Provato a pranzo il 22/05/2008
Massa Lubrense, Nerano, Marina del Cantone… sembra di non arrivare più. Le corsie bastano appena per un Ape Car, i tornanti sono dolomitici: non ci si stupisce proprio di fronte ad Alfonso Caputo che ci racconta che una percentuale bulgara delle sue prenotazioni si perde -letteralmente- per strada: sottovalutano i tempi di percorrenza locali o si trovano dietro a una macchina ferma e si arrendono. E dire che basterebbe solo un po’ di pazienza, perché in Piazza delle Sirene (la viabilità è quella che è, ma la toponomastica è evocativa, non c’è che dire) non si può non arrivare. La strada che attraversa la penisola sorrentina finisce proprio lì, di fronte all’ingresso della Taverna del Capitano. E’ da qui che cominciamo a raccontarvi della nostra avventura campana, da quella che è stata, a tutti gli effetti, la nostra base (si perchè si può dormire nelle bellissime camere fronte mare della locanda ; la camera doppia con prima colazione costa € 170,00 la suite con terrazza sul mare € 270,00). Dalle nostre giornate alla Taverna abbiamo preso diversi momenti, per ricostruire e raccontarvi una giornata tipo di un ospite della famiglia Caputo.
Archivio storico reportage:
-> Reportage del 29 settembre 2010
-> Reportage del 16 giugno 2012
Le guide cartacee
Michelin Due prestigiose stelle
Espresso 17/20
Gambero Rosso 86 – Cucina 49
Touring Club Una medaglia Top 382
La giornata alla Taverna comincia così, con i cornetti alla crema di limone.
Si fanno strani incontri alla colazione della Locanda… e dire che i tedeschi non erano ancora arrivati 🙂
Parlando di abitudini teutoniche, per rigido dovere di cronaca, ci siamo sottoposti al supplemento di colazione di solito allestito per loro: la selezione di salumi irpini (mortadella esclusa, ovviamente)…
Decisamente quello che ci vuole prima di imbarcarsi 😉
Andiamo a trovare Agostino, da una vita pescatore per i caputo.
Com’è che si dice di solito? Ah, sì: “grande selezione delle materie prime”. Già.
La nostra Federica De Vizia, per la barca, si è messa il primo straccetto che ha pescato dall’armadio.
Facciamo rotta verso il ristorante.
Mariella, sorella dello chef, e suo marito Claudio (il responsabile dei salumi irpini del nostro snack mattutino), sono i responsabili della sala. Claudio è maitre di classe e di consumato mestiere, bonario ma sempre con le orecchie tesissime, non gli sfugge niente. Mariella è il cuore e il sorriso della sala e l’affiatamento tra i due sfiora la sincronia: una coppia professionale come ce sono pochissime e una delle (tante) fortune del ristorante.
“Come è difficile essere semplici”
Vincent Van Gogh
Dal 1967,
il risultato di quattro generazioni di innovazione e tradizione.
Il pesce proviene direttamente da fidati pescatori della baia, ha il gusto tipico del pesce di scoglio.
I prodotti ortofrutticoli provengono da selezionate colture biologiche.
Le paste e i pani sono preparati in casa nel rispetto della tradizione.
Le materie prime sono soggette a variazioni in base agli arrivi giornalieri.
Per il piacere del tabacco è a disposizione una saletta all ‘ingresso.
Pane, coperto e servizio sono compresi in tutti i nostri prezzi.
Il ristorante riceve gli ospiti dalle 12,30 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 22,00.
