Articolo a cura di Luisito Perazzo
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige e il Friuli Venezia-Giulia.
Introduzione di Ivano Antonini.
A partire da questo articolo, prendono voce anche i vari componenti della commissione di assaggio della Tasting Commission di Altissimo Ceto. Ogni referente regionale sarà incaricato a redigere l’articolo inerente le degustazioni delle proprie regioni. Resta da precisare il fatto che le valutazioni e le note di degustazione affidate a ogni singolo vino, non saranno da reputare al titolare dell’articolo in questione, ma saranno sempre e comunque il risultato prodotto da tutta la squadra.
A loro vanno gli auguri personali di buon lavoro e…benvenuti a bordo!
Continuano le nostre degustazioni inerenti la nostra Guida dei Vini on-line dedicata alle sole eccellenze. Questa volta tocca alla Franciacorta e le sue “magiche” bollicine. Cosa ne è scaturito? Seguiteci…
Per prima cosa una piccola legenda su come orientarsi. Al primo punto troverete la graduatoria finale, limitata ai soli punteggi, che è scaturita al termine delle nostre sessioni. Tale graduatoria è suddivisa per tipologie di produzione, punteggio e, in caso di medesima valutazione, per ordine alfabetico riferito ai produttori. Una precisazione riguarda le Cuvèe aziendali che noi abbiamo chiamato: I Franciacorta nelle espressioni delle Cuvèe più prestigiose. Questi Franciacorta rappresentano per ogni singola azienda le cuvèe che hanno sostato , più di altre, maggiormente sui lieviti. Quindi, anziché inserirle nelle loro tipologie di produzione di riferimento, abbiamo preferito degustarle a parte. Come al solito , abbiamo segnalato con il colore rosso, i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Infine, per coerenza al taglio e all’impronta che abbiamo dato alla nostra Guida, ovvero nel dedicarci alle sole eccellenze, abbiamo preferito non dedicarci alla degustazione delle Cuvèe “base” aziendali, vuoi anche per una volontà, da parte delle Cantine, di mantenere un certo standard qualitativo e aziendale, sui loro Brut non millesimati, anche con il passare delle annate.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria e questa volta verrà integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale, per accedere facilmente a dati, recapiti e, a breve, alle categorie con i prezzi possibili in enoteca e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
Non ci resta che augurarvi buona lettura…
1) LA GRADUATORIA:
I Franciacorta Non Dosati
90/100 – Franciacorta Pas Operè Bellavista 2003
90/100 – Franciacorta Dosage Zerò Ca’ del Bosco 2004
88/100 – Franciacorta Pas Dosè Il Mosnel n.m.
87/100 – Franciacorta Nature Gatti Enrico n.m.
86/100 – Franciacorta Zero Contadi Castaldi 2005
I Franciacorta Extra-Brut
90/100 – Franciacorta Extra Brut Ricci Curbastro 2005
88/100 – Franciacorta Extra Brut La Montina n.m.
87/100 – Franciacorta Extra Brut Francesco I° Uberti n.m.
86/100 – Franciacorta Extra Brut Ricci Curbastro 2002
I Franciacorta Satèn
91/100 – Franciacorta Satèn Ca’ del Bosco 2004
90/100 – Franciacorta Satèn Bellavista n.m.
89/100 – Franciacorta Satèn Contadi Castaldi 2005
89/100 – Franciacorta Satèn Il Mosnel 2005
89/100 – Franciacorta Satèn Magnificentia Uberti n.m.
88/100 – Franciacorta Satèn Gatti Enrico 2005
88/100 – Franciacorta Satèn Monte Rossa n.m.
88/100 – Franciacorta Satèn Quadra 2005
87/100 – Franciacorta Satèn Ricci Curbastro 2003
87/100 – Franciacorta Satèn Ronco Calino n.m.
86/100 – Franciacorta Satèn La Montina n.m.
86/100 – Franciacorta Satèn Montenisa 2003
I Franciacorta Rosè
89/100 – Franciacorta Brut Rosè Monte Rossa n.m.
88/100 – Franciacorta Brut Rosè Bellavista 2005
88/100 – Franciacorta Demi Sec Rosè La Montina n.m.
87/100 – Franciacorta Parosè Il Mosnel 2005
87/100 – Franciacorta Brut Rosè Montenisa n.m.
