo ritardo di forma, se paragonato ad altri cugini di medesima categoria. Mostra in questo momento certi tratti rigidi, duri ed austeri, paragonabili allo sguardo severo di Ivan Drago contro Rocky. Ci vuole (e ci vorrà…) del tempo prima di entrare in confidenza. Si presenta comunque con una bellissima veste color rubino trasparente. Sviluppa sentori di marasca, viola mammola ed un legno che ancora deve essere del tutto assorbito. Livelli ragguardevoli di freschezza e tannini mordenti, contribuiscono a rendere non facile la beva, ma che assieme all’estratto rafforzano la nostra previsione di lunga durata. Wait, wait, wait…
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano I Quadri Bindella 2006 (Cat. C)
Un Nobile per palati forti, il 2006 di Bindella, il cui nome rende perfettamente l’idea di cosa troviamo oggi nel bicchiere. Tosto, vigoroso, con spigoli che avranno bisogno di tempo per smussarsi. In una parola: quadrato! Naso ad ampio raggio, deciso ed incisivo, ma di grande finezza, esordio sulla liquirizia, china e cuoio. Tabacco e cioccolato per chiudere. Concentrazione e forza sono le protagoniste del gusto, pecca un po’ in finezza al palato, a causa di una chiusura particolarmente asciutta.
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Canneto 2006 (Cat. B)
Azienda storica nel panorama dei Poliziani, ma che “solo” nel 1987 ha effettuato un giro di svolta di 360°, grazie ad un cambio di proprietà battente bandiera svizzera. Oggi è azienda moderna ed all’avanguardia, concentra i loro sforzi sui 26 ettari solamente nel credo della qualità. Vino potente, di buona struttura e concentrazione con un potenziale evolutivo davvero notevole. Rubino compatto e con massa colorante sostenuta, naso divertente e ricco dove si evidenziano toni di cannella, liquirizia, pan pepato, polvere di caffè, cuoio e china, decisamente in crescendo. Bocca che deve ancora trovare un equilibrio, ma rimane positivo il fatto, che la chiusura sia pulita, fruttata e di grande freschezza, a prova sul futuro roseo che questo Canneto avrà.
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Godiolo 2006 (Cat. C)
Questa è un’azienda che trasuda storia ed in ogni sua bottiglia si respira a fondo, il territorio dei Poliziani. Piccola realtà di 5 ettari e mezzo, coltivati con passione e fede qualitativa, assolutamente senza compromessi e senza contaminazioni. Rubino trasparente vivo acceso. Fruttato, fruttato ed ancora fruttato. Lampone, ribes e fragola, mammola, legno esile ed integrato. Impatto gustativo che viaggia su due fasi. La prima, perfetta per scorrevolezza eleganza e facilità di beva, la seconda, con un finale di bocca più rigido e più scontroso, a causa di tannini non perfettamente levigati, i quali, insieme alla componente alcolica, rendono la chiusura calda e asciutta. E’ un vino caratteriale, vitale e dinamico, ma facilmente riconducibile al proprio territorio. Assaggiare un vino di Godiolo, è sempre un’esperienza interessante.
86/100 – Vino Nobile di Montepulciano Poldo Villa S. Anna 2005 (Cat. D)
La versione 2005 del Poldo di Villa S. Anna rappresenta al meglio un bellissimo esemplare di cavallo da trotto che corre elegante e ammirato quasi per tutta la durata della pista. Per quasi tutto il suo percorso gustativo, ha mostrato la stoffa ed il carattere di cui è dotato e stava volando dritto verso altri traguardi, quando è entrato in scena in maniera imperiosa, il suo tannino che si è rivelato alquanto secco e figlio dell’annata calda di provenienza. La qualità del vino in generale, rimane di indubbio rilievo e saremo ansiosi di risentirlo al più presto, quando entreranno in scena le prossime versioni.
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Bindella Bindella 2006 (Cat. C)
L’azienda Bindella può contare sulle uve provenienti da una trentina di ettari vitati, tra le più belle della denominazione. Ha appena festeggiato i suoi 25 anni e per l’occasione si è concessa un restyling grafico interessante che sviluppa il concetto filosofico, chiaro e sintetico, che la stessa porta avanti con fiducia, ovvero lo slogan “garantiamo dal tralce al calice”. Il “Bindella” 2006, apre con un fruttato di ciliegie e lamponi, a cui seguono tocchi vegetali e note balsamiche con chiusura di sottobosco. In bocca è di spalla larga, di rilevante sensazione pseudo-calorica, rotondeggiante nella prima metà gustativa, poi la fenditura nell’articolazione dei tannini presenti e decisi. Media la lunghezza.
