Come promesso partiamo con il racconto dettagliato dei vini assaggiati in occasione dell’International Wine Festival di Merano.
Ma prima iniziamo con una intervista al simpaticissimo e bravo Josef Reiterer titolare insieme alla moglie Marianna della Cantina spumantistica alto-atesina Arunda.
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Mentre VG girava come una trottola diviso tra il Kurhaus, sede centrale dove presenziavano le aziende vitivinicole e la Gourmet Arena, il sottoscritto per rendere onore al nickname affidatomi, non si è mai staccato dal bicchiere.
Le aziende che abbiamo reso visita sono tante (ma non è stato possibile fare tutto!) ed i vini assaggiati pure, quindi per semplificare la cronaca delle giornate, ho deciso di spezzarla in più parti e di dividerle per regioni.
Iniziamo, per motivi di cavalleria, dai padroni di casa: l’Alto Adige.
Parlando in generale ho trovato una qualità sempre in costante crescita. Per quanto riguarda i vini bianchi 2006 hanno in genere un quadro aromatico meno “ruffiano” rispetto agli anni precedenti, sono più complessi, meno “alcolici” ma ancora adesso sono molto chiusi in fase olfattiva. I 2005 passati in legno denotano più eleganza e maggiore freschezza rispetto alle versioni passate, un legno meglio “giocato” anche se un filo più magri rispetto ai 2004.
Invece per quanto riguarda i rossi da segnalare sul fronte Lagrein, versione 2005, dei vini più incisivi, più taglienti, dotati di minor ciccia ma hanno guadagnato sul piano della bevibilità.
Crescita qualitativa anche per i “blends” cabernet-merlot, più sottili, più eleganti e spogliati da quelle note vegetali che li cararatterizzavano in passato. Ma veniamo al racconto…
Iniziamo con l’azienda di quel simpatico signore in tenuta tirolese che avete visto nel video e che assomiglia ad uno dei miei personaggi cinematografici preferiti (ovvero quel Doctor Brown di Ritorno al Futuro 😀 ), titolare come già detto dell’azienda Arunda, produttrice di vini ottenuti da solo metodo classico.
La sua cantina “bomboniera” in Francia la chiamerebbero “maison de vin de garage” per le sue dimensioni ed i suoi vini sono come lui, sinceri, schietti e con una bollicina esuberante come chi li ha fatti.
Josef ha presentato l’Extra Brut (15,5/20) caratterizzato da una freschezza molto incisiva, il suo Blanc des Blancs (16/20) di sboccatura recente e che lo issa come migliore versione mai prodotta da questa cantina, il Brut Rosè (15,5/20) buono ma alla ricerca di una sua collocazione e l’ultima interpretazione della Cuvée Marianna (16?/20) di uno spessore mai visto ed il punto interrogativo rappresenta il suo limite nel giudizio in questo momento perchè ancora alla ricerca del suo equilibrio e che potrebbe aspirare decisamente al mezzo punto in più nel prossimo futuro.
Elena Walch è una delle donne più attive e dinamiche che io conosca. Così sono anche i suoi vini, dinamici e mai noiosi. Nel bicchiere sono sempre in piena evoluzione. Ha presentato un Pinot Bianco Kastelaz 2006 (15,5/20) notevole e fragrante, il Beyond the Clouds 2005 (16/20) sapiente assemblaggio a base chardonnay nella versione più bella e con il quadro aromatico più nitido fin qui prodotto, il rosso “esotico” Kermesse 2004 (15,5/20) un uvaggio complicato di Syrah, Petit Verdot, Lagrein, Merlot e Cabernet Sauvignon, in crescita e deduco, dalle parole della sig.ra Walch, che aspira a diventare il rosso di punta aziendale. Chiudiamo per dovere di cronaca con il Cabernet Sauvignon Riserva Castel Ringberg 2003 (14,5/20) non in splendida forma e con una freschezza di sostegno decisamente sotto tono che ne limita la bevibilità.
