Dalla Gaudiana Casa Batlò in giù, non si può certo dire che camminando per Passeig de Gracia manchino le attrattive di design. Nella strada dello shopping per le più sfrenate fashion victims, dove anche i lampioni sono opere d’arte, un po’ più defilato dallo “struscio” principale, l’hotel OOM (l’etimologia del nome mi è ancora misteriosa) riesce comunque a farsi notare con la sua facciata che sembra increspata di onde. Per farsi strada tra Jimmy Choo e Starbucks uno chef solo non bastava, ce ne volevano tre, magari affiatati come fratelli. Per il ristorante MOO (e vabbè, coi nomi va così) hanno quindi pensato bene di rivolgersi ai Roca: il dinamico trio ha risposto da par suo, evitando accuratamente bistrot o parenti poveri del Celler ma realizzando un locale “vero”, con una sua personalità e indipendenza, in cui la perizia tecnica, la ricerca e la concretezza della cucina di Joan, Josep e Jordi sono espresse al massimo delle loro potenzialità. Un loro luogotenente di lungo corso, Felip Llufriu è quindi lo chef di uno degli indirizzi gastronomici più popolari e in crescita di Barcellona.
Le guide cartacee
Michelin: stellato dal 2006
Sala e mise en place
Menù
Moo Restaurant
Our kitchen is for tasting.
We have developed some menus which
offer you a range of different flavours.
Another option is the “A la carte”.
Gourmet menu 85.00
Golden Egg
Smoked pigeon carpaccio with juniper ice cream
Foie gras soup with lychis
Red mullet with ‘’samfaina’’ and green pepper
Suckling pig with honey and soya
Coffee bean
Season menu 69.00
Cardoon salad with artichokes and liquorice
Dublin bay prawns with peas and lemon
Asparagus, mushrooms and Veal rice
Farm chicken in two cookings
Caramelized apple
Vegetarian menu 55.00
Tomato tartar with smoked mozzarella
Beetroot, liquorice and grapefruit
Vegetables and basil cannelloni
Seitan rice
Summer infusion with fruits and herbs
Joan Roca’s Tasting menu 100.00
Our appetizer
Our russian salad
Scallop with chervil
Sea bass with green beans and ginger
Lamb’s Shoulder with paprikra
Pigeon with stew cereals
Cheese
Mango, coconut and wheat
Tiramisu
Wines that harmonize 25.00
Starters
Cardoon salad with artichokes and liquorice 13.50
A timbale of apple and foie gras with vanilla oil 15.00
Dublin bay prawns with curry, roses and liquorice 21.50
Prawn with pigs trotters 21.50
Foie gras soup with roses and lychis 13.50
Asparagus, mushrooms and veal rice 14.00
Fish
Tuna with apple and mustard 18.50
Rice with cod fish and spinachs 19.00
Sea bass with capers and kefir 24.00
Meat
Veal filet with pepper 24.00
Farm chicken in two cookings 20.00
Lamb’s Shoulder with paprikra 26.00
Desserts to be ordered at the start of your meal
Mango, coconut and wheat 9.50
Tiramisu 9.50
Caramelized apple 9.50
A Trip to Havana: rum sponge cake, lime soup,
peppermint granite ice and cane sugar. Frozen
Partagás Serie D No. 4 Cigar with spice ash 9.50
Summer infusion with fruits and herbs 9.50
Cheese 11.00
Aperitivo: chips di maiale, bigné alla sobresada, coni al formaggio, biscotti al cacao e foie gras [+++++]
Si parte subito decisi! La sobresada non va tradotta al volo come soppressata: è più morbida, somiglia più a una ventricina o, per restare in Calabria, a una ‘nduja.
Pane [+++++]
Bianco o integrale, servito già affettato.
Piattooo!
n.b.: per facilità di consultazione, mi sono permesso di tradurre in italiano le voci del menù.
Ostrica, mela verde, sedano e salsa di nocciole [16,5/20]
La mela è servita con la buccia è l’ostrica pure visto che il guscio si mangia… il gioco di freschezze torna alla perfezione, ma la differenza la fa la nocciola, grassa e particolarmente terragna aggiunge struttura e persistenza alla parte marina, finché frutta e verdura non intervengono.
Tartufo [18+/20]
Da questo tartufino esce tutta la mano del Roca pasticcere, Jordi, esperto nel ricreare frutta (in questo caso tuberi) usando sfere di zucchero variamente colorate, sorta di declinazione della Wagashi giapponese. Si rompe il guscio e si viene investiti dal profumo di una emulsione di tartufo sifonata a cui il cacao in versione terra aggiunge complessità ed annulla la dolcezza del “contenitore”. Organoletticamente pirotecnico e kilometrico in persistenza: piatto del viaggio n°1.
