Articolo a cura di Savino Angioletti* e Luisito Perazzo**.
Con questo articolo, che segue i due racconti già pubblicati in precedenza con il resoconto dei risultati riguardanti i vini bianchi (prima e seconda parte), chiudiamo definitivamente i risultati delle degustazioni dei vini arrivati in sede del Friuli Venezia-Giulia, in questa prima edizione della Guida delle eccellenze enologiche del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto.
Per prima cosa la solita piccola legenda su come orientarsi nei nostri articoli. Al primo punto troverete la graduatoria finale che è scaturita al termine delle nostre sessioni, visualizzando i soli punteggi. Tale graduatoria è suddivisa prima di tutto per tipologia e poi per punteggio. In caso di medesima valutazione, si segue il classico ordine alfabetico riferito ai produttori. In rosso sono segnalati i vini che hanno ricevuto il premio speciale, dato all’unanimità dal nostro panel, ovvero l’ Altissimo Ceto. Accanto al vino troverete la categoria di riferimento al prezzo che potrete trovare indicativamente sullo scaffale di un’enoteca. Con l’asterisco vengono segnalati i virus, ovvero vini che non appartengono alla denominazione trattata, ma che possono avere, per certi versi, delle profonde somiglianze.
Al secondo punto, sarà ripresa la medesima graduatoria, questa volta integrata con relativa foto all’etichetta e le note di degustazione. Ai nomi di ciascun produttore è “linkata” la propria scheda aziendale. Cliccandoci sopra, potrete accedere a dati, recapiti e le corrispondenti schede tecniche. Tutto questo al fine di avere il massimo delle informazioni relative al vostro vino interessato. Al terzo punto vengono inserite ogni volta, le considerazioni finali emerse e che sono state espresse sempre dal nostro panel, al termine di ogni sessione.
1) LA GRADUATORIA:
I Merlot:
89/100 – Collio Merlot Riserva Grici Renato Keber 2003 (Cat. E)
88/100 – Cof Merlot Vigne cinquant’anni Le Vigne di Zamò 2006 (Cat. E)
88/100 – Cof Merlot Zuc di Volpe Focus Volpe Pasini 2006 (Cat. C)
87/100 – Isonzo del Friuli Merlot Rive Alte Ronco del Gelso 2006 (Cat. D)
87/100 – Collio Merlot Graf de la Tour Villa Russiz 2006 (Cat. F)
87/100 – Collio Merlot Toros 2003 (Cat. C)
86/100 – Isonzo del Friuli Merlot Colmello di Grotta 2007 (Cat. B)
86/100 – Cof Merlot La Viarte 2006 (Cat. C)
86/100 – Collio Merlot Russiz Superiore 2006 (Cat. C)
86/100 – Cof Merlot Scubla 2007 (Cat. C)
86/100 – Collio Merlot Perilla Venica 2006 (Cat. B)
85/100 – Collio Merlot Torriani Castello di Spessa 2004 (Cat. C)
85/100 – Cof Merlot Ronchi di Manzano 2007 (Cat. B)
84/100 – Collio Merlot Colle Duga 2007 (Cat. B)
84/100 – Cof Merlot Riserva Grillo 2005 (Cat. C)
83/100 – Cof Merlot Centis Rocca Bernarda 2006 (Cat. C)
82/100 – Collio Merlot Varneri Marco Felluga 2006 (Cat. A)
I Refosco:
92/100 – Cof Refosco Il Re-Fosco Le Vigne di Zamò 2006 (Cat. E)
89/100 – Cof Refosco Zuc di Volpe Volpe Pasini 2006 (Cat. C)
88/100 – Cof Refosco Livio Felluga 2006 (Cat. C)
86/100 – Cof Refosco Grillo 2007 (Cat. B)
86/100 – Cof Refosco Ronchi di Manzano 2007 (Cat. B)
85/100 – Cof Refosco La Viarte 2006 (Cat. C)
84/100 – Cof Refosco Livon 2008 (Cat. B)
84/100 – Friuli Isonzo Refosco Domenico Blasig Tenuta di Blasig 2006 (Cat.A )
84/100 – Venezia Giulia Refosco Ronco dei Moreri Marco Felluga 2006 (Cat. B)
I Cabernets:
87/100 – Cof Cabernet Franc La Viarte 2006 (Cat. C)
86/100 – Collio Cabernet Franc Russiz Superiore 2006 (Cat. B)
85/100 – Cof Cabernet Sauvignon Roberto Scubla 2007 (Cat. C)
85/100 – Isonzo del Friuli Cabernet Franc Tenuta di Blasig 2006 (Cat. A)
84/100 – Isonzo del Friuli Cabernet Franc Ronco del Gelso 2008 (Cat. B)
83/100 – Isonzo del Friuli Cabernet Sauvignon Colmello di Grotta 2007 (Cat. B)
Uno Schiopettino, uno…:
85/100 – Cof Schioppettino La Viarte 2006 (Cat. C)
Un Tazzelenghe, uno…:
86/100 – Cof Tazzelenghe La Viarte 2005 (Cat. D)
I Blends:
90/100 – Venezia Giulia Rosso Lis Neris Lis Neris 2005 (Cat. F)
89/100 – Collio Rosso Riserva Borgo del Tiglio 2004 (Cat. F)
88/100 – Collio Rosso Riserva Picech 2006 (Cat. C)
88/100 – Venezia Giulia Blumeri Rosso Schiopetto 2006 (Cat. C)
87/100 – Cof Rosso Scuro Scubla 2006 (Cat. C)
86/100 – Cof Ronco dei Roseti Le Vigne di Zamò 2003 (Cat. E)
86/100 – Venezia Giulia Vertigo Livio Felluga 2007 (Cat. A)
85/100 – Venezia Giulia Arbis Ros Borgo San Daniele 2006 (Cat. C)
“Alcuni” vini dolci:
94/100 – Tal Lùc Lis Neris 2005 (Cat. G – la 0,375)
94/100 – COF Verduzzo Friulano Cràtis Scubla 2006 (Cat. F – la 0,375)
92/100 – COF Picolit Rocca Bernarda 2006 (Cat. F – la 0,500)
89/100 – Siùm La Viarte 2006 (Cat. D – la 0,375)
89/100 – Venezia Giulia Bianco Vola… Vola… Le Vigne di Zamo’ 2005 (Cat. D – la 0,375)
*88/100 – Remember Rocche dei Manzoni 2003 (Cat. F – la 0,500)
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
2) LE NOTE DI DEGUSTAZIONE:
I Merlot:
89/100 – Collio Merlot Riserva Grici Renato Keber 2003 (Cat. E)
L’ottima prova dei vini proposti quest’anno da Renato Keber, si conferma anche nell’assaggio del suo Merlot, motivo in più se ottenuto da uve targate dalla difficile annata 2003. Il profilo olfattivo mantiene integrità di frutto, vivacità e freschezza con accenni di frutta rossa matura, cioccolato bianco e speziatura non evoluta. Per nulla “erbaceo” nella più semplice interpretazione negativa di questo termine, esprime comunque delle caratteristiche riconducibili a dei sentori più nobili come l’erba medica, erbe aromatiche e riflessi balsamici di menta. In questo momento della sua crescita, esprime tutta la sua potenza e la sua migliore espressione attraverso il gusto, con un’entrata avvolgente e morbida, lungo al retro-gusto e con una chiusura in tutta eleganza. Un’altra prova che issa nell’olimpo dell’eccellenza regionale, la sapiente mano enologica di questo produttore.
