VIDEO VG-TV.
Azienda visitata il 1 luglio 2008.
Sono diversi anni che frequento in maniera assidua la Langa, ma mi è capitato poche volte di vedere, in maniera così spiccata, lo stesso affiatamento affettivo, nella conduzione di una cantina, come quello di Milena ed Aldo Vajra. Intesa che fino dagli inizi è stata a prova di esplosivo, lungamente rafforzata nonostante momenti difficili, dove, da quest’ultimi, hanno saputo coglierne solo gli aspetti positivi, per puntare fiduciosi al futuro.
Proprio una di queste situazioni ha dato origine all’anno di fondazione, il 1972, anno che i “langaroli-centrici” se la ricordano come una delle annate più brutte. Oggi i Vajra, forti della loro storia creata sul campo, quei momenti li ricordano scherzosamente. La loro famiglia era, come tante altre, fornitrice di uve alle grandi Cantine, ma quelle che erano frutto di quell’annata erano talmente repellenti che non vi era uno “straccio” di commerciante deciso a comprarle, neanche a volerle vendere a due lire (quando si dicono modi di dire…) al Kg. “Probabilmente, se fossi stato tra quegli acquirenti, neppure io avrei avuto la forza di comprare quelle uve!”- Ride Aldo Vajra, con la sua consueta e sottile ironia. Ma all’epoca non si poteva scherzare, perchè quelle “due lire” non sarebbero servite neanche per pagare la mano d’opera e fu così che Aldo si decise a vinificarle per la prima volta. La nostra domanda nasce spontanea: “Aldo, ma com’era quel vino?” “Vedete”-risponde Aldo-“Il risultato è stato il massimo che potevamo attenderci quell’anno e, da quanto ricordo, non passava manco gli otto gradi. Lo abbiamo venduto tutto in damigiana, agli amici (chissà se saranno rimasti tali… 😀 nd’EC), e probabilmente lo avranno consumato tutto entro la primavera successiva, anche perchè, dubito che avrebbe passato indenne l’estate!” Ma Aldo era felice, era la sua prima esperienza di vinificazione, e quel vino lo evoca come il frutto della sua terra ed era, detta con parole sue, un vino “genuino”.
“Un altro episiodo che ogni tanto ci sovviene in maniera simpatica, è di una visita che feci con Milena in una ditta produttrice di succhi di frutta, vidi dei camion che scaricarono la loro merce su questi ampi spiazzi di cemento e poi delle ruspe che le raccoglievano per portarle poi alla spremitura. Ma anche se poi, quei succhi, venivano poi pastorizzati, giurai con lei, di non darli mai da bere, per il loro bene, ai nostri figli. Fu così che passando da Mango (lo sentirete meglio poi nel video…) scrutammo una bellissima vigna coltivata a Moscato. E ricordo che dissi a Milena che quello sarebbe stato il nostro succo di frutta fatto in casa.”
Incominciamo prima a vedere cosa ne pensa la carta stampata dei vini di questa cantina, nel nostro “Ripasso Guidaiolo” 2008, con qualche anticipazioni sulle edizioni 2009 :
Duemilavini: la guida dei Ricci’s Boys assegna i prestigiosi cinque grappoli al Dolcetto Coste&Fossati 2006, seguono a quota quattro il Barolo Bricco delle Viole 2003, il Barolo Albe 2003, il Moscato d’Asti 2006, la Barbera d’Alba Superiore 2005 ed il Langhe Bianco 2006. Edizione 2009-cinque grappoli al Langhe Bianco 2007.
Espresso: per la guida di Rizzari e Gentili il Barolo Bricco delle Viole 2003, con i suoi 18/20, porta la bandiera di miglior vino del comune di Barolo in quell’annata. Seguono con 16,5 il Dolcetto Coste&Fossati 2006, il Langhe Bianco 2006 ed il Moscato d’Asti 2006. Edizione 2009-vede assegnare l’eccellenza con 18,5/20 al Barolo Bricco delle Viole 2004.
