(SPAZIO PER VALUTAZIONE AZIENDALE)
Anno di Fondazione: 1900
Proprietà: Bruno Giacosa
Enologo: Giorgio Lavagna
Agronomo: Giuseppe Cavallo
Addetto al ricevimento: Beatrice Bongiovanni e Bruna Giacosa
Ettari di proprietà e/o affitto: 20 ha di proprietà, nessuno in affitto
Produzione annuale in bottiglie: 500.000 bottiglie
Vendita diretta in Cantina: NO
Vendita dei vini On-line: NO
Visite in cantina: NO
Caratteristiche principali di gestione nel vigneto: potatura gujot modificata ad archetto – vendemmia manuale
Utilizzo di lieviti selezionati: Vengono sempre utilizzati per la vinificazione del Roero Arneis e per i vini base spumante. Mentre per i rossi solo in annate non particolarmente favorevoli.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2011/2012:
95/100 – Barbaresco Asili di Barbaresco 2008 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Un vino che riesce a bissare l’ottima prova dell’annata precedente. Un’annata che sulle prime si era rivelata un po’ sottotono se paragonate alle precedenti, ma che alla lunga (per quel poco che si può dire visto che stiamo parlando di vini che hanno alle spalle un limitato soggiorno in bottiglia) sta mettendo in campo un valore di assoluto rilievo. Merito anche di produttori come il buon Bruno Giacosa, capace di proporre nella 2008 un Asili chiaro, netto, preciso e riconoscibilissimo in quelle che sono le sue peculiarità. Soprattutto nel frutto, possedendo quel calore e quel fascino che gli si addice. Al palato dobbiamo fare i conti subito con un tannino che appare vivace e un po’ raggrinzito. Solo questione di tempo, giusto quello che serve per abituarsi a questo cambio di marcia e lasciarsi trasportare dall’avvolgenza e dalla spinta caratteriale che sfoderano articolazione e profondità. E quel fascino irresistibile dell’Asili. Quello di Bruno Giacosa.
97/100 – Barbaresco Ris. Asili di Barbaresco 2007 (Cat. H)
Altissimo Ceto
E’ sempre difficile valutare l’assaggio prematuro di una grande Etichetta Rossa. La reazione risulta essere contratta, tesa e corrucciata, paragonabile a chi è stato buttato giù di sobbalzo dal letto. Il colore vira verso un rubino vivo, ma un po’ opaco nelle sfumature. Avrà modo solo con il tempo di mettersi quel suo bel vestitino a festa, scintillante. Molto centrato sulla croccantezza del frutto, quasi mordente, di sentori che richiamano il ribes e la fragola. Il bagaglio speziato è tutto in divenire. Ciò lo rende in qualche modo incompleto (e ci saremmo meravigliati del contrario), ma appare già dalle prime battute molto più indietro nella forma rispetto ad altri suoi fratelli di sangue di altre annate, degustati nello stesso periodo.
Il palato è rigido, spigoloso come il suono di una scatola che senti rotolare giù dalle scale e che finisce il suo percorso con un tonfo duro e sordo. Il calore è però ben presente ad alleviarne le asperità del tannino e della sua acidità affilata, che in questo momento ne attenuano i benefici ed i vigori della sua chiusura post gustativa. Tuttavia, la raffinatezza dell’insieme applaude una personalità che arriva dal profondo del terreno e lascia comunque ben presagire per un futuro che lo porterà molto lontano. Almeno per chi avrà la voglia di pazientare.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2010/2011:
I metodo classico
87/100 – Spumante Extra-Brut Rosé 2008 (Cat. E)
Un po’ più snello e lineare della versione precedente, ma anche con una definizione aromatica più precisa e composta. Naso originale ed interessante per le sue sfumature intriganti di erbe aromatiche e balsamiche. Ha bisogno di aria e avrà bisogno di bottiglia, in quanto il palato non appare nella medesima forma e con la stessa coerenza di quanto avuto in fase olfattiva, mostrandosi un po’ contratto. Leggera chiusura amarognola ma non scomodante.