88/100 – Cof Merlot Vigne cinquant’anni Le Vigne di Zamò 2006 (Cat. E)
Nelle recensioni inerenti i risultati dei vini bianchi di questa regione, avevamo avuto modo di anticiparvi sulle prove, che si sarebbero rivelate più esaltanti, dei vini rossi dell’azienda condotta dai fratelli Silvano e Pierluigi Zamo’. Iniziamo a parlarvi della degustazione del Merlot Vigne 50 Cinquant’anni che, con l’annata 2006, raggiunge vertici qualitativi avvicinandosi alla soglia dei 90 punti. A memoria non ricordiamo di aver degustato in passato una prova altrettanto entusiasmante e siamo pronti a scommettere che questi apogei rappresenteranno sicuramente una base di partenza per il futuro. Crediamo che si sia trovata una precisa collocazione stilistica, fatta di un vino che punta maggiormente sull’equilibrio e l’armonia, che non sulla concentrazione o la voglia di apparire. Il vino si veste di un rubino profondo e carico nel colore. Al naso si rivela elegante nella sua finezza aromatica e con una dolcezza carezzevole data dalla maturità del frutto e dalle note di elevazione nei legni piccoli perfettamente integrati. Note che si rivelano però più evidenti al palato per una precocità nella forma espressiva, sottolineati anche da un tannino che “scalcia” e per una lunghezza aromatica al retrogusto che si sviluppa su un piano di minore intensità di quanto riscontrato al naso. Da attendere…
88/100 – Cof Merlot Zuc di Volpe Focus Volpe Pasini 2006 (Cat. C)
Altissimo Ceto
Fin dalla sua nascita, il Merlot Focus di Volpe Pasini, ha da sempre rappresentato una delle referenze regionali di riferimento per questa categoria. Ha sempre fatto “tendenza”, ed è stato precursore di uno stile, che anticipava sul tempo quello che il consumatore cercava e ricercava in un determinato periodo. Pertanto, oggi possiamo dire che, a nostro modo di vedere (ed a posteriori), non sempre si è distinto per essere quello più vicino a quella decodificazione ottimale territoriale del vitigno. Certo, nulla a che spartire con quelle “pseudo-bevande alcoliche” intrinse di sentori erbacei per via di maturazioni fenoliche mai raggiunte e che al palato si rivelano magri, senza nerbo, con tannini irruenti e con acidità troppo acerbe. Caratteristiche ovviamente, mai riscontrate nel Merlot Focus. Ma il fatto di seguire degli stereotipi adottati da altre regioni, per questo vitigno, fece in modo di raggiungere presto il successo sperato. Ma oggi possiamo salutare il debutto di una nuova vita con l’abbandono di certi caratteri piacioni e dolci, dati da segni di affinamento in legni piccoli, all’olfatto abbastanza evidenti e concentrarsi più sull’apprezzamento generale dell’equilibrio e della vitalità di base, per un vino capace di brillare nel bicchiere, più per la sua energia, che per la sua potenza e rotondità. Al gusto si rivela un po’ scontroso, in seguito ad un tannino vigoroso e per un’acidità evidente (caratteristica abbastanza comune per i vini di questa annata) che ha bisogno di maggiore integrazione con il soggiorno in bottiglia.
87/100 – Isonzo del Friuli Merlot Rive Alte Ronco del Gelso 2006 (Cat. D)
Ronco del Gelso ha il privilegio di potersi distinguere da diversi anni per un’omogeneità qualitativa su tutti i vini, sia per i bianchi che per i rossi. Anche se il Merlot Rive Alte ’06 di Giorgio Badin, in questo momento, viaggia ad un ritmo discordante, imprimendo in fase di degustazione, due velocità. Una fase data dal naso più frenata, di grande pulizia, un po’ troppo contratta, “terroso” nelle sfumature e con un legno, che in questa fase si rivela abbastanza in evidenza. Il profilo gustativo si sviluppa invece con maggiore vigore ed energia, con un ingresso caldo, avvolgente, di grande freschezza, sapidità e con un finale di buona lunghezza.
87/100 – Collio Merlot Graf de la Tour Villa Russiz 2006 (Cat. F)
Assaggiando costantemente i vini prodotti da Gianni Menotti, si potrebbe tranquillamente evidenziare come vi sia stata da sempre (ed in maniera coerente allo stile aziendale ancora oggi…) una ricerca minuziosa dell’estrema maturazione del frutto, della ricerca dell’eleganza e dell’equilibrio e seguendo un certo oltralpe-style per la linea “de la Tour”, ridimensionandolo però, a quello che potrebbe essere un carattere regionale. Così ci troviamo tra i vini bianchi, un Sauvignon che “profuma” di Loira ed uno Chardonnay che borgoneggia, ma che riesce a mostrare però volume e calore, più riconducibili ad un timbro di questa regione. Nel caso del Merlot sarebbe troppo scontato (e presuntuoso) parlare di un vino che risulta simile a quelli prodotti nel Pomerol, anche perchè esprime a livello olfattivo dei tratti più “sanguigni” e di tonalità più mature, più vicini ai Merlot prodotti invece sull’altopiano di Saint-Émilion. In questa versione 2006, si veste di colore violaceo, naso molto aperto con note di ciliegia e confettura di mirtilli e che sfuma in sentori di tabacco e cannella. Bocca calda e più spostata sulle morbidezze, con sensazioni minerali e di marzapane in chiusura. Molto intrigante nello sviluppo gustativo, peccato per un finale che risulta un po’ amarognolo.