Gambero Rosso-Slow Food: per la guida della chiocciola sono tre i vini andati in finale ma che non hanno raggiunto il traguardo dei tre bicchieri, quindi rimangono segnalati con i due bicchieri rossi, e sono il Barolo Bricco delle Viole 2003, il Dolcetto d’Alba Coste&Fossati 2006 ed il Langhe Bianco 2006. Con due bicchieri neri troviamo il Barolo Albe 2003, la Barbera d’Alba Superiore 2005 ed il Langhe Freisa Kyè 2005. Edizione 2009-Avari anche quest’anno, visto che nessun vino è arrivato a staccare i tre bicchieri.
Come ci si arriva? Niente di più facile, l’azienda la si raggiunge venendo dal centro di Barolo, girando in direzione della frazione Vergne.
Presentazione della squadra… questa volta con la perenne esitazione che mi assilla da anni a chi assegnare il ruolo di “Boss” aziendale. Sarà il leggendario Aldo con la sua tenacia, il suo essere pacato e caparbio, saggio ed ironico allo stesso tempo???
Oppure alla cortesia di Milena, che dire garbata, elegante, gentile (e stra-innamorata di suo marito…) sono solo alcuni degli aggettivi che si potrebbero spendere verso una persona che da’ il suo immancabile tocco femminile nella conduzione aziendale???
O forse e proprio come dice Aldo che bisogna dividerlo in 50 e 50???
Qualunque sia la risposta, il risultato lo troviamo da sempre nei nostri bicchieri, quando si stappano le loro bottiglie. Un consiglio di astenersi e di cambiare indirizzo lo diamo a chi è sempre alla costante ricerca di vini opulenti, concentrati, grassi, carichi e rindondanti di aromi fortemente filo-new style. Qui non si cerca niente di tutto questo. La forte volontà di dare l’impronta dello “Stile Vajra” arriva prima di tutto, dalla leggiadrìa, dall’eleganza e dalla sottigliezza aromatica derivante dal fatto che i vigneti si trovano nella frazione più alta della denominazione del Barolo, ad un’altitudine compresa tra i 350 ed i 480 mt s.l.m. e collocati nella parte più ad ovest della denominazione stessa.
Aldo è già stato più che esauriente nel racconto della sua azienda nella prima parte dell’intervista e delle difficoltà incontrate, nel corso della loro vita, che sono state riprese ed evidenziate poi nel mio scritto. Quindi possiamo introdurre quanto detto nella seconda parte dell’intervista. Una domanda che facciamo spesso al nostro interlocutore, è quella in cui chiediamo quali siano i loro pregi ed i loro difetti, ci serve per farci capire molte cose, come la loro sincerità e l’interpretazione, attraverso la personalità, che viene data ai loro vini. Abbiamo inoltre chiesto, ad Aldo, quali siano i pensieri riguardanti le profonde differenze tra modernisti e tradizionalisti, questo in tutta libertà ed ovviamente accettando le idee di ognuno. Infine, abbiamo chiesto…”Cos’è la qualità per Aldo Vajra?”
SECONDA PARTE-Pregi e difetti, modernisti e tradizionalisti.
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Lasciamo per un attimo l’intervista, la riprenderemo più tardi, perchè ci preme più di tutto parlarvi dei vigneti ed alla loro conduzione.
A bordo del Fuoristrada, raggiungiamo il vigneto aziendale più importante, denominato Bricco delle Viole. Punta di diamante aziendale, ma che copre solo una minima parte della superficie vitata totale che raggiunge invece i 50 ettari. Nebbiolo, Dolcetto e Barbera, la fanno da padrone, occupando il 90% equamente divisi tra essi. Il rimanente 10% è invece dedicato a Riesling, Freisa, Moscato e anche Pinot Nero. La filosofia di conduzione del vigneto, non potrebbe essere definita Biologica, ma i trattamenti vengono ridotti al minimo e solo in caso di necessità estrema. Dicevamo del Bricco delle Viole che rappresenta uno dei vigneti più alti della denominazione del Barolo e sarà lo stesso Aldo a raccontarci le sue caratteristiche.
Le Vigne di Aldo Vajra-Bricco dell Viole.