Si consiglia la prenotazione
Sorpresa €.100
6 piatti e dessert preparati per voi secondo la fantasia del momento
La mia cucina €.85
Stuzzichino
Il gamberone rosso del Mediterraneo in alga di mare fritto e bottarga di palamito,
salsa di “papacelle”
Il cartoccio di seppia e polpo con cipolla, pancetta nostrana e profumo di menta selvatica
I tagliolini bianchi e neri lavorati a mano con zucchini e calamaretti
La bracioletta di ombrina con piselli, fave, patate e asparagi
Il filetto di manzo gratinato all’ origano, salsa alla pizzaiola e broccoli
I profumi della costiera: sensazioni dolci e amare agli agrumi
La piccola pasticceria
La tradizione €.65
Stuzzichino
Il palamito: filetto cotto e crudo, il suo fegato all’ aceto tradizionale balsamico di Modena
con carciofi marinati e verdure in agrodolce
Gli spaghetti alla “Nerano”con zucchini e basilico
Cartoccio di scorfano in sfoglia di patata all’ acqua pazza
La pizza dolce……………………
La piccola pasticceria
I menu dello chef Alfonso Caputo sono proposti per tutti gli ospiti del tavolo
Gli antipasti
La sinfonia di pesci e piccoli crostacei agli aromi mediterranei €.35
Il palamito: filetto cotto e crudo, il suo fegato all’ aceto tradizionale balsamico di Modena
con carciofi marinati e verdure in agrodolce €.25
Il gamberone rosso del Mediterraneo in alga di mare fritto e bottarga di palamito, salsa di “papacelle” €.30
Il cartoccio di seppia e polpo con cipolla, pancetta nostrana e profumo di menta selvatica €.25
I gamberetti di nassa………………… €.25
I fioroni di zucchini fritti ripieni di fior di latte e ricotta dei Monti Lattari €.22
Le zuppe
Zuppa ai frutti di mare con cornetti di pasta ripieni di gamberi e chips di gamberi €.25
Zuppa di calamaretti, scarola napoletana, pinoli e uvetta, crostini agliati €.25
La zuppa di fagioli “canarini” e tubettoni con le cozze €.25
I primi
I fagottini di ricotta e maggiorana salsa di pomodoro €.20
Il risotto con riso Carnaroli del Pavese, corteccia di sughero e scampi (min. 2 persone) €.30
I vermicelli fatti in casa ai frutti di mare, pomodorini di Corbara e prezzemolo €.20
I tagliolini bianchi e neri lavorati a mano con zucchini e calamaretti €.20
Le linguine di Alfonso con fegato e crudo di polpo, osso di seppia €.20
I pesci
Il dentice imperiale: variazione sul tema €.25
I bastoncini di cernia e alghe di mare con riso integrale, moka di aculei di ricci tostati €.25
La bracioletta di ombrina con piselli, fave, patate e asparagi €.25
Cartoccio di scorfano in sfoglia di patata all’ acqua pazza €.25
Croccante frittura di mare al profumo di finocchietto selvatico e menta €.30
La “piccola”…………..………. zuppa di pesce spinata con crostini €.40
L’ aragosta dei Galli cotta e cruda alle erbe mediterranee €.165 al Kg.
Le carni
Il filetto di manzo gratinato all’ origano, salsa alla pizzaiola e broccoli €.25
La cassuola di coniglio con cipolle, olive e pomodoro €.25
“Annecchia” alla genovese con paccheri nel suo sugo €.25
I formaggi
Selezione proveniente direttamente dai produttori e da fidati affinatori €.15
La pasticceria
La pizza dolce……………………… €.16
I profumi della costiera: sensazioni dolci e amare agli agrumi €.16
Il cioccolato…………………sublime fantasia €.16
Zuppa di latte e caffè con biscotto €.12
I chupa chups alle noci di Sorrento, noci caramellate al miele, salsa allo strega €.12
Il gelato: vaniglia, cioccolato e caffè €.12
I sorbetti alla frutta €.12
Suggeriamo di ordinare i dessert all’inizio del pasto.
Tutti i nostri dolci sono preceduti da un pre – dessert e dalla piccola pasticceria
Aperitivo
Contadi Castaldi – Saten 2004
Da queste parti la Contadi va davvero tanto, non c’è carta in cui manchi
Ci sono le patatine, le olive, verdurine sottolio, le alici… l’impronta baristica è davvero divertente. E poi c’è quello spiedino di gamberetti, dolcissimi e carnosi, che ci fa subito capire che a materie prime (nel caso la gita di cui sopra ci avesse lasciato qualche dubbio) sono al top.
Telaro – Falanghina Vendemmia Tardiva Roccamonfina IGT
Pane
Sulla carta c’è scritto che si fa tutto in casa, ma noi, avete capito, a ‘sto giro vogliamo approfondire 😉
Grazia, la madre di Alfonso ci mostra le fasi della panificazione, la lievitazione con lievito madre e l’impasto
Torniamo a tavola…
I fioroni di zucchini fritti ripieni di fior di latte e ricotta dei Monti Lattari [+++++]
Un’entree davvero sontuosa: un fritto millimetrico per croccantezza e fragranza e dentro un ripieno morbidissimo, spumoso, profumato di latte. Sul piatto finocchietto e fiori di zucca essiccati, a dare un’ulteriore carico sensoriale all’esperienza.
