articolo a cura di enocentrico.
Cantina visitata il 5 giugno 2007
Tra diluvio, lavori in corso, deviazioni in centro ad Alba nell’ora di punta, raggiungiamo il paese di Monforte d’Alba.
Monforte è uno dei paesi più importanti del comprensorio del Barolo. Qui il nebbiolo da decenni consente di produrre vini di grande struttura, capaci di sfidare il tempo.
Ma la visita di oggi riguarda una cantina relativamente “nuova”, una cantina che in pochi anni è riuscita a salire alla ribalta con bottiglie che sono entrate a far parte della storia del Barolo, la Conterno Fantino.
Ma prima un ripasso “guidaiolo“:
(Da precisare che le edizioni delle guide 2007, riportavano i giudizi dei Barolo annata 2002. La Conterno Fantino, a seguito dell’annata difficile come quasi la maggior parte delle aziende, non ha prodotto i cru e quindi ha deciso di produrre un Barolo ’02 generico senza indicazione di vigneto.)
A.I.S.: 4 grappoli per il Barolo ’02, Monprà ’03, Dolcetto ’05, Barbera ’05
Espresso: tre stelle aziendali.
Gambero rosso: 2 bicchieri al Barolo ’02, Monprà ’03, Bastìa ’03, Vignota ’05, Nebbiolo ’05.
La si raggiunge percorrendo la piccola stradina che dal centro di Monforte porta verso la Ginestra, dopo pochi tornanti si arriva in cima al Bricco Bastìa dove ha sede l’azienda dal 1994.
Ma la storia comincia da più lontano e “ruota” intorno ad una data magica, il 1982.
Quell’anno, mentre Zoff alzava la Coppa del Mondo in Spagna, Claudio Conterno e Guido Fantino due giovani poco più che ventenni, con alle spalle una tradizione di famiglie che vendevano l’uva alle grandi cantine e con tutta l’incoscienza giovanile, si indebitano, comprano delle vasche, una pressa e delle botti fondando l’azienda Conterno Fantino.
Si dividono subito i compiti, Claudio, grande amante della sua terra, si occuperà del vigneto e Guido si muoverà tra vasche e botti, ma con ruoli anche intercambiabili quando serve.
Ci vorrà pochissimo a raggiungere le vette qualitative, il 1982 è stata anche una grande annata, dal vigneto Sorì Ginestra, portano in cantina delle uve di nebbiolo splendide e così creano il loro primo capolavoro. Nel 1986, in piena crisi del vino ed in pieno scandalo metanolo, esce il Barolo Sorì Ginestra 1982 e nel 1987 l’autorevole rivista Wine Spectator dedica la prima pagina a questo “grande” (per chi avuto la fortuna di assaggiarlo) vino.
“Peccato che non si sia trasformato subito in un successo” mi ha raccontato Claudio in una degustazione tempo fa, “perché quelli erano anni quando il Barolo lo dovevi regalare ai clienti che ti compravano il ben più richiesto Dolcetto, ma comunque è stata una soddisfazione che ci ha dato la forza di continuare!”
Per il successo bisogna aspettare comunque poco tempo, il trittico di annate ’88, ’89, ’90 fanno il resto.
Oggi la Conterno Fantino conta su 23 ettari vitati, tutti sul comune di Monforte d’Alba e distribuiti, tra i 250 e 540 mt slm, sui vigneti di Ginestra, Mosconi, Bussia Sottana, Ornati, San Pietro e Bricco Bastìa. Coltivati a chardonnay, dolcetto, barbera, cabernet sauvignon e nebbiolo con una età media delle vigne che va’ tra i 15 ed i 40 anni di vita ed una produzione che si aggira intorno alle 130.000 bottiglie annue, contese in parti uguali tra Italia ed Estero.
Ad “aiutare” Claudio Conterno nei vigneti, c’è l’agronomo Gian Piero Romana. CC: “un ragazzo che è cresciuto con noi”, mentre in cantina insieme a Guido oggi c’è suo figlio Fabio (indovinate di che classe è???) nato nel 1982, diplomato alla scuola enologica di Alba, divide la sua vita tra botti e pallone.