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Vigneto con vista…
Se qua non reggono i freni del fuoristrada, finiamo dritti nel centro di Barolo… 😀
Il Vineyard tour è terminato e quindi raggiungiamo indenni di nuovo la cantina per la consueta visita…
La nuova cantina dei Vajra, creata nel 1993, non è di certo da ricordare tra quelle esteticamente tra le più belle. Ma essa è funzionale, e le risorse sono state tutte riversate per estrarre il meglio da questa, senza disperdere energie per inutili orpelli o tratti estetici.
Da questa cantina escono annualmente tra le 200.000 e le 250.000 bottiglie. Il 70% del fatturato e con esso quello dato dai vini più importanti, arriva dal mercato estero. Campeggiano in primis su tutti gli altri Stati Uniti, Giappone e Canada.
Le vasche di fermentazioni sono le classiche di acciaio inox, a temperature controllate e dotate di una coppia di follatori interni. Queste servono per rompere il cappello creato dalle vinacce durante il processo di macerazione delle uve rosse. Scendono meccanicamente formando dei rastrelli aperti in maniera orizzontale, che servono per la sua rottura, per poi ritirarsi in maniera verticali, una volta finito il loro lavoro.
Alcune sono dotate di un computer che memorizza ogni fase della vinificazione ( e per ogni vitigno!), creando un database di fondamentale importanza per il produttore, visto che le conserva anche per singola annata.
La prima fermantazione ha una durata che varia, a seconda del vitigno e dell’annata, tra le due e le quattro settimane. I vini rossi, passano successivamente nelle botti per svolgere la seconda fermentazione, denominata malolattica, innescata solo attraverso l’ausilio dell’innalzamento delle temperature dei locali. L’affinamento si svolge sia nelle barriques…
…sia nelle botti grandi di rovere francese.
Botti personalizzate… 😉
L’unico vezzo estetico concesso, è da riscontrare nelle vetrate, disegnate da Padre Costantino. Persona incontrata nel 1987 e che ha significato molto nel loro percorso di vita umana.
Avevamo lasciato Aldo con il fiato sospeso nella sua intervista, quindi adesso è il caso di riprenderlo…
Nella terza parte, parliamo di sua moglie Milena, di come si è arrivati a piantare del Riesling a Barolo e del suo sogno di arrivare un giorno a fare coltura Biodinamica in azienda.
TERZA PARTE-Moglie, Riesling e Biodinamica.
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Nella quarta ed ultima parte, parliamo infine del suo pensiero……..di Guide, di cosa non sopporta dell’enologia di oggi, di Internet, del vino del desiderio e di altro ancora…
QUARTA PARTE-Guide, Gusti e Segreti.
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Bene ed ora all’assaggio!
Bicchiereeeee!
Langhe Bianco 2007
-Tipologia vino: Bianco D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Riesling del clone 49.
-Provenienza uve: una parte delle uve proviene da un vigneto piantato nel 1986 del vigneto Fossati, mentre le altre provengono da un vigneto piantato nel 2000 presso la Cascina Bertoni sita nel comune di Sinio, da cloni provenienti dall’Alsazia e dalla Germania.
-Gradazione alcolica: 14%.
-Resa media: 50 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox.
-Affinamento: 4-6 mesi in vasche di acciaio inox.
-Contenuto solfiti: 45 mg./lt di libera e 98 mg./lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 27 Euro.
Giudizio EC: 16/20
La versione 2007 si dimostra di non facile lettura. Siamo stati abituati alle prove longilinee, di chiara purezza cristallina, dove le note minerali davano tutto il loro risvolto coerente del vitigno di partenza. Questo per la 2004, 2005 e la 2006. La 2007, complice l’annata, il quadro olfattivo si dimostra pur sempre con il loro sviluppo in verticale, ma con una variabile fruttata di impronta più matura. Quindi niente mela verde o pera Kaiser, ma spazio a note più calde di pesca gialla e cedro candito. E quella nota di pietra focaia? Sparita! Quindi largo a note di polvere da sparo. In bocca risulta di calda avvolgenza, sensazione che neanche nella 2003 abbiamo avuto. Acidità meno piccante, con il risultato finale di un vino più “pieno” di altre annate e di beva giovanile molto più facile. Ora, quale delle versioni sia da preferire, non lo so’… credo che la migliore delle soluzioni sia da lasciare il libero arbitrìo a ciascuno.
