Azienda visitata il 6 Novembre 2007.
Oggi abbiamo reso visita ad una famiglia che da più di 100 anni, lavora la terra e produce vino a Serralunga d’Alba.
Ci troviamo nel cuore della denominazione del Barolo e a riceverci sono i fratelli Franco e Roberto Massolino titolari dell’azienda Vigna Rionda-Massolino.
Ma prima di entrare nel vivo del racconto, come al solito sfogliamo le principali guide per “sbirciare” il trattamento riservatogli:
A.I.S.: i miei colleghi sommeliers assegnano i 5 grappoli al Barolo Riserva Vigna Rionda 2001, seguono poi 6 vini con 4 grappoli.
Espresso: premiato come vino dell’eccellenza il Barolo Riserva Vigna Rionda 2001, seguono poi seguono 4 vini con 3 bottiglie.
Gambero Rosso: “strike” per il Barolo Riserva Vigna Rionda 2001 che si vede aggiudicare anche il più alto riconoscimento da parte della guida del Gambero, ovvero i suoi 3 bicchieri. Subito dopo di un soffio, con 2 bicchieri rossi troviamo, la Barbera d’Alba Gisep 2004, infine seguono 4 vini con due bicchieri.
Per raggiungere l’azienda percorrete la Torino-Piacenza, uscite all’ormai mitico, per chi come me si trova a percorrere spesso questa autostrada per raggiungere le Langhe, casello di Asti Est. Vi troverete ora sulla comodissima autostrada che vi porta sino ad Alba, da qui seguite le indicazioni per Serralunga d’Alba. L’imperioso Castello vi farà da bussola. La Cantina dei Massolino’s brothers si trova nella piazza principale di fronte all’Albergo Italia.
L’azienda è stata fondata nel lontano 1896 da Giovanni Massolino. L’inizio, come tanti, sembra un Deja vù, quando il fondatore piano piano smette di vendere l’uva alla cantina sociale e incomincia la lunga strada della produzione in proprio, prima vendendolo sfuso ed in botti ad altre cantine, poi in bottiglia. Come tanti personaggi dell’epoca era un tipo tenace e orgoglioso, ci dicono che fu stato il primo a portare l’energia elettrica in paese, ma quello che differenzia da tanti altri è che qui si è voluto mantenere la tradizione di famiglia. Varcare il cancello della Vigna Rionda-Massolino sembra andare a ritroso nel tempo, perchè sembra respirare la stessa aria di allora. La cantina fu costruita da Giuseppe, figlio di Giovanni e nonno di Franco e Roberto.L’acquisto invece degli attuali vigneti posseduti e posizionati tra i migliori cru di Serralunga, ovvero Margheria e Vigna Rionda (chiamata all’epoca con il nome di Vigna Rotonda), lo si deve a tre dei sei figli di Giuseppe: Giovanni, Camilla e Renato. L’ingresso in azienda di Franco lo si ha a partire dagli anni ’90, seguito dal fratello Roberto nel 1999, ed entrambi possono metterci oltre alla loro passione, anche la professionalità data la loro qualifica di enotecnico. A questi si aggiunge anche il validissimo aiuto dell’enotecnico Giovanni Angeli, amico e compagno di scuola di Roberto e che, seppur lavorando da soli due anni in azienda, sembra invece lavorare qui da sempre.
“La nostra filosofia” – ci raccontano i Massolino – “è molto semplice, vogliamo rispettare nel migliore dei modi le caratteristiche che vengono date da ogni singola vigna e mantenere le peculiarità di ogni vitigno nel bicchiere cercando ogni anno di migliorarsi sempre, provare nuove tecnologie, nuovi sistemi innovativi ma sempre nel segno della tradizione.”