I vini della Cantina Produttori Bolzano sono sempre tecnicamente ben fatti, curati dal wine-maker Stephan Filippi, non cercate però potenza e sostanza, ma grandi eleganze e rispettive verso il vitigno di provenienza. Il Sauvignon Mock 2006 (15,5/20) si presenta con un naso molto meno vegetale rispetto al ’05 e con un bagaglio fruttato di tutto rispetto. Ottimi soprattutto i rossi presentati, con il Lagrein Riserva Taber 2005 (16,5/20) che ha maggior grinta ed è più slanciato rispetto al ’04, si conferma un punto di riferimento per la denominazione e il Cabernet Riserva Mumelter 2005 (16,5/20) in splendida forma.
La Tenuta Kornell è un’azienda giovane, (primi vini nel 2001!) si trova a Terlano, è a conduzione familiare con a capo Florian Brigl. I vini, soprattutto i rossi, sono in costante crescita, è questione solo di tempo perchè la natura del suolo da dove provengono è tra le più caratteristiche dell’Alto Adige (vedi successivamente alla voce Cantina di Terlano) e ci sono tutti i presupposti per un buon futuro. Erano presenti con il Cabernet Zeder 2006 (15/20) piacevole e di grande bevibilità e con il Merlot Staves 2005 (15,5/20) più opulento, ma sempre dotato della stessa piacevolezza di beva dello Zeder.
Che dire di quella che io ritengo, ma non sono il solo a dirlo, sia la migliore cantina Alto-Atesina? La Cantina di Terlano è una delle più antiche di questa regione, la caratteristica che rende unici i vini di questa azienda è da ricercare nella natura unica del suolo. I vigneti poggiano su un terreno vulcanico, porfidi di colore rossastro con all’interno grandi quantità di minerali. Quindi anche i vini sono unici, dalle spiccate note minerali e dotati di grandissime longevità. Esperienze personali fatte con un Sauvignon ’83 ed uno Chardonnay ’84, dotati di grande freschezza, senza ossidazioni e senza affaticamenti strutturali.
Al Wine Festival sono stati presentati il Pinot Bianco Riserva Vorberg 2005 (16/20) di grande impatto e sorprendentemente molto spiccato nella picevolezza di beva, caratteristica molto inusuale per quanto riguarda i vini di Terlano bevuti così giovani. Il Sauvignon Quarz 2006 (18/20), una delle migliori riuscite, sarà in commercio nella prossima primavera. La volontà di uscire sul mercato con i vini tardivamente, rispetto alle altre cantine, rappresenta anch’essa un grande punto di forza, viceversa i vini sarebbero penalizzati nell’apprezzamento. Una delle sorprese è rappresentata dal Terlaner Riserva Nova Domus 2004 (17,5/20), sorpresa in quanto in questa annata ho trovato un Nova Domus più slanciato, più snello, dotato di grande eleganza e con un legno più posato capace di mettere in rilievo la mineralità che in altre annate veniva coperta. Infine il Lagrein Riserva Porphyr 2004 (17/20) che prende il nome dal tipo di suolo di Terlano. Ritroviamo, dopo un passaggio pur buono ma interlocutorio come il 2003, il Lagrein (secondo me insieme al Taber) di riferimento di questa regione. Un vino complesso che necessita una buona dose di ossigeno (e di bottiglia!) per addolcire gli spigoli e sviluppare frutto e mineralità prima di poterlo apprezzare al meglio.
Solo due vini presentati dall’Abbazia di Novacella e tutti e due della linea top: la “Praepositus”. Il Kerner 2006 (17/20) rappresenta il top dell’enologia alto-atesina e questo 2006 è proprio buono! “Ruffiano” in senso buono come al solito ma con una dose di “ciccia” mai ritrovata così nelle versioni passate.
Il Pinot Nero 2004 (15,5/20) è un bel vino ma non è mai stato nelle mie corde. Lo preferirei molto più fresco nell’espressione del frutto e più graffiante ed incisivo al palato.