Dolcetto d’Alba Coste&Fossati 2006
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Dolcetto. Parte di questo vigneto, sono cloni aziendali di Dolcetto dal raspo rosso.
-Provenienza uve: assemblaggio di uve Dolcetto provenienti dal vigneto Coste e dal vigneto Fossati, siti nel comune di Barolo.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Resa media: 40 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox per una durata di circa 3 settimane.
-Affinamento: Solo una piccola parte (circa il 5%) satziona per 6 mesi in fusti di rovere, il resto solo affinamento in acciaio.
-Contenuto solfiti: 40 mg./lt di libera e 65 mg./lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 16 Euro.
Giudizio EC: 16,5+/20-ALTISSIMO CETO.
Non solo trovo che sia una delle migliori versioni sfornate da questa cantina, ma credo che si possa annoverare anche tra i migliori vini prodotti in questa denominazione. Anche se alla vista può incutere timore e tensione nel trovarvi davanti, vista la profondità del colore poichè è impenetrabile alla vista, uno di quei “dolcettoni” che si fanno fatica a bere. Già al naso si presenta con un frutto ricco, polposo, complesso nonostante che le sfumature date dal rovere siano pressochè nulle, vi sembrerà di avere sotto il naso un cesto pieno di amarene dolci e succose. Tuttavia avrà ancora molto da esprimere dalla sua permanenza in bottiglia, infatti al palato avrete una bella distensione con un evolversi progressivo nel tempo, grazie alla sua presa di ossigeno. Unica pecca è rappresentata da un tannino che risulta ancora scontroso e quell’acidità che solo pazientando ancora qualche mese potrà armonizzarsi con il resto della struttura.
Barbera d’Alba Superiore 2005
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Barbera.
-Provenienza uve: dal vigneto Bricco delle Viole sito nel comune di Barolo. La maggior parte del vigneto ha un’età media che supera i 50 anni.
-Gradazione alcolica: 14%.
-Resa media: 30-40 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox, per una durata di 3 settimane.
-Affinamento: 8 mesi in botti grandi e barriques e parte in acciaio.
-Contenuto solfiti: 38 mg./lt di libera e 70 mg./lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 22 Euro.
Giudizio EC: 16?/20.
Da una parte avrete un quadro olfattivo che, per chi si ricorda la versione passata, risulta meno grossolano, più carnoso, un’eleganza che si riconosce in quello stile famoso chiamato Vajra. Dall’altra avrete però ancora un vino chiuso su se stesso, abbastanza rigido e testardo, che fatica ad uscire. Al palato troverete un vino che ha tutti i componenti e gli attributi per rivelarsi; acidità vibrante, un tannino minuto che si fa’ sentire senza risultare astringente, allungo, spessore che solo la vigna vecchia sa’ donare, ma che in questo momento risultano ancora confusi.
Langhe Nebbiolo 2006
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: dai vigneti giovani del Bricco delle Viole e dalla Cascina Bertoni sita nel comune di Sinio.
-Gradazione alcolica: 13,5%.
-Resa media: 45 hl/ha
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox, per circa 7 giorni.
-Affinamento: 6 mesi, parte in fusti di rovere e parte in acciaio.
-Contenuto solfiti: 30 mg/lt di libera e 64 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 12 Euro.
Giudizio EC: 15+/20.
Questo è proprio un Langhe Nebbiolo che raffigura tutta la sintesi di quello, più volte menzionato, “stile Vajra”. Ricordiamo che buona parte di questo vino è fatto con le uve dei vigneti più giovani siti nel Bricco delle Viole. Quindi non aspettatevi grandi spessori o grandi concentrazioni, ma rivolgetevi a lui solo se cercate un vino di grande freschezza e vivacità (non nel senso bollicinoso del termine…) con un quadro aromatico fatto di un frutto croccante e mordente non particolarmente ricco ma di grandissima eleganza ed al palato una buona avvolgenza, mettiamoci anche un tannino ancora non perfettamente armonico e usiamolo anche come bigliettino da visita per aspettarci grandi cose da questa annata, che presto si rivelerà tra le più importanti, per quando saranno pronti ai cancelli di partenza i due Barolo.
Langhe Freisa Kyé 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Freisa.
-Provenienza uve: dai vigneti San Ponzio e Fontanì siti nel comune di Barolo.