I Vini Rossi
95/100 – Barbaresco Asili di Barbaresco 2007 (Cat. G)
Altissimo Ceto
In seguito alla decisione (sofferta) di Bruno Giacosa di non uscire sul mercato con i Barolo e Barbaresco 2006, si è arrivati alla scelta aziendale di andare allora in commercio con i Barbaresco 2007, ridimensionando quella che era fino ad oggi la politica di uscire con questi vini a pari annata con i Barolo. Nutriamo sempre pieno rispetto in tutte quelle che sono le disposizioni aziendali dei Giacosa e siamo, ad ogni modo, rallegrati di trovare saldamente in testa in queste sessioni, i due cru di Bruno. L’Asili, da sempre il suo preferito, prende fortemente la testa del gruppo con una prova da manuale. Proposto in questa annata, vestito dall’etichetta bianca, troviamo in prima linea una fragranza ed una integrità del frutto che non ci saremmo magari mai aspettati da una 2007 (forse non da Giacosa in quanto ci ha spesso abituati a queste prove), anche se siamo perfettamente consapevoli, che è inoltre una delle caratteristiche che hanno sempre reso unico questo vigneto, nel panorama Barbareschiano, di tenere grinta, carattere e completezza, anche in annate calde e non adagiarsi su facili rotondità e dolcezze. Con l’ossigenazione vengono sprigionate delle sfumature speziate e floreali che impreziosiscono il bouquet, in una perfetta sequenza orchestrale, di grande eleganza e dal notevole potenziale in futuro. Al palato sfodera tutta la sua classe e finezza, creando in questo contesto, il gap con il Santo Stefano. L’uscita e la profondità sono perfettamente al top con il resto delle qualità mostrate. Da applausi.
91/100 – Barbaresco Santo Stefano Albesani di Neive 2007 (Cat. G)
La maturità e le tonalità del frutto dell’Albesani-Santo Stefano 2007 sono più in linea con quelle che sono le caratteristiche del millesimo. Un frutto più polposo, più avvolgente ed immediato, con quel carattere speziato, per certi versipiù evoluto dell’Asili e più spostato sulle note dolci delle spezie, a discapito di quelle più piccanti e balsamiche del campione raccontato sopra. Comunque pur sempre una prova d’autore, degna del Maestro, che ritrova linearità e coerenza anche al palato, con una trama tannica più “dura” ed una chiusura leggermente più asciutta, che non influiscono tanto sulla bontà qualitativa del prodotto, ma bensì sul ridimensionamento del punteggio rispetto sempre all’Asili.
101/100 – Barolo Riserva Le Rocche del Falletto di Serralunga d’Alba 2004 (Cat. H)
Altissimo Ceto
Inchiniamoci di fronte all’ennesimo capolavoro del Maestro. Non solo perché insignito della prestigiosa etichetta rossa, ma perché rappresenta, di fatto, uno dei più grandi vini che siano mai stati prodotti all’interno dei nostri confini. Meritevole di un fondo scala ( e oltre…) e della menzione speciale, arrivato dopo una non facile decisione univoca del panel. Più volte è stato scritto e poi cancellato il giudizio finale. Difficile dargli un giudizio, difficile scrivere sul foglio, un numerino che possa racchiudere quello che si è provato in quel momento. Numeri freddi. Cifre illogiche e, a tratti, pure paradossali. Tutte votazioni che comunque non rendevano merito alla maestosità del vino. E sapete perché? Perché non eravamo noi a giudicare il vino, ma il vino a giudicare noi. Ci guardava dall’alto in basso. Lui. Con quello sguardo intenso, profondo e con un pizzico di arroganza, ma giustamente orgoglioso. Orgoglioso, perché a generarlo è stato lui, il Maestro. Il quale lo ha creato a sua immagine e somiglianza. Accigliato e un po’ scorbutico sulle prime, dovrete scendere quasi a compromessi se vorrete trarre il massimo vantaggio in termini emotivi da questo vino. Proprio come il feeling da adottare con Bruno, persona. Girategli intorno cautamente, siate di poche parole e più di facili orecchie. Tese all’ascolto. Ascolto di quelle poche parole che usciranno dalla sua bocca in un primo momento. Non aspettatevi grandi orazioni. Ci vuole tempo. Ci vuole pazienza. Se gli risulterete simpatico, allora sarà lui ad aprirvi il cuore ed accogliervi con la passione ed un pizzico di commozione. Questo vino e Giacosa, sono fatti uno per l’altro. Ma presto si sono dovuti separare, perché queste bottiglie dovevano essere lasciati libere per il mondo per fare felici centinaia di persone. E portare con se un pizzico di Langa e tante e tantissime emozioni. Poco più di diecimila esemplari prodotti, ma non per tutti. Bisogna meritarselo. Magari essere propensi anche alla lacrimuccia e ringraziare per l’ennesima volta il Maestro di tutti noi. Non sappiamo (e non ci interessa) sapere se questa è la migliore etichetta rossa di sempre. La perfezione è stata comunque capace di esprimersi ad alti livelli e ad andare pure oltre.