Insalata russa [16,5/20]
Un gioco di tecniche intorno a una delle presenze fisse dei banchi di tapas. Ovviamente i pisellini sono una crema sferificata, il tonno appena scottato mette in mostra una qualità eccelsa della materia prima, verdure comprese: non kilometri ma metri zero, visto che sono prodotti del giardino dell’hotel.
Capesante al cerfoglio [15,5/20]
Una specie di composizione di cerfoglio (in clorofilla, passata, fresco…) e una perfetta esecuzione sollevano le sorti di un piatto che partiva un po’ banalotto.
Branzino selvaggio con fagiolini e zenzero [16,5/20]
Dall’apparente banalità del piatto precedente (impressione forse dovuta all’inflazione della capasanta nei ristoranti italiani), all’elegante minimalismo di questo branzino. Classe cristallina nella cottura, finezza nella parte verde -anche qui in doppia versione naturale e “concentrata”- spunto aromatico efficace. Un piatto base che tutti dovrebbero essere in grado di proporre a questo livello. Dovrebbero.
Agnello cotto a bassa temperatura, gelatina ai pistacchi [18/20]
E siamo arrivati ad un altro dei capisaldi della cucina dei Roca, la cottura a bassa temperatura. A dire la verità, la prima volta che al Celler mi sono confrontato con il loro celeberrimo maialino, ritenuto dai più lo zenit di questa tecnica, beh… non mi sono certo scapicollato sulla sedia. L’ho presa con filosofia pensando che, tornando all’origine, dove questa cottura era stata messa a punto, avevo assaggiato la versione primigenia, non la più attuale. Seghe mentali fuori luogo, e questo agnello era lì a dimostrarlo. Millimetricamente disossato e ricomposto nella sua pelle croccantissima, all’interno risulta morbido, fondente, sgrassato. Piacione di per sé diventa poi smaccatamente ruffiano, dandogli per contorno una terrina del suo stesso jus, gelificato e variato in consistenza dai pistacchi. Piatto del viaggio n°2 e lezione imparata.
Piccione con cereali stufati [17,5/20]
Meno male che è arrivato un po’ di orzo, farro, quinoa: l’italiota in gita sente la mancanza dei carboidrati e in qualche modo bisognerà pur riempirsi la pancia. Insolito il piccione, né al sangue né in casseruola: diciamo al rosa, un aspirante piccione tonnato.
Cheese [+++++]
Una freschissima portata di formaggio di capra in due stagionature e versioni: fresco nel gelato, più stagionato e piccante al naturale.
Mango, cocco e grano [+++++]
Predessert strepitoso: cocco cremosissimo, grano croccante e acidità sfacciata azzerano completamente il palato.
Tiramisu [17/20]
Ci si poteva aspettare un reinterpretazione ardita e super tecnologica, e invece… il “mattone” non è altro che il savoiardo bagnato spolverizzato di cacao amaro, il mascarpone è all’interno del sigaro e in versione gelato.
Un graditissimo fuori carta…
Viaggio all’havana [18/20]
Poteva mancare in un locale asesorado dai Roca bros. uno dei loro dolci simbolo? Nella fattispecie, pan di spagna al rum con zuppa di limone, granita di lime e zucchero di canna, sigaro Partagas D4 ghiacciato con cenere speziata. Si può parlare di sapori intensi e puliti, di temperature, fare facile umorismo sull’unica materia prima cubana non rappresentata nel piatto, ma cerchiamo di andare oltre rapportando questo dolce ad altri due capisaldi della ricerca targata Celler, il fumo e il profumo. Il primo ha portato a brevettare le famose pipe per l’affumicatura in tempo reale , il secondo agli esercizi olfattivi di stile intorno alle fragranze di celebri stilisti. Credo che con questo dolce si sia fatto un passo avanti in entrambe le direzioni. Il passaggio materico da gas a solido, la trasformazione del fumo in polvere croccante, la sinestesia tra olfatto e gusto sono fenomeni che hanno dell’alchemico. E non è forse questo il fine ultimo di una ricerca?
Caffè e piccola pasticceria [+++++]
In contenitore di cuoio, una collezione di tre varietà di cioccolatini. Il migliore quello al mais salato.
Note positive
Una grande cucina, un grande ristorante d’hotel, servizio accorto, location internazionale… è tutto al top.
Note negative
Nulla da segnalare
Conclusioni
Un indirizzo imperdibile per un tour gastronomico in Barcellona degno di questo nome.
Ristorante
MOO dell’hotel OOM
Rossellò 265
08008 Barcellona
+34 93 4454000
E-mail : restaurante.moo@hotelomm.es
Sito Internet : http://www.hotelomm.es/moo/default-en.html
Chiuso la domenica
by MdM