87/100 – Franciacorta Brut Rosè Radijan Ronco Calino n.m.
86/100 – Franciacorta Brut Rosè Contadi Castaldi 2005
86/100 – Franciacorta Brut Rosè Ricci Curbastro n.m.
86/100 – Franciacorta Brut Rosè Uberti n.m.
84/100 – Franciacorta Brut Rosè Quadra n.m.
I Franciacorta Brut Millesimati
89/100 – Franciacorta Brut Gran Cuvée Bellavista 2005
89/100 – Franciacorta Brut Cà del Bosco 2004
89/100 – Franciacorta Brut La Montina 2004
89/100 – Franciacorta Extra Brut Comarì del Salem Uberti 2004
88/100 – Franciacorta Brut Cuvée 15 Quadra 2005
87/100 – Franciacorta Brut P.R. Monte Rossa n.m.
86/100 (?) – Franciacorta Brut Ronco Calino 2004
I Franciacorta nelle espressioni delle Cuvèe più prestigiose
90/100 – Franciacorta Extra Brut Vittorio Moretti Bellavista 2002
89/100 – Franciacorta Brut Anna Maria Clementi Ca’ del Bosco 2002
89/100 – Franciacorta Non Dosato Sublimis Uberti 2002
88/100 – Franciacorta Brut Sel. Emanuela Barboglio Il Mosnel 2005
87/100 – Franciacorta Satèn Soul Contadi Castaldi 2001
87/100 – Franciacorta Brut Contessa Maggi Montenisa 2001
87/100 – Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto Ricci Curbastro 2003
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE
I Franciacorta Non Dosati
90/100 – Franciacorta Pas Operè Bellavista 2003
Sembra tutto scontato quando si scopre la mano e lo stile di quest’azienda franciacortina di riferimento, tanto che la versione presentata del Pas Operè non lascia spazio a interpretazioni ondivaghe. Un vino sicuro e diretto, dal colore verdeggiante, il profilo floreale e la bocca che rivela un perfetto bilanciamento con una stuzzicante salinità. Da bere e da apprezzare!
90/100 – Franciacorta Dosage Zerò Ca’ del Bosco 2004
Altissimo Ceto
Siamo alle solite… possono cambiare tipologie, stili, mode, ma alla fine, anche in una degustazione alla cieca ti accorgi che se Ca’ del Bosco (e possiamo affermare anche Bellavista) ha reso grande la Franciacorta, un motivo ci sarà. E ti accorgi anche di quanto il tuo bicchiere finisca piacevolmente subito. A tutto questo aggiungiamo pure i motivi relativi a questo millesimo che sono dettati da uno splendido colore dorato luminoso e accattivante, da un impianto naso-bocca che esprime notevole fruttosità e una freschezza sempre corteggiata da un profilo caldo e avvolgente. Non impiega molto a conquistarti!
88/100 – Franciacorta Pas Dosè Il Mosnel n.m.
Certamente non rappresenta la tipologia di vino aziendale che stacca tutti e se ne va… ma la cuvèe non dosata di Lucia e Giulio Barzanò ha espresso una coerenza sensoriale di ottimo livello. Perlage fine e persistente, ma soprattutto un’articolazione aromatica che incrocia frutta tropicale, pepe bianco, note floreali e di erbe aromatiche con un centro-bocca morbido, agile e mai banale.
87/100 – Franciacorta Nature Gatti Enrico n.m.
Un vino che si è sviluppato per metà! Prima si è offerto con una corona molto fine e una profumazione variegata di frutta gialla e frutta secca con tocchi minerali. Poi si manifesta con un ingresso altrettanto dotato, ma con inferiore dinamismo che non rende giustizia alle premesse iniziali. Resta comunque un invito di una piccola azienda che già ha dato molto al territorio franciacortino, ma dalle grandi prospettive future!
