“Mi ritengo un uomo fortunato, perchè la mia giornata può iniziare a Château Cheval Blanc e terminare a Château d’Yquem”. Con queste parole, l’attuale presidente di Yquem Pierre Lurton, ha dato inizio ad una mattinata che ha tenuto con il fiato sopeso, le persone accorse da tutta Italia a questo evento esclusivo organizzato dalla Vino & Design, degnamente rappresentato da quel vulcanico personaggio di idee e simpatia che è Dick Ten Voorde.
Due ore trascorse sul filo delle emozioni, dove si sono raccolte parole, respirati umori, passioni ed aromi di un vino che definirlo tale è sempre riduttivo. Ecco perchè sarebbe più corretto considerare Château d’Yquem, come “IL” mito immortale dell’enologia.
Durante il corso della degustazione, il presidente di Château d’Yquem, Mr Pierre Lurton, che rappresenta il primo presidente, arrivato in seguito al “dominio” dei Marchesi di Lur Saluces, ha voluto dare un’impostazione all’evento che andasse a toccare, con immagini e diapositive, tutti gli elementi responsabili della grandezza di Yquem, liquidando in poche parole quella storia che dura da 400 anni e che per la maggior parte del tempo, è appartenuta alle generazioni della famiglia Lur Saluces.
Pierre Lurton è diventato presidente di Château d’Yquem nel 2004. “Per tutta la mia vita professionale mi sono trovato nelle condizioni di lottare contro il marciume e ora mi trovo invece a giovarci assieme.” Ci scherza su il “neo”-presidente, riferendosi al prestigioso ruolo della produzione di grandi vini rossi, che ricopre anche come presidente di Château Cheval Blanc.
Ci spiega che il primo elemento che rende grande Yquem, è prima di tutto la sua posizione unica e prestigiosa, in cima ad una collina nel comune di Sauternes.
La superficie vitata è di 103 ha, coltivati per il 20% a Sauvignon e per il restante 80% a Sémillon, con una media di età delle viti che tocca i 50 anni. Il terreno è composto da argilla, sassi e calcare, rappresentando quelli che sono i punti fermi sui quali si basa la fortuna di Château d’Yquem. Elementi unici, ma che non rappresenterebbero nulla, senza quei fattori determinanti, che annualmente sono sempre attesi con trepidazione e che si riassumono sotto il nome di condizioni climatiche. I presupposti devono essere basati sull’umidità mattiniera, proprio sotto forma di una nebbiolina che si forma grazie alla vicinanza del torrente Ciron, la quale è utile per dare vita e per fare sviluppare l’attacco di una muffa, che a Sauternes e poche altre zone al Mondo, diventa “nobile” ed è chiamata: Botritys Cinerea. A queste condizioni di umidità al mattino, si devono alternare delle condizioni di soleggiamento pomeridiano, che asciugano il grappolo e favoriscono la disidratazione dell’acino, tramite l’evaporazione dell’acqua contenuta al suo interno e la conseguente concentrazione zuccherina contenuta all’interno. L’obiettivo finale per produrre una bottiglia di Yquem, si deve arrivare a raccogliere le uve quando raggiungono i 20-21° potenziali.
La vendemmia ad Yquem ha la durata di due mesi in media. La squadra è composta da 200 vendemmiatori, istruiti e fideli alla causa del mito, in quanto è fondamentale che essi sappiano cosa raccogliere ed in quali condizioni farlo. Il periodo può essere estremamente breve, come ad esempio per il millesimo 2003, vista l’omogeneità di sviluppo della muffa nobile, oppure raggiungere i sei passaggi e andare anche oltre. In questo caso si procede alla famosa raccolta “acino per acino” che insegnano in tutti i corsi sul vino, ovvero quello di vendemmiare solo gli acini che appaiono perfettamente concentrati. Può anche succedere l’irreparabile, come millesimi tipo il 1992, che non esistano le condizioni favorevoli per lo sviluppo omogeneo di tale muffa e la conseguente concentrazione zuccherina ottimale. In questi casi a Château d’Yquem non si produce vino in quell’anno. Un’ultima considerazione è rappresentata dalle rese drastiche che riguardano Yquem e che si concentrano, nella produzione di un solo bicchiere per pianta.