Conosco Franco e Roberto da diversi anni, ne osservo sempre meravigliato la “verve” che ci mettono continuamente nel loro lavoro. Ma una delle cose che più mi colpisce è che, conoscendo la loro storia, il loro glorioso passato, loro hanno la prerogativa di mettersi sempre in discussione con l’avvicinarsi di ogni nuova annata. Sono curiosi, girano il mondo, assaggiano continuamente vini di ogni zona e nazione, cercando sempre di coglierne gli aspetti più positivi per continuare a migliorarsi e cosa, non tanto comune nei produttori di vino, il volersi confrontare in degustazioni alla cieca. In più hanno avuto la sfrontatezza di uscire sul mercato con i cru in un’annata come la 2002, consci della qualità dei loro vini e prendendosi tutti i rischi di come avrebbe reagito il mercato, mentre “chapeau” per la decisione di fare un Barolo unico invece nell’annata 2003.
Purtroppo le condizioni meterologiche di quel giorno non ci hanno permesso di iniziare il nostro consueto “Tour” partendo dai vigneti, in quanto una noiosissima nebbia avrebbe pregiudicato l’ottima riuscita delle foto. Quindi partiamo dalla cantina e Franco sarà il nostro Cicerone. Anche se in foto risulta essere un po’ preoccupato… 🙄
Visto il periodo di inzio novembre non potevamo che esordire con la classica domanda:
EC: “Siete soddisfatti dell’annata 2007?”
FM: “Sì molto, ci sono tutte le premesse per annoverarla tra le grandissime annate. Mi ricorda per certi versi la 1996, ma adesso è ancora presto in quanto i vini stanno per terminare la malolattica. Ma ci piace perchè i vini posseggono struttura, acidità, colore e frutto.”
La prima parte della vinificazione avviene in parte nelle vasche tradizionali…
…in parte nelle vasche di cemento…
EC: “Voi vi considerate un’azienda di stile tradizionale ed ecco che ci troviamo addirittura le vasche in cemento!”
FM: “Le nostre vasche di cemento le abbiamo atrezzate con degli irroratori automatici ed il controllo computerizzato delle temperature, quindi sono da considerarsi dei fermentini a tutti gli effetti e sono perfette in particolare per quei vini che hanno problemi di riduzione, che qui viene percepita in maniera più lieve. Il Nebbiolo destinato alla Riserva Vigna Rionda, quest’anno ha fatto una permanenza in queste vasche con una macerazione di 26 giorni!
Sono però delle vasche molto delicate visto che ogni due anni, a rotazione, sono soggette a manutenzione, si usurano facilmente e vanno fatte smaltare.
EC: “Ve la sentite di consigliarle anche ad altri?”
FM: “Se vogliamo vedere c’è una voglia di ritornare alle origini e in molti, al giorno d’oggi, se dovessero partire da zero, consigliano l’uso delle vasche in cemento.”
EC: “Non è facile vedere i rotomaceratori in un’azienda di stile tradizionale!”
FM: “I rotomaceratori li usiamo prevalentemente per le uve di Dolcetto. Questo per un fatto puramente tecnico, visto che ci troviamo nel comune di Serralunga e tendenzialmente tutti i vini prodotti dai suoi vigneti, sono riconosciuti per avere dei tannini più vigorosi di altri, ivi compresi i Dolcetti. Facendo le prove con le diverse tipologie di vinificazione abbiamo notato come i Dolcetto prodotti nei rotomaceratori avessero una trama tannica più rotonda e gradevole rispetto al passato.”
EC: “Li usate solo per il Dolcetto?”
FM: “No, li usiamo nel pieno delle loro potenzialità anche per la Barbera e per il Nebbiolo da Barolo del Parafada. Il loro utilizzo, per quanto riguarda invece le altre uve di Nebbiolo è in maniera tradizionale.”
EC: “In maniera tradizionale?”
FM: “In maniera tradizionale significa che alle pale viene dato giornalmente un giro, oppure due in funzione dell’annata. La cosa corrisponde alla classica follatura giornaliera.”
EC: “Domanda di rito…come vi comportate con l’inizio delle fermentazioni?”