Si dice in giro che il “primo Giacosa” non si scorda mai. Già. Ma in questo caso, a dire il vero, neanche l’ultimo….
86/100 – Nebbiolo d’Alba Valmaggiore di Vezza d’Alba 2008 (Cat. B)
Un vino che se paragonato alla versione precedente, si mostra più dettagliato e dinamico, anche se non dotato di particolari ricchezze aromatiche. Più saldo al palato con una buona profondità a chiudere. Quadro complessivo di grande godibilità in questo momento.
GUIDA DELLE ECCELLENZE ENOLOGICHE
EDIZIONE 2009/2010:
85/100 – Nebbiolo d’Alba Valmaggiore 2007 (Cat. B)
Fa’ un po’ impressione trovare il Valmaggiore di Giacosa in questa posizione. Il vino è nei canoni abituali, non particolarmente dotato di grande spessore ma comunque intrigante. E quindi? La caratteristica che lo ha fatto ”ridimensionare” è il naso che sfodera in quest’annata. Elegante ma alquanto atipico ed “esotico”.
92/100 – Barbaresco Santo Stefano 2005 (Cat. G)
Altissimo Ceto
Siamo pronti a scommettere che quella targata 2005 sia una delle migliori espressioni di sempre del Santo Stefano di Bruno Giacosa. Tanto da portarlo a vincere la volata al fotofinish sull’eterno rivale di sempre, ovvero quell’Asili, che quest’anno gareggiava sfoggiando però l’inconsueta etichetta bianca. Un Altissimo Ceto pieno, meritato, che rende giustizia al valore e al prestigio di questa casa.
90/100 – Barbaresco Asili 2005 (Cat. G)
Fino all’ultimo, i Giacosa, sono stati indecisi se continuare nella consueta fase di affinamento per portarlo a vestire la famosa etichetta rossa. Invece si è optato per una scelta più radicale che alla fine è stata quella di imbottigliarlo e metterlo poi in commercio con l’etichetta bianca. Probabilmente questa scelta ha frenato le potenzialità di questo vino, ma capiamo la scelta dell’azienda che saggiamente ha preferito rispettare i consumatori abituati alla Riserva solo nelle grandi annate. Forse è stata anche questa caratteristica che ha portato a perdere la volata con il Santo Stefano. Pur riconoscendogli, tutto sommato, un valore ancora tutto da esprimere nel tempo.
88/100 (?) – Barbaresco Rabajà 2005 (Cat. G)
Il Rabajà di Bruno Giacosa è da sempre il più lento a concedersi. Sfodera il consueto carattere ruvido e un po’ asciutto, che lo ha sempre contraddistinto e che lo fa soffrire nelle volate con l’Asili e il Santo Stefano. Per il momento salviamo con nome, riavviamo il sistema e lo terremo d’occhio in futuro in un’ipotetica corsa a tappe.