86/100 – Franciacorta Zero Contadi Castaldi 2005
Contadi Castaldi? Sorella minore o senza portafoglio? Sappiamo benissimo che questa realtà di Adro respira della propria aria e impone un suo stile, ma la gente l’ha spesso vista come l’azienda che vive sotto l’ala dell’azienda più prestigiosa di Vittorio Moretti. Noi non ci lasciamo influenzare da questo e indipendentemente da collocazioni tecnico-produttive, qui si tratta di uno “Zero” certamente ben riuscito con uno stile che esprime finezza, florealità e toni agrumati. Lo sviluppo è fresco, lineare e piacevolmente tipologico, senza risultare banale. Voci dicono che dal prossimo millesimo (così come le altre cuvèe di Contadi) dovrebbe acquistare anche maggior grinta. Alla prossima puntata allora…
I Franciacorta Extra-Brut
90/100 – Franciacorta Extra Brut Ricci Curbastro 2005
Se in principio sembrava che lo sviluppo qualitativo di questa azienda, ruotasse tutta intorno al Satèn, oggi possiamo dire che l’attuale gamma dei vini aziendali, si eleva per eleganza e sofficità. Non da meno è questo extra-brut targato 2005, dove la carbonica fa capolino dalla veste giallo dorato e punta su “grandissime” bollicine. Il naso è gioviale e fragrante, ma poi è lo sviluppo di bocca a segnare il passo. Fresco, agrumato, minerale. Spinge e allunga. Molto bello!
88/100 – Franciacorta Extra Brut La Montina n.m.
Realtà vitivinicola in continuo divenire per lo sviluppo qualitativo. Caratteristiche dettate non solo dal rigore aziendale, ma dalle ottime capacità, date dall’ambiente pedoclimatico in cui vive. L’extra-brut dei fratelli Bozza fa tutto per bene, con un’ampiezza aromatica che si apre a ventaglio divertendo: ananas, mela e salvia. La bocca è sapida, fresca e di peso.
87/100 – Franciacorta Extra Brut Francesco I° Uberti n.m.
Certamente è la versione di bollicine del Francesco I°, che “soffre” la maggior concorrenza nei confronti della versione omonima del cru aziendale. E’ altrettanto vero che nelle versioni non millesimate c’è proprio la volontà di lasciarle “intatte” e integre, con aromaticità aperte e definite e l’assaggio che gioca sulla bevibilità e morbidezza di fondo. Noi, che siamo degli eterni insoddisfatti, sappiamo che gli Uberti sarebbero però capaci di conferirgli quel tocco di personalità in più.
86/100 – Franciacorta Extra Brut Ricci Curbastro 2002
Se vogliamo parlare di stile e di coerenza produttiva, tali caratteristiche sono da ricercare proprio nel timbro che viene imposto ai suoi vini da questa azienda di Capriolo. Da ricercare sia nel quadro aromatico aperto e immediato, sia nella sua distensione gustativa sottile e delicata, ma senza concedersi a grandi avvolgenze o esplosioni. In più crediamo che quest’ampiezza soffra, e non di poco, la complessità abbastanza limitata data dalle difficoltà dell’ annata.
I Franciacorta Satèn
91/100 – Franciacorta Satèn Ca’ del Bosco 2004
Altissimo Ceto
E’ stato insolitamente timido l’esordio che ha avuto nella nostra degustazione il Satèn della Cà del Bosco. Inizialmente ha vissuto un breve periodo di staticità nel bicchiere, prima di concedersi una buona boccata di ossigeno per poi ripartire a fondo. Ci ha dato l’impressione della fuoriserie ferma al semaforo, con il rombo del motore che non riesce a sprigionare la sua potenza, poco prima che il semaforo diventi verde. Dopo? Via libera a un frutto maturo, ma croccante, ricamato da un accenno di speziatura gradevole, ma non evoluta. Nello sviluppo al palato possiede il dinamismo di una Smart in un circuito cittadino, prima di chiudere in un finale fatto di classe ed eleganza.
90/100 – Franciacorta Satèn Bellavista n.m.
Per fare 90 non bisogna per forza impressionare o far paura… bastano tante piccole e durevoli bollicine che percorrono un bicchiere. Se esiste uno stile Bellavista è proprio nello sviluppo del perlage di qualsiasi sua cuvèe, come delle piccole ballerine che danzano in una melodia, riassumendo in sintesi tutta l’eleganza di questa casa, dando poi l’anticipo a quanto ci aspetteremo all’olfatto, possibilmente veicolando aromi di frutta esotica in pezzi, fiori e quant’altro. Il gusto si offre secco ma morbido, caldo ma fresco, equilibrato ma progressivo, e poi senz’altro minerale. Basta così…
89/100 – Franciacorta Satèn Contadi Castaldi 2005
Dicevamo delle promesse e dello sviluppo sempre in divenire che esprimono i vini della tenuta. Parlando del Satèn di Contadi però possiamo tranquillamente asserire, che è dalla versione 2001 che non ritrovavamo un frutto così ben disegnato, fatto di lampi agrumati e toni più croccanti rispetto al recente passato. La trama è fresca, longilinea, con uno sviluppo schietto, incisivo e invitante.