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Dei 2006 (Cat. C)
Altra azienda che ha contribuito alla notorietà della denominazione. Poco meno di 40 ettari condotti egregiamente dalla famiglia Dei, giunta alla terza generazione e che deve la fondazione al nonno di Maria Caterina, il quale decise di avviare l’attività nei lontani anni ’60. Annata di carattere questa per l’azienda. L’espressione della bottiglia, oggi è ancora protesa alla ricerca dell’equilibrio, risultando ancora sulla strada della fusione tra le componenti gustative. Rubino di media intensità colorante, naso con ricordi di prugna, marasca, cuoio, tabacco e liquirizia. In bocca aggredisce il palato con morsi decisi, mostrando forza e compattezza nella massa. Discreta la freschezza a supporto della struttura e tannini ancora rigidi nei modi.
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano La Braccesca 2006 (Cat. C)
La Tenuta della Braccesca è un gigante di ben 380 ettari, siti in bellissime posizioni tra i comuni di Montepulciano, quello di Cortona ed il Lago Trasimeno. La famiglia Antinori ha iniziato ad investire in queste zone agli inizi degli anni ’90 creando una struttura che davvero impressiona, sia per dimensioni che per bellezza paesaggistica. Il Nobile che viene originato, è in linea con la filosofia qualitativa dell’azienda e raggiunge, con l’annata 2006, un punteggio davvero di rilievo. Rotondeggiante , formoso ma vicino all’equilibrio, tutti i tasselli sono al proprio posto e sono ben incastrati. E’ come una nave che viaggia ad un’ottima velocità di crociera dove tutto fila liscio, adesso ci aspettiamo solo che in futuro arrivi anche qualche accellerata, un cambio di passo, giusto per sobbalzare, personalizzandolo ed emozionare chi lo avvicina. Marasca, liquirizia, mora e spezia dolce a chiudere l’olfatto, pulito scorrevole e rotondo al gusto.
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Podere Casanova 2005 (Cat. C)
A sentire, oggi, tutti fanno vino di territorio, ma nei 5 ettari dove opera Massimo Carpini, il concetto viene ribadito ed esaltato, trovando poi il giusto risalto in vigna ed in cantina. Il Podere Casanova è un piccolo mondo dove con estrema attenzione, ma anche sagacia, si fa una piccola produzione che niente ha da invidiare a realtà diverse e raccontate sopra. Si veste granato, di media trasparenza, naso arrivato al top della possibile apertura, dove si possono riconoscere frutti maturi come la ciliegia e la prugna, seguono poi il cacao, tabacco, cuoio, caffè tostato, grafite e polvere da sparo. Al gusto dimostra che “mano” e territorio sono andati d’amore e d’accordo. Buona ampiezza, volume e scorrevolezza e di media lunghezza. L’unica nota stonata, anche in questo caso, sono i tannini particolarmente duri dell’annata calda.
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Poliziano 2006 (Cat. D)
Uno dei nomi più famosi, notoriamente conosciuti ai più e che ha contribuito a far conoscere il Nobile nel mondo. Merito del lavoro della famiglia Carletti, in particolare di Federico, il quale, inizio anni ’80 prende le briglie dell’azienda e la plasma a propria immagine incontrando presto i successi che in toto si merita e che hanno dato soddisfazione ai sacrifici compiuti. Il vino, nella versione 2006, è calma apparente sotto la quale si nasconde un’anima irrequieta. L’approccio è di quelli facili e pronti a raccogliere il consenso di molti, per il suo essere così morbido ed avvolgente. Il suo ingresso gustativo regala sicurezza ed affidabilità, solo nel finale c’è un moto di rivolta dove i tannini si ergono a vibranti condottieri e rompono appunto quella che, in principio, abbiamo nominato calma apparente.