-Gradazione alcolica: 13,5%.
-Resa media: 40 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox, per circa 15 giorni.
-Affinamento: tra gli 8 ed i 18 mesi, a seconda delle annate, parte in fusti di rovere e parte in acciaio.
-Contenuto solfiti: 35 mg./lt di libera e 65 mg./lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 21 Euro.
Giudizio EC: 16+/20.
Tra tutti i vini di Vajra, questo è quello che mi ha sempre lasciato dubbioso. Non tanto per la qualità intrinseca del vino (ed infatti il punteggio è lì a dimostrarlo…) ma quanto per una questione di natura. Sissignori perchè questa, se ancora non la conoscete, non è la versione classica della Freisa, ovvero quel vino leggero, con acidità che tagliano le gengive e con quella bella “spuma” che si forma nel bicchiere quando la versate e che a molti piace. No, questa è una versione diversa, o forse è proprio il caso di dire, ugualmente vinificata come gli altri vini rossi, dotato di una bella struttura, capace di sfidare i decenni ( come abbiamo constatato qui…), di grandissima eleganza ed armonia. Aggiungiamoci il grande impatto ed una bellissima trama tannica in questa versione, ma è proprio questo il senso del mio dubbio, questo stravolgere i canoni! Ma, dimenticavo….è proprio per questo che si chiama Kyè….
Barolo Albe 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: questo Barolo è ottenuto da un’assemblaggio di uve Nebbiolo provenienti dai vigneti Fossati, La Volta e Coste di Vergne.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Resa media: 42 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox per circa 3 settimane.
-Affinamento: 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia e parte (5-10%) in barriques di Rovere francese.
-Contenuto solfiti: 35 mg./lt di libera e 85 mg./lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 32 Euro.
Giudizio EC: 16/20.
L’Albe è un Barolo che non avrebbe senso dimenticarlo in cantina per tantisimi anni, infatti è un vino creato proprio per regalare grande piacevolezza nel medio termine. Anche nel bicchiere si concede subito, con pochissima ossigenazione, troverete quadro aromatico suadente e molto dolce (ma non nel senso legnoso del termine…) quasi al limite della ruffianaggine, mentre in bocca rivela i muscoli della grande annata, il tannino fine e minuto e con una acidità piccante.
Barolo Bricco delle Viole 2003
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: dal vigneto omonimo sito nel comune di Barolo.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Resa media: 42 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox per circa 3 settimane.
-Affinamento: 36 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia e parte (5-10%) in barriques di Rovere francese.
-Contenuto solfiti: 37 mg./lt di libera e 90 mg./lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 45 Euro.
Giudizio EC: 17,5+/20.
Quando si afferma che il Bricco delle Viole è una delle migliori verisoni targate 2003, non solo del comune di Barolo, si dice la verità. Premettendo che, parlando di Barolo, sono molto difficile nei gusti ed esigo sempre un vino che debba essere all’altezza del nome che porta, quando lo verso nel bicchiere, io non avrei imbottigliato buona parte dei cru di questa difficile annata, ma mi rassereno quando mi trovo davanti a bottiglie come queste. Bene e considerando che, negli assaggi fatti in anteprima della versione 2004, quest’ultima potrebbe spuntare un voto decisamente più alto, ci godiamo intanto questa versione capace di stupire per il suo frutto croccante, una vena balsamica rinfrescante, al palato mostra avvolgenza, un retrogusto che resta vivo senza scadere nel vegetale cotto che troviamo invece in altri vini e dotato di un tannino di grande armonia già da subito. Aldo spera sempre, quando vede un corriere che parte dalla sua cantina, che le sue bottiglie siano stappate in occasioni che facciano felici delle persone. Beh, Aldo, a noi fa’ enormemente piacere e non ci resta che ringraziarti e augurarti di continuare a regalarci tante altre emozioni…
Dulcis in fundo…
Moscato d’Asti 2007
-Tipologia vino: Bianco dolce D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Moscato.
-Provenienza uve: dal comune di Mango.
-Gradazione alcolica: 5,5%
-Resa media: 40 hl/ha.