Il risotto con riso Carnaroli del Pavese, corteccia di sughero e scampi [18/20]
Quando si dice la fortuna: un’altra coppia di avventori a un altro tavolo voleva mangiarsi solo due piatti, così, visto che ormai il risotto marciava, ce ne sotto scappate un paio di cucchiaiate per rinforzare l’antipasto dei VG… il sughero che vedete nel piatto serve a ricordare il bizzarro ingrediente principale del brodo di cottura. Che sensazioni dà un risotto così? Prima di tutto un intenso odore salmastro, che farebbe presagire un sapore altrettanto scoppiettante. In bocca il sughero, invece, ricrea un sapore marino più morbido, rotondo, con note dolciastre: l’abbinamento con lo scampo non poteva essere più azzeccato. Mantecatura ben fatta e cottura esemplare ne fanno uno dei punti più alti del menù.
Az. Agr. Vestini Campagnano – Pallagrello Bianco “Le Ortole”
[…] [s.v.]
Non che il piatto non abbia un nome o che non meriti un voto, volevo solo cercare di riproporre, tramite il silenzio, quell’attimo di stupore, quella sorta di ingolosita reverenza che incute questo piatto quando arriva. Difficile, impossibile raccontare a parole un’emozione così. Ci sarebbe da parlare ore solo dell’olio e limone serviti nel bricchetto, il cui uso è consigliato solo ai “deboli di cuore” ma che è così buono che me lo sono bevuto da solo. Cerchiamo di trasmettervi qualcosa in più con questa super-macro sul riccio, oltre questo, coi miei modesti mezzi espressivi, non mi sento proprio di andare.
Seppia, favette e profumo d’arancia [17/20]
Nel cubo più in alto sta bruciando una buccia d’arancia: negli altri seppioline, i loro fegati e tentacoli, e le favette fresche.
L’Aragosta dei Galli in alga di mare fritto e bottarga di palamito, salsa di “papacelle” [19/20]
“Li Galli” sono le tre isolette che si vedono guardando dalla spiaggia di Marina del Cantone verso Salerno: sono private, ma ci si può pescare. Fatta questa dovuta precisazione diamo un’occhiata al piatto… difficile pensare a qualcosa di più succulento di un’aragosta e a qualcosa di più sfizioso del fritto, nella cui tecnica -abbiamo già avuto modo di vedere – Alfonso eccelle davvero. Di fronte a questo dato di lampante semplicità, il nostro ci mette del suo: niente sale ma bottarga fatta in casa di palamito, il vero maiale di queste parti, qualche splendida verdurina e il suo ketchup campano, fatto di pomodorini e papacelle, peperoncini dolci tipici del luogo.
Guido Marsella – Fiano di Avellino 2006
Tagliolini di scorfano con calamaretti e zucchine [17,5/20]
All’apparenza una scomposizione estrema, visti i tagliolini fatti di pesce, in realtà un virtuosismo di cottura e taglio. Lo scorfano viene solo pressato e tagliato. La pasta con le zucchine è il piatto simbolo di Marina del Cantone, arricchirlo con del pesce sarebbe stata una buona soluzione di per sé, ma qui il divertimento va sempre al di là di quello che ci si aspetta.
I vermicelli fatti in casa all’Aragosta dei Galli e pomodorini di Corbara [19/20]
Qui la pasta è di pasta, e siamo decisamente a fondo scala. Questi vermicelli sono una delle cose che hanno reso celebre la Taverna, e si capisce il perché. Fatti solo ed esclusivamente di semola di grano duro e acqua, vengono fatti essiccare in casa. Quello che ne risulta è un’esperienza completamente nuova: immaginate di masticare un vermicello in cui il “dente” segno di buona cottura sia percepibile in tutto il diametro della pasta… e poi un’intenso sapore di grano, e un sugo sontuoso: una dei migliori piatti di pasta secca che si possano gustare in Italia.
Cantine Gran Furor Divina Costiera – Furor Bianco Fiorduva
Cartoccio di scorfano in sfoglia di patata all’ acqua pazza [17/20]
I filetti vengono cotti al vapore, l’acqua pazza servita a parte e insaporita con le lische. Dalla testa dello scorfano gli appassionati potranno ricavare le guance.