85/100 – Vino Nobile di Montepulciano Villa S. Anna 2006 (Cat. C)
Bell’azienda, l’abbiamo più volte citato sopra, tutta al femminile con mamma Simona Ruggeri Fabroni e le due figlie Anna e Margherita al timone. Granato trasparente, marasca, pepe nero macinato, liquirizia e ricordo di tabacco in chiusura. Bocca che evidenzia un vino senza troppa struttura e che gioca le sue carte sul piano della serbevolezza e della freschezza ben bilanciate dal tenore alcolico e con tannini non molto presenti ma di qualità, il tutto è piacevole e la chiusura gustativa è positivamente fresca e fruttata, peccato che la sua saporosità si perda un po’ troppo velocemente.
84/100 – Vino Nobile di Montepulciano Icario 2006 (Cat. C)
Progetto imponente quello della famiglia Cecchetti, partito nel 1998 con soli 4 ettari vitati e arrivato ad oggi a contarne ben 22. Azienda dinamica così come lo sono i suoi vini, ad ampio respiro sul territorio, attraverso l’arte ed i suoi uomini. Ma anche delle donne, visto che Alessandra è parte vitale per l’azienda. La passione della proprietà è tangibile come lo sono gli investimenti fatti, rilevanti, ma per fortuna tra tanta modernità si è deciso di puntare su di una chiara espressione del territorio. La 2006 è ben riuscita, compatta, calda e profondamente colorata. Naso aperto su note di frutto maturo, sottobosco, minerale di grafite, caffè e liquirizia che lo chiudono. Al gusto scorre bene, è pieno, voluminoso, piacevole e con tannini di qualità, frenato solo da una freschezza che tende leggermente a far fatica a bilanciare tutta la stoffa di cui possiede.
84/100 – Vino Nobile di Montepulciano Torcalvano Tenute Folonari 2007 (Cat. C)
Un’istituzione la famiglia Folonari per tutta la Toscana vinicola, e questo descritto è il loro Nobile prodotto nella tenuta di Gracciano. Un buon vino, pulito, lineare, scorrevole. Di medio volume e di sicura piacevolezza. Purtroppo senza picchi caratteriali, senza frange di personalità, tutto troppo corretto. Il vino comunque è una garanzia, anche per il rapporto con il prezzo. Rubino, con sentori di visciola, mora, china, tabacco e vena balsamica. Al gusto gioca sull’equilibrio, immediato e di piacevole freschezza.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva:
89/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Boscarelli 2004 (Cat. E)
Nulla a che vedere con il Nocio, la Riserva di Boscarelli, è di una dimensione diversa, centrato in un’ottica abbastanza insolita anche dal resto della gamma, in questo caso si premiano maggiormente la massa e lo spessore, rispetto alla finezza ed all’equilibrio, simboli del DNA della casa. Segnali che percorrono una strada evolutiva all’olfatto, con cuoio, torrefazione ma anche china, grafite, confettura di more ed un finale centrato sulle sfumature di pepe in grani. Bello, compatto, pieno ed avvolgente, riempie il palato lanciando messaggi d’equilibrio che potrà raggiungere in futuro. Tannini ed alcol ci sembrano le star del quadro gustativo. Lungo con buonaarticolazione, ma con un finale leggermente amaricante.
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Godiolo 2003 (Cat. D)
Confermiamo quanto scritto più volte sopra: Godiolo è un’esperienza da fare. Anche in presenza di un’annata difficile come questa Riserva. Ma a bottiglie coperte, nulla lasciava presagire alcunché delle sue calde origini. Ci vorrà comunque ancora del tempo prima di raggiungere il suo migliore periodo vitale. Granato vivo e trasparente, frutto rosso maturo, profondamente minerale e note di humus, sottobosco, tartufo e resina. Il tutto per un ventaglio olfattivo importante. Al palato viene esaltato uno spessore che non ci aspettavamo. Ottimo il corpo, sviluppo lineare piacevole ed articolato, solamente la trama tannica resta leggermente sopra le righe.
88/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Canneto 2005 (Cat. C)
Altra bella prova aziendale, a conferma di quanto Canneto stia lavorando bene all’interno della denominazione. Speriamo che presto arrivi anche il capofila della batteria di questa cantina, ovvero quel vino capace pure di emozionare, quel prodotto che ci farà scrivere di getto e che innalzerà di una tacca ulteriore, l’asticella qualitativa. Non era facile farlo con la Riserva 2005, media intensità colorante su di un rubino che sfuma nel granato, sentori di marasca, pepe e balsamicità,susina e petalo di rosa macerato in alcol, elegante e fine. Scorrevole e potente sul palato, bella freschezza e tannini docili. Il quadro è ben riuscito, non emergono difetti ma solamente piacevolezza ed una bocca che rimane pulita e con un fruttato dolce in chiusura.