-Vinificazione: tradizionale, in vasche di acciaio inox
-Affinamento: tra i 2 ed i 6 mesi in vasche di acciaio inox
-Contenuto solfiti: 55 mg/lt di libera e 120 mg/lt di totale.
-Prezzo in enoteca: 10 Euro.
Giudizio EC: 16,5/20-ALTISSIMO CETO.
Confesso che nel giudizio espresso sopra sia da tenere conto anche del feeling che ho da anni verso il Moscato di Milena ed Aldo Vajra. Lo trovo da sempre una delle espressioni più felici di questo vitigno. Vitigno che tutto il Mondo ci invidia, per il suo essere dolce ma non stucchevole, aromatico ma non volgare, amabile ma non amaro e dotato di una grande piacevolezza di beva per la sua freschezza ma anche per la sua bassa alcolicità. A tutto questo ci aggiungiamo la grande maestrìa di vinificazione di Aldo, capace di tirar fuori una complessità senza pari, un quadro aromatico di grandissima eleganza, di frutto croccante, salvia sclarea con carattere balsamico senza alcun cedimento nell’erbaceo, una mineralità quasi impossibile da trovare in altri Moscati. Basta? No, aggiungiamoci la grande “ruffianaggine”, senza crolli di freschezza in questa versione da annata calda. Un altro consiglio… Chi l’ha detto che il Moscato va’ bevuto entro l’anno? Se avete ancora delle bottiglie del 2006 tiratele fuori per il prossimo Natale… Vi farete un bellissimo regalo!
Note positive.
-Avrete sicuramente capito che il primo aspetto positivo è l’amore non solo ampiamente descritto tra Aldo e Milena, ma per quello che viene elargito nel loro lavoro e in tutto quello che fanno. Mille parole non sono abbastanza per descriverlo e potrete solamente capirlo, se mai un giorno vi capitasse, di varcare il loro cancello e di passare due ore in loro compagnia.
-Il packaging perfettamente coerente con lo stile aziendale, bottiglie di tipo Albeisa per tutti i vini, etichette semplici, chiare ed eleganti.
Note negative, Dettagli.
-Non proprio una nota negativa in quanto parliamo di difetti che ormai appartengono al passato, così come per altre cantine e ora non più presenti, da nasi contaminati spesso da note un po’ invadenti derivanti da passaggi in legni piccoli dovuti a peccati di inesperienza.
-Più per motivi personali, è legato, ripeto, al vino Kyè ed all’interpretazione in quello stile del vitigno Freisa.
Conclusioni.
Assaggiando da diversi anni, in maniera assidua e regolare i vini di questa prestigiosa cantina, uno dei dilemmi al quale non ho mai trovato risposta è quello della loro interpretazione stilistica di base: “Saranno più dei vini di stile tradizionale che strizzano l’occhio allo stile più moderno, oppure dei vini di chiara impronta moderna con un cuore nella tradizione?” La risposta che mi sono dato è che sono vini che non hanno bisogno di essere schedati. Lo stile Vajra, nel corso degli anni, ha subìto numerosi cambiamenti dovuti alla ricerca di Aldo, nel prentendere sempre il meglio. Si sono degustate (tante…) grandi bottiglie, mentre altre (poche..) si sono rivelate meno vincenti. Ma in tutto questo non si può di certo rimproverargli una “caduta” di immagine, ripiegati verso dei diktat imposti da un mercato oppure ad un gusto in particolare. Ed anche quando in passato somo stati messi in commercio dei vini risultati un po’ troppo “dolci”, erano comunque errori fatti in buona fede. Ecco i loro vini sono proprio così, piacciono perchè, prima di tutto, piacciono a loro, mantenendo i caratteri di linearità ed eleganza come centralità di base. Ed ora la sfida al Pinot Nero è lanciata…
Alla prossima puntata sugli schermi di Altissimo Ceto!
Altissimo Ceto! Per Aldo e Milena Vajra e tutto il loro staff.
Az. Agr. G.D. Vajra
Via delle Viole, 25
12060 Barolo (CN)
Tel.: 0173 56257
Fax: 0173 56345
e-mail: gdvajra@tin.it
sito: www.gdvajra.it
Visto che il sito è incompleto, potete trovare altre informazioni qui.
Ivano Antonini alias EnoCentrico