Pierre Lurton ha raggiunto Milano per questa degustazione, lasciando la sua azienda in piena vendemmia. “Il millesimo 2009”-ci dice-“ha molte similitudini con l’annata 1983. Annata precoce, con una maturazione delle uve anticipata e con la data di inizio delle vendemmie che ha avuto inizio molto presto. Mai come il 1973, che rappresenta un record per Yquem, in quanto ebbero inizio il 28 di Agosto.”
Sono passati solo alcuni minuti e sono trascorse solo poche diapositive, ma il nostro stato emotivo ha già raggiunto livelli altissimi, senza aver sorseggiato una lacrima di vino e limitandoci solamente all’ascolto delle parole di Pierre Lurton.
Il tempo sembra volare, ma c’è spazio anche per qualche domanda e qualche curiosità: “Ad Yquem ci sono delle parcelle dedicate alla coltivazione di uve rosse.” – enuncia Pierre Lurton – “Bene, il vino rosso che se ne ricava, viene utilizzato per il consumo giornaliero destinato agli operai che lavorano all’interno dello château. Ma vi posso garantire che mi diverto di più a produrre vino rosso a Cheval Blanc…”
Finalmente la degustazione ha inizio. Il primo assaggio concerne la “chicca” del vino secco prodotto ad Yquem.
“Y” non rappresenta per niente un secondo vino. Esso è nato nel 1958, quasi per caso e per volontà del Marchese di Lur Saluces. Alla fine di quella vendemmia, in vigna vi erano rimasti ancora dei grappoli, che non avevano raggiunto la giusta concentrazione, la volontà dunque è stata quella di raccoglierli e vinificarli in secco, perchè intravedeva le possibilità di riuscire a produrre un grande vino bianco secco. Il problema nasceva dal fatto che non si potevano seguire le prassi della vinificazione in bianco classica, in quanto le bucce di Sauvignon e Sémillon ad Yquem, sono più spesse che altrove. Farle macerare a contatto con le bucce, darebbe dei risultati qualitativi molto dubbi, per via di uno stile alquanto “rustico” che se ne ricaverebbe, visto l’alto contenuto di tannini presente in esse. Si è pensato quindi di adottare una soluzione, subito rivelatasi come la migliore, che consisteva nel lasciare le uve a surmaturare in pianta, permettere alla muffa di iniziare il suo lavoro e raccoglierle soltanto, quando queste avevano raggiunto il cambio di colore che testimoniava l’avvenuto attacco della botrite, in maniera omogenea. La Botritys infatti, non fa altro che assottigliare lo spessore della pelle e renderle più “deboli”, quindi adattabili d essere sottoposte ad una vinificazione, con relativa fermentazione in barrique.
Spazio dunque alla degustazione, dove sono state preferite le valutazioni in ventesimi, che vengono sempre adottate in caso delle degustazioni, che per ovvie ragioni, non possono essere effettuate a bottiglie coperte.
Bicchiereeeee!
“Y” di Château d’Yquem 2006 – Valutazione: 17,5/20.
Andamento climatico:
L’andamento climatico dell’estate 2006 è stato caratterizzato da un tempo caldo ed un’ondata di caldo durante tutto il mese di luglio e che lasciava presagire ad una bellissima annata. Il tempo freddo, verificatosi nei mesi di agosto e settembre, però hanno complicato le procedure, obbligando gli operatori a compiere delle scelte molto accurate. La raccolta è iniziata il 7 di settembre con la prima raccolta delle uve di Sémillon, per completarsi il 13 settembre. Il 18 settembre si è partiti con la vendemmia delle uve di Sauvignon, raccolte ad un livello raggiunto di leggera sovra-maturazione, necessario per ottenere il suo caratteristico sentore aromatico. Il 2006 è stato lasciato in barriques a contatto con i lieviti, per una durata di 10 mesi, utilizzando un terzo di botti nuove e due terzi di secondo passaggio. Per questa annata sono state usate le seguenti percentuali: 60% Sauvignon e 40% Sémillon.