La Baron di Pauli. Caspita! Manca il mio vino preferito di questa azienda, ovvero il Gewurztraminer Exilissi 2005, ma io ve lo racconto lo stesso! E’ una “bomba” da 15,5% di alcol ma dotato di una grande freschezza sia di frutto sia di acidità, complessità aromatica ma non ruffiana e soprattutto in bocca non lascia quel finale amarognolo che spesso si trovano nei vini da questo vitigno. Tornando alla cronaca… ci rifacciamo con il Vigneti delle Dolomiti IGT “Enosi” 2006 (16,5/20) un bianco “esotico” ottenuto da 50% di Riesling, 35% di Sauvignon e da 15% Gewurztraminer, di carattere e dalla forte personalità. Il Merlot-Cabernet Arzio 2005 (16/20) anch’esso di carattere ma ancora alla ricerca dell’equilibrio frutto-legno.
La Manincor è condotta da un grandissimo personaggio che è il Conte Michael Goess-Enzenberg, viene da una famiglia di antica tradizione vitivinicola ma l’azienda ha iniziato a vinificare in proprio a partire solo dal 1996. I vini non hanno l’opulenza di tanti altri vini più blasonati, non sono subito di “impatto”, ma sono dei campioni di eleganza e signorilità specchio di chi li produce. Sono stati presentati il Vigneti delle Dolomiti IGT Sophie 2006 (16/20) sapiente assemblaggio di 55% Chardonnay, 35% Sauvignon e 10% Viogner. Di sottile linearità con un legno molto ben giocato, il Pinot Nero Mason 2005 (16,5/20) decisamente interessante in costante crescita col passare delle annate, il V. d. D. IGT Cassiano 2005 (15,5/20) ottenuto da 50% di Merlot, 35% Cabernet Sauvignon e il rimanente tra Petit verdot, Tempranillo e Syrah, fresco, velatamente erbaceo, sottile e di grande bevibilità, per chiudere il V. d. D. Castel Campan 2004 (16/20) 80% merlot e 20% Cabernet Franc, di bella struttura ma ancora alla ricerca del suo equilibrio.
La Produttori Colterenzio è tra le più conosciute del panorama alto-atesino, il suo Sauvignon Blanc Lafòa 2006 (16,5+/20) è da sempre un punto di riferimento anche se personalmente non l’ho mai amato nelle passate edizioni per via del suo varietale così spiccato. Varietale che appare molto più posato in questo 2006, ha guadagnato in ricchezza e uno sviluppo progressivo in bocca più grintoso, da qui il segno +, il Gewurztraminer Cornell 2006 (16/20) non tra i più grassi di questa regione, caratterizzato più dalla linearità e in bocca più per progressione che per opulenza, il Merlot-Cabernet Cornelius 2003 (15,5/20) stilisticamente ben fatto, di spessore, avrei preferito trovare maggior slancio al palato e per chiudere il Cabernet Sauvignon Lafòa 2003 (16-/20) decisamente un bel vino, concentrato ma non stucchevole, ma con un naso non perfettamente nitido come nelle altre annate.
La Cantina Cornaiano è un’azienda che negli ultimi anni ha avuto un balzo qualitativo notevole e che denotano sempre segni di grande serietà se pensiamo per esempio che, nel 2004 (annata decisamente favorevole) non abbiano imbottigliato ne’ il Cabernet, ne’ il Lagrein della linea top, la SelectArt, in quanto non li hanno ritenuti all’altezza! Bianchi su tutti, il Sauvignon SelectArt 2006 (16,5/20) con un frutto decisamente molto fresco, il Gewurztraminer SelectArt 2006 (16,5+/20), di solito il Gewurztraminer si è sempre collocato sotto il Sauvignon nella mia personale graduatoria, ma non in questa annata perchè denota maggiore personalità, lo Chardonnay SelectArt 2005 (15,5/20) affinato in botti grandi, buono, ben fatto ma decisamente sotto tono rispetto ai “cugini”, il Cabernet Sauvignon Riserva SelectArt 2003 (15,5/20), come dicevo non è stato prodotto il 2004 quindi “consoliamoci” la ’03 di bella fattura, di spessore e noi vorremmo trovarci maggior peso.