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Bossona Dei 2004 (Cat. E)
Dal vigneto Bossona, ecco la star di casa Dei. Nell’annata 2004 ci ha sorpreso per vitalità, freschezza ed intraprendenza. E’ un vino assolutamente ancora in una fase di gioventù, con potenziale evolutivo molto interessante. Veste un bel rosso rubino pieno, vivo e trasparente, naso che nasce sul frutto rosso e che vira pian piano su viola e sottobosco, tabacco e ancora visciola per chiudere. Bocca dalla sorprendente freschezza che lo snellisce molto nonostante il buon corpo, tannini definiti ed integrati, alla ricerca di un loro equilibrio.Vino sicuramente da vedere in crescita ed in prospettiva. Sia per l’armonia, sia per il punteggio.
87/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Vigneto Santa Pia La Braccesca 2005 (Cat. F)
Prodotto dall’omonimo vigneto di 15 ettari, pur in un quadro generale di qualità davvero di rilievo, ci sembra che il Santa Pia, abbia sofferto leggermente l’annata calda per uno sviluppo abbastanza stanco nell’articolazione. Soprattutto nella maturità del frutto e nei tannini che tendono a graffiare, senza la giusta integrazione. Rubino compatto con buona intensità colorante, in olfazione si evidenzia, dicevamo, un frutto in evoluzione che ricorda la prugna disidratata, poi rosa rossa, cioccolato e vaniglia in chiusura. Palato con un buon volume che sviluppa una morbidezza iniziale, sospinta anche dal tenore alcolico, frenata a metà percorso, dall’ingresso della trama tannica, che risulta compatta ma che difficilmente troverà la giusta armonia, con il resto degli elementi in futuro. Finale asciutto e caldo.
86/100 – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Torcalvano 2004 (Cat. D)
Rispetta l’equilibrio sostanziale e l’apertura aromatica, che l’annata ha regalato ai propri figli. In tutta onestà, ci è piaciuto maggiormente al gusto, che nella fase olfattiva. Rubino compatto ed omogeneo, ciliegia e viola ma anche tocchi di vaniglia e canella. In bocca è avvolgente caldo e formoso nel suo rotondeggiare. Pieno, in equilibrio nelle sue componenti, potente ma soffice, zero spigoli e di media lunghezza.
I Cortona:
90/100 – Cortona Merlot Desiderio Avignonesi 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Uno dei due grandi Merlot (in questo caso con un 15% di Cabernet Sauvignon) prodotto in terra Aretina. Vino ormai diventato un’istituzione per la Toscana, con il nome che deriva dal mitico toro chianino Desiderio (che campeggia imperioso in etichetta) e di cui si vocifera, che dai geni di questo “capo-nucleo”, vissuto nella seconda metà del 1800, si siano sviluppate molte delle attuali rappresentanti della razza chianina sparse per il mondo. Rubino concentrato, naso ampio ed elegante, dove si possono riconoscere minerale ferroso, tartufo, mora, scatola di sigari ed una balsamicità, in crescita, che si farà ancor più determinata in futuro. Avvolgenza e morbidezza iniziali, che cedono poi il passo ad una buona freschezza e ad una interessante e presente trama tannica di alta qualità. Finale lungo, equilibrato e di estrema finezza.
89/100 – Cortona Syrah Stefano Amerighi 2007 (Cat. D)
Altissimo Ceto
Stefano Amerighi è un giovane vignaiolo che con coraggio, volontà ed una filosofia tutta improntata sulla conduzione biodinamica, si è già fatto conoscere ed apprezzare, pur essendo solo alla sua seconda uscita, addirittura con uno dei Syrah tra i più eleganti in Italia. Lo diciamo con profonda convinzione e lo possiamo anche scrivere a caratteri cubitali senza paura di essere smentiti. La grazia con cui questo vino accarezza il palato è rara, mette in risalto ancora una volta che Cortona è terra prediletta per questo vitigno, ma i risultati possono essere raggiunti solo con la serietà di persone come Stefano ed il savoir-faire di enologi come Federico Staderini. Ricco cromaticamente, profondo con sfumature porpora, naso che si fa spazio e detta ritmi da grande vino ma che potrà dare il meglio di se in un prossimo futuro. Frutto dolce, un floreale davvero di rilievo, toni di cacao amaro e cuoio e una sensazione di pasta di olive, sui generis, curioso ma piacevole. Bocca che sorprende per classe, per delicatezza, per setosità, per armonia, per interazione tra le componenti, tannini di altissimo livello, con una compostezza ed uno sviluppo diretto, che entusiasma.