89/100 – Franciacorta Satèn Il Mosnel 2005
Tra le migliori espressioni di sempre è questa 2005 del Satèn dei Barzanò. Possiede un leit motiv più snello e dinamico, dove quelle classiche note calde, dolci, burrose e vanigliate date dal legno, sembrano appartenere al passato e che spesso impedivano la sua piacevolezza, non tanto nello sviluppo del singolo bicchiere, ma nella progressione di beva della bottiglia. Espressività aromatica fatta anche da note di sambuco e di mimosa. Di alto profilo la struttura di bocca con perfetto bilanciamento degli elementi e toni minerali che esauriscono l’analisi. Da applausi!
89/100 – Franciacorta Satèn Magnificentia Uberti n.m.
Sempre in splendida forma il Magnificentia di Uberti. Forse l’etichetta qualitativa più regolare di questa casa, anche con il passare delle sboccature. Bicchiere che colpisce già alla vista per la sua veste dorata e carica luminosa, moto ascensionale persistente e maturità del frutto, che possiamo leggere così: frutta gialla, caramella mou e miele d’acacia. Ingresso al palato con tonalità calde, pieno e morbido con sensazioni polpose e rotonde.
88/100 – Franciacorta Satèn Enrico Gatti 2005
Versione alquanto singolare del Satèn di casa Gatti, dove esprime un naso dolce di crema chantilly e articolato con sensazioni di papaya e litchi. Approccio palatale che risulta sferico e appagante seppur sostenuto da una limitata vena acida, che ne compromette l’allungo.
88/100 – Franciacorta Satèn Monte Rossa n.m.
La produzione vinicola di Monte Rossa pone l’accento su una costanza che coniuga potenza e abilità di beva, completezza dei profili e dinamicità sensoriali. Caratteristiche che la pongono di diritto nel rango delle eccellenze franciacortine. Il Satèn degustato manifesta la fisionomia e la fisiologia di quanto detto per la sua apertura olfattiva, con inserimenti di lime e zenzero e per agilità di bocca supportata da una spuma cremosa e un finale piacevole.
88/100 – Franciacorta Satèn Quadra 2005
Nuova realtà franciacortina che avanza e si fa spazio grazie a una convincente e prestigiosa conduzione tecnica. Un vino che ha raccolto unanimi consensi all’interno del panel sfoderando una performance originale dal punto di vista aromatico con note di fragoline di bosco, ananas grigliata e salvia e con uno stile di piacevole suadenza nello sviluppo con contrappunti fruttati e minerali.
87/100 – Franciacorta Satèn Ricci Curbastro 2003
Se l’entusiasmo ci ha assalito quando abbiamo degustato l’Extra-brut di Ricci Curbastro, lo stesso non è avvenuto nell’approccio per la versione “satinata”. Beninteso nulla di grave, anzi ad averne di calici con un timbro di profumi che si slancia in effusioni vanigliate, di pepe rosa e pesca bianca e che accarezza le papille con soffice sapidità rilanciando una beva fresca e leggera. Pertanto il “peso” gli fa perdere terreno nello slancio, dove sembra soffrire il calore dell’annata.
87/100 – Franciacorta Satèn Ronco Calino n.m.
Il Satèn di Paolo Radici è sempre una garanzia. Anche se il punteggio può sembrare riduttivo e ingeneroso, è un vino che offre uno spettro aromatico che ricorda il confetto, la mandorla tostata e degli sfondi agrumati. Caratteristiche che ritroviamo al gusto, resa più croccante da una spuma minuta e presente. Il finale esalta una sottigliezza della trama, che risulta però un po’ amarognola.
86/100 – Franciacorta Satèn La Montina n.m.
Versione della denominazione forse tra le meno felici e convincenti tra quelle proposte da questa casa, motivo in più se volessimo paragonare questa tipologia rispetto alle precedenti versioni. Non certo penalizzata per il suo orientamento olfattivo che paventa note fruttate e floreali, quanto per una dimensione che appare fine, ma che risulta statica e priva di appoggi solidi per valutarne in maniera più importante la sua progressione.