Cosa devo aggiungere io oltre a tutto il fiume di inchiostro che è stato speso in favore della Cantina Produttori di San Michele Appiano quindi è stata segnata in agenda come azienda da visitare e da raccontare su queste pagine, e adesso ci limitiamo a raccontare i (pochi) vini presentati iniziando dal Pinot Bianco Schultauser 2006 (15,5/20), come tutti i vini di Hans Terzer sono sempre stilisticamente ben eseguiti, soprattutto i bianchi. Il Sauvignon Sanct Valentin 2006 (17/20) è sorprendentemente in splendida forma se confrontato con le annate passate e degustate nello stesso periodo, con un frutto più caldo, maggiore spessore ed un’acidità meno tagliente, lo Chardonnay Sanct Valentin 2005 (16,5/20) rispetto alla ’04 è meno grasso, ma più slanciato, più elegante e presenta un legno meno marcato. Il Pinot Nero Sanct Valentin 2004 (16,5/20) per la prima volta supera nella classifica delle mie preferenze la “Riserva”, negli anni passati mi sono trovato spesso a preferire la versione “intermedia” rispetto alla “selezione” di Terzer, questo per una maggior croccantezza di frutto e una maggior vivacità di beva.
Per quanto riguarda la Hofstätter da registrare una doppia marcia in quanto i bianchi, il Bianco Barthenau Vigna S. Michele 2006 (16/20) uvaggio di 70% Pinot Bianco, 25% Chardonnay e 5% Riesling e Sauvignon ed il Gewurztraminer Kolbenhof 2006 (16,5/20) sono tra le migliori riuscite, in quanto a grinta, stile e personalità, mentre i rossi, il Pinot Nero Barthenau Vigna St. Urbano 2003 (15,5/20) e il Lagrein Steinraffler 2003 (15,5/20) sono un po’ sottotono rispetto alle annate passate, questo credo sia da imputare all’annata. Mi domando come mai non sia stato deciso di portare le ’04.
Ecco un’altra azienda qualitativamente molto valida conosciuta anche per la “verve” del produttore, ma mai come quest’anno ho registrato una batteria così significativa come quella che la Alois Lageder ha presentato quest’anno. Certo anche negli anni passati i vini creati in questa azienda “gioiello”, dall’alta tecnologia utilizzata, davano dei campioni ben fatti, senza difetti ma privi di quella personalità che possiamo trovare oggi. Il Pinot Bianco Haberle 2006 (15,5/20) ha un frutto croccante e un floreale che quasi si può “cogliere”, in bocca equilibrio e sostanza, idem per il Sauvignon Lehen 2006 (15,5+/20) ma con una maggior sapidità alla beva. Il Pinot Nero Krafuss 2004 (16/20) a memoria credo il migliore fatto fino ad ora anche se in questo momento è molto chiuso e si dovrà attenderlo (e potrebbe anche ambire a mezzo punto in più), il Merlot 2003 (16,5/20) invece risulta una bella riuscita per quest’annata. Per il Cor Romigberg 2004 bisogna invece aspettare la prossima primavera!
Chiudiamo con la Cantina di Termeno con una batteria da urlo quella presentata da Willi Sturz. Lo Stoan 2006 (16,5/20) uvaggio di Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Gewurztraminer non è più “solo” un bianco profumato ma in questa versione ha messo sù anche un po’ più di peso ed ha aumentato la profondità, il Gewurztraminer Nussbaumer 2006 (17/20) è meno opulento della ’05 ma si presenta con maggiore dinamicità, idem con patate anche per il Gewurztraminer Vend. tard. Terminum 2005 (17,5/20) rispetto alla versione ’04, chiude il Lagrein Urban 2005 (15,5/20) dinamico e slanciato e dalle grandi note di facilità di beva.
Chiedo scusa per avere tralasciato le altre aziende, ma era impossibile assaggiare tutto!
Stay tuned alla prossima puntata!
Ivano Antonini alias EnoCentrico