C’è voluta una lunga gestazione per la recensione della Torre del Saracino. Questi sono i giorni i cui ricorre la “Festa di Vico“, ormai uno dei più importanti eventi del panorama gastronomico italiano che riunisce buona parte degli chef, i produttori e i giornalisti del settore per una informale tre giorni da passare tra Vico e la penisola sorrentina. Noi facciamo la nostra parte pubblicando uno dei reportage più richiesti dai nostri lettori. Già, perché forse nessun cuoco italiano riesce come Gennarino Esposito a infiammare il pubblico, trascinato dal suo physique du role di prototipo del cuocone bonaccione partenopeo e che lui asseconda con la sua cucina, vetrina di tutto il bello e buono che viene dal territorio e dal mare campano. I punteggi stratosferici sulle guide lo collocano tra le migliori cucine della penisola; le due stelle Michelin sono state salutate dagli spettatori del gastro-show come un atto dovuto, nonostante la location (vabbè il mare e vabbè i lavori appena terminati, ma lì fuori c’è una mezza favela) non sia proprio in linea col disciplinare estetico della rossa, per quel che riguarda le assegnazioni bistellate più recenti: sarà il personaggio, ma è innegabile che Gennarino Esposito sia percepito dall’opinione pubblica come il baluardo della mediterraneità, intesa come immediata palatabilità del territorio nel piatto, sincerità nel racconto delle materie prime, elevazione delle preparazioni più semplici allo stesso rango dei capisaldi della cucina internazionale. Tutte cose non pervenute per buona parte della nostra esperienza. Parlandone con lo chef, la sua posizione è candida e condivisibile al 100%. Physique o non physique, guaglione o non guaglione, lui si riserva tutto il diritto di fare la sua ricerca, che lui propone con orgoglio. Ragionamenti su questo se ne potrebbero fare all’infinito e l’intro è già fin troppo lunga. Ma ve lo avevamo anticipato: ci abbiamo dovuto ragionare parecchio… Del resto dietro lo physique si “nasconde” un fine stratega dal cervello finissimo che in pochi anni ha ottenuto tutto quello che esattamente si era prefissato o meglio manca solo la terza stella e poi ci siamo… Basterà ??!
Le guide cartacee
Michelin assegna due stelle – tre forchette e coltello
Espresso assegna 18/20
Gambero Rosso assegna 95 – cucina 66
Touring Club assegna due medaglie e quattro forchette
Veronelli assegna tre stelle
La sala
Mise en place
L’arcangelo l’olio degli angeli – Azienda agricola Russo
Menù
Riportiamo i menù degustazione.
Proposta di Salvatore
Centrifugato di asparagi selvatici, borragine, ostriche e ricci di mare
Patata schiacciata con calamaretti, pesto di olive verdi e colatura di alici
Fusilli con ragù di cernia e salsa di limone agrodolce
Spigola con fave fresche e secche, olio alle alici e pomodoro confit
Zeppola di coniglio al miele di rosmarino e salsa agrodolce di pomodoro
Caprese con salsa di mandarino, gelato allo yogurt profumato di lavanda
€ 100,00 a persona
Proposta di Ciro
Passata di piselli, gnocchi di ricotta, seppie, raviolino al limone e pomodoro candito
Paccheri con bracioletta di trippa di baccalà e carciofi arrostiti
San Pietro al pan brioche con salsa di asparagi e mozzarella di bufala
Selezione di formaggi
Mela annurca al profumo di agrumi
€ 80,00 a persona
Carta dei vini [17/20]
Giovanni Piezzo (1963) sommelier da tre anni della Torre del Saracino si occupa di questa cantina.
Abbinamento Vini
Pane [+++++]
Aperitivo
Vin Mousseux Hic sine sulfure spuma- Gérard Schueller et Fils
Piattooo!
Risotto al nero di seppia mantecato con la conserva di pomodoro e zafferano [15/20]
Con salsa di fegato di seppia e cedro candito. Ovviamente non si parte col risotto, ma intanto che marciava per un altro tavolo ci è scappato un assaggino 😉
Fiuggi… prima variazione sul tema.
Scarola maritata con colatura di alici e salsa di pomodorini secchi [13,5/20]
Il piatto che ha dato il via alle riflessioni contorte. La struttura è apparentemente semplice, degli involtini di spada “imbuttunati” di scarola, a cui dei pomodori secchi e della colatura di alici non può certo fare male. E’ il lavoro sul vegetale che ci ha un po’ confusi, l’uso della clorofilla di una miriade di verdure (le famose verdure dell’orto degli Esposito) non ci ha lasciato sul palato niente di comprensibile, e chi ne ha pagato le conseguenze è stato il pesce.
Zuppa d’aglio novello, lasagnetta di grano arso, anguilla affumicata e schiacciata di patata [14/20]
Ok, qui tutto è inquadrato. Il tipico sapore tostato del grano arso, il fumo dell’anguilla, aglio e patate.