87/100 – Collio Merlot Toros 2003 (Cat. C)
Versione 2003 per la riserva del Merlot di Franco Toros. Il vino, risulta particolarmente ricco e molto piacevole da bere in questo momento, ma risente in alcuni tratti dello sviluppo olfattivo e gustativo, delle tonalità calde dell’annata di origine. Al naso si libera attraverso un frutto maturo e sfumature di frutta rossa sotto spirito, arricchite da sensazioni ricche di cioccolato e spezie e con un timbro erbaceo, riconducibile molto probabilmente, alle difficoltà incontrate per la ricerca di omogeneità della maturazione dell’uva in quell’anno. In bocca risulta avvolgente e concentrato, ricco con una buona evoluzione gustativa, ma che risulta un po’ “frenata” per una mancanza di integrazione con l’acidità.
86/100 – Isonzo del Friuli Merlot Colmello di Grotta 2007 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Dai possedimenti viticoli nella denominazione Isonzo, provengono le uve di Merlot che danno origine alla prova più entusiasmante, della batteria dei vini della Coltello di Grotta proposta in questa edizione. Un vino che pur non impressionando per il suo spessore e per il volume, riesce a distendersi in maniera soave durante tutto il corso della degustazione, esprimendo equilibrio ed eleganza con tonalità molto discrete e coerenti con i tratti stilistici della zona di origine. Profondo nel suo colore rubino-violaceo, al naso si distingue per un frutto di discreta ricchezza, impostato su binari caratterizzati da una certa “freddezza”, con punte che raggiungono i binari della liquirizia e la grafite. Molto più voluminoso in bocca per avvolgenza e calore, con acidità discreta e tannini fini ed integrati. Discreta ed elegante la chiusura.
86/100 – Cof Merlot La Viarte 2006 (Cat. C)
Se escludiamo la prova del vino dolce che andremo a descrivere in seguito, possiamo tranquillamente asserire che vi è stata una netta affermazione dei vini rossi di questa casa di Prepotto, a discapito dei vini bianchi. Nel complesso, comunque una serie di vini tutti ben vinificati e molto validi, ai quali è mancato soltanto la “meta” finale, dovuta forse ancora alla mancanza del vino rosso di punta aziendale, ovvero il Roj. Quindi “consoliamoci” con le altre etichette di sicuro valore e che rappresentano sempre, nel corso degli anni, dei livelli di affidabilità molto elevati, incominciando, dal profilo olfattivo di questo Merlot, che poggia su delle tonalità con un leggero timbro erbaceo, ma di chiaro richiamo del vitigno di origine, senza volgarizzarsi troppo. Un vino diretto e schietto anche al palato dove, una volta superata la prima fase nella sua compressione momentanea involutiva un po’ contratta, in seguito si rivitalizza con un tannino, un po’ scontroso in questa fase, ma energico e vigoroso e per una acidità che dona sprint e grande bevibilità.
86/100 – Collio Merlot Russiz Superiore 2006 (Cat. C)
Il profilo olfattivo di questo merlot si caratterizza per discrezione e finezza, con un’evoluzione che porta su note di caffè e tabacco e per un timbro vegetale del frutto. L’ingresso al palato è di buona avvolgenza e morbidezza, salvo poi “innervosirsi” per l’avvicendarsi di sensazioni relative alle durezze, date in primis dalla freschezza dell’acidità e da un tannino di buona qualità, ma particolarmente scorbutico.
86/100 – Cof Merlot Scubla 2007 (Cat. C)
Quella targata 2007, si preannuncia una gran bell’annata, per i vini rossi monovitigno di Roberto Scubla. Potrebbero presto rivelarsi anche una profezia per un acuto il prossimo anno, quando vedremo il debutto sul palcoscenico della sua vita commerciale, del vino rosso di punta della casa, ovvero lo Scuro. Per il momento godiamoci a fondo, questi vini, cominciando dal Merlot che si diffonde nel bicchiere in una veste brillante e luminosa ed esprimendo già al naso un frutto godibilissimo, pur non concedendosi in particolari concentrazioni e ricchezze, ma seguendo delle elaborazioni tematiche olfattive molto soffuse, ma di buona complessità. Sviluppi ampi, con espressioni che vanno dal fruttato allo speziato non evoluto e di grande equilibrio. Anche al palato si dimostra morbido e seducente con tannini ben maturi e levigati.
86/100 – Collio Merlot Perilla Venica 2006 (Cat. B)
Il Perilla proveniente da uve dell’annata 2006, è un Merlot molto profondo, cupo e concentrato con tonalità che virano sul bluastro. Pur non dimostrandoci dei fans, nei confronti di questo tipo di vanity-style, specie quando si ritrovano tonalità molto dolciastre di vaniglia e cioccolata, dobbiamo riconoscergli uno sviluppo molto lineare e con un frutto, che andrà cercato a fondo, ma che risulterà di notevole appeal e vivacità quando entra in confidenza con il mondo terreno, dopo aver preso una buona boccata di ossigeno. Di maggior interesse è lo sviluppo gustativo, mostrandosi caldo e avvolgente, sostenuto da una buona freschezza e con un timbro minerale in chiusura che avrebbe reso molto di più nell’apprezzamento generale, se si fosse riscontrato anche al naso.
85/100 – Collio Merlot Torriani Castello di Spessa 2004 (Cat. C)
Sarà dovuto sicuramente al valore dell’annata, se il Torriani ’04 è una delle migliori espressioni prodotte fino ad oggi, dal Castello di Spessa. Naso di buona ampiezza incentrato su un frutto maturo e contornato da varietà speziate e con un legno ben integrato. Il palato si dipana su tonalità meno imponenti e aitanti, ma di sicuro equilibrio e con un finale pulito ed elegante.
85/100 – Cof Merlot Ronchi di Manzano 2007 (Cat. B)
(etichetta non disponibile)
C’è tutta l’impronta femminile di Roberta Borghese, in questo Merlot. La volontà è quella di ottenere un vino giocato molto sulla delicatezza e la gradevolezza in tutte le sue espressioni, quindi spazio ad un frutto croccante e noti floreali fragranti e fresche. Un piccolo accenno erbaceo fa da preludio alle note speziate pungenti ed un tocco di grafite. In bocca si presenta con una discreta avvolgenza, una sensazione pseudo-calorica ragguardevole, ma ben sostenuta da un’acidità vitale per l’equilibrio gustativo.