Varchiamo il cancello e parcheggiamo l’auto.
A riceverci oltre alla “padrona di casa” Alda, moglie di Guido c’è la giovane e simpatica Chiara Giachino, alla corte dei Conterno Fantino da sei anni.
Alda e Chiara oltre a gestire l’amministrazione, ricevono i clienti ed hanno un sorriso ed una parola gentile per tutti.
Restiamo in attesa dell’arrivo del Patron Claudio Conterno (Guido Fantino quel giorno si trovava a Londra), decidiamo, causa diluvio in corso, di rinviare la visita ai vigneti e quindi di visitare soltanto la cantina.
Notiamo subito una estrema pulizia in cantina, (e questo non perché è arrivata la squadra di Atissimo Ceto..) e Claudio, che nel frattempo ci ha raggiunto, ci dice: “la pulizia in cantina è importante! Bisogna lavorare sempre in un ambiente pulito e igienizzato, i batteri sono sempre lì, pronti a colpire e i vini poi ne risentirebbero!”
Ma visto che di fronte a noi abbiamo colui che dedica la maggior parte del suo tempo in vigna, non poteva che cominciare la chiacchierata proprio da lì!
CC: “Noi ogni anno dedichiamo circa 600 ore di lavoro per ettaro nei vigneti. Anche se non conduciamo la nostra viticoltura con la biodinamica, ne abbiamo preso alcune caratteristiche ed applicate nelle nostre vigne, con quella che noi chiamiamo viticoltura ragionata.
In Autunno passiamo tra i filari con delle attrezzature meccaniche, non rotative, per aprire il terreno e nutrirlo solo con sostanze organiche. Alternativamente ai vigneti abbiamo seminato favino e delle leguminose e lasciamo l’inerbimento spontaneo. Inoltre usiamo gli interceppi e la spollonatrice nei sottofilari senza uso di diserbanti.”
EC: “Ci hai parlato di concimi organici. Da cosa sono composti?”
CC: “Il compost utilizzato è una miscela di letame bovino di un allevamento di Monforte con residui vegetali della nostra azienda. Inoltre applichiamo una gestione fito-sanitaria con l’utilizzo di rame e zolfo a bassi dosaggi.”
Ora veniamo alla “trasformazione” dell’uva in vino!
Nella foto la cantina di vinificazione.
Le uve vengono raccolte soltanto al giusto stato di maturazione, portate in cantina e poi distribuite su un tapis roulant, dove avviene la cernita dei grappoli migliori.
Per la vinificazione vengono utilizzati sia le classiche vasche inox, con una frequenza di due-tre rimontaggi al giorno, sia i roto-maceratori.
Nella foto i Roto-maceratori.
EC: “Per indurre le fermentazioni vengono utilizzati lieviti selezionati?”
CC: “Noi usiamo solo lieviti selezionati da ceppi indigeni, i quali vengono inoculati nella prima vasca, dopodiché si utilizza il mosto inoculato per indurre le fermentazioni delle vasche successive.”
EC: “Per quali vitigni utilizzate i roto-maceratori?”
CC: “Soprattutto per il nebbiolo. Queste vasche trovo che siano degli splendidi attrezzi per questo vitigno, l’acino schiacciato entra qui dentro, e questa pala girando molto lentamente, tiene sempre a contatto il mosto con le bucce, mentre i vinaccioli, che sono responsabili di tannini troppo amari, precipitano sul fondo e si raccolgono nella conca”
EC: “Secondo voi, quali aspetti migliorativi, hanno portato queste vasche?”
CC: “Prima di tutto ha accorciato i tempi della fermentazione alcolica, il colore resta più vivo per via della migliore estrazione dalle bucce, i tannini sono più fini e morbidi perché non entra a contatto con i vinaccioli e poi il mosto in fermentazione non viene stressato dalle pompe per il rimontaggio. Il vino, una volta terminata la fermentazione alcolica, scende per caduta nella barricaia sottostante dove avverrà la fermentazione malolattica e l’affinamento.”