FM: “Utilizziamo i lieviti selezionati. Ci piace anche l’idea delle fermentazioni spontanee, infatti quest’anno abbiamo fatto l’esperimento su una vasca. Ma credo che bisogna andare cauti con questo e procedere pochi passi per volta prima di sposare completamente questa soluzione. Effettivamente i vini rispecchierebbero maggiormente le caratteristiche del territorio, ma le fermentazioni spontanee possono comportare problemi seri in fase di vinificazione con fermentazioni che si arrestano più facilmente, specie in presenza di gradazioni elevate come è successo nelle ultime vendemmie. Da non sottovalutare neppure la possibile creazione di elementi secondari non nobili e tanti altri problemi.”
Passiamo ora alla zona di maturazione dei vini…
La maturazione dei Barolo viene fatta quasi nella totalità in botti grandi di rovere di Slavonia. Solo una parte del Barolo Parafada viene destinata all’invecchiamento nei legni piccoli. Scelta che come ci racconta Franco avviene dal 1990.
EC: “Come mai questa decisione?”
FM: “Io in quell’anno finivo la mia scuola di enologia e decidemmo di provare anche noi questo tipo di invecchiamento. La scelta è caduta in coincidenza con la decisione di produrre in purezza il Nebbiolo proveniente dal vigneto Parafada che era già di nostro possesso ma che fino a quel momento era utilizzato per il nostro Barolo classico. Il Nebbiolo prodotto aveva una forza tannica maggiore del Margherìa e quindi decidemmo di provare l’affinamento in parte nelle barriques. Ma nel corso di questi anni, a seguito di ragionamenti, abbiamo definito in modo preciso lo stile aziendale ed è per questo, che già a partire dalla versione 2007, anche il Parafada sarà prodotto per la prima volta, con un invecchiamento tradizionale in botti grandi di rovere di Slavonia.”
EC: “Per quali altri vini vengono utilizzate le barriques?”
FM: “Le usiamo per lo Chardonnay e la Barbera d’Alba Gisep. Ma la percentuale di legno nuovo che cambiamo ogni anno è sempre molto bassa. Abbiamo individuato tre fornitori che ci forniscono solo barriques di rovere francese a grana fine, alcune di queste non tostate, mentre il loro utilizzo può arrivare ad una durata anche di sette anni!”
Bene! Il giro in cantina è terminato ed ora siamo nelle mani di Roberto Massolino.
Anzi bisogna dire che è lui nelle nostre mani perchè è arrivato il momento dell’intervista. E’ tutto pronto…Ciak si gira!
Nella prima parte ci sarà la sua presentazione e la sua descrizione delle caratteristiche principali dei Barolo aziendali. Buona visione!
VIDEO VG-TV.
Nella seconda parte invece ci racconta quali sono state le annate migliori, la loro filosofia applicata in vigneto, ci spiegherà qual’è secondo lui il futuro della denominazione del Barolo e quali sono i suoi vini di riferimento.
VIDEO VG-TV.
Bene ed ora all’assaggio!
La concentrazione sarà anche per l’assaggio in anteprima dei Barolo 2004 e del Vigna Rionda 2002.
Si parte!
Langhe Chardonnay 2006
-Tipologia vino: Bianco DOC.
-Vitigni utilizzati: 100% Chardonnay.
-Provenienza uve: Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,30%.
-Vinificazione: fermentazione in barriques sui lieviti di fermentazione.
-Affinamento: circa il 40% ha proseguito per circa 7 mesi l’affinamento in barriques, il restante in acciaio inox, infine 6 mesi in bottiglia.
-Contenuto solfiti: 45 mg/lt di libera e 110 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 13,00.
Giudizio EC: 15+/20
Prodotto per la prima volta nel 1992. La densità di impianto dei vigneti è di 5.500 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 55 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 5.200 bottiglie.
L’esordio non è stato dei migliori. Personalmente ritengo lo Chardonnay dei fratelli Massolino il meno interessante dei loro prodotti. Anche se è vero che dopo una buona ossigenazione e con un po’ più di affinamento in bottiglia il prodotto migliora è anche vero che il profilo olfattivo rimane abbastanza monotematico e manca di spessore sul piano gustativo. Buona però la freschezza corredata da una piacevole nota sapida. Mi piacerebbe vederlo in futuro in un possibile affinamento limitato al solo uso dell’acciaio oppure di consigliare quanto meno di metterlo in commercio più tardi.