84/100 – Collio Merlot Colle Duga 2007 (Cat. B)
E’ un vero peccato se pensiamo che la prova meno convincente dei vini di Damian Princic, arriva proprio dal Merlot. Eppure le aspettative erano molto alte. Non che il vino abbia deluso, ma davanti a noi abbiamo una versione abbastanza interlocutoria. Un naso di buona ricchezza, un frutto fragrante ed espressivo, ma con un profilo olfattivo che tende a virare su note vegetali ed un timbro “selvatico” che non ci saremmo mai aspettati. Al palato è vivace, grintoso nella progressione messo in evidenza da un tannino abbastanza scontroso e che a nostro modo di vedere, sarà difficile in futuro vedere un suo possibile addomesticamento.
84/100 – Cof Merlot Riserva Grillo 2005 (Cat. C)
Una prova che dovrebbe essere vista oltrepassando la barriera del singolo punteggio. Risultato da considerarsi tuttavia egregio. A parziale giustificazione, possiamo dire che in questo Merlot Riserva hanno fatto da padrone, alcuni frangenti riconducibili all’annata di origine, la quale ha dato luogo a caratteristiche molto più giocate sulle “durezze”. Soprattutto al palato, dove la sensazione della morbidezza era quasi tutta a carico dell’alcol. Palato che si è rivelato di buona agilità, freschezza, ma con un tannino un po’ troppo aggressivo.
83/100 – Cof Merlot Centis Rocca Bernarda 2006 (Cat. C)
Un vino che esprime tutti i concetti del modern style, già a partire dal suo colore violaceo e profondo. Al naso spicca un frutto maturo, fragrante, con segnali vanigliati abbastanza evidenti. Il profilo gustativo è nettamente migliore, con una buona fase evolutiva, morbido e di buona freschezza, ma con un finale amarognolo, che ha influito e pesato sull’apprezzamento generale.
82/100 – Collio Merlot Varneri Marco Felluga 2006 (Cat. A)
Quello che ha influenzato in maniera importante sul punteggio finale del Varneri dell’azienda condotta da Roberto Felluga, è il profilo olfattivo di questa versione 2006 che difettava di “pulizia” nella definizione aromatica. Per il resto il vino si è comportato con soddisfacenza, inclusa la schiettezza e la linearità del profilo gustativo, dove si esprime con equilibrio e armonia.
I Refosco:
92/100 – Cof Refosco Il Re-Fosco Le Vigne di Zamò 2006 (Cat. E)
Altissimo Ceto
Siamo molto felici nel riscontrare che la migliore prova messa in campo quest’anno dai Zamò sia da ricondurre al loro Refosco. E’ qualcosa di positivo, che peserà sull’economia aziendale e regionale nel suo complesso, per via di una precisa volontà di dare una nuova vita a questo vitigno ed una maggior valorizzazione. Non a caso porta una corona in etichetta, poichè si presenta nel bicchiere come una persona regale, distinta e nobile, quasi a metterti soggezione e relegarti a ruolo di suo suddito. All’impatto visivo è di colore rubino, affascinante nelle sfumature e con materia di grande compattezza. Un profilo olfattivo che si mostra elegante e di notevole complessità con note di frutta rossa a bacca nera in confettura, spezie dolci ed una vaniglia non invadente. Al palato, la sua mole, la sua concentrazione, la sua avvolgenza, sono ben bilanciate da una freschezza acida ed un tannino presente, integrato e di grande classe. Un vino che può già regalare emozioni ora, ma che saprà ripagarvi in vista di un vostro sacrificio di conservazione per alcuni anni.
89/100 – Cof Refosco Zuc di Volpe Volpe Pasini 2006 (Cat. C)
Se ci avessero detto che, risultati alla mano, il miglior vino rosso di Volpe Pasini, sarebbe risultato il loro Refosco e non il Merlot Focus, avremmo fatto fatica a credergli. Quello che gli ha permesso di sfiorare la soglia dei 90 punti è grazie al suo carattere molto meno vanitoso del Focus e molto più grintoso e dotato di una bella personalità. Al naso è complesso, ricco, dotato di un frutto maturo dolce-non dolce e molto speziato. Con un legno che si confermerà anche alla retro-olfattiva, particolarmente evidente, ma ben integrato. Dotato di stoffa e avvolgenza al palato, si conferma per la coerenza gusto-olfattiva, con una chiusura di buona eleganza.
88/100 – Cof Refosco Livio Felluga 2006 (Cat. C)
Bellissima prova anche per il Refosco di Livio Felluga. Quello che ci ha particolarmente impressionato nella degustazione, è il suo carattere che di primo acchito potrebbe risultare fin troppo concentrato, piacione e dolce, salvo poi ristabilirsi sui canoni della grinta e della personalità, una volta preso contatto con l’aria ed in seguito ad una buona ossigenazione. Veste color rubino con riflessi violacei. Il naso è complesso ed intenso con un frutto maturo e polposo, rindondante di sensazioni speziate, vaniglia e cacao. In bocca è ricco e carnoso con un bel tannino di ottima qualità. Certamente è un vino che avrà bisogno di tempo per esprimersi al massimo delle sue potenzialità.
86/100 – Cof Refosco Grillo 2007 (Cat. B)
Altissimo Ceto
Quella targata Grillo è una versione molto tipica e ben vinificata di questo vitigno. Non avrete concessioni stilistiche troppo ricercate, concentrate o raffinate, ma avrete un vino che vorrà essere apprezzato per la sua linearità e affidabilità. Anche al palato appare equilibrato, compatto e vivo con un bel tannino maturo e presente. Non si trova alla sua prima uscita, ma crediamo che abbia superato il suo rodaggio e siamo pronti a salutare una nuova confema regionale per questa categoria e ci aspettiamo un futuro radioso e tante nuove versioni sempre più convincenti.
86/100 – Cof Refosco Ronchi di Manzano 2007 (Cat. B)
Se non fosse stata per un’imperfezione stilistica nella definizione aromatica e nella qualità del tannino, abbastanza inconsueta per questa azienda, avremmo trovato questo vino in ben altre posizioni. Colore rubino molto profondo con riflessi violacei, il naso presenta dei ritratti intensi e polposi di frutta rossa con ciliege e more in primis, viene “sporcata” in fase di apprezzamento, da una nota vegetale e da una sensazione di peperone alquanto anomala. Il vino avvolge il palato, lasciando una scia lunga, fresca e sapida e con la trama tannica che lascia una sensazione astringente molto tenace ed un po’ acerba.