92/100 – Barolo Le Rocche del Falletto 2005 (Cat. H)
Visto che il prossimo anno saremo orfani dei Barolo e Barbaresco di Bruno Giacosa, in quanto non verranno commercializzati i 2006 per non essere stati ritenuti all’altezza del loro nome, allora ci dobbiamo consolare con l’ennesimo grande ed immenso Barolo della storica Casa di Neive. Se non fosse stato per la serietà e la rigidità del tannino che appartiene a questo vino e che si pronuncia andando al di là di quelle che sono le normali predisposizioni del cru o del paese di origine (Serralunga…), lo avremmo trovato in posizioni più alte. A nostro modo di vedere, difficilmente, potrà subire delle variazioni nel tempo, donando magari delle sensazioni più docili in futuro.Variazioni che andranno decisamente ad incidere a livello aromatico, donando (tra qualche decennio…) un quadro olfattivo più suadente e con una versatilità che non vi faranno mai staccare il naso dal bicchiere. Da dimenticare in cantina…
*88/100 – Extra Brut Rosé 2007 (Cat. n.c.)
Altissimo Ceto
(* Recensito quì)
Fiato alle trombe per un esordio in grande stile Giacosa, per l’Extra Brut Rosè targato 2007. Se non si conoscesse la profonda serietà che contraddistingue, da sempre, le scelte della storica maison de negoce di Neive, continuamente caratterizzate da grande ponderatezza, analisi e valutazioni qualitative, si potrebbe pensare ad un voler seguire le mode, salutando quella che rappresenta la prima versione di questa bollicina rosata. Ma l’assaggio fugherà qualsiasi dubbio, già nel vederlo scendere nel bicchiere con quel suo colore rosato tenue scintillante, carico di energia. L’impatto olfattivo è di grande vinosità che lascia spazio ad una complessità ricca e soffusa. Da ricercare. E’ di seguito con l’assaggio, che ritorna a dare sfogo nuovamente alla sua vitalità, vista la scelta (coerente con la linea già adottata dal fratello maggiore) di “impostarlo”, tipologicamente parlando, come Extra-Brut. Una spina dorsale fatta dall’acidità, netta e decisa, che congeda il palato, con grande morbidezza ed eleganza. Da berne a fiumi…
88/100 – Barbera d’Alba Falletto di Serralunga d’Alba 2007 (Cat. D)
Nel piacevole gioco dei paragoni presente-passato, possiamo considerare la Falletto 2007, una Barbera possente e muscolosa, con dei tratti più calorosi (ed inaspettati) del previsto, un’evoluzione più speziata ed un frutto più polposo rispetto a quella precedente. Ma della 2006 non conserva i tratti stilistici cesellati ed affascinanti. Questa prefazione serve per “giustificare” cosa è mancato nel passo (e che sarebbe stato fondamentale), per issarla alla soglia dei 90 punti. Sono solo dei piccoli dettagli, ma fondamentali per un vino di questa caratura e di questo prestigio. Dal canto suo possiamo apprezzarne la vitale godibilità di un vino che già da oggi si esprime al pieno delle sue potenzialità e che ci porta in piena sintonia con l’apprezzamento del bicchiere che vede presto la fine.
84/100 – Barbera d’Alba 2007 (Cat. B)
La Barbera d’Alba del Négoce, nell’annata 2007, si offre con un passaggio interlocutorio. Meno vitale ed energica della versione precedente, l’impatto olfattivo è molto chiuso, appena versata nel bicchiere e con dei disturbi di definizione aromatica, bisognosi di tempo prima di riuscire a mettersi “a fuoco”. Al palato si predispone su di un piano sottile, teso e con una freschezza messa in evidenza, equilibrata da un buon spessore ed una discreta morbidezza.
I prezzi sono indicati per categorie in funzione della variabilità che potete trovare da enoteca ad enoteca:
Categoria A Fino a 14,00
Categoria B Tra Euro 12,00 e 17,00
Categoria C Tra Euro 15,00 e 20,00
Categoria D Tra Euro 18,00 e 25,00
Categoria E Tra Euro 23,00 e 30,00
Categoria F Tra Euro 28,00 e 50,00
Categoria G Tra Euro 45,00 e 70,00
Categoria H Oltre i Euro 70,00
Recapiti:
GIACOSA BRUNO & C. SNC
Via XX Settembre 52
12052 Neive (CN)
Tel: 0173/67027
Fax: 0173/677477
Skype: –
Sito Web: www.brunogiacosa.it
Indirizzo posta elettronica: brunogiacosa@brunogiacosa.it
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