86/100 – Franciacorta Satèn Montenisa 2003
Il progetto Antinori nella Franciacorta non sembra ancora trovare spunti stellari, almeno in questa sessione di degustazione. Si sa, l’attesa per i grandi e immediati risultati, è sempre proporzionale al blasone di chi li ha messi in campo. Il bicchiere in esame rivendica un profilo fresco, con accenni tostati e sfumature di mela gialla e un centro-bocca che poco si rinnova accusando una leggera maturazione del frutto, che frena lo sviluppo gustativo.
I Franciacorta Rosè
89/100 – Franciacorta Brut Rosè Monte Rossa n.m.
Grande riuscita per il rosè di Emanuele Rabotti che si fregia di una veste accesa con carica carbonica diffusa e uniforme, con una caudalie di fiori e frutti a reggere la paletta dei profumi, cosi come la fermata sulla gustativa che si arricchisce di seducente cremosità e finisce con suggestioni di fragola e timo. Bravi!
88/100 – Franciacorta Brut Rosè Bellavista 2005
Rosa tenue luminoso e brillante, lascia il posto con grande velocità, alla gradevolezza aromatica che si dipanano e si rincorrono netti e precisi. L’assaggio si posiziona con grazia e gentilezza, rivelando un tono morbido, snello e slanciato.
88/100 – Franciacorta Demi Sec Rosè La Montina n.m.
Bellissima prova per il Demi Sec della Montina. Bicchiere vestito di rosato opaco con varietà delle note odorose che si presentano con evoluzione delle componenti e una superficie di gusto quasi dolce. Svela un carattere morbido e fruttato, intenso, di giusta freschezza e con un grandissimo equilibrio acidità-zuccheri.
87/100 – Franciacorta Parosè Il Mosnel 2005
Se il 2005 ha rappresentato per i Barzanò una delle migliori prove per quanto riguarda il Satèn, altrettanto non possiamo dire per il Parosè, che ci è parso esprimersi in maniera meno marcata. Vino che evoca scie luminose e un bouquet che si fonde con elementi speziati e frutta rossa in successione. La bocca si dispone e si rilassa, progredisce con un corredo sapido-aromatico, ma è penalizzato sul finale in cui le percezioni tendono a essere nervose e un po’ amaricanti.
87/100-Franciacorta Brut Rosè Montenisa n.m.
Sicuramente l’etichetta più “solida” di questa casa. Tonalità estratta e convincente con file di carbonica attente e ordinate che aiutano nell’analisi aromatica un profilo di evoluzione in cui le note di spezie dolci e poi piccanti appaiono e scompaiono per poi definire un timbro maturo che si replica all’assaggio pur dimostrando una presa fresca e di media lunghezza.
87/100 – Franciacorta Brut Rosè Radijan Ronco Calino n.m.
Un Franciacorta che colpisce per il suo bel colore salmone con lungo, fine e fitto perlage a cui segue un complemento di aromi che suggerisce fragoline, mirtilli e mentolo. Gustativa che favorisce un ingresso morbido e viscoso e che si profila con tocchi minerali e sapidità integrata. Tutto sommato un bel prodotto, ma che in passate edizioni si esprimeva con tonalità rosate più tenui e un finale di bocca meno stucchevole.
86/100 – Franciacorta Brut Rosè Contadi Castaldi 2005
Rosa chiaretto con un campo aromatico che regala elementi di mora e di noce moscata, chiari e limpidi, ma che lamenta una fase olfattiva di chiusura fatta da una lieve carenza di pulizia. Al palato si presta con una disposizione in centro-bocca che incide per una dimensione tannica alquanto singolare e poco prevedibile per questa tipologia, con una mancanza di fluidità generale.
86/100 – Franciacorta Brut Rosè Ricci Curbastro n.m.
Si diceva di vini “marcati” e “timbrati” in fase olfattiva dei Franciacorta di Ricci Curbastro e si conferma l’espressione anche per la versione rosata. Tant’è che pur non sciorinando una prestazione maiuscola, presenta un colore buccia di cipolla con un’articolazione aromatica che richiama accenni di iris e di rosa bulgara e una statura di bocca che si distingue per linearità e un indice di freschezza mai fine a se stesso.