87/100 – Cortona Syrah Bramasole La Braccesca 2006 (Cat. E)
etichetta non disponibile
Porpora violaceo che macchia le pareti del bicchiere. Al naso, carattere speziato e frutto nero su tutto, la prima olfazione decisamente tendente al dolce, mentre la seconda ricorda la mora di rovo, descrittori ben scadenzati temporalmente, naso soft molto rotondo. Rimane come filo conduttore questa rotondità anche al gusto, morbido, tannini dolci, opulento, avvolgente e succoso, saporoso e lungo richiamo di frutto nero nel finale, ben fatto. Il Bramasole è un’altra maniera di rappresentare il syrah cortonese, ma sempre di lodevole qualità.
85/100 – Cortona Merlot Smeriglio Baracchi 2007 (Cat. C)
Rubino impenetrabile, con un bel ventaglio olfattivo, con ricordi di prugna, china, liquirizia, rabarbaro e cola. Ricorda il velluto nell’ingresso gustativo, con la grazia e la suadenza che ricorda pure le forme di una modella anni ’60. Grasso, ma con una vena di freschezza necessaria a riportare il tutto sui binari della scorrevolezza e della finezza. Esempio calzante di un Merlot Cortonese ben riuscito.
85/100 – Cortona Syrah Smeriglio Baracchi 2007 (Cat. C)
Siamo nella patria italiana del vitigno Syrah, e nella doc più importante in Italia per questo vitigno, dove anche l’interpretazione “Baracchiana” si pone su livelli interessanti, con le caratteristiche tipiche di questa terra che sviluppano calore, struttura e profondità, percepite sia a livello olfattivo che gustativo, con volumi rilevanti al palato, pienezza di gusto e potenze interessanti, senza dimenticare l’eleganza nelle migliori espressioni. Al naso marasca e succo di mora, pepe nero e liquirizia, vigoroso e vibrante ma anche opulento e soprattutto caldo nel suo abbraccio finale.
84/100 – Cortona Sangiovese Smeriglio Baracchi 2007 (Cat. C)
Puro sangiovese, difficilmente paragonabile nella sostanza e nello stile, da quello prodotto dai cugini chiantigiani, questo è il principe di San Martino ovvero il Sangiovese prodotto con caratteristiche che possono apparire simili, ma che si differenziano per calore ed estrema morbidezza. Media intensità colorante, naso che passa dal lampone al pepe, dal floreale alla balsamicità, senza cedimenti nell’evoluzione. Buona la spinta della freschezza, mentre i tannini si rivelano solidi ma molto soft nella loro percezione. Interessante l’equilibrio che già mostra, dote naturale, che fa rimanere una pulizia di bocca e la voglia di ritornare sul sorso successivo.
83/100 – Cortona Merlot In Violas Poliziano 2007 (Cat. A)
Concentrato nel colore, appare quasi impenetrabile, naso ordinato e preciso, non di grandissima ampiezza, ma molto fine. In seguenza ribes, mora, vena balsamica e cioccolato, con chiusura dolce. Si ripete la situazione di precisione assoluta pure al gusto, molto inquadrato, senza sbavature, ma sottile ed essenziale nella sostanza, con tannini sferici ed un’alcolicità invadente, che chiude il vino lasciando un ricordo reso indelebile dalla sensazione pseudo-calorica.
Gli IGT:
88/100 – Toscana IGT 50 & 50 Avignonesi – Capannelle 2005 (Cat. G)
Vino prodotto da 50% di uve Merlot provenienti dall’azienda Avignonesi e 50% di uve Sangiovese provenienti invece da Capannelle. Una collaborazione tra due aziende toscane di assoluto livello, che continuano a credere e ad investire su questo progetto da più di 20 anni, con risultati che sono una prova qualitativa tangibile e che si conferma di anno in anno. “Profondo rosso” ma rubino, con un’olfazione ricca, intensa e complessa, che passa dal balsamico al cuoio, dalla grafite alla mora, per finire tra china ed inchiostro. Componenti gustative fuse tra eleganza e concentrazione, connubio disturbato solamente da una trama tannica decisa che tende ad asciugarsi velocemente. Piacevole come sempre anche l’alternarsi tra quella opulenza merlottiana e la profondità e la freschezza del carattere sangiovesizzante. Di grande lunghezza, ma alla ricerca della sua perfetta armonia.