Abbinamento.
Lingua in salsa verde.
Rosso di Sera, osteria vineria e non solo-Castelletto Ticino (NO).
Versione allegerita della lingua in salsa verde quella proposta dai fratelli Gramegna. Dove abbiamo la freschezza e la sapidità del vino che entrano in comunione con la vena leggera di tendenza dolce e di grassezza della lingua con il vigore e del saporito della salsa verde.
Dolcetto d’Alba 2006
-Tipologia vino: Rosso DOC.
-Vitigni utilizzati: 100% Dolcetto.
-Provenienza uve: Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,50%.
-Vinificazione: fermentazioni con macerazioni di 7-9 giorni nei roto-maceratori.
-Affinamento: in acciaio.
-Contenuto solfiti: 27 mg/lt di libera e 75 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 10,00.
Giudizio EC: 16,5/20-Altissimo Ceto!
Prodotto per la prima volta nel 1896 (è la data di riferimento al primo anno di vendita del vino denominato Dolcetto da parte del bisnonno Giovanni). La densità di impianto dei vigneti è di 5.000/6.000 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 70 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 15.000 bottiglie.
Se l’esordio non è stato dei migliori, ci ha pensato subito questo Dolcetto a riportare la degustazione sui binari giusti. Il Dolcetto dei Massolino mi è sempre piaciuto ma mai ha raggiunto una soglia così alta nel corso degli anni tanto da meritarsi il nostro Altissimo Ceto e dato per la prima volta ad un Dolcetto. Perchè? Provatelo, troverete un frutto carnoso e polposo che resta croccante ed elegante, mentre al palato si rivela avvolgente, con uno spessore degno di nota. E’ vero che ha i suoi bei 14,5% ma la sua freschezza lo rende vigoroso senza frenare la sua piacevolezza di beva. Non credo che questo sia merito della vinificazione nei roto-maceratori, ma credo che sia da ricercare nella testa in chi ha sempre creduto e ha messo anche sul Dolcetto la stessa passione usata per la produzione del Barolo. Bravi!
Abbinamento.
Lasagnetta con ragù d’anatra e fungo porcino.
Ristorante Otium Bottego 6-Torino (TO).
Un piatto intrigante dove la delicatezza di una lasagnetta è supportata nell’apporto di saporito dal ragù di anatra e da quella nota di sottobosco e “selvatico” dato dal porcino. Il vino in abbinamento dovrà essere sottile e lineare ma con una buona dose di spessore ed aromaticità. Se poi ha l’eleganza in chiusura di questo Dolcetto…rien ne va(ut) plus!
Barbera d’Alba 2006
-Tipologia vino: Rosso DOC.
-Vitigni utilizzati: 100% Barbera.
-Provenienza uve: Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 13,60%.
-Vinificazione: fermentazioni con macerazioni di 8-10 giorni in funzione dell’annata.
-Affinamento: breve affinamento in botti grandi.
-Contenuto solfiti: 22 mg/lt di libera e 70 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 11,00.
Giudizio EC: 15,5/20
Prodotto per la prima volta nel 1896 (idem come il Dolcetto). La densità di impianto dei vigneti è di 5.000/6.000 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 65 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 15.000 bottiglie.
Se vogliamo fare un paragone tra le annate attualmente in commercio, sia del Dolcetto che della Barbera, e quella passata ecco che la linearità e la delicatezza del 2005 hanno dato spazio allo spessore e alla sfrontatezza di questi 2006. Certo sul piano dell’incisività e del ricordo post assaggio il loro Dolcetto si colloca su un altro livello, ma anche la Barbera possiede frutto polposo e croccante e nitidezza aromatica, con un leggero difetto sul finale data da una chiusura leggermente amarognola.
Barolo 2004
-Tipologia vino: Rosso DOCG.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,00%.