I bastoncini di cernia e alghe di mare con riso integrale, moka di aculei di ricci tostati [17/20]
Grande cernia, ottima scelta e uso dell’alga e un accompagnamento se vogliamo ormai “classico” con un riso aromatico. Il tocco di genio viene dalla moka, trovata davvero illuminata per creare una sintesi tra il marino e il tostato, tra il pesce e il cereale e dare così grande coerenza al piatto.
Sorbetto al melone [+++++]
Ormai un sorbettino è considerato una tale banalità che trovarne di così stupefacenti per aroma e intensità lascia basiti.
Piccola pasticceria
Anche qui non mancano i fondo scala: vedi le frolle con la marmellata di limone.
Arriva Mariella, sempre sorridente, ma con l’aria un po’ costernata: “ragazzi, i dolci di mio fratello sono così incasinati… non saprei proprio cosa darvi”. Sarà anche questa umiltà, questa sua sincera necessità interiore di far sentire il suo ospite accolto e appagato che ne fanno la grande padrona di casa che è. Certo, lei pone un problema in maniera molto trasparente ma poi trova anche la soluzione, eccola…
Nocino e limoncello artigianali
I profumi della costiera: sensazioni dolci e amare agli agrumi [18,5/20]
Mandarino, arancia, limone: ci sono le confetture, i sorbetti le creme e la delizia al limone. Un ventaglio aromatico infinito, arricchito dalle consistenze, dalle texture delle creme, si può pure magnare la marmellata a cucchiaiate… il percorso sembra non finire mai; e dire che, alla fine, è una composizione di pasticceria classica che più classica non si può.
Zuppa di latte e caffè con biscotto [17/20]
Dalla foto non sono rese molto le proporzioni, ma il “beverone” è davvero enorme. Mangiarlo è tutto uno scartare, inzuppare, azzannare, scucchiaiare… per veri bambinoni o per quasi-quarantenni con la sindrome di Peter Pan (qualsiasi riferimento a persone o cose è fortemente voluto).
La cantina della Taverna del Capitano fa storia a sé. Realizzata in modo da sembrare una nave incagliata dalla cui stiva affiorano le bottiglie… visitandola sembra di essere a Gardaland.
Note positive
Inutile perdersi in troppe chiacchiere da questo punto di vista. La cucina è al top per materie prime e personalità dell’autore, la sala è affidata ad una coppia (in ogni senso!) naturalmente portata all’accoglienza, e per la location abbiamo pure un ulteriore approfondimento qui di seguito…
Note negative
Niente da segnalare
Vista dalla camera…
Dopo qualche “gitarella” in direzione Capri (il molo dela Taverna è uno dei più vicini) , Il tour si conclude… e concludiamo anche noi:
Conclusioni
La seconda stella Michelin, questa sconosciuta… la curiosità più grande che il gourmet nordico ha nei confronti della Taverna del Capitano alla fine è proprio questa: come cotanto blasone sia arrivato fin qui, affidandosi alle voci di corridoio e alla letteratura di settore, sembra un mistero, addirittura potrebbe sembrare non rappresentativo dei valori in campo nella zona. Ci siamo presi la briga di arrivare fin qui, vi abbiamo dato modo di vedere cosa vi aspetta e la nostra percezione è molto precisa: qui alla Taverna sono maestri di accoglienza, nel senso più ampio del termine. Non si parla di reggimenti in cucina, né di cloche, né di coreografie del personale in sala. Con grande naturalezza, semplicità, talento e tanta tecnica ed esperienza, le distanze tra cliente e personale si annullano. Sommato al talento di Alfonso, autore di una cucina, come amo definirla io, di mare hard-core, identificando una cucina che và al di là del semplice cucinare pesce ma che lo spinge al limite sfruttando tutti gli elementi dell’acqua, alghe, frattaglie ittiche, spine, aculei, fino al sughero (tanti ci provano, ma di questo livello le conto sulle dita di una mano), questo è insieme un valore che giustifica bene una seconda stella e una qualità quasi unica in un locale di questo rango. Davvero Grandi!
Altissimo Ceto ad Alfonso Caputo , Grazia, Mariella , Claudio e tutta la loro squadra!
Ristorante LA TAVERNA DEL CAPITANO
Nerano, Marina del Cantone
Piazza delle Sirene
Tel. 081.8081028
Fax 081.8081892
www.tavernadelcapitano.it
Chiuso Lunedì e Martedì a pranzo – In estate sempre aperto.
by MdM