85/100 – Cof Refosco La Viarte 2006 (Cat. C)
Ha bisogno di una notevole ossigenazione, per far uscire dal proprio guscio la versione 2006 del Refosco di casa La Viarte. Vive un periodo di contrazione e di involuzione aromatica (quasi timorosa) a bottiglia appena aperta. Profilo olfattivo che, quando trova il suo meritato spazio, regala espressività con sensazioni abbastanza minute, delicate e fragili. La chiusura odorosa termina con note di tostatura che virano sul caffè. L’impatto al palato è giocato molto sulla morbidezza regalata dalla sensazione pseudo-calorica dell’alcol, che tende a rimarcare il suo predominio sul resto delle componenti. La bevibilità ringrazia la presenza comunque considerevole della freschezza acida.
84/100 – Cof Refosco Livon 2008 (Cat. B)
Un vino tutto giocato molto sul frutto è il Refosco della linea classica di Livon. Rubino lunimoso e di buona profondità. Naso che appare con una leggera riduzione a bottiglia appena aperta, prima di potersi esprimere con complessità olfattiva data da un frutto polposo e fragrante e con un lieve accenno speziato e di erbe aromatiche. Il profilo gustativo denota un vino lineare e molto diretto, che non si concede a troppi atti di protagonismo, confermandosi per equilibrio e rotondità.
84/100 – Friuli Isonzo Refosco Domenico Blasig Tenuta di Blasig 2006 (Cat. A)
Vino che si pone sulle posizioni intermedie di categoria, in virtù di una performance di tutto rispetto, con un’espressività simmetrica e misurata nel quadro aromatico. Anche al palato conferma il suo appeal sottile e ponderato. Sappiamo del grande impegno e dell’entusiasmo che la signora Elisabetta Bortolotto Sarcinelli ci mette nella conduzione dell’azienda di famiglia e della continua realizzazione di gradevolissimi vini, monovitigno autoctoni e non. Vini affidabili e che difficilmente deluderanno il consumatore finale. Proprio per questo, il nostro desiderio, vorrebbe avere in degustazioni future dei vini che azzardino di più sul piano della personalità e dello spessore, visto le basi concrete ci sono per raggiungere dei profili più elevati.
84/100 – Venezia Giulia Refosco Ronco dei Moreri Marco Felluga 2006 (Cat. B)
Problemi di imperfezione nella definizione aromatica anche per quanto riguarda il Ronco dei Moreri dell’azienda Marco Felluga, dove sentori “selvatici” tendono ad offuscare la finezza olfattiva di buona matrice fruttata e di spezie non evolute. Al palato è di discreta avvolgenza, di buona lunghezza alternata a dei lampi di freschezza data dall’acidità che invogliano nella beva.
I Cabernets:
87/100 – Cof Cabernet La Viarte 2006 (Cat. C)
Un vino dinamico e di buona progressione, il Cabernet 2006 de La Viarte. Si presenta alla vista con un colore alquanto inusuale per la sua profondità violacea e per alcuni richiami granata. Un naso dotato di un frutto fragrante di fragole e lamponi ed una speziatura dolce non evoluta, sensazioni mentolate e con note di caramella mou, vaniglia e tabacco in chiusura aromatica. Bocca di buona concentrazione e di buona scioltezza con acidità e tannini ben integrati. Un vino godurioso in questo momento ma pronto a migliorarsi nel breve periodo.
86/100 – Collio Cabernet Franc Russiz Superiore 2006 (Cat. B)
L’altra azienda condotta da Roberto Felluga, ci ha sempre abituato a delle prove egregie e di grande valenza qualitativa, soprattutto per quanto riguarda i vini rossi. Peccato solamente che non ci sia stato inviato il loro rosso di punta, ovvero la Riserva degli Orzoni, perchè sicuramente avremmo avuto l’acuto del campione. Ma niente male è la prova di questo cabernet franc che da molti anni ha trovato una delle sue terre di elezione in quel di Capriva del Friuli. Un colore rosso rubino di grande vivacità, un naso non particolarmente intenso, ma di pregevole finezza ed eleganza; note di frutta rossa fresca, in particolare di ribes. Molto ben bilanciato nel complesso. In bocca segna il suo passaggio con linearità ed equilibrio, supportato da una buona freschezza e con un tannino ben fuso.
85/100 – Cof Cabernet Sauvignon Roberto Scubla 2007 (Cat. C)
Dicevamo dell’ottima prova dei vini rossi targati 2007 per il “nostro” Roberto Scubla e possiamo sottolinearlo anche nel suo Cabernet Sauvignon. Non avrete un vino che vorrà colpire per la sua intensità aromatica e non mostra neanche il lato ruffiano che spesso ci capita di incontrare nei vini ottenuti da questo vitigno, pertanto avrete di fronte a voi, un vino essenziale nella sostanza, uniforme nel quadro aromatico e limpido nella sua espressione stilistica. Anche al palato si esprime senza mezzi termini, diretto e conciso, arriva dritto al punto con segnali uniformi, dotati di grande equilibrio tra la sensazione pseudo-calorica e la morbidezza, aiutato nella progressione dalla sua venatura acida e da una trama tannica ben ricamata.
85/100 – Isonzo del Friuli Cabernet Franc Domenico Blasig Tenuta di Blasig 2006 (Cat. A)
Lo staff tutto al femminile, al servizio della produzione enologica dei vini di questa cantina, si notano anche nei lineamenti di questo cabernet, con un naso completo in tutti i suoi tratti, pur non mostrandosi con grande veemenza. Frutto croccante, floreale secco, spezie dolci e note balsamiche di menta e basilico. Bocca attraente, con tannini che si presentano con un tocco di precocità di troppo, che vanno poi ad incidere sull’equilibrio gustativo del vino. Finale di buona finezza ed eleganza.
84/100 – Isonzo del Friuli Cabernet Franc Ronco del Gelso 2008 (Cat. B)
Un vino abbastanza atipico, questo Cabernet Franc, per essere un prodotto elaborato da Giorgio Badin. Un vino che offre polpa, sostanza e materia, ma che tende a far prevalere un frutto abbastanza fragile nelle sfumature, con un forte richiamo al peperone. In bocca è di medio corpo e molto giocato sull’equilibrio. Armonico e lineare fino in chiusura.
83/100 – Isonzo del Friuli Cabernet Sauvignon Colmello di Grotta 2007 (Cat. B)
Non chiedetegli massa, volume o concentrazioni, poichè questo vino potrà offrirvi elementi di essenzialità e immediatezza di comprensione. Prodotto voluto e vinificato per ottenere un frutto diretto, maturo e di facile lettura nelle sue sfumature, mentre al palato poggia su una linea diretta, capace di unire tutti i punti gustativi con armonia e destrezza.