86/100 – Franciacorta Brut Rosè Uberti n.m.
Dispiace constatare che nel momento in cui elaboriamo i dati scaturiti dalle sessioni di degustazione, prendiamo atto di un periodo di transizione per lo sviluppo di questa tipologia. Tuttavia anche per una tra le più prestigiose case di Erbusco si conferma questa tendenza, anche se il Rosè di Uberti si presenta come un’etichetta semplice, sottile, lineare, ma che non si concede oltre, osando quel tantino che vorremmo trovare in una bollicina rosè di questa casa. Vino chiaretto che offre note di fragoline e geranio, dall’impronta fresco-sapida con un riscontro gradevolmente fruttato ed elegante sul finale.
84/100 – Franciacorta Brut Rosè Quadra n.m.
Se alcune cuvèe sono risultate maggiormente esaltanti rispetto a quella in questione, si deve certamente a un diverso utilizzo delle uve al fine di differenziare l’estrazione delle caratteristiche intrinseche delle stesse, per produrre sì un metodo classico, ma nella tipologia “rosè”. Vino rosato con poca vivacità nelle sfumature, buona corona della spuma, naso mai definito con aromaticità comune e base gustativa semplice e abbastanza corta. Etichetta per noi da rivedere in futuro.
I Franciacorta Brut Millesimati
89/100 – Franciacorta Brut Gran Cuvée Bellavista
Rappresenta un vino in pieno spirito Bellavista, dritto e diretto. Bello e luminoso il colore e il perlage, ammaliante il primo naso e poi l’apertura aromatica in grande assolo. Lungo, verticale, ma anche curvilineo lo sviluppo gustativo. Complesso, fresco e di buon carattere, che sfiora di un nulla la soglia dei 90 punti.
89/100 – Franciacorta Brut Cà del Bosco 2004
Da registrare un’ennesima ottima prova dei millesimati proposti da Ca’ del Bosco. Anche nel brut millesimato leggiamo: aspetto oro-verde, con bollicine scintillanti, e poi un quadro olfattivo centrato su un frutto croccante, che lascia spazio a cannella e arancia candita. In bocca si allunga su una posizione stabile, distesa e mai appagata. Un vino “facile”, sia da bere in quantità generose, che da ricordare.
89/100 – Franciacorta Brut La Montina 2004
Altissimo Ceto
Lo avevamo detto che le promesse di questa cantina di Monticelli Brusati aveva sempre qualcosa di buono da regalare. Ebbene sì, abbiamo davanti un vino che riesce a variegare su se stesso, divertendo il panel dei degustatori con un bouquet che racchiude mimose e margherite, pesca e pompelmo, miele e biscotto. Si beve e si gusta con una proporzione coesa e dinamica, con una scia finale che ripete e rimbalza le note. Chiarissimo!
89/100 – Franciacorta Extra-Brut Comarì del Salem Uberti 2004
Abbiamo pensato a lungo prima di decidere dove collocarlo nella nostra degustazione. Alla fine abbiamo pensato che, visto che nel portafoglio Uberti manca un millesimato di questa tipologia, ci è parso più giusto di collocarlo quì. La versione passata del 2003 Comarì aveva sofferto non poco le tonalità dell’annata, infatti nel bicchiere di questa 2004 già il colore veste sempre del suo usuale oro carico, ma con maggiore vivacità e luminosità. Naso sempre bello polposo di frutta gialla cotta, variegata a un legno più integrato. Bocca un po’ rigida in questo momento che richiederà sicuramente tempo in bottiglia per “farsi” e magari anche nell’ottica di rivedere il punteggio, con la possibilità di varcare la soglia dei 90/100. Cosa che ora non ci sentiamo di dare.
88/100 – Franciacorta Brut Quvée 15 Quadra 2005
Non ce la sentiamo di osannare la prova della Quvèe 15, tanto meno di denigrarla, però confessiamo che ci saremmo aspettati “un’altra partita”, nella direzione dei buoni propositi intrapresi da Quadra. Un vino esuberante all’istante con colore carico e sviluppo integro delle bollicine. Un attacco che strega la descrizione con frutta gialla, mela golden e sfumature di pan tostato. Al palato caldo e potente, dotato però di un rapporto ridotto, di buona intensità, ma limitato nella spinta. Promessa o premessa per i prossimi millesimi?
