L’azienda piemontese Montalbera di Franco Morando ha fatto del Ruché la punta di diamante della propria produzione, cui destina ben 82 dei 160 ettari della tenuta di Castagnole Monferrato, un vino che nasce da una vinificazione tradizionale, da un passaggio in vasche d’acciaio inox e da un affinamento di tre mesi in bottiglia. Un’etichetta che è espressione purissima del territorio.
A fronte della grande crescita della domanda di vino con certificazione vegana, sia da parte del consumatore finale che della ristorazione, Franco Morando, titolare dell’azienda, ha deciso di intercettare questo nuovo e interessante segmento di mercato dando una svolta alla sua produzione. “Con la certificazione vegana sull’etichetta Ruché La Tradizione 2014 diamo la serenità e la tranquillità che, in tutta la filiera produttiva, il vino non sia stato intaccato da nessun elemento di origine animale” spiega Morando. Un vino vegano è un vino nel cui processo produttivo non vengono utilizzati prodotti di derivazione animale, né in vigna né in cantina. Si fa riferimento, per esempio, a prodotti come caseina e albumina, spesso usati nella fase di chiarificazione. Per ottenere una produzione vegana Montalbera utilizza la pratica del sovescio e della trinciatura; chiarificando il vino in modo naturale ed effettuando le filtrazioni su cellulosa.
Ed eccoci presso il Ristorante Joia di Milano, dove giovedì 4 febbraio si è tenuta la presentazione del Ruché Docg La Tradizione 2014, il primo vino con certificazione vegana di Montalbera. Quale miglior location per presenare quest’ultima novità se non il regno dello chef stellato Pietro Leemann, principale interprete della cucina vegetariana e vegana in Italia. Accanto a Franco Morando, che ha spiegato i cardini del progetto, Luca Martini, Miglior Sommelier del Mondo 2013 WSA (AIS), ha raccontato le caratteristiche degustative del Ruché Docg la Tradizione, presentando anche altri due vini Montalbera: Ruché Laccento 2014 e il Barbera d’Asti Nuda 2012.
Il giornalista Davide Oltolini, VG e Luca Martini
Ogni vino presentato è stato accompagnato da un piatto scelto tra i classici di Pietro Leemann
Il menù
La vita in forma
Uovo apparente di barbabietola biodinamica, terrina di romanesco e broccoletti, salsa alla francese di castagne, nocciole e zafferano.
L’ombelico del mondo
Risotto mantecato all’orientale con zenzero, shitaké, paprica di peperoni italiana, spicchio di carciofo e riso Venere energicamente arrostiti, conditi con la salsa di miso.
VG e il maître Antonio Di Mora presentano Gong
Spuma vaporosa di latte, vermicelli di castagne, brownies alla nocciola, crema inglese al tiglio, salsa di lampone e la nostra composta di mirtilli.
Vi ringraziamo per la partecipazione.
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