Nella foto una delle sale di affinamento.
EC: “Botti grandi e barriques… Tradizione ed Innovazione… Credo di capire dove voi vi collocate?”
CC: “Noi crediamo che le botti, siano a tutti gli effetti degli strumenti di lavoro come tanti altri attrezzi di cantina. I termini Tradizione ed Innovazione sono limitativi e non devono essere il riassunto di una filosofia aziendale perché il grande vino non nasce dalla natura della misura dei contenitori ma dalla maestria d’uso dei legni, grandi o piccoli che siano.”
Nella foto un dettaglio della cantina.
La “Cave des Patrons.”
Chiudiamo la visita nel “Caveau” privato con la riserva personale dei patron, dove riposano parte delle vecchie annate di questa cantina e vini di “altri” produttori.
Claudio ci mostra orgoglioso una bottiglia di Barolo Ginestrino ’64 prodotta dal nonno Attilio.
Bene, ed ora all’assaggio!
E quindi si ritorna in sala degustazione.
Si parte!
VG ascolta con attenzione Claudio Conterno.
Langhe Chardonnay Bastìa 2005
Vitigno: 100% Chardonnay.
Provenienza uve: Bricco Bastìa (dove ha sede l’azienda).
Vinificazione: fermentazione ed affinamento per 12 mesi in barriques.
Gradazione alcolica: 13,5%
Prezzo in enoteca: 20 euro
Contenuto solfiti: 22/85 (gli indici indicano rispettivamente “di libera” e “totale” espressi in mg./lt.)
Giudizio EC: 16/20
Claudio Conterno ci confida che questo è il “suo” vino preferito.
Noi registriamo e parliamo subito del passo in avanti fatto da questo vino per quanto riguarda l’equilibrio frutto/legno all’esame olfattivo. Negli anni passati, questo vino, è stato oggetto di numerose discussioni riguardante il suo quadro aromatico dove l’ago della bilancia pendeva più verso il secondo.
Piacevole anche la nota minerale che rende questo Bastìa ’05 più fresco al naso.
In bocca invece rimane meno “grasso” rispetto all’annata precedente, la sensazione pseudo-calorica dell’alcol è ben sostenuta dalla freschezza con una buona intensità, ma con una persistenza meno pronunciata rispetto alla ’04. Peccato anche per quella chiusura leggermente amarognola.
Tutto sommato un buon vino ma con un potenziale per lo sviluppo futuro nei prossimi anni e da tenere sottocchio il’06.
Abbinamento
Baccalà con crema di fiordilatte e patata croccante
Ristorante Guido da Costigliole-S.Stefano Belbo (CN)
L’abbinamento ottimale cibo-vino viene data per contrapposizione dalla freschezza e dalla pienezza al palato di di questo vino con la succulenza e dalla tendenza dolce data dalla preparazione di base del baccalà e dalla presenza della patata. Per concordanza si associano le note di persistenza gustativa sia del vino, sia del piatto. L’esaltazione dell’abbinamento finisce con la nota in chiusura leggermente amarognola del Bastìa ’05, in contrasto con la “dolcezza” della crema di fiordilatte.
Dolcetto d’Alba Bricco Bastìa 2006
Vitigno: Dolcetto
Provenienza: bricco Bastia
Vinificazione: Fermentazione e successivo affinamento solo in acciaio
Gradazione alcolica: 14%
Contenuto solfiti: 18/53
Prezzo in enoteca: 10 Euro
Giudizio EC: 14,5/20 ?
A memoria credo che per spessore e complessità sia una delle migliori espressioni di questo vitigno da parte dei Conterno Fantino.
Al momento del nostro assaggio, il naso è a oggi, decisamente più ricco rispetto alle annate scorse ma con una “chiusura” olfattiva che necessita una breve sosta nel bicchiere per “prendere aria”.