Uno Schiopettino, uno:
85/100 – Cof Schioppettino La Viarte 2006 (Cat. C)
Vitigno che acquista con il passare degli anni, sempre più maggior valore e considerazione, alimentando vini che uniscono materia, spessore e concentrazione, con una fresca e armoniosa facilità di beva. Come nel caso dello Schiopettino di questa azienda, la quale offre una delle migliori interpretazioni regionali. Un frutto maturo e polposo che si rinfranca nel vigore aromatico, grazie a delle sfumature balsamiche, aumentando la sua piacevolezza e discrezione. Piacevolezza, che riscontriamo anche al palato, dove la spina dorsale “nervosa” data dall’acidità, lo tiene in piedi e smorza la percezione data dal tenore alcolico.
Un Tazzelenghe, uno:
86/100 – Cof Tazzelenghe La Viarte 2005 (Cat. D)
Se da un lato abbiamo lo Schiopettino che ultimamente è in procinto di acquistare maggiore considerazione, dall’altro vorremmo che la stessa considerazione, l’avesse il Tazzelenghe. Anche se il processo diventerebbe più difficile e macchinoso, visto il suo ruolo sempre giocato da comprimario in un’ipotesi di blend, sono poche le case che possono “vantare” delle sue interpretazioni in purezza. Quello proposto quest’anno (ed aumenteranno nella prossima edizione) da La Viarte è quello proveniente dal millesimo 2005. Annata che influisce già sul colore granato, non tanto da vedere come sintomo di evoluzione, o su ipotesi cromatiche del vitigno di partenza, ma che sarebbero più riconducibili all’andamento climatico dell’annata, di valore inferiore di altre annate che la succedono. Annata che offre anche quel tocco di “nervosismo” e di freddezza che rivela un frutto più precoce nella fase evolutiva, mentre al palato, l’acidità ed i tannini, tendono a prevalere sulla morbidezza del vino.
I Blends:
90/100 – Venezia Giulia Rosso Lis Neris Lis Neris 2005 (Cat. F)
Altissimo Ceto
Soglia della “super-eccellenza” strameritata per il Lis Neris di Alvaro Pecorari, ma non sappiamo se quella ottenuta dall’annata 2005, sia da considerarsi una delle migliori interpretazioni. Ci sarebbe la 2004 che potrebbe competergli, ma in questo momento sta attraversando una fase di chiusura che rende difficile ogni sorta di previsione. Ma quello che colpisce è lo spessore, la stoffa e l’eleganza che Alvaro è riuscito a tirare fuori dalle uve di Merlot e Cabernet Sauvignon, in un’annata come questa. Un colore rubino acceso e luminoso, con dei riflessi violacei. Al naso propone una complessità ancora precoce nella forma e che impiegherà del tempo prima di completarsi. Un frutto maturo fresco, con note che si allargano sulle erbe aromatiche, sulla lavanda e tocchi di vaniglia e tabacco. Legno pregevole e ben dosato anche nella percezione al palato, che fa da preludio ad un profilo gustativo importante, capace di catturare l’attenzione e portarvi con la bevibilità a raggiungere presto il fondo della bottiglia.
89/100 – Collio Rosso Riserva Borgo del Tiglio 2004 (Cat. F)
Altro elemento che conferma la grande prova dei vini messi in campo quest’anno da Nicola Manferrari. Un rosso che impressiona per la sua apertura aromatica (previa adeguata ossigenazione). Un frutto scolpito e ben definito, maturo ma non evoluto ed un mix di spezie pungenti e dolci. Bocca ricca di elementi emonionanti, equilibrio e allungo pregevoli. Solo un finale troppo caloroso ne impedisce il grande salto oltre la soglia dei 90 punti.
88/100 – Collio Rosso Riserva Picech 2006 (Cat. C)
Di Roberto Picéche ne conoscevamo le doti e le estreme virtù “bianchiste”, fino a quando non avevamo provato il suo Rosso Riserva 2006. Ottenuto da uve Merlot e Cabernet Sauvignon, con questa vendemmia ha raggiunto una maturità ed una maturazione del frutto pregevoli. Rubino con riflessi granata, vino ricco di profumi interessanti che ricordano molto da vicino un bordolese di oltralpe per intensità e finezza aromatica, con intensità ed intreccio di profumi inebrianti, ben bilanciati con le note di vaniglia del legno. Bocca avvolgente ed allungo dinamico ed una trama tannica sostenuta, ma ben integrata. Finale in armonia.
88/100 – Venezia Giulia Blumeri Rosso Schiopetto 2006 (Cat. C)
Altissimo Ceto
etichetta non disponibile
Molto buona la performance del taglio in rosso “Friul-bordolese” dei fratelli Schiopetto, che si esprime con una veste granata luminosa, e che traduce un quadro aromatico tratteggiante canoni Medoc-style, definito da ribes nero, prugna, sottobosco e cioccolato fondente. Il profilo gustativo si prolunga una fase di grande piacevolezza, calda e morbida, con un tannino tanto presente quanto vellutato e succoso. Da applausi.
87/100 – Cof Rosso Scuro Scubla 2006 (Cat. C)
Un vino che si potrebbe tranquillamente decifrare attraverso la lettura stilistica del “duo” Scubla-Menotti. Da un lato abbiamo il vigore sanguinio ed un po’ “rustico” se vogliamo di Roberto Scubla e dall’altro abbiamo l’eleganza e la suadenza, che sono timbro di Gianni Menotti. Senza dubbio un vino che apparentemente sembrerebbe fuori schema, ma che incarna e sviluppa tratti di personalità, quasi singolari e unici nel panorama regionale, visti sempre nell’ambito di un tipo di vinificazione classica, con sentori che vanno dal salmastro al balsamico e inebriano al palato con avvolgenza e delicatezza, sostenuto da una freschezza rimarchevole.
86/100 – Cof Ronco dei Roseti Le Vigne di Zamò 2003 (Cat. E)
Il Ronco dei Roseti si conferma una garanzia tra i tagli bordolesi regionali. Una delle particolarità, risiede nell’utilizzo di una piccola percentuale di uve Pignolo che rientrano nel blend finale. Il profilo aromatico di questo vino, conferma il trend impiegato anche per gli altri vini rossi, pur considerando le dovute distinzioni di tipologia. Frutto polposo, ricco, profondo e maturo, alimentato nella distanza da un forte bagaglio balsamico, erbe aromatiche e foglie di te’ nero. Si distingue invece al palato, conservando la medesima avvolgenza e calore, uscendo con un quadro più terziarizzato ed evolutivo di quanto riscontrato al naso.