87/100 – Franciacorta Brut P.R. Monte Rossa n.m.
Abbiamo voluto inserire, per le sue caratteristiche e per le sue pretese, il P.R. di Monte Rossa in questa tipologia anche se non è un millesimato. Vino che seduce per note di pesca bianca e pompelmo con suggestioni di ginestra e pan grigliato. Ingresso gustoso, agile e orientato verso linee sapide e minerali. La polpa non è il suo forte, ma non se ne preoccupa. Piacevole!
86/100 (?) – Franciacorta Brut Ronco Calino 2004
Colorazione vivida con spuma sottile. Aroma pieno e polposo di fiori di camomilla, mentre l’apertura segnala crema di mandarino e tocchi fruttati. Il profilo è affilato, ma non adeguatamente misurato e pur evocando una generosa struttura, chiude in una cornice dura e poco sincronizzata. Passo falso oppure ha solo bisogno di tempo?
I Franciacorta nelle espressioni delle Cuvèe più prestigiose
90/100 – Franciacorta Extra Brut Vittorio Moretti Bellavista 2002
Altissimo Ceto
Una prova tutto sommato superlativa della Vittorio Moretti anche se frenata nella sua consueta verve, forse per l’annata di riferimento. Nulla ci vieta però di affidare il nostro giudizio dell’Altissimo Ceto a una delle cuvèe che più incarna uno stile, concedeteci il termine, transalpino, pur conservando l’impronta della prestigiosa casa data dalla magica mano di Mattia Vezzola. Molto buona la danza delle bollicine. Al naso abbiamo un ventaglio fatto di noci, nocciole, biscotto, bergamotto, zenzero, stracciatella, rinfrescato da note di limone candito e scorza d’arancia. Al palato, massa e velocità, sviluppo in altezza e lunghezza. Unica nota negativa? Il punteggio. Avrebbe ambito a qualcosa in più se avesse avuto una veste data dal legno, meno sfoggiante.
89/100 – Franciacorta Brut Anna Maria Clementi Ca’ del Bosco 2002
Altra performance per l’ “Annamaria” che si vede più paragonata a se stessa, dove viene un po’ penalizzata nel punteggio, forse perché viene dopo un 2001 strabiliante. Tuttavia gli elementi comuni derivano da una mirabile profumazione che in questo frangente sceglie un’evoluzione più accentuata del ventaglio se paragonata alla versione precedente, degustata nel medesimo periodo. Possiede una forma palatale ampia e assoluta che differisce non tanto per il rigore, ma quanto per il ridimensionamento generale e le riproposizioni del finale di bocca.
89/100 – Franciacorta Non Dosato Sublimis Uberti 2002
Cosa dire di un vino che fino a poco tempo fa non esisteva ancora e che oggi si impone con destrezza e avvolgenza? Semplicemente che i grandi vini nascono e si sviluppano grazie a cure scrupolose del vigneto, a un terroir di alta vocazione, delle competenze specifiche e tanta voglia di far bene. Ecco Sublimis 2002!
88/100 – Franciacorta Brut Sel. Emanuela Barboglio Il Mosnel 2005
“La” selezione di famiglia appare verdolino con una notevole progressione di bollicine che lasciano la base del calice a un attacco immediato di salvia e muschio, con un ritmo che viene scandito da note di mughetto e gelsomino e un assaggio che palesa eleganza e armonia, definito da un binomio acido-sapido che prolunga la forma con chiusura vellutata e minerale. Echeggiante!
87/100 – Franciacorta Satèn Soul Contadi Castaldi 2001
Crediamo che il Soul non abbia ancora capito cosa vorrà fare da grande. Al momento abbiamo un satèn millesimato che si ispira con una trama rigida e lineare con dei limiti di sfericità e marcature di rilievo. Con veste oro antico con suggestioni di pane al forno, ginestra e papaya. Contributo al palato di buona finezza, slanciato e misurato. Tutto questo per dire che se dovesse rappresentarsi come una versione più marcata e più progressista nello sviluppo, rispetto al Satèn “base”, beh… allora possiamo dire che dovrà frequentare gli studi, ancora per molti anni.
87/100 – Franciacorta Brut Contessa Maggi Montenisa 2001
Vino che ha espresso un debutto invitante ricavato dalle ottime sensazioni del perlage fine e persistente, da note odorose che richiamano glicine e fiori d’arancio con incroci di frutta esotica. Piano gustativo morbido, ma privo di spunti e di simmetria.