Note di degustazione:
Non è la prima volta che mi capita di assaggiare l’ “Y” di Yquem, ma non me lo sono mai ricordato con questa finezza ed eleganza che possiede questo 2006. Un giallo paglierino brillante, luminoso che porta un po’ più di luce in una sala che sembrava troppo buia per l’occasione e che aspettava il giusto momento per illuminarsi ed illuminarci. Tempo qualche minuto e si respira già un’altra aria. Aria di botrite, come quella lievemente accennata di questo 2006. Il profilo olfattivo gioca in favore delle tonalità verdi e vegetali del Sauvignon, rispetto invece al “fratello” che è più spostato verso il Sémillon. Note agrumate, ma anche balsamiche, mentolate e lievi tocchi di erbe officinali. In bocca è avvolgente. Viene esaltata da questo continuo rincorrersi di sensazioni legate allo zucchero residuo ( 11 g/l.) e l’acidità. Molto rinfrescante, anche grazie alle tonalità erbacee riscontrabili anche alla retrolfattiva. Non chiude con molto allungo, ma lo fa mostrando il suo carattere.
Château d’Yquem 2005 – Valutazione: 20/20.
Andamento climatico:
La 2005 a Bordeaux sarà ricordata come una delle più grandi annate di sempre. Ad Yquem si ricorderanno come il secondo millesimo più secco dal 1897. Dopo il 1906 (noi gli crediamo sulla fiducia… 🙂 ) e prima del 1989, con temperature al di sopra delle medie stagionali. Durante il processo di maturazione delle uve, si è notato che i grappoli non erano troppo vicini, cosa che ha permesso di non effettuare la vendemmia verde.
La vendemmia è cominciata il 19-20 settembre, con la raccolta dei primi grappoli di Sauvignon blanc. La seconda raccolta è avvenuta tra il 26 ed il 30 di settembre passando prima nei lotti di terreno con la presenza di molta ghiaia. Tra l’8 ed il 12 ottobre è partita la vendemmia delle uve di Sémillon, le quali avevano raggiunto un grado di maturazione e di concentrazione difficilmente riscontrabile in altre annate, tali da essere in grado di dare degli aromi purissimi.
Si è dovuti passare una quinta volta tra il 17 ed il 20 ottobre ed una sesta tra il 24 ed il 28 ottobre.
Note di degustazione:
20/20 ??? Sissignori! Quì siamo alla perfezione assoluta! Perfezione che Yquem può raggiungere SOLO nei grandi millesimi. E nel 2005 è avvenuto questo incontro. Perfetto e che ha permesso di mettere in condizione tutti gli operatori, nello svolgere il loro ottimo lavoro, nella realizzazione del grande vino. Anzi, del vino “immenso”.
Premetto che per assaggiare il campione in degustazione, abbiamo commesso, dispiaciuti ma molto felici per l’atto illegale, un atto di pedofilia. Certamente tutti gli elementi avranno bisogno di tempo, molto tempo, prima che gli ingranaggi trovino la giusta coesione tra loro e possano regalare delle emozioni che vi potranno portare al settimo cielo. Il profilo olfattivo è di grande freschezza, un frutto marcato sulla precocità aromatica, note di ananas fresco, albicocca, scorza di arancia e un sacco di mille sfumature che non basterebbe una pagina a lei dedicata. In bocca è chiaramente slegato, ma possiede un’avvolgenza sublime ed una concentrazione zuccherina in perfetto equilibrio con l’acidità. E poi vogliamo parlare della lunghezza retrolfattiva interminabile? Un vino che definirei: Immortale.
Assolutamente un millesimo da comprare, anche a costo dei conseguenti ed enormi sacrifici economici, per poi, successivamente, da dimenticare in cantina. Oppure, da portare in dote ai nipoti…
Château d’Yquem 2004 – Valutazione: 19/20.
Andamento climatico:
La 2004 ha avuto un inizio di annata molto freddo, tanto da ritardare ad inizio aprile il periodo di germogliamento. Le temperature sono poi cresciute in giugno. Le complicazioni sono pertanto iniziate dopo la metà di luglio, con una grandinata e poi seguite da condizioni temporali di tipo tropicale, con piogge che arrivavano in continuazione e che hanno dato inizio ad un processo di ammuffimento indesiderato. La situazione si è calmata subito dopo la metà di agosto, portando finalmente al processo di sviluppo della vera muffa nobile a partire dal 10 settembre. La prima raccolta è stata effettuata tra il 20 ed il 23 settembre. Seconda raccolta il 27 settembre e terza il 7 ottobre con la vendemmia degli acini di Sémillon che avevano raggiunto un potenziale perfetto di 20° di alcool. In seguito si ha avuto una pausa obbligata dalle piogge dell’8 ottobre, per riprendere il 18 ottobre e terminare il 2 ed il 4 di novembre. La vendemmia così scaglionata, permette sempre alle uve di Yquem ad arrivare a possedere un eccellente equilibrio tra zuccheri ed acidità e con condizioni ideali di portare gli acini in fermentazione, al fine di avviarla spontaneamente solo con i fermenti naturali. Il risultato finale è stato di un residuo zuccherino di 129 g/l ed un’acidità marcata di 4,8 g/l..