86/100 – Venezia Giulia Vertigo Livio Felluga 2007 (Cat. A)
Personalità e timbro territoriale anche nel taglio di Merlot e Cabernet Sauvignon che compongono il Vertigo 2007 di Livio Felluga. C’è tutta l’esperienza e la sapiente mano nella vinificazione per la prestigiosa azienda di Brazzano di Cormòns, che regala una foggia nel frutto ben dettagliata e definita. Leggermente affumicato e con note dolci date dal legno ben integrate. Al palato offre una bocca sferica, diretto ed una trama tannica pronunciata, incisiva ma non scomoda.
85/100 – Venezia Giulia Arbis Ros Borgo San Daniele 2006 (Cat. C)
E’ un vino particolarissimo questo Arbis Ròs di Borgo San Daniele. Ottenuto principalmente da uve Pignolo e con la partecipazione in minima parte dei due Cabernets, si offre nel bicchiere in maniera pacata, ma con un certo carattere, evidenzianto dei caratteri maturi un po’ fumè e con sensazioni che virano sulle spezie piccanti e note di liquirizia. Al palato è morbido, una tannicità vellutata ed una sensazione di grande freschezza. Peccato che ci abbandona prima di quanto ci saremmo aspettati, sentendo il naso.
“Alcuni” vini dolci:
94/100 – Tal Lùc Lis Neris 2005 (Cat. G – la 0,375 )
Altissimo Ceto
Di bene in meglio si potrebbe dire! In degustazione avevamo l’annata 2005 del Tal Lùc (attualmente in commercio) e non poteva mancare all’appello del top dell’enologia regionale, raggiungendo un punteggio considerevole. Ottenuto da uve di Verduzzo in prevalenza e Riesling in minima parte, fate appassire per circa 4 mesi per raggiungere concentrazioni davvero notevoli che sfiorano nella consistenza, il miele. Colore ambrato scintillante con espressioni luminosi che si accendono nel bicchiere, prima di appagarvi con la sua finezza ed eleganza, raggiungendo vertici molto alti, anche se non tra i più elevati, includendo le versioni passate di questo vino. Al palato potrà emozionare il palato di tanti appassionati del genere (non molti, vista la produzione esigua) e soddisfare sia chi ama i vini dolci in particolare, sia chi predilige invece vini meno “zuccherosi”, grazie alla sferzante acidità che maschera e controbilancia in modo esaltante l’equilibrio zuccherino.
94/100 – COF Verduzzo Friulano Cràtis Scubla 2006 (Cat. F – la 0,375)
Verduzzo in purezza fatte appassire per circa tre mesi per il Cràtis di Roberto Scubla, che con l’annata 2006 arriva a toccare dei vertici tra i più elevati per questa azienda nella produzione del suo passito. A vedere il colore registriamo una tinta ambrata netta e luminosa, a voler cogliere le note odorose elenchiamo miele, tabacco biondo, cannella, torroncino, pepe rosa. Ci viene naturale di aggiungere la parola “bello”, alla notevole complessita aromatica, poichè tutti gli aggettivi della nomenclatura sensoriale sono in esso contemplati, ma a tutto questo dovrà essere preceduto dalla modalità “molto”! Non è un vino che scopriamo noi, ma è sempre un piacere poterlo raccontare perchè rappresenta eleganza e concentrazione. Ed è per tutti…basta avvicinarsi con fiducia!
92/100 – COF Picolit Rocca Bernarda 2006 (Cat. F – la 0,500)
Altissimo Ceto
Era scritto nell’aria e lo sospettavamo tutti che questa azienda di Ipplis di Premariacco, tirasse fuori il coniglio dal cilindro con un colpo da maestro, proprio sul suo Picolit. E non lo ha fatto solo sul piano dell’apprezzamento in se stesso, ma è arrivato a toccare le corde emozionali, con i suoi sentori di agrumi canditi, baccelli di vaniglia, melone in gelatina, marron glacès, albicocca, creme caramèl ( e… chi più ne ha, più ne metta). Gusto compatto, leggiadro, incessante, sostenuto e bilanciato. Affondo e allungo senza mai mettere in pausa, dinamico e poderoso, con una beva che soddisfa e si compiace. Bravi!
89/100 – Siùm La Viarte 2006 (Cat. D – la 0,375)
etichetta non disponibile
Può darsi che l’annata (questa annata) abbia conferito meno grinta alle uve di Picolit e Verduzzo che compongono l’assemblaggio del Siùm. Siamo altrettanto consapevoli, che non possiamo pretendere che un produttore, debba sempre migliorarsi con il passare delle annate. Soprattutto a fronte di una versione precedente, che è stata veramente monumentale. Il risultato è nel nostro bicchiere, piacevolezza che raggiunge soglie sublimi, attraverso un vino che piace ed emoziona, offrendo degli standards nel frutto e nello spessore davvero esemplari, avendo però la percezione che questo “viaggio” lo compia con il freno a mano tirato e che gli permetta soltanto di sfiorare, la soglia dei 90 punti.
89/100 – Venezia Giulia Bianco Vola… Vola… Le Vigne di Zamo’ 2005 (Cat. D – la 0,375)
Il Vola… Vola… di Pierluigi e Silvano Zamo’, a prima vista, potrebbe essere considerato il “second vin” tra i loro vini dolci prodotti. In quanto lo scettro più nobile, spetta al Picolit. A noi invece, ci piacerebbe più considerarlo come un’interpretazione più facile, più diretta per avvicinare un pubblico molto più ampio, che sarebbe per certi versi più difficile, toccarli invece con il solo Picolit. La ricetta è semplicissima. Prendete una parte delle uve di Sauvignon e Verduzzo e vinificatele a maturazione completa, a queste aggiungete l’altra parte delle uve solo dopo aver avuto l’accuratezza di farle appassire, a queste aggiungete le uve di Picolit (anch’esse appassit) e riponetele in fusti da 5 hl., poi imbottigliatelo in una bottiglia riportante un’etichetta accattivante (disegnata da Elisa Zamò, la più piccola della famiglia) e vendetelo ad un prezzo decisamente accessibile e nel vostro bicchiere avrete così una colorazione ambrata con fedele viscosità, zafferano e caramella mou, pera candita e pasticceria mignon,chiusura mielata. Al palato è pieno, ricco e raggiunge una densità che ha la volontà di non raggiungere delle consistenze importanti, ma che vuole perdurare in tutta la sua godibilità, con una carica gustativa minerale, sapida e iodata, con la dolcezza degli zuccheri residui che rimangono leggermente posti in secondo piano, in una cornice equilibrata e armonica.