-Vinificazione: fermentazioni con macerazioni di 15 giorni in funzione dell’annata.
-Affinamento: 30 mesi in botti grandi.
-Contenuto solfiti: 38 mg/lt di libera e 95 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 25,00.
Giudizio EC: 17/20
Prodotto per la prima volta nel 1911. La densità di impianto dei vigneti è di 5.000/6.000 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 65 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 20.000 bottiglie.
Il loro Barolo mi piace più definirlo con il nome di “classico” invece di usare il termine di base, in quanto non è ottenuto da una seconda scelta di uve oppure attraverso il risultato di una vinificazione di uve Nebbiolo di vigneti giovani. Si parla comunque di selezione di uve dei vari vigneti di proprietà, tutti nel comune di Serralunga d’Alba e che possiede tutte le caratteristiche di un Barolo dei fratelli Massolino ovvero non con la volontà di fare dei Barolo da voli pindarici, ma con la voglia di proporre dei vini dove abbiamo in primo piano il “classicismo” del carattere Nebbiolo, con buona maturità di frutto e ricerca più dell’eleganza che della potenza/impressione. In più ci mettiamo una buona trama tannica e una spina dorsale di buona freschezza, frutto di una buona annata.
Barolo Margheria 2004
-Tipologia vino: Rosso DOCG.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigneto Margherìa in Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,00%.
-Vinificazione: fermentazioni con macerazioni di 15-20 giorni a seconda della scelta di vinificazione.
-Affinamento: 30 mesi in botti grandi.
-Contenuto solfiti: 41 mg/lt di libera e 95 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 45,00.
Giudizio EC: 18,5/20-Altissimo Ceto!
Prodotto per la prima volta nel 1985. La densità di impianto dei vigneti è di 5.300 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 55 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 5.500 bottiglie.
Ottima la prova di questo Margheria 2004. Che rispetto al Parafada, che descriveremo dopo, lo troviamo meno dolce e migliore sul piano del vigore e dell’incisività. Nel video Roberto ci ha parlato come il Margheria sia più elegante, mentre il Parafada più potente. Ecco, allo stato attuale delle cose mi sento di smentirlo ed asserire il contrario, dove potenza ed eleganza sono carte a favore del Margheria. In più mettiamoci anche un tannino più graffiante sul piatto degli indicatori simbolo di una marcia in più.
Barolo Parafada 2004
-Tipologia vino: Rosso DOCG.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigneto Parafada in Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,00%.
-Vinificazione: fermentazioni con macerazioni di 3/5 giorni nei roto-maceratori.
-Affinamento: 24 mesi in parte in botti grandi ed in parte in barriques.
-Contenuto solfiti: 45 mg/lt di libera e 110 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 45,00.
Giudizio EC: 18/20
Prodotto per la prima volta nel 1990. La densità di impianto dei vigneti è di 5.800 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 55 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 5.000 bottiglie.
Premetto che il Parafada 2004 è molto buono e anche l’annata ci ha messo del suo. Ma credo di poterlo collocare dietro al Margheria soprattutto sul piano della personalità. E questo non è tanto da ricercare nelle caratteristiche espressive di fondo da parte del vigneto, anzi il vigneto della Parafada di espressività ne ha da vendere, ma è da ricercare più nel fatto che per dirla tutta i suoi produttori non ci hanno creduto fino in fondo al suo affinamento, anche se in minima parte, nei legni piccoli. Tanto da modificare e diminuire sempre di più il loro utilizzo fino ad arrivare alla decisione attuale, con l’annata 2007, di deviare lo stile di questo cru verso l’affinamento classico e portarlo verso il loro ideale di Massolino’s style.
Barolo Riserva Vigna Rionda 2002
-Tipologia vino: Rosso DOCG.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigna Rionda in Serralunga d’Alba.
-Gradazione alcolica: 14,20%.
-Vinificazione: in acciaio o nelle vasche di cemento, con macerazioni tra i 25 e i 30 giorni.
-Affinamento: 36 mesi in botti grandi e 24 mesi in bottiglia.