87/100 – Toscana IGT Ardito Baracchi 2006 (Cat. F)
Altissimo Ceto
La “Baracchi Valley” è un’oasi felice e di grande classe, che vive dalla proverbiale caparbietà, volontà, simpatia e costanza dei coniugi Riccardo e Silvia, seguiti dal figlio Benedetto. C’è tutto per stare bene. Il Relais & Chateaux Il Falconiere e l’azienda agricola che produce olio e vino. In prima linea, almeno per quanto riguarda la produzione enologica, c’è Riccardo. Persona propositiva ed innovativa anche se fortemente legato alle tradizioni di famiglia, produttori di vino dal lontano 1860. In azienda trovano felicemente spazio vitigni come il Sangiovese ed il Trebbiano, i quali coabitano in grande armonia con Cabernet, Merlot e Syrah. L’Ardito è un’IGT prodotto “fifty-fifty” tra Syrah e Cabernet Sauvignon. Naso dove si mettono in evidenza pepe, vaniglia, noci di cocco e balsamicità. Al gusto è bocca da fuoco, compatto e potente, caldo e pieno ma ancora con tannini serrati che risultano dominanti creando qualche colpo di coda sul finale. Chiusura calda e asciutta.
87/100 – Toscana IGT Boscarelli Boscarelli 2006 (Cat. F)
A discapito del risultato, potremmo definire l’IGT di Boscarelli, tra quelli prodotti, il vino che ci ha meno convinti. Troviamo che la sostanza, lo stile e la concentrazione messe in campo con questo prodotto, nulla hanno da spartire con la consueta finezza, eleganza e grande classe che sono solite trovarle nei loro vini. Niente da eccepire dal punto di vista enologico. Il vino è più che ben fatto, pulito e nitido. Al naso si avvertono marasca e spezie dolci, liquirizia, carruba, ginepro ed un finale resinato. In bocca è irrequieto, scalpitante nella sua giovinezza, come un cavallino ancora da domare. Quello che invece ci ha fatto storcere il naso è la sua troppa concentrazione, la quale, pur non cedendo nella stucchevolezza, tende a stancare il palato sul piano della bevibilità. Cosa, ripetiamo, abbastanza insolita per un vino di Boscarelli.
87/100 – Toscana IGT Filippone Canneto 2005 (Cat. C)
Granato di media trasparenza, acceso nella tonalità. Ottenuto da proporzioni paritarie di uve Sangiovese e Merlot, offre un profilo olfattivo di buona avvolgenza e discreta ricchezza. Ci pare ormai che abbia raggiunto il suo equilibrio e molto vicino al proprio apice aromatico che racconta di prugna, mentolato di eucalipto, liquirizia, cuoio e minerale di grafite. Al gusto risulta pieno e ben riuscito. Corretta e piacevole l’integrazione delle componenti, rimane in risalto e perfettamente in linea per l’annata, la trama tannica che tende ad asciugare il finale di bocca. In questa versione, il carattere arcigno del Sangiovese tende a prevalere, non mettendo in perfetta luce le morbidezze e le avvolgenze merlottiane.
81/100 – Toscana IGT O’ Lillo Baracchi 2008 (Cat. A)
O’Lillo significa in dialetto “ehi, ragazzo!”. E’ un vino, la cui bottiglia, si esaurisce facilmente sulle tavole, durante un pasto. Beverino ma fatto con tutti i crismi della qualità, simpatico, divertente e concepito per non essere troppo cerebrale. Ciliegia, fragola, melograno e una viola fresca e fragrante al naso. Corpo non impegnativo, basato sulla freschezza e con buoni tannini scorrevoli e con un fresco finale di frutta.