87/100 – Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto Ricci Curbastro 2003
Ne abbiamo già parlato in maniera già esauriente dei profili e delle strutture dei vini che caratterizzano questa realtà della Franciacorta. Quindi non vogliamo aggiungere nient’altro (o quasi). Gualberto non dosato 2003 interpreta identità e varietà dello stile Maison, però ci piacerebbe che potesse assumere, compatibilmente con la qualità delle uve (e quindi dell’annata), maggior “carattere” e profondità sensoriale in futuro, visto l’importanza del nome della cuvèe e soprattutto la certezza di poterlo raggiungere.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
La Franciacorta la puoi prendere da dove vuoi. Dall’alto o dal basso. Da destra o da sinistra. Puoi provare anche a rovesciarla come un calzino, ma alla fine i risultati ti diranno che, almeno per quanto riguarda le cuvèe più importanti, ci saranno solo due aziende al comando ed è anche facile intuire quali siano. Poi abbiamo un discreto numero di aziende di ottimo livello. Per esempio una su tutte è Uberti, azienda molto valida e splendidamente condotta, ma che a nostro modo di vedere, per essere perfetta, dovrebbe acquistare la medesima personalità dimostrata nei suoi vini più importanti, anche nella linea Francesco I°. Il Mosnel, egregiamente condotta dai fratelli Lucia e Giulio Barzanò, dovrebbe garantirci maggiore omogeneità nelle cuvèe proposte. Monte Rossa del bravo Emanuele Rabotti, il cui giudizio generale lasciamo in sospeso, visto che nella nostra degustazione mancava proprio il Cabochon. E così via per le altre aziende. Comprese anche quelle che, per svariati motivi, non ci hanno inviato i campioni. Ma quello che conta maggiormente è che si ha la sensazione di assistere a una fase di evoluzione delle diverse cuvèe degustate, con il risultato anche di trovarsi con inadeguate integrazioni delle componenti analitiche acidità/alcol e con delle differenziali importanti tra espressioni aromatiche (spesso e volentieri ampie e collaudate) e sinergia del gusto.
Altra considerazione è da dedicare per le cuvèe rosate, che mediamente non superano l’ostacolo del nostro apprezzamento generale, vuoi per mancanza di tradizione (e non ci limitiamo al solito e scontato linguaggio che parla di vini nati o modificati in virtù di una moda che vivono oggi i prodotti di questa tipologia) per una cuvèe di livello, vuoi per le maggiori difficoltà oggettive nell’elaborazione della cuvèe stessa, per dare un prodotto in equilibrio tra le varie componenti, ma che cerchino di riflettere al tempo stesso lo stile aziendale.
In ultimo una notazione sulle annate. Per farlo in maniera più completa possibile, ci appoggiamo anche alle nostre esperienze di degustazioni passate, prima che iniziasse a prendere vita la nostra Guida on-line.
Si assiste a una 2005 che quasi nella totalità sfodera tanta mineralità e una proposizione tipicamente floreale e agrumata. La 2004 riceve la palma d’oro per aver presentato vini polposi, ma con peso e croccantezza. La 2003 ha inevitabilmente subito un’accelerazione della maturità delle uve con conseguenti tostature, aromi più caldi e acidità “al limite”. Mentre la 2002, pur penalizzata da un andamento climatico umido, tuttavia è riuscita a consegnare delle vendemmie speciali ed egregie, nelle microzone più consone e soprattutto nelle espressioni delle cuvèe poco o non dosate.
NON ABBIAMO POTUTO DEGUSTARE…
Scorrendo le schede aziendali potreste trovare delle mancanze in questo articolo. Quindi ci troviamo con aziende come Majolini e Guido Berlucchi, le quali inizialmente ci avevano dato il loro consenso, ma poi, nonostante le nostre sollecitudini nella richiesta di invio dei campioni, le loro cuvèe non sono giunte in tempo al fine di poter essere messe in una degustazione comparata a bottiglie coperte.
Hanno partecipato alle sessioni di degustazione, i componenti del panel di assaggio del portale Web Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
-Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Articolo redatto da:
Luisito Perazzo.
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Un particolare ringraziamento per la loro disponibilità, allo staff del:
Fax 0332.238006
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