La produzione però è da ricordare tra le più basse dove si sono prodotte circa 55.000 bottiglie. La metà, se paragonata alla 2005.
Per Pierre Lurton, il millesimo 2004 non è stato facile come già precedentmente spiegato, ma è proprio in questi millesimi ricercati e difficili, che Château d’Yquem segna il passo sulla diretta concorrenza. Perchè entrano in gioco molti fattori, tanti elementi che diventano necessari per produrre un grande vino. Tra gli artefici è sicuramente il gioco di squadra e la professionalità di ciascun operatore: dai vendemmiatori che dovranno scegliere in modo oculato cosa raccogliere, all’enologo che dovrà fare molta attenzione nelle diverse fasi di lavorazione.
Yquem in quell’anno è stato il primo Château a debuttare con le vendemmia.
Note di degustazione:
Il 2004 si differenzia già alla vista e si per mostra con una veste dorata più carica e più opaca. Sintomo di quanto andremo a percepire in seguito. Il quadro olfattivo è sicuramente più maturo, ma altrettanto ricco, con l’ossigenazione escono perfino dei sentori balsamici. Ha un che di Hippy questo, per il continuo cambiare carattere e personalità, con sentori di frutta candita, di albicocca disidratata, note di bon-bon inglese e diverse tipologie di miele, a partire da quello di acacia, per arrivare a quello di zagara. In bocca è opulento. Fin troppo. Ma si mostra però come un elegante signore in Frac. Signorile, con una venatura più asciutta della 2005.
La bellissima freschezza lascia spazio ad un’ottima lunghezza, in un finale tutto in scioltezza e caratterizzato da una finezza di grande classe.
Château d’Yquem 2003 – Valutazione: 18,5/20.
Andamento climatico:
Saranno in molti a ricordarsi l’andamento climatico dell’annata 2003 per tutta la vita. Tra questa categoria rientrano principalmente i produttori di vino. A Sauternes la media delle temperature del mese di giugno erano al di sopra di ben 5 gradi, con le fasi di evoluzione della vite, in anticipo anche di 3 settimane. Le medie di agosto erano di 6° in più.
Alla luce di queste condizioni estreme, tra le uve che raggiungevano le concentrazioni ideali, erano molte quelle che si trovavano nelle condizioni estreme di non poterle vendemmiare, in quanto erano troppo secche e la botritys non aveva sviluppato il suo compito in maniera adeguata. Queste condizioni sono rimaste invariate fino al periodo del 5-10 settembre, quando si sono registrate le prime piogge, che hanno permesso finalmente alla botrite di partire.
In sintesi la vendemmia del 2003, sarà riconosciuta come la più breve, della durata di soli 9 giorni. Terminata presto perchè le uve rimaste in pianta, non si presentavano nelle condizioni ottimali per produrre Yquem e quindi sono state eliminate.
Note di degustazione:
Vino decisamente atipico, frutto di un’annata atipica. Vista brillante, nel bicchiere traspare un giallo dorato carico e profondo, con lampi meno scintillanti dei primi due campioni. Il Profilo stilistico al naso si propone con un frutto, che Pierre Lurton definisce più da vino disidratato che da vino botritizzato. Al palato si apre subito con una venatura liquorosa. Il più equilibrato fra tutti quelli assaggiati e che lo rende quasi godibile già da oggi. Probabilmente potrà tenere per molti anni, anche se Dio non ha voluto portargli in dote, il dono dell’immortalità. Non possiede l’allungo e la distensione dei grandi Yquem, ma ha sempre il carattere del grande vino che ti aspetti da questa etichetta.
Château d’Yquem 1996 – Valutazione: 19+/20.