-Contenuto solfiti: 40 mg/lt di libera e 115 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: Euro 50,00
Giudizio EC: 18+/20
Prodotto per la prima volta nel 1982. La densità di impianto dei vigneti è di 5/6.000 piante ad ettaro, coltivate a guyot e da dove si ottengono rese di circa 55 q.li/ha, la produzione oggi è di circa 8.000 bottiglie. In un’annata come la 2002, la produzione è stata di 2.500 unità.
A molti non sarà piaciuta l’idea che Franco e Roberto abbiano proposto di fare il Vigna Rionda nella versione 2002, anche se alla base c’è stata una selezione rigorosa delle uve. Mi sembra già di sentire alcune voci: “…il 2001 era un’altra cosa…” oppure “…se avesse fatto un’affinamento da Barolo classico anzichè da Riserva, il frutto ci avrebbe guadagnato…” ecc… Tutto vero ma anche se non avrà la longevità del 2001, questo 2002 ha grinta da vendere e ha pienamente ricompensato gli sforzi fatti dai suoi “genitori” che hanno creduto in lui fin dall’inizio. Possiamo anche dire che in giro si trovano tanti altri cru anche figli di annate migliori che neanche si avvicinano a questo Barolo. Avviso però ai naviganti…lo vedrete comparire all’orizzonte soltanto a partire da settembre 2008.
Abbinamento
“Il Filetto di Manzo di Cazzamali”.
Ristorante Hotel Cinzia-Vercelli.
Un piatto tutto sommato semplice quello proposto da Christian Costardi che trova la sua massima espressività nella qualità della materia prima. Prima crudo, poi scottato, infine con un filo di salsa per rilevare il saporito di questo piatto. E allora cosa c’è di meglio di questo Vigna Rionda 2002, così lento a concedersi, lineare, sottile, con la sua piacevole nota alcolica e con quel tannino deciso ma non invasivo, pronto a supportare la grande succulenza di questo piatto.
Queste le lasciamo per la prossima volta… 😀
Note positive
-Il Packaging è uno dei punti di forza. Classica bottiglia bordolese per tutti i vini, scelta di etichette semplici, pulite e chiare in coerenza con lo stile aziendale.
-Dire che i vini rispecchiano le caratteristiche del territorio non è la classica frase di circostanza ma è la semplice verità.
-Cliccando sul loro sito internet, troviamo uno tra i più belli, dettagliati e completi che ci siano. Come unico neo troviamo, navigando all’interno, che la parte delle pubblicazioni è ancora arretrata, portando per esempio le valutazioni delle Guide edizioni 2006. Ora avranno anche la grande possibilità di aggiungere la recensione di Altissimo Ceto. 😀
Note negative
-Troviamo nello Chardonnay il punto debole dei Fratelli Massolino. E’ pur vero che il vino migliora con l’ossigenazione, oppure se assaggiato con un anno in più di maturazione in bottiglia, ma è anche vero che caratterialmente rappresenta il più impersonale dei vini aziendali.
Conclusioni
-Ciò non toglie che il resto della batteria, compresi la Barbera d’Alba Gisep e il Moscato d’Asti che non abbiamo assaggiato in occasione nel nostro passaggio, ma che abbiamo potuto fare in altre circostanze, sia di altissimo livello e annovera la cantina dei Massolino tra le nostre cantine da Altissimo Ceto!
-Da dimenticare in cantina i Barolo 2004 e sicuramente da tenere in considerazione per il futuro, l’evoluzione sia dei 2006 che dei 2007.
(Cheeeeese!)
In foto Luigina, EC, Roberto Massolino, l’amico forumista Breg e VG.
Altissimo Ceto! Per i Fratelli Massolino e a tutto lo staff.
Azienda Agricola Vigna Rionda-Massolino
Piazza Cappellano, 8
12050 Serralunga d’Alba (CN)
Tel.: 0173 613138
Fax: 0173 613949
e-mail: massolino@massolino.it
sito: www.massolino.it
Ivano Antonini alias EnoCentrico
ivano.antonini@altissimoceto.it