In bocca il suo spessore e la sua alcolicità sono ben sostenute dall’acidità ma con uno squilibrio dovuto ancora ai tannini non ancora fusi che ne complicano la bevibilità e la lunghezza. Credo che sia soltanto dovuto ad una NON prontezza di beva e quindi lasciamo il voto con un doveroso punto interrogativo.
Abbinamento
Tagliolini di farina di fagioli, cozze e salsa alla base dalla bollitura dei fagioli e olio extravergine.
Ristorante Villa Crespi-Orta San Giulio (No)
Interessante nelle caratteristiche di questo piatto il connubio tra le cozze e i fagioli che creano delle sensazioni al palato di tendenza dolce, buona succulenza con quel pizzico di sapidità delle cozze, non poteva che avere un abbinamento particolare con un vino rosso di questo livello. L’abbinamento nasce in contrapposizione con le note di freschezza e di frutto senza “legno” di questo Bricco Bastìa, esaltato infine dal contrasto in chiusura dal tannino del vino rosso con il pizzico di untuosità dell’olio extravergine.
Barbera d’Alba Vignota 2005
Vitigno: Barbera
Provenienza: “blend” di diversi vigneti
Vinificazione: Fermentazione in roto-maceratori e successivo affinamento in legno.
Gradazione alcolica: 13,5%
Contenuto solfiti: 23/76
Prezzo in enoteca: 14 Euro
Giudizio EC: 15,5/20
Un bicchiere pieno di frutto di buona ricchezza e con una bellissima eleganza, vista la difficile maestria dei profumi nel DNA di questo vitigno.
La “bocca” è caratterizzata da un buona struttura con dei tannini fini e ben fusi, la beva è data anche da una bella freschezza e con un finale decisamente non amaro.
Langhe Rosso Monpra‘ 2004
Vitigni: Nebbiolo, Barbera, Cabernet Sauvignon
Provenienza: “blend” di vitigni e vigne diverse
Vinificazione: Fermentazione in parte in in roto-maceratori.
Affinamento: invecchiamento separato per vitigno per 18 mesi in barriques e successivo assemblaggio prima dell’imbottigliamento.
Gradazione alcolica: 14%
Contenuto solfiti: 25/80
Prezzo in enoteca: 30 Euro
Giudizio EC: 18/20
A mio avviso questo ’04 può competere con la bellissima prova del Monprà’01. Questo ha dalla sua un naso ricco e decisamente più caratterizzato dalla “piemontesità” ed una maggior eleganza. Per contro lo ’01 aveva un tannino meno graffiante, che non mi dispiace trovare nei Barolo o nei Barbaresco ma per questi vini che, notoriamente, dovrebbero essere bevuti più giovani, vorrei trovarci più morbidezza.
Buona comunque la chiusura e la conseguente lunghezza retro-olfattiva.
Barolo Vigna del Gris 2003
Vitigno: Nebbiolo
Provenienza: Vigna del Gris all’interno della Ginestra.
Vinificazione: nei roto-maceratori
Affinamento: 24 mesi, come disciplinare, in barriques di rovere francese e 12 mesi in bottiglia.
Gradazione alcolica: 14%
Contenuto solfiti: 27/82
Prezzo in enoteca: 60 Euro
Giudizio EC: 18/20
Difficile sempre giudicare i Barolo figli di annate calde, perché sono sempre imprevedibili! Sicuramente, in questo Vigna del Gris c’è da registrare l’eleganza ed il frutto vivo, ricco e polposo senza alcun cedimento evolutivo. Anche in bocca resta un vino austero, importante, con una buona acidità che ne limita la sensazione pseudo-calorica e caratterizzato da un tannino fino, non “asciutto” e che ne favorisce la buona lunghezza. A tutti gli effetti un Barolo che ci si aspetta dai Conterno Fantino. Purtroppo viene degustato quando nella nostra mente (e nei nostri cuori) abbiamo impresso ancora i “cru” monumentali prodotti nel 2001. Ma la bellezza della varietà dei vini è data anche dalle diversità delle annate.
Barolo Sorì Ginestra 2003
Vitigno: Nebbiolo
Provenienza: Vigna Sorì Ginestra.