*88/100 – Remember Rocche dei Manzoni 2003 (Cat. F – la 0,500)
Ed eccoci arrivati al “virus” di questa degustazione, all’interno della gamma dei vini dolci friulani, proprio perchè proviene dalle Langhe. La figura che si rivela è di splendida fattura. Niente da paragonare quindi con Picolit o Verduzzo. Quì i canoni della surmaturazione, raggiungono piuttosto dei lidi più da vicino ai Sauternes, con risultati nella concentrazione zuccherina e del frutto, che sono tra i più egregi ed i più rispettabili, della produzione enologica regionale di categoria. Armonia complessiva al palato, con una spalla acida che assicura stabilità e rigore, grande piacevolezza dell’insieme che appare morbido e speziato, con sentori gusto-olfattivi di mandorla e pesca a dettare l’aroma. La chiusura si allinea e si congeda con uno stato evolutivo maturo e gratificante.
3) CONSIDERAZIONI FINALI
Nelle considerazioni finali della seconda parte dei vini bianchi del Friuli Venezia-Giulia, abbiamo reso noto delle notre analisi, riguardanti l’enorme considerazione che stanno vivendo oggi, i vitigni autoctoni regionali. Proprio da questo vorremmo apporre il nostro primo punto di riflessione. Abbiamo dato spazio ad alcuni apprezzamenti generali che sono arrivati proprio dagli assaggi dei vini ottenuti dalle uve di Refosco dal peduncolo rosso. Ci è parso di scorgere all’orizzonte una sorta di via di fuga, per quanto riguarda l’interpretazione stilistica di questi vini, da quei canoni internazionali, “dolci” e “livellanti” appioppati ad alcune versioni del passato e che erano la sola alternativa alla nutrita schiera di vini esili, acidi, grezzi e bisbetici. Quest’ultimi, vini che facevano venire la pelle d’oca a molti aficionados del vino, al solo pronunciamento del nome. Ebbene, oggi crediamo che sia arrivato il momento, affinchè questo vitigno trovi una sua precisa collocazione stilistica, non più succube di certe involuzioni date da un uso non qualificato del legno e che sia pronto a differenziarsi, anche in vista di un possibile riconoscimento delle varie zone, non solo all’interno della sua principale terra di elezione, chiamata Colli Orientali del Friuli. Con la speranza che tutto questo sia seguito anche da vitigni quali il Pignolo, lo Schiopettino ed il Tazzelenghe e sperare di poter raccontare presto dei loro “successi”, sulle pagine della nostra Guida alle eccellenze enologiche.
Secondo punto di riflessione riguarda più da vicino invece i cosiddetti vitigni “internazionali” come il Merlot ed i Cabernets. Lungi da noi pensare a dover accordargli delle critiche sul loro uso “massiccio” e su larga scala, visto che stiamo parlando di vitigni che possono vantarsi una certa “tradizione” regionale ed il loro impiego non è avvenuto di certo per seguire delle mode. Ma la produzione di vini ottenuti da questi vitigni, ha raggiunto veramente dei livelli che hanno passato dei limiti di assorbimento da parte del mercato. A farla da padrone, oggi troviamo ancora un esercito di vini che raccontano a livello olfattivo, di frutti acerbi, monotematici nelle sensazioni, sovvarcati da timbri erbacei che sovrastano il tutto, senza regalarvi emozioni, mentre al palato si rivelano gracili, con tannini verdi e sorretti da acidità taglienti, che fanno parecchio meditare, circa ancora ad un possibile apprezzamento da parte del consumatore di oggi e che preferisce sicuramente optare verso altre preferenze. Anche di altre regioni. In precedenza vi abbiamo raccontato di quelle che sono (insieme a poche altre) le migliori interpretazioni di vini ottenuti dalla vinificazione in purezza, o tramite “taglio”, di questi vitigni e di come possono giocare il ruolo di prodotti di riferimento, per raggiungere delle soglie di eccellenza (fermo restando la condizione principale di possedere i migliori vigneti nelle migliori zone), allontanandosi da quelli che, nella mentalità comune, rappresentano i canoni regionali per questi vitigni. Ritagliandosi tutti insieme, il loro spazio e predisporsi in chiave più consona alle esigenze dei consumatori di oggi, con grinta, carattere e personalità. E non essere più considerata come una piccola Bordeaux!
Articolo redatto da:
*Savino Angioletti.
Presidente dell’associazione professionale Sommelier del Canton Ticino.
Miglior Sommelier di Svizzera 2003, Miglior Sommelier Professionista d’Italia 2003, Miglior Sommelier della Lombardia 2003.
insieme a:
**Luisito Perazzo.
Referente regionale per la Lombardia, il Trentino Alto-Adige ed il Friuli Venezia-Giulia.
Sommelier Professionista Freelance. Esperienze come Sommelier da Gualtiero Marchesi e al Savini di Milano.
Miglior Sommelier Professionista d’Italia 2005, Miglior Sommelier della Lombardia 2004.
Ringrazio i componenti del panel di degustazione del portale Viaggiatore Gourmet-Altissimo Ceto per aver preso parte alle sessioni di assaggio.
Di seguito, potete trovare gli altri post inerenti la nostra Guida dei Vini on-line:
Piemonte
– Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba.
Lombardia
Trentino Alto-Adige
-Le “bollicine” metodo classico.
Friuli Venezia-Giulia
-I vini bianchi (prima parte). Chardonnay, Friulano, Malvasia e Pinot Bianco.
-I vini bianchi (seconda parte). Sauvignon, Pinot Grigio e “blend”.
Marche
-Il vitigno Verdicchio nelle sue sfumature.
Toscana
Sicilia
-I vini bianchi e rossi dell’Etna.
-I vini binchi e rossi di Sicilia.
Per chiudere, un particolare ringraziamento per la loro disponibilità, allo staff del:
La Guida dei Vini on-line by Altissimo Ceto. Dedicata alle sole eccellenze. Sponsored By Amici Gourmet – Network esclusivo di appassionati Gourmet.
Sei un appassionato Gourmet? Un addetto ai lavori? Un semplice nostro affezionato lettore? E non sei ancora titolare della Nostra Card esclusiva Viaggiatore Gourmet? Sostieni anche tu la nostra Guida Online Indipendente dedicata alle eccellenze e in cambio ricevi coccole e privilegi. Scopri come… QUI. Ti aspettiamo!