80/100 – Toscana IGT Rosso Avignonesi Avignonesi 2007 (Cat. A)
Parliamo di un vino che, con rispetto parlando, possiamo definire tranquillamente il vino “base” per Avignonesi ed è quindi normale che non ci dovremo aspettare fuochi d’artificio, ma bensì qualcosa di fruibile molto facilmente e con una facilità di beva. Blend di Sangiovese, Cabernet e Merlot, dalla buona intensità colorante, un’olfazione divertente e di discreta ampiezza, con alternanza di frutti rossi e neri, liquirizia, geranio e legno dolce. Non di grande struttura e questo purtroppo fa emergere una componente alcolica che si mostra un po’ troppo sopra le righe, seppur bilanciata da una viva freschezza.
3) CONCLUSIONI FINALI
Una degustazione che, se paragonata alle altre sessioni effettuate per la Toscana, ha messo in evidenza un filo conduttore che differenzia fortemente Montepulciano e Cortona dal resto della regione. Non ci riferiamo soltanto alla composizione degli uvaggi dove possono trovare coabitazione (più del Chianti) il Sangiovese alias Prugnolo Gentile in questo caso e le uve “internazionali”. Ma a anche agli stili (e di alcune filosofie) evidenti, le quali, con il passare delle annate, si sono fatte sempre più portabandiera di un carattere aziendale che ha visto affondare le proprie radici nel territorio, già da diversi decenni. Abbiamo sgombrato la mente da facili preconcetti prima di iniziare queste sessioni e ci siamo concentrati piuttosto sul lavoro di umili degustatori, e ci siamo voluti mettere dalla parte del consumatore odierno, chiedendosi se queste identità aziendali, rappresentate dai vini nei nostri bicchieri, pur “miscelando” uve autoctone ed alloctone, mettevano in risalto quelle reali identità che da più parti vengono invocate, volendo racchiudere dei legami con le proprie terre di origine.
La risposta ve l’abbiamo data nel racconto dei vini degustati. Montepulciano rappresenta un mondo ancora non del tutto espresso e che spesso, a torto, viene sottovalutato a discapito di altri areali toscani. Ma possono, e devono, rappresentare un vantaggio nei confronti di un mercato che si è fatto più esigente. Vi abbiamo raccontato di aziende che esprimono un loro preciso stile, cercando espressamente di cogliere e di leggere quanto racconta il proprio territorio. Ognuno a suo modo. C’è quello fortemente “tradizionalista”, con questo termine ci riferiamo ad una certa “rugosità” degli stili e non per quanto riguarda invece l’uso dei legni, come Sanguineto e Godiolo, passando a dei medium-style come Boscarelli e Dei, fino a raggiungere dei tratti più internazionali, che trovano rappresentazioni da aziende come Poliziano o Avignonesi. E per “internazionali” non imputiamo quell’approccio facilone e abbastanza omologato che non sono nel DNA delle aziende sopra citate, ma ad un loro preciso taglio stilistico che gli hanno permesso di raccogliere un notevole successo fuori dai nostri confini.
Poi ci sono i vini che dimostrano una loro precisa identità. I Rosso di Montepulciano sono in genere prodotti semplici, che offrono una beva corretta, sottile ma ben fatta, proposti spesso a prezzi davvero concorrenziali. Mentre la denominazione del Vino Nobile rappresenta un mondo più variegato per quanto riguarda strutture, spessori e concentrazioni. Il consumatore appare molte volte disorientato nella scelta, poichè non ha tra le mani degli elementi descrittivi in etichetta, sui quali porre la sua fiducia e di conseguenza fare le proprie considerazioni in tutta serenità, disorientato anche dall’enorme variabilità di prezzi proposti, a meno che non si debba mettere mano al proprio portafoglio ed optare direttamente per i cru più prestigiosi, ma che offrono sicuramente delle garanzie in questo senso. La denominazione che invece incide meno di altre zone toscane e che meno ne sentiamo l’esigenza di una sua esistenza, è la tipologia “Riserva”. Quest’ultima, sulla carta, dovrebbe rappresentare il meglio dell’offerta enologica poliziana, ma non trova poi riscontro nella realtà dei fatti, in quanto, molte delle selezioni top aziendali sono invece imbottigliate come “normali”. Per di più soffre anche di una sottomissione psicologica, a livello di considerazione, verso la pari-denominazione ilcinese.