Vinificazione: nei roto-maceratori
Affinamento: 24 mesi, come disciplinare, in barriques di rovere francese e 12 mesi in bottiglia
Gradazione alcolica: 14,5%
Contenuto solfiti: 27/82
Prezzo in enoteca: 60 Euro
Giudizio EC: 18,5/20 ALTISSIMO CETO
Stesso discorso del Vigna del Gris, ma per questo Sorì Ginestra c’è altro da dire.
Portando al naso il bicchiere con il vino appena versato, al primo impatto, ho avuto quasi uno “schock”! Il bicchiere non parlava, non inviava messaggi al mio cervello per essere tramutati in emozioni. Il vino era chiuso, quasi anonimo e mi sono chiesto “Dov’è finito quello che resta uno dei miei barolo preferiti?”
C’è voluto qualche minuto e poi il vino, quasi mi avesse ascoltato, ha iniziato a parlare, ne ho versato ancora un po’ nel bicchiere ed eccolo…
Il naso si apriva in modo magistrale, frutto e viola appassita in evidenza ma, quello che esprimeva al meglio, era la nota “balsamica” che si trova nei Barolo di Serralunga e nei “Ginestra” nelle grandi annate.
Anche in bocca si poneva, con una marcia in più come quasi porre un livello di superiorità verso il suo fratello d’annata e quindi meritarsi, come premio il mezzo punto in più.
Abbinamento
Il Bue (Fassone) in salsa al Barolo “Marasco” e cannolo di verza.
Ristorante Al Sorriso-Soriso (NO)
Abbinamento classico quello del Bue con salsa al Barolo ma sempre di attualità. Si unisce la struttura e la grande succulenza del piatto con la struttura, l’alcolicità e l’astringenza tannica, comunque “ammaestrata” data l’annata, del vino.
Ma il tocco di “classe” viene dato dalla percezione della nota balsamica del Sorì Ginestra in concordanza alla sensazione “vegetale” della verza.
Note positive
-Prima fra tutte la perfetta sintonia, per quella che credo sia l’unica azienda agricola ad avere una conduzione bi-famigliare, verso uno scopo di miglioramento qualitativo.
-La perfetta pulizia tenuta in cantina.
-Il perfetto uso della tecnologia di cantina e dei legni, per quest’ultimi almeno per quanto riguarda i rossi.
-Le bottiglie utilizzate sono le classiche e semplici bordolesi, facili anche da stoccare in cantina.
-Le etichette “semplici” un po’ nello stile della tradizione piemontese, tranne soltanto per quel colore arancione vivo usato per la capsula e il nome dello chardonnay che, sicuramente stupisce, ma che noi crediamo sia un po’ troppo azzardato.
Note negative
-Niente di rilevante
Conclusioni
In tutta confidenza vi posso anticipare, che avendo assaggiato i Barolo ’04 dalle barriques, saranno dei vini che non potranno mancare nelle cantine dei Gourmet di Altissimo Ceto. In particolare usciranno, come prima annata, con il Barolo Mosconi che ha tutte le potenzialità di rivaleggiare con il Sorì Ginestra nella lista delle mie preferenze in fatto di Barolo.
Per finire una nota di tipo turistica, se avete l’occasione di visitare l’azienda ed essere un po’ più fortunati di noi con il tempo sappiate che, il Bricco Bastìa è uno dei punti più alti del comprensorio del Barolo ed avrete una vista mozzafiato sulle vigne e sull’arco alpino e se poi ci andate verso novembre, le diverse tonalità di colore delle foglie delle viti rendono questi luoghi come dei quadri e ne danno un tono magico.
Altissimo Ceto per Claudio Conterno, Guido Fantino e tutto lo staff di cantina!
Cin! Cin!
Ivano Antonini alias Enocentrico
e-mail: ivano.antonini@altissimoceto.it
Az. Agr. Conterno Fantino
Via Ginestra, 1
12065 Monforte d’Alba (CN)
Tel 0173 78204
Fax 0173 787326
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