Andamento climatico:
Annata regolare, con una stagione che è iniziata bene dopo un inverno piovoso e mite. Le temperature estive si sono attestate al di sopra delle medie, ma senza eccessi. Il settembre del 1996 verrà ricordato per l’assenza di pioggia per le prime tre settimane, ma con temperature che questa volta erano di 2° sotto la media. L’uva maturava lentamente ed in modo completo, con le acidità che si mantenevano stabili. Alcune uve sono state raccolte in questo periodo, prima di accusare un intervallo temporaneo, dovuto alle pioggie durate fino al 3 ottobre. Ripresa delle vendemmie, con un ulteriore passaggio il 7 e l’11 ottobre. Altro periodo di pioggia che lasciava pensare al peggio, per aver indebolito la forza della botrite, ma il caldo ed il secco delle due settimane successive, hanno permesso ai raccoglitori di passare una quarta, una quinta e per terminare con una sesta volta, il 4-5 novembre.
Note di degustazione:
Il millesimo 1996, a detta loro, rimane una tra le annate recenti che riflette al meglio l’intero terroir di Yquem. Ammirevole, equilibrata, classica ed elegante. Si ricorderà come il millesimo dove è avvenuto il passaggio di testimone tra i due ultimi Maître de chai dello Château. Da una parte, il passato con Mr Guy Latrille che saluta Yquem per il suo periodo di pensionamento e dall’altra, il presente, rappresentato da Mme Sandrine Gambray, l’attuale enologo (pardon, enologa…).
La vista è di un brillante giallo dorato che vira su riflessi oro antico, al naso è l’esplosione della purezza dello zafferano che fino a questo momento è stata percepita in maniera molto più lieve. Di grande classe ed eleganza, come tutti i millesimi “classici” di Yquem e che si propone in tutte le sue fasi, con un comportamento educato e molto garbato, senza far sentire la sua potenza. Potenza che ritroviamo al palato, sotto forma di concentrazione zuccherina, che avvolge, ti conquista, sia psicologicamente che emotivamente. Ho già avuto modo di degustare millesimi più vecchi di questo, ma va dritto al cuore questo 1996, non ti molla più e il suo ricordo, credo ce lo porteremo dietro per molti anni.
Almeno fino alla prossima degustazione. Vero, monsieur le president?
Prima di chiudere, c’è un’ultima considerazione sul ruolo femminile coperto dall’attuale Maître de chai. Sandrine è stata fortemente voluta all’epoca dal Marchese de Lur Saluces, andando contro a molte persone, nonchè oggetto di critiche di chiaro stampo maschilista. Questa scelta ha portato dei risultati che trova condivisione anche da parte dell’attuale presidente Pierre Lurton, che vede in lei, la figura assolutamente in grado e lo ha dimostrato fino ad ora, di puntare sempre dritto a quello scopo di Yquem, ovvero produrre dei vini che siano il simbolo della concentrazione e della potenza, ma che vengano espressi con una condotta, sottile, delicata, leggiadra e puntare molto sulla freschezza di beva. In una parola…femminili.
Senza modificare di una virgola, il rigore selettivo, la qualità e quel sottile equilibrio che lo lega alle caratteristiche del millesimo in etichetta, di quel mito chiamato: Château d’Yquem!
Questa foto può risultare la giusta sintesi di una mattinata che non dimenticheremo mai per tutta la vita.
Almeno fino alla prossima degustazione di Château d’Yquem!!!
Recapiti:
Château d’Yquem
33210 Sauternes
Tel: oo 39 (0)5 57 980707
Fax: oo 39 (0)5 57 980708
Sito web: www.yquem.fr
Visite allo Château, esclusivamente su prenotazione.
Un ringraziamento per l’organizzazione:
Vino & Design s.r.l.
Via del Chionso, 14
42100 Reggio Emilia
Tel: 0039 0522 506284
Sito web: www.vinoedesign.it
mail : info@vinoedesign.it
Viaggiatore Gourmet Media Partner
Breaking News – Eventi Enogastronomici esclusivi. (Media Partner) Sponsored By Amici Gourmet – Network esclusivo di appassionati Gourmet.
Sei un appassionato Gourmet? Un addetto ai lavori? Un semplice nostro affezionato lettore? E non sei ancora titolare della Nostra Card esclusiva Viaggiatore Gourmet? Sostieni anche tu la nostra Guida Online Indipendente dedicata alle eccellenze e in cambio ricevi coccole e privilegi. Scopri come… QUI. Ti aspettiamo!