L’altra denominazione visitata, anche se velocemente, è Cortona. Vero crocevia di vitigni alloctoni ed in particolar modo per uno in particolare, per il quale ha fatto da culla per diversi anni, dando delle direttive e dei segnali, rappresentando il suo “terroir” di elezione: ovvero il Syrah. Anche se mancano diversi rappresentanti di quest’uva tra quelli raccontati sulle nostre pagine, viene evidenziato anche in questo caso un preciso stile aziendale percorso, verso quella che è una sua interpretazione stilistica. A Cortona comunque c’è la possibilità di spaziare su più fronti, ma ci mancano, ad oggi, degli elementi e delle caratteristiche inequivocabili, che possano disegnare al meglio il vero tratto caratteriale della denominazione.
Prima di chiudere vorremmo porre l’accento su alcune peculiarità legate alle annate. Nelle nostre sessioni, si è spaziato dalla 2003 alla 2008 ed ognuna, presa singolarmente, ha evidenziato delle mutazioni profonde se paragonate alle altre. Avremmo da denunciare inoltre più di una perplessità, verso quelle che sono le valutazioni in stelle date dal Consorzio, a cominciare dalla 2003 e la 2005 che sono state valutate con le quattro stelle, leggasi annata ottima. Se aggiungiamo anche le nostre esperienze di degustazioni di altri campioni quì non inseriti, abbiamo in mano più elementi negativi che non concordano affatto con questa valutazione, che risultano alla fine degne della medesima considerazione (per il Consorzio) di annate molto più valide, come ad esempio la 2001 o la 2004 tanto per citarne qualcuna e che tuttavia sarebbero meritevoli di ben altra dimensione. Queste due annate hanno visto vini con maturità precoci, spesso evoluti, strutture con carenze di acidità e trame con tannini che si sono rivelati particolarmente secchi. Di ben altra entità è la 2004, la quale ha sorpreso per la sua apertura aromatica, il suo modo di essere, per certi versi, un po’ ruffiano, con dolcezze di frutto e morbidezze palatali che mettono in risalto dei tannini più docili. Discreta e, a tratti, molto simile è anche la 2008, ma avremo modo di parlarvi in futuro, quando scenderanno in campo i fuoriclasse di questa annata. La 2006 è stata considerata, insieme alla 2007, annata eccezionale e questa volta…a ragione! Un filo superiore però la prima che entusiasma per eleganza e finezza e lascia trapelare tutta la suadenza del Sangiovese, mentre la 2007 gioca più su un frutto più polposo e dolce e dei tannini mordenti come quella che l’ha preceduta, ma solo un po’ più irruenti.
Articolo redatto da:
Cristiano Cini.
Referente regionale per la Toscana.
Sommelier Professionista, Degustatore Ufficiale e Relatore ai corsi A.I.S. Sommelier e titolare del Ristorante “La Tagliatella” di Arezzo e presidente delle strade del Vino Terre di Arezzo.
Vice-Campione Italiano A.I.S. dal 2006 al 2008, Miglior Sommelier della Toscana 2003.
Si ringraziano i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
PIEMONTE
-I Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
-Le Barbere d’Asti e altre Barbere.
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO-ADIGE
-Le “bollicine” metodo classico.
VENETO
FRIULI VENEZIA-GIULIA
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – prima parte.
-I Vini Bianchi del Friuli V.G. – seconda parte.
-I Vini Rossi ed alcune “chicche” dolci.
EMILIA-ROMAGNA
-Sangiovese di Romagna, Albana di Romagna passito e altre eccellenze.
UMBRIA
TOSCANA
-Le produzioni IGT del Chianti Classico ed alcune eccellenze di zone limitrofe.
MARCHE
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
CAMPANIA
SICILIA
-I Vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I Vini bianchi e rossi della Sicilia.
Le sessioni di degustazione si sono svolte presso il Ristorante di Cristiano Cini:
RISTORANTE LA NUOVA TAGLIATELLA
Viale Giotto, 45/47
52100 Arezzo
Tel: 0575 21931
e-mail: cristina.raffaelli@alice.it
La Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto. Dedicata alle sole eccellenze. Sponsored By Amici Gourmet – Network esclusivo di appassionati Gourmet.
Sei un appassionato Gourmet? Un addetto ai lavori? Un semplice nostro affezionato lettore? E non sei ancora titolare della Nostra Card esclusiva Viaggiatore Gourmet? Sostieni anche tu la nostra Guida Online Indipendente dedicata alle eccellenze e in cambio ricevi coccole e privilegi. Scopri come… QUI. Ti aspettiamo!