Crudo e cotto di vitello di boves e tonno pinna gialla: crudo di tonno, crudo di manzo, cotto di tonno e cotto di manzo [13,5/20]
Una piccola degustazione di vitello e tonno crudi e cotti. Nessun abbinamento, nessun intervento da parte dello chef.
Zuppa di piselli, gnocco di ricotta, raviolo di pomodoro e limone candito e seppia cotta a bassa temperatura [14,5/20]
Un piatto con la firma di Gennaro marchiata a fuoco sopra. Slegato ma fresco e pulito.
Tagliatelle con broccoli, calamaretti e ricci di mare [15/20]
Goloso, personale, sapido, brillante. Eppure mi rifiuto di credere che uno chef così debba sottostare alla regoletta dei tre elementi per realizzare un piatto bene a fuoco.
Greco di tufo Pietra rosa – Cantina Di Prisco
Ravioli ripieni di cavolfiore e pecorino con salsa di vongole e aglio croccante [14/20]
Minestra di pasta mista di Gragnano con crostacei e piccoli pesci di scoglio [16,5/20]
Eccolo qui, il piatto di pasta secca dell’anno. Non c’è niente da fare, nella cottura della mischiata di Gerardo di Nola la mano campana viene sempre fuori. Verrebbe da fare il bis e il tris e Gennaro lo sa, quindi razione sempre doppia!
Ricciola con brodo di baccelli di piselli, lattuga scottata, emulsione di cotica di prosciutto d’Osvaldo [14/20]
Gennarino mette in mostra la sua profonda conoscenza della cucina classica, mixando due guarnizioni dei piselli, quella alla francese (con la lattuga) e quella alla fiorentina (con pancetta, qui in versione più gourmet).
Camarato – Aglianico 80%, Piedirosso 20% – Fattoria Villa Matilde
Variazione di maiale nero casertano. Piatto 1
Variazione di maiale nero casertano. Piatto 2: guancia, costoletta fritta, spalla cotta a bassa temperatura, lingua [13,5/20]
Soufflé ghiacciato al limone [+++++]
Passito di Pantelleria 2003 Nikà – Case di pietra
Mousse di ricotta e ciliegie [15/20]
Babà con crema e fragoline [17/20]
Sempre incredibilmente pazzesco il babà di Gennarino.
Carrello dei cioccolati dal 60% al 100% [+++++]
Una splendida idea e una selezione accurata.
Caffè e coccole finali [+++++]
Cannoli siciliani, baci di dama, meringhe, pasta di mandorle e crostatine alla frutta.
[Note by ViaggiatoreGourmet]
Note Positive
Bel locale, cuocone a tutto territorio con ambizioni assolutistiche, va detto che però sanno anche ascoltare e “inquadrare”, difficile pertanto uscire insoddisfatti.
Note Negative
Quando arrivi da Gennarino, hai l’aspettativa di emozionarti davanti al piatto dei migliori paccheri con ragù napoletano del mondo. Del resto questa è l’idea che ti fai seguendo le performance del Cuocone nostro oltreconfine ad esempio. Invece finisci nel “solito” ristorante assolutamente slegato dal contesto, se non per le materie prime, che in ogni caso oramai trovi di egual livello anche a Milano, il solito che propone l’ennesima cucina tecnica, sofisticata, millimetrica, buona e bella, ma se faccio 1.000 KM per andare a Vico Equense da Gourmet Padano con il palato annoiato perdonate non voglio trovare ne un Cracco, uno Scabin, un Bottura, sto andando a cercare altro… A domanda Gennarino risponde… mbè se volevate i paccheri con il ragù ve li facevamo pure. Ah… vabbè. La prossima volta ci appenderemo un cartello con scritto “Cercasi semplici Emozioni a sintonizzare il territorio”. Ad ogni modo Gennarì capisciammè questa NON è polemica è nà critica che vuole essere costruttiva da Ggente che gira tanto ma tanto assai e che ogni tanto vorrebbe fermarsi tra mille coccole ed emozioni senza avere la sensazione pure a Vico di trovarsi in centro a Milano…
Dettagli
Zero cartelli, zero indicazioni per arrivare a meno di non seguire per la Pizzeria … Torre del Saracino.
Conclusioni
Bravo Gennarino, conosce il sistema e invece di subirlo lo “governa”, geniale l’idea del super evento PR che fa da salottino sciccoso a tutta spiaggia, mare e “volemosSe BbBene“. E come direbbe il nostro mitTico Paolone. Buon Tutto!
Un’occhiata alla cucina a fine servizio.
Viaggiatore Gourmet
Ristorante Torre del Saracino
80069 Vico Equense (NA)
Via Torretta, 9
Tel. 0818028555
Fax 0818028555
Chiuso la domenica sera e il lunedì.
E-mail: info@torredelsaracino.it
Sito internet